Dopo aver già fatto la storia con L'uomo che vendette la sua pelle - primo lungometraggio tunisino mai candidato all'Oscar come Miglior Film Internazionale - Kaouther Ben Hania conquista il Leone d'Argento alla 82ª Giuria alla Mostra di Venezia con La voce di Hind Rajab, che ricostruisce la straziante vera storia di una bambina palestinese uccisa durante l'invasione di Gaza. Con un realismo che lascia senza fiato, la regista e sceneggiatrice originaria di Sidi Bouzid utilizza gli audio originali delle ultime ore di vita della piccola, trascinando lo spettatore nel cuore di una tragedia che scuote le coscienze del mondo. Un capolavoro accolto con 24 minuti di applausi ininterrotti, la più lunga standing ovation mai registrata nella storia del festival.
Formazione
Fraquenta l'École des Arts et du Cinéma di Tunisi, dove inizia a farsi notare realizzando diversi cortometraggi, tra cui La Brèche. Nel 2003 prende parte a un seminario di scrittura per lungometraggi sostenuto da Euromed, esperienza che le apre le porte della prestigiosa La Fémis di Parigi: prima il corso estivo, poi, tra il 2004 e il 2005, un programma di perfezionamento che ne affina ulteriormente lo sguardo autoriale. Nel 2006 firma il poetico Moi, Ma Soeur et la Chose, che racconta, attraverso gli occhi di un bimbo, il conflitto tra tradizione, onore e tabù sociali in un villaggio rurale. Dopo aver lavorato fino al 2007 per Al Jazeera Documentary Channel, continua a dirigere e si laurea all'Università Sorbonne Nouvelle.
Carriera
Ben Hania debutta nel lungometraggio nel 2014 con Shalla Tunis, un originale falso documentario che, con pungente ironia, affronta la condizione femminile in Tunisia ispirandosi a un fatto di cronaca: la vicenda di un motociclista che sfregiava con un rasoio i glutei delle donne che passeggiavano per le strade della città. Nel 2016 presenta Zaineb Hates the Snow, documentario frutto di sei anni di riprese, in cui segue da vicino la crescita e i cambiamenti nella vita di un'adolescente, raccontando con sensibilità il passaggio dall'infanzia all'età adulta. Nel 2017 torna a confrontarsi con la violenza sulle donne con La bella e le bestie, intenso dramma ispirato a un caso reale di stupro compiuto da alcuni poliziotti nel 2012. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes, il film conquista la critica internazionale, ottiene una candidatura ai Premi Lumière e viene scelto come rappresentante della Tunisia agli Oscar 2019. La sua quarta regia, L'uomo che vendette la sua pelle, con Monica Bellucci, affronta con ironia e profondità temi come libertà, amore e sfruttamento, mettendo in scena una satira del mondo dell'arte contemporanea. Il progetto trae ispirazione dall'opera dell'artista belga Wim Delvoye, che nel 2006 tatuò la schiena di Tim Steiner, trasformandolo in «opera d'arte vivente», scatenando dibattiti sull'etica e sui limiti tra arte e sfruttamento. Ben Hania utilizza questo episodio come spunto per riflettere su questioni più ampie, tra cui la crisi dei rifugiati e la mercificazione dell'individuo. Si tratta del primo lungometraggio tunisino a essere candidato all'Oscar come Miglior Film Internazionale.
Nel 2023 il docu-drama, Quattro figlie, si aggiudica il Prix du Cinéma Positif a Cannes. Nel 2024 riceve il César per il miglior documentario. Il progetto segue la storia di Olfa Hamrouni e delle sue figlie, indagando le complesse dinamiche familiari e la radicalizzazione delle due più grandi, attraverso un originale intreccio tra documentario e finzione. La regista ha scoperto la vicenda di Olfa per la prima volta nel 2016, quando ne ha avuto notizia dai media. Nel 2025, vince il Gran premio della Giuria a Venezia con The voice of Hind Rajab. Il film narra la terribile vicenda di Hind Rajab, bambina palestinese, brutalmente uccisa il 29 gennaio 2024 insieme a sei familiari e due paramedici della Mezzaluna Rossa