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Oxide Pang Chun

Oxide Pang Chun. Nasce nel 1965

The Eyes of Oxide

A cura di Fabio Secchi Frau

Si fa preso a dire horror: alcuni registi come Charles Band, Philippe Mora, Gerry DeLeon, Eddie Romero e Del Tenney si dovrebbero nascondere per i pessimi film che hanno diretto all'interno del genere. Oxide Pang Chun, invece, può rimanere pure a testa alta. Ricercare semplicemente il gusto del Macabro, a volte può portare a risultati schifosi e assurdi, lontanissimi dalla delirante paura dell'horror. Ci vuole qualcosa di più per conferire a una storia uno spessore di un certo rilievo. Il valore del racconto e delle immagini, e non sono il solo eretico ad affermarlo, ultimamente diminuisce in misura direttamente proporzionale alla quantità di sangue, lacerazioni e ferite di ogni genere che ci propina il vecchio e dannato cinema americano. E i fratelli Pang, di cui Oxide è il maggior esponente, lo sanno. Perché sanno che le immagini che devono creare il vero orrore nella mente di un adulto devono essere ben distanti dalla grossolanità che è legata al sangue e alle facili carneficine di qualche improbabile serial killer o fantasma assetato di vendetta. Per questo premono la leva sulle nostre paure infantili. La paura di rimanere soli in una vecchia fattoria o in un appartamento (paura che si scatena sia alla bella luce del giorno che nelle ore più profonde della notte), la paura del buio in una stanza in penombra, la paura di una porta chiusa, di una mano che può afferrarti la caviglia sotto il letto, la paura di un riflesso in uno specchio che ti mostra ciò che in realtà mai vorresti vedere... e che dire della più terribile delle sensazioni. Quella di essere osservati. Il sentore di non essere soli in una stanza e di vedere alle tue spalle, con la coda dell'occhio, quell'ombra che non c'è.

Approdo al cinema, primi film e il genere horror
Cresciuto a Hong Kong, fratello gemello di Danny Pang, comincia la sua carriera come pittore e artista e solo successivamente comincia ad avvicinarsi alla settima arte, spostandosi a Bangkok con l'idea di diventare regista e sceneggiatore.
Dopo il film sperimentale religioso Ta fa likit (1997), che viene distribuito in America con il titolo Who Is Running? si aggiudica la rappresentanza della Thailandia per il miglior film straniero al 71° Academy Awards. Successivamente dirige la pellicola d'azione Bangkok Dangerous (1999), seguita dalla ghost story Bangkok Haunted (2001). Ed è proprio il contatto con il cinema horror e l'enorme successo del suddetto film che lo spinge a continuare in quel genere, diventando, grazie alla trilogia dei fantasmi: The Eye (2002, 2004 e 2006) uno dei più ammirati registi dell'industria del cinema.

Vita privata e incursione nel genere action
Fidanzato con l'attrice Angelica Lee (che era protagonista del primo The Eye) Oxide Pang Chun sa che, di questi tempi, un regista che non produca una certa quantità di storie raccapriccianti, difficilmente può essere accolto fra coloro che possono inserirsi nel gruppo di registi del terrore (i cosiddetti Masters of Terror). Per cui obbligatoriamente narra e narrerà ancora di urla, teschi e occhi bianchi, perché se non spaventasse gli spettatori, se non togliesse loro il sonno, che regista horror sarebbe?
Eppure, si stacca dal genere (seppur per brevissimo tempo) quando dirige Jonathan Rhys-Meyers e Carlo Monni nell'action movie The Tesseract (2003) e con il remake statunitense omonimo del suo film del 1999 Bangkok Dangerous con Nicolas Cage. Ritorna all'horror con The Messengers (2007) dove il ritorno di un'anima, di un fantasma e di uno spettro sono ancora la cosa più terrificante e paurosa da narrare.

Ultimi film

Horror, (USA - 2007), 87 min.
Horror, (Cina - 2006), 86 min.
Horror, (Cina, Tailandia - 2004), 90 min.
Horror, (Hong Kong - 2004), 101 min.
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