Bastardi senza gloria |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Brad Pitt, Christoph Waltz, Eli Roth, Mélanie Laurent.
continua»
Titolo originale Inglourious Basterds.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 160 min.
- USA, Germania 2009.
- Universal Pictures
uscita venerdì 2 ottobre 2009.
MYMONETRO
Bastardi senza gloria
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una risata ci seppelliràdi Monica MontanariFeedback: 100 | altri commenti e recensioni di Monica Montanari |
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mercoledì 21 ottobre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quando si dice la manipolazione, o quando si dice la magia della rappresentazione. Mi piacerebbe essere nelle tasche e nella testa delle migliaia di persone, che escono dal cinema dopo la proiezione di Bastardi senza Gloria. E vi dico perché, anzi mi correggo. Non lo posso dire perché rivelerei il colpo di scena finale. Mi basti accennare al metalinguaggio sul cinema cui ricorre Quentin Tarantino, nello svolgere appunto in un cinema l’ultima parte della sua trattazione per capitoli. Andiamo con ordine. Che differenza c’è tra un ratto e uno scoiattolo? si chiede il malefico Colonnello delle SS Hans Landa, all’inizio del film. E noi ce lo chiediamo con lui. Perché dinanzi al ratto abbiamo reazioni di repulsione che non abbiamo dinnanzi a uno scoiattolo che pure è potenzialmente portatore delle medesime malattie? (Detto per inciso con me la prosopopea non funziona, perché non alcuna reazione istintiva di disgusto per i topi). Beh dice Landa, lo strepitoso Christoph Waltz, gli ebrei sono come i ratti. E lui questo lo ha capito, è per questo che riesce a stanarli meglio di chiunque altro. Gli altri tedeschi non ci riescono bene perché si sa, i tedeschi sono come falchi e cercano gli ebrei nei fienili, nelle soffitte… Lui no… lui sa dove sono gli ebrei… E gli ebrei in effetti sono proprio sotto di lui, sotto le tavole del pavimento, nascosti, rintanati, e ascoltano… Chissà se tutti ignorano la sua lingua? o se quella ragazzina che riesce a fuggire non ha invece compreso benissimo? Sì perché la ragazzina sembra aver compreso: non si nasconderà… La ritroveremo, dopo anni, posta in alto vicina a un’insegna, per nulla incline a nascondersi… Anzi… si dedicherà allo spettacolo… Gestirà un cinematografo… Che cosa di più lontano dalla mentalità di un ratto? Per farla breve: ratto o falco, per Tarantino, non c’è speranza. Muori ammazzato comunque ma almeno, se vivi da falco, puoi restituire il favore. Un'unica strategia è sempre fallimentare per questo film: l’esercizio della pietà. Un unico momento di compassione e sei morto. Ma a questo livello di analisi si resta ancora in superficie. Bene ha detto chi parla di rinnovamento del linguaggio cinematografico, ma non mi fermerei ad apprezzare l’ “anestesia di genere” cui Tarantino ci ha abituati con i suoi personaggi ritagliati dalle strips. Non mi fermerei ai capitoli e ai salti temporali, …all’utilizzazione dell’antieroe come deus ex machina. Entrerei in quel cinema e mi chiederei perché tutti noi nel vederne divampare lo schermo non ne abbiamo avuto paura. Mi chiederei perché ci siamo identificati nel vendicatore e non nella sala, ovvero nella condizione reale di spettatori, nella quale eravamo in effetti. Ma l’inconscio qualcosa deve pur averci comunicato… Che cosa sono per Tarantino i suoi spettatori? Siamo tutti ratti o tutti falchi? Geniale, Tarantino.
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