Trasferitosi a Trieste nel 1948, ancora studente universitario frequentò la scuola di recitazione del Piccolo Teatro locale; successivamente si iscrisse all'Accademia di Arte drammatica, che però non terminò. Stabilitosi successivamente a Roma, vi iniziò una promettente carriera teatrale; esordì infatti nel 1958 in Veglia la mia casa, angelo, a fianco di un'affermatissima attrice, Lilla Brignone, sotto la regia di Luchino Visconti. Sempre nel 1958 comparve in televisione nello sceneggiato L'isola del tesoro, tratto dall'omonimo romanzo di Robert Louis Stevenson, per la regia di Anton Giulio Majano; un'esperienza che fu la prima di una lunga serie, durata fino agli anni Ottanta. Il 1958 segnò anche l'esordio di Garko nel cinema, con il film Pezzo, capopezzo e capitano per la regia di W. Staudte; ma la sua presenza sul grande schermo divenne significativa solamente l'anno dopo, nel 1959, quando comparve in Morte di un amico (Franco Rossi), in cui sostenne l'impegnativo ruolo di Aldo, uno dei due protagonisti del film, con un'evidenza drammatica che lo rivelò al pubblico e alla critica. Professionista serio e preparato, alieno da atteggiamenti divistici, ha interpretato in seguito numerosi film dei generi più diversi e talora di non particolare livello artistico; anzi, paradossalmente, ha ottenuto il suo più grande successo di pubblico interpretando nelle vesti del pistolero Sartana alcuni "spaghetti-western" diretti con notevole mestiere da Giuliano Carnimeo. Negli anni Novanta ha diradato la sua presenza sul grande schermo, continuando però la sua attività televisiva e soprattutto teatrale, comparendo in prestigiosi cast, come quello di "Tre sorelle", tratto dall'omonima opera di Anton Cechov, per la regia di Luca Ronconi.