Titolo originale | Shura-yuki-hime: Urami Renga |
Anno | 1974 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Toshita Fujita |
Attori | Meiko Kaji, Yoshio Harada, Kazuko Yoshiyuki, Shin Kishida, Juzo Itami . |
MYmonetro | 3,09 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ancora una volta, la lama mortale di Lady Snowblood deve sporcarsi di sangue, stavolta non solo in nome della vendetta, ma anche della giustizia.
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo aver ucciso i suoi nemici, Yuki viene catturata e condannata a morte. Assoldata dalla polizia segreta guidata da Kikui, Yuki si ritrova a combattere per difendere la sua vita e quella di un regime politico prossimo al collasso. La giovane viene incaricata di infiltrarsi a casa di Ransui, un famoso anarchico, per ucciderlo e recuperare una lettera il cui contenuto è talmente importante che, se reso pubblico, farebbe cadere il governo. Ma le cose non andranno come previsto e Yuki si troverà a lottare a fianco dei deboli, in nome della libertà e della giustizia.
Rispetto al primo episodio questo canto d'amore della vendetta, si caratterizza per un minor coinvolgimento emotivo dello spettatore che a fatica riesce a identificarsi con le vicenda di un'eroina che, dopo essersi battuta per vendicare la propria famiglia, adesso si trova improvvisamente catapultata sul palcoscenico della grande Storia. Ma è proprio questo forse l'aspetto più interessante di questo secondo episodio della saga di Lady Snowblood: il passaggio dalla vicenda personale e privata al grande palcoscenico della storia di una nazione intera finisce per relegare Yuki sullo sfondo di una vicenda in cui il vero protagonista è il Giappone con le sue tradizioni, catturato in un momento di passaggio da una fase medievale a una di innovazione e progresso, da cui fino a quel momento si era auto-esclusa, entrando in competizione con le grandi potenze del continente asiatico.
Il personaggio di Yuki finisce per ritrovarsi in bilico tra tradizione e futuro, ultimo rappresentante di un mondo che va scomparendo e primo esponente di un nuovo mondo che lei stessa, con la sua spada (mentre tutt'intorno fanno la loro comparsa le armi da fuoco), contribuisce a realizzare.
In tutto questo cambia anche la prospettiva, l'obiettivo da raggiungere: dopo essersi vendicata dei soprusi subiti dalla sua famiglia, Yuki è consapevole che non potrà mai avere una vita normale, non potrà mai vivere sentimenti ed emozioni che non ha mai conosciuto perché il suo unico orizzonte possibile è la vendetta, l'odio. Così si trova costretta a mettere tutto il suo odio al servizio di un ideale. Quello che era sete di vendetta si trasforma in sete di giustizia e il canto d'amore della vendetta non è altro che il canto del cigno di un'epoca destinata a scomparire.