Titolo originale | I'm a Virgo |
Anno | 2023 |
Genere | Commedia, Drammatico, Fantastico |
Produzione | USA |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Boots Riley |
Attori | Jharrel Jerome, Olivia Washington, Brett Gray, Kara Young, Allius Barnes Carmen Ejogo, Walton Goggins, Mike Epps, Craig Tate, Juliette Lewis, Robert Longstreet, Britni Camacho, Lindsey G. Smith, Rhonda Johnson Dents, Ari Frenkel, Marissa Chanel Hampton, Najah Bradley, Alexander Biglane, Jerry McDaniel, Maxwell Orgell, Cardell Patterson, Godfrey, Sarah Jones. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 7 luglio 2023
Una commedia dark e fantastica che racconta la storia di un giovane nero alto 13 metri di Oakland. Un'odissea mitica che mette in discussione lo scopo dell'odissea mitica. La serie ha ottenuto 4 candidature a Spirit Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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A Oakland, in California, vive un ragazzone afroamericano diciannovenne di nome Cootie, alto circa quattro metri. Già enorme sin da neonato, gli zii lo hanno cresciuto con affetto e disciplina tenendolo nascosto a tutta la comunità per timore che potesse subire la stessa persecuzione e le stesse sofferenze che erano toccate, storicamente, ad altri giganti prima di lui. Arriva però il momento in cui la sua curiosità non può più essere arginata; così, Cootie esce alla scoperta del mondo. Nonostante le difficoltà di adattamento, farà amicizia con un gruppo di giovani attivisti, troverà l'amore, e sfiderà il suo idolo The Hero, supereroe sceso a patti con la realtà.
A colpi di realismo magico e critica sociale, Boots Riley prende di mira il capitalismo e le sue contraddizioni. L'accumulo di temi e idee rischia di farlo deragliare ma il suo coming of age coglie nel segno.
Cinque anni dopo il film d'esordio Sorry to Bother You (2018), il rapper Boots Riley è tornato alla regia, stavolta di una serie, ma sempre all'insegna della commedia surreale intrisa di critica sociale. Il titolo italiano è leggermente fuorviante rispetto all'originale (I'm a Virgo), in cui è subito chiaro il riferimento al segno zodiacale del protagonista. Cootie è del segno della Vergine e sente quindi l'esigenza di avere il controllo su sé stesso e su tutto ciò che lo circonda. Ma non può controllare nulla, a partire da quel corpaccione 'freak', troppo grande per non rimanere incastrato, prima nella casa degli zii (che infatti gli allestiscono un capannone ad hoc) e poi nella percezione degli altri, sia di chi lo venera sia di chi lo ritiene una minaccia.
In questo grottesco coming of age, la verginità (non solo sul piano sessuale) è comunque un elemento caratterizzante della condizione di Cootie, il quale si apre a una serie di prime esperienze che gli fanno conoscere la bellezza e il dolore del mondo, i piaceri e le contraddizioni.
Quando può finalmente mangiare un panino al Big Bang Burger (sempre negatogli dagli zii), Cootie si accorge di trovarlo disgustoso. In compenso, si innamora della cassiera del fast food Flora, pure lei dotata di un tratto sovrannaturale e sfuggente al concetto di normalità. D'altronde, cosa può essere considerato normale in un sistema dove un ragazzo ferito muore dopo essere stato respinto da un ospedale perché privo di assicurazione sanitaria?
Il bersaglio a cui mira Boots Riley è proprio il capitalismo con le sue storture e i suoi meccanismi regolatori, che necessitano della povertà, delle attività illegali, della violenza e di nemici identificabili come capro espiatorio. In tale contesto, Cootie rappresenta una possibile falla nel sistema, e non a caso la prima contromisura adottata nei suoi confronti consiste nel bandirlo da ogni sport professionistico. Cootie è un'anomalia che va riallineata, e per questo è spinto da un agente a guadagnarsi da vivere lavorando come modello in un centro commerciale. Allo stesso modo, anche il supereroe che nei fumetti si batte per difendere i buoni e i deboli, nel mondo reale viene invece inglobato come un ingranaggio funzionale al mantenimento di quel sistema.
Attraverso una totale libertà creativa, la serie ha il merito di stimolare riflessioni non banali, tuttavia col passare degli episodi l'accumulo di troppe questioni tende a sfociare in una sorta di 'gigantismo' tematico, mentre il dichiarato intento politico rischia di scivolare nel didascalismo.
La fusione di satira sociale e realismo magico resta comunque apprezzabile, e può vantare almeno un momento favoloso: la scena di sesso (im)possibile tra Cootie e Flora. A ulteriore conferma che, davvero, le dimensioni non contano.