
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Michele Placido |
Attori | Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bruni Tedeschi, Federica Vincenti, Giancarlo Commare Aurora Giovinazzo, Michelangelo Placido, Michele Placido, Cosmo De La Fuente, Edoardo Purgatori, Marcello Mazzarella, Guia Jelo, Giovanni Trombetta, Lorenzo Gioielli, Silvia Siravo. |
Uscita | giovedì 7 novembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,38 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 5 novembre 2024
Il mondo intimo di Luigi Pirandello, l'umanità, le passioni, le ossessioni e l'esistenza più segreta intrappolata fra l'amore dirompente e impossibile per Marta Abba e il burrascoso rapporto con la dolorosa follia della moglie Antonietta Portulano. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Eterno Visionario ha incassato 747 mila euro .
Passaggio in TV
giovedì 23 ottobre 2025 ore 7,35 su SKYCINEMA2
CONSIGLIATO SÌ
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Amburgo, 8 dicembre 1934. Luigi Pirandello è in treno, direzione Stoccolma, e sta andando a ritirare il Premio Nobel per la letteratura. Davanti a lui passano i fantasmi della sua esistenza: la figura di Marta Abba, giovane attrice diventata sua musa ispiratrice che lo aveva conquistato durante un provino a Roma nel 1925 e che ha rappresentato il sogno di un amore assoluto; la follia della moglie Antonietta Portulano che è stata ricoverata in manicomio nel 1919; il profondo legame ma anche il difficile rapporto con i figli Lietta, Stefano e Fausto; il controverso rapporto con il fascismo; i trionfi ma anche gli insuccessi come la rappresentazione dei Sei personaggi in cerca d'autore accolta da fischi e insulti da parte del pubblico nel debutto al Teatro Valle di Roma il 9 maggio 1921; l'illusione di una collaborazione cinematografica con il grande regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau.
Si erano già incrociati i destini di Luigi Pirandello e Michele Placido, che nel film si ritaglia il ruolo di Saul Colin, l'agente letterario del drammaturgo e scrittore.
Al cinema La scelta, uno dei film meno riusciti del regista, è liberamente ispirato alla commedia drammatica L'innesto. A teatro ha portato sul palco, tra gli altri, "Placido recita Pirandello", "Io e Pirandello", "Cosi è (se vi pare)" e nel 2025 andrà in scena con Pirandello. Trilogia di un visionario che comprende tre delle sue opere: "Lettere a Marta", "L'uomo dal fiore in bocca" e "La carriola". Forse è una coincidenza ma il termine 'visionario' è presente sia nel film che nella rappresentazione, una visione che probabilmente l'attore e il cineasta ha sempre avuto di Pirandello ma che proprio con questo termine la riaggiorna e rende più moderna.
La vicenda biografica è volutamente frammentata e procede per salti temporali. Da quel treno per Stoccolma lo sguardo di Pirandello, interpretato un bravissimo Fabrizio Bentivoglio che è volto e corpo riconoscibile del suo cinema dopo essere stato diretto in Un eroe borghese e Del perduto amore, rivede la sua vita come se si trovasse davanti alle immagini di un film con lui stesso come protagonista. Ed è proprio attraverso cinema, spesso cercato da Pirandello che ritorna nel finale sul set di Il fu Mattia Pascal dove il regista Pierre Chenal lo chiama per battere un ciak, che parte un lungo viaggio che lo porta tra gli arcaici paesaggi delle miniere della Sicilia, la Berlino dei cabaret e soprattutto Roma tra il teatro e gli oscuri interni familiari. Questi sono il luogo di tensioni ma anche allucinazioni creative come nelle visioni nella stanza dove sta scrivendo "Sei personaggi in cerca d'autore" in cui le luci stordenti della fotografia di Michele D'Attanasio contribuiscono a mostrare il legame stretto tra il corpo e la mente di Pirandello e, come lui stesso ha detto, quello tra il talento che si è evoluto ma gli ha impedito di vivere.
Come il precedente L'ombra di Caravaggio, anche Eterno visionario brucia di passione, lascia addosso i segni di un'instabilità che è come se fosse permanente dove si sente ora impotente e in trappola davanti alla moglie interpretata da Valeria Bruni Tedeschi prima che venga ricoverata in manicomio oppure improvvisamente incantato da quando ha conosciuto Marta Abba (Federica Luna Vincenti) per la prima volta.
