Laureato in Scienze Politiche, è stato giornalista, scrittore, sceneggiatore cinematografico, per affermarsi in seguito come regista radiofonico e soprattutto televisivo di largo successo. La sua attività cinematografica iniziò nel 1937, quando collaborò con Luis Trenker alla regia di Condottieri. Nel 1939 ebbe modo di lavorare come sceneggiatore e, da allora al 1945, scrisse per Claude Faraldo, Goffredo Alessandrini (il famoso Noi vivi - Addio, Kyra) ed altri. Negli anni del dopoguerra continuò ad occuparsi di sceneggiature di buon livello, lavorando al tempo stesso anche come regista, attività da lui iniziata nel 1949 con il film Vento d'Africa, di cui era stata protagonista la sua futura moglie Franca Maj. In seguito diresse parecchi film, oggi dimenticati, ma che denotano capacità non disprezzabili, sostenute da un solido mestiere, come La domenica della buona gente (1954), riduzione cinematografica di un radiodramma di Vasco Pratolini e Gian Domenico Giagni, e Terrore sulla città. Tuttavia, la fama di Majano, nonostante una carriera di regista cinematografico troppo presto abbandonata, rimane legata ai suoi successi televisivi. Infatti, egli può essere considerato, fino dal 1955, l'inventore del genere del teleromanzo, poi definito impropriamente sceneggiato; un genere di spettacolo che contribuì in maniera determinante alla diffusione e al successo di pubblico del mezzo televisivo. Dopo avere esordito nel 1955 con Piccole donne, continuò fino al 1983 con una serie di opere i cui titoli segnano ciascuno una tappa decisiva nella storia della televisione italiana, da L'alfiere e Jane Eyre, rispettivamente del 1956 e del 1957, fino a L'eredità della priora (1980) e a L'amante dell'Orsa maggiore del 1983. A chi gli rimproverava di far vibrare un po' troppo le corde del sentimento, Majano rispondeva che egli si considerava l'interprete più fedele di quella televisione che aspirava a divenire una sorta di grande biblioteca illustrata, attraverso cui far conoscere ad un pubblico sempre più vasto tutte le "grandi firme" della letteratura. In questo senso, egli rappresenta tuttora un esempio insuperato di regista di teleromanzi, grazie alla sua capacità di creare, con le sue sapienti scelte di immagini e di linguaggio, un modello di riferimento destinato a durare nel tempo.