Anno | 2000 |
Genere | Avventura |
Produzione | Islanda, Danimarca, Norvegia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Gísli Snær Erlingsson |
Attori | Hjalti Rúnar Jónsson, Hans Tittus Nakinge, Pálmi Gestsson, Elva Ósk Ólafsdóttir, Magnús Ragnarsson Freydís Kristófersdóttir, Finnur Guðmundsson, Pétur Einarsson, Sigurveig Jónsdóttir, Gunnar Hansson, Atli Rafn Sigurðsson, Edda Björg Eyjólfsdóttir, Theódór Júlíusson, Ragnar Unnarsson, Björn Jörundur Friðbjörnsson, Hjalti Rögnvaldsson, Þórhallur Sigurðsson 'Laddi', Hjálmar Hjálmarsson, Orto Ignatiussen, Bjørn Floberg, Benedikt Clausen, Steinunn Ólína Þorsteinsdóttir, Sindri Páll Kjartansson. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 gennaio 2010
Il film ha ottenuto 1 candidatura al Festival di Giffoni,
CONSIGLIATO N.D.
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Boas, undici anni, vive in un villaggio sulla costa del Mar del Nord. Gli abitanti del villaggio credono che gli spiriti maligni siano responsabili del duro inverno: i pescatori non possono andare in mare e le provviste sono quasi esaurite. Boas vede una strana creatura tra la neve e, credendo si tratti di un demone, avverte gli uomini del villaggio. I colpi di fucile della caccia provocano una valanga che intrappola Boas sotto la neve. Sarà proprio la "creatura" a salvarlo, rivelandosi un bambino dalla pelle scura.
Ikíngut è un apologo sull’amicizia come sentimento che supera le differenze, un racconto morale sullo scambio interculturale che si oppone al razzismo come paura del diverso. I due ragazzi protagonisti sono uniti dall’amicizia; gli adulti, che non accettano e temono la diversità, l’altro, cercano di dividerli. La paura del diverso porta alla negazione dell’incontro, dell’apertura, del dialogo con l’altro, e alla chiusura in sé, nel proprio guscio. Anche i ragazzi possono essere affetti dal razzismo, ma lo sono solo in quanto subiscono l’influenza degli adulti. Quando si liberano da tale ascendente, trovano in sé e nella propria gioventù la genuinità tale da rigettare la paura dell’altro: sono gli unici a poter superare il razzismo in modo naturale, spontaneo. Il film esalta il valore – più che della multiculturalità, ossia dell’accettazione e coesistenza delle diverse culture – della interculturalità, ossia del dialogo attivo, dello scambio proficuo, del mutuo rispettarsi, compenetrarsi, arricchirsi delle diverse culture. È sostenuta l’importanza della parità di diritti, dell’uguaglianza e fraternità tra gli esseri umani; al contempo, si afferma che non bisogna dimenticare le stimolanti differenze tra gli uomini e tra le culture. Le differenze, che sono mezzo di divisione e scontro nell’ottica del razzismo, diventano fonte di scambio e dialogo nell’ottica dell’interculturalità. A ciò si aggiunge il tema del colonialismo culturale come dominio di una cultura sulle altre, e l’attacco all’autoritarismo. Lo sfondo del film è un tempo storico che si confonde nelle nebbie del mito, della fiaba: il tempo storico diventa così tempo eterno. Il film ha partecipato al Giffoni Film Festival 2001, nella sezione Primi Schermi (9-12 anni).