Pirandello guarda la giovane attrice con un desiderio nascosto ma faticosamente trattenuto simile a quello di von Aschenbach nei confronti di Tadzio in Morte a Venezia. Per questo, forse anche per lo stretto rapporto che c'è col teatro, in Eterno visionario si sente l'influenza di Visconti, evidente anche nel rapporto con gli specchi, proprio quelli che mettono a nudo Pirandello e lo rendono impotente davanti all'impietoso scorrere del tempo. Ma il drammaturgo avanza anche verso l'obiettivo, lo guarda come se volesse astrarsi dalla sua stessa storia. In Eterno visionario c'è tutto l'amore di Placido per l'arte di Pirandello e lo trasforma in tantissimi personaggi. Bentivoglio è uno, nessuno, centomila ed è al centro di un biopic che è invece qualcos'altro, un viaggio onirico pieno di passione e sofferta vitalità in cui ancora una volta Placido tira fuori il meglio dagli attori.
Film decisamente mediocre. Un film puramente celebrativo con recitazioni ai limiti del risibile e credo francamente non per incapacità degli attori ma del regista stesso che ne è anche sceneggiatore. E francamente con tutto il rispetto per Placido come attore e regista (v. Romanzo Criminale) ma non può scivere di Pirandello su via.
Nell'ambito della stagione cinematografica 2024/2025 considero in assoluto "Eterno visionario" come uno dei migliori film che ho avuto la fortuna di poter andare a vedere al Cinema. Innanzitutto ho avvertito, sin dalle prime battute, una particolare ispirazione del regista Michele Pacido nel dirigere questa pellicola, scaturita senza dubbio dalla sua forte predilezione e passione [...] Vai alla recensione »
Nel film Eterno visionario, il regista Michele Placido, ci comunica la sua visione di Luigi Pirandello, di quello che lui pensa sia “il Luigi Pirandello intimo”. Un Luigi Pirandello triste e amaro, sopraffatto e incattivito, sempre anche lui stesso sul sottile confine tra pazzia e normalità, incapace di affetti reali non solo nell’ambito familiare, ma anche nel teatro (l’alles [...] Vai alla recensione »
Nel vagone letto del treno diretto a Stoccolma per ritirare il Premio Nobel, Pirandello ripercorre alcuni snodi fondamentali della sua vita. In particolare il rapporto tormentato con la moglie, che a causa della pazzia sarà internata in una clinica e l’amore impossibile con Marta Abba, primattrice della sua compagnia teatrale (Teatro d’arte di Roma) negli anni venti.
IL CINEMA DA NON PERDERE… “L’unico vero realista è il visionario” Federico Fellini ETERNO VISIONARIO 1934. Un treno. In una carrozza vagone letto, Luigi Pirandello con il suo fedelissimo agente letterario Saul Colin, è in procinto di compiere il viaggio che lo porterà a Stoccolma dove riceverà il premio [...] Vai alla recensione »
Ben costruito , con buone interpretazioni sulle quali si staglia quella veramente superlativa di Valeria Bruni Tedeschi che rende il dramma della follia di Antonietta Portulano con una straordinaria potenza espressiva , tema con il quale l 'attrice si era già confrontata , con una prova pure memorabile ne “ la pazza gioia “ . Il film si sviluppa con la tecnica dei flash back [...] Vai alla recensione »
Non è cinema,sembra più una fiction tipo ' Paradiso delle signore '.La macchina da presa è sguardo,cinema è sguardo È montato e girato a mo' di filmino ...
Girare il film è diverso dall'avvicinare con la macchina da presa piano piano i soggetti del film.Girare un film è ben altra cosa!!!!!
Elegante, preziosa messa in scena che, tra luci calde e costumi raffinati, esalta la bellezza della brava Vincenti, impegnata per il marito Placido a giocare il ruolo di una donna ben pi? giovane, la Musa di un Pirandello reso vulnerabile ed umanamente fallace da un superbo Bentivoglio. Ad impressionarmi ? per? la Bruni Tedeschi che, con una mimesi da lacrime agli occhi, calibra il personaggio della [...] Vai alla recensione »
Oggi sono andata a vedere questo film con una mia amica con cui studio Teatro da quattro anni. la prima cosa che mi ha colpito è che mi è piaciuta molto e che è una sorta di teatro nel cinema, qualcosa un po' diverso dal solito già visto, sono rimasta piacevolmente colpita dalla regia di Placido. Migliore attrice con interpretazione da Oscar per Valeria Bruni Tedeschi. [...] Vai alla recensione »
Sarà che avevamo ancora negli occhi il Pirandello servilliano e si poteva temere un confronto dei più ostici; sarà che Bentivoglio è il tipico attore i cui standard di rendimento risentono moltissimo della "mano" registica che lo dirige (tanto è fragile ed esitante con quella di Salvatores quant'è solido [...] Vai alla recensione »
Un Pirandello amaro, folgorato dall'incontro con Marta Abba e dimentico della famiglia. Poi tutto si ricompone. Bravi attori e grande sorpresa di Federica Vincenti. Piaciuto.
Tra il Michele Placido attore e regista e la figura di Luigi Pirandello e la sue opere pare esserci una vera e propria complicità e corrispondenza, che sfocerebbe se lo scrittore e drammaturgo siciliano fosse ancora fra noi in un'affinità elettiva e in comunione d'intenti di natura artistica. La riprova sta nel costante e sempre vivo interesse che il primo ha dimostrato negli anni nei confronti del [...] Vai alla recensione »
Pirandello in viaggio verso il Nobel, e gli appaiono i fantasmi d'una vita. La moglie in manicomio, l'amore platonico per l'attrice Marta Abba, i conflitti con i figli schiacciati dalla sua personalità, l'amicizia con Bontempelli, le serate trionfali a teatro ma anche il fiasco alla prima di 'Sei personaggi in cerca d'autore", l'incontro mancato con Murnau.
In viaggio verso Stoccolma, dove riceverà il Nobel per la letteratura, Luigi Pirandello rimemora come fantasmi gli snodi della sua vita. Ecco la malattia psichica della moglie Antonietta; l'incontro con l'attrice Marta Abba, che diverrà la sua musa; il rapporto difficile con i tre figli; il fiasco della prima romana di "Personaggi in cerca d'autore"; i tentativi estremi di portare la sua opera al cinema. [...] Vai alla recensione »
C'è un che di onirico, di notturno, un che di favoloso - già Novalis e poi Nietzsche tracciarono una direttrice che dalle cose e gli esseri portava alla loro verità recondita, intrinseca, Nietzsche dirà «le verità», e che era il filo del «falso», così paradossalmente veritiero nei gangli del linguaggio, l'immaginazione più spinta: la favola -; c'è questo aspetto nell'ultimo film di Michele Placido, [...] Vai alla recensione »
Chissà quante volte Michele Placido avrebbe voluto parlare con Luigi Pirandello, conoscere il Maestro, esprimergli la propria riconoscenza. Forse, per questo, nel film da lui diretto (il quindicesimo) - Eterno visionario - si ritaglia un piccolo, importante ruolo: quello dell'agente letterario del grande scrittore che, in una delle sequenze finali, sta per confidargli, finalmente, qualcosa di importante, [...] Vai alla recensione »
Nel 1934 un Luigi Pirandello 67enne sale sul treno per recarsi a ritirare il Premio Nobel per la letteratura. Il tragitto verso la Svezia, nel film di Placido, diventa spunto per un viaggio nella memoria e nei sentimenti del drammaturgo, che aspira a farsi emblema di tutte le parabole artistiche. Prima tra esse, viene da leggere in filigrana proprio la carriera stessa del regista, oggi 78enne, non [...] Vai alla recensione »
Con Eterno visionario Michele Placido racconta nuovamente una figura di spicco della nostra cultura. Facendo qualche esempio, già L'ombra di Caravaggio (2022) era stata l'occasione per tratteggiare la vita e l'arte del pittore milanese mentre, andando più a ritroso nel tempo, un ritratto di Sibilla Aleramo e Dino Campana era in Un viaggio chiamato amore (2002).
Viaggio tra i fantasmi di Pirandello, tra amori impossibili (per Marta Abba), rapporti burrascosi (la follia della moglie), legami difficili (con i figli), regimi (con il Fascismo). Un biopic ben diretto da Michele Placido e, soprattutto, ottimamente interpretato da un perfetto Fabrizio Bentivoglio, capace di dare voce al mondo intimo del grande Premio Nobel.
In un periodo di identità frantumate e di crisi di valori, occorre ritrovare nel passato le figure di riferimento per orientarsi nella bufera: non è un caso che stia andando benissimo un film su Enrico Berlinguer. Sarebbe bello se lo stesso successo toccasse a Eterno visionario , nuovo film di Michele Placido che conferma - dopo La stranezza di Roberto Andò, uscito due anni fa - la bruciante attualità [...] Vai alla recensione »
Alla sua quindicesima regia Michele Placido propone la storia di uno dei più amati drammaturghi e scrittori della nostra letteratura, un uomo che ha fatto della propria vita un'ispirazione totale per la propria arte: Luigi Pirandello. Eterno visionario ci dona un'opera biografica sullo scrittore agrigentino, mantenendo lo stile narrativo tipico della fiction ed evitando qualsiasi elemento documentaristico, [...] Vai alla recensione »
Non serve essere un teorico della letteratura, basta un attento studente liceale, per sapere che l'opera di Pirandello si è nutrita, a livello teorico inarrivabile, di riflessioni sul rapporto tra arte e vita (la maschera, il metateatro, la curiosità psicoanalitica...). Placido mette al centro il rapporto tra scrittura e biografia, e le visioni del suo artista sono radicate prima in quello che gli [...] Vai alla recensione »
Con la poliedricità di un Alessandro Blasetti del "nostro" tempo, Michele Placido regista ha da sempre attraversato generi cinematografici, momenti storici, fasi industriali e "ideologiche" variabili, avendo in mente una proposta di cinema medio individualista e viscerale. Una proposta imperfetta, certo, scomposta, ma coraggiosamente passionale e anti-intellettualistica.
«Quando un personaggio è nato, acquista subito una tale indipendenza anche dal suo stesso autore, che può esser da tutti immaginato in tant'altre situazioni in cui l'autore non pensò di metterlo, e acquistare anche, a volte, un significato che l'autore non si sognò mai di dargli!»; questo afferma il Padre in un frangente di Sei personaggi in cerca d'autore, ed è interessante notare come nel corso del [...] Vai alla recensione »
"Eterno visionario" è un ritratto completo della vita pubblica e privata di Luigi Pirandello, un omaggio che il regista Michele Placido, a novant'anni anni dall'assegnazione del Nobel per la letteratura, dedica al genio. Al cinema dal prossimo 7 novembre. A vestire i panni dello scrittore vi è Fabrizio Bentivoglio, mentre Antonietta Portulano, la moglie, è interpretata da Valeria Bruni Tedeschi: proprio [...] Vai alla recensione »
Interessante, sempre dentro Grand Public, Eterno visionario di Michele Placido. Si racconta un Pirandello fragile e vanaglorioso che si tinge i capelli perché attratto dal talento della sua attrice feticcio Marta Abba (convincente Federica Luna Vincenti), conosciuta poco dopo aver ricoverato la moglie Antonietta (stupenda Valeria Bruni Tedeschi) in manicomio.
Michele Placido, alla sua quindicesima regia, con Eterno visionario, presentato alla Festa del Cinema di Roma, sceglie di raccontare un Pirandello inedito. Il film, al cinema dal 7 novembre con 01 Distribution, vede protagonista Fabrizio Bentivoglio nei panni del drammaturgo vincitore del premio Nobel per la letteratura, al fianco di Valeria Bruni Tedeschi, nel ruolo della moglie Antonietta Portulano, [...] Vai alla recensione »
"Abbiamo passato insieme molto tempo...", dice timidamente Michele Placido, rivolgendosi al suo Pirandello. Così diventa all'improvviso chiaro il motivo per cui si sia ritagliato il ruolo dell'agente letterario Saul Colin. Per concedersi questo tentativo di aprirsi al Maestro, per confessare un debito di riconoscenza e, magari, rivendicare l'orgoglio di una lunga frequentazione.
C'è in Eterno visionario di Michele Placido un piccolo mondo antico suscettibile, titolo vuole, di eternità: sta nella postura morale, nell'arte che informa la vita. A tal punto, con tal sprezzo del pericolo, da voltarsi contro: "Scrivi, scrivi - Pirandello al figlio - per vendicarti di essere nato". È con la caméra-stylo che Placido verga immagini e prosa, facendo della visionarietà la terra di mezzo, [...] Vai alla recensione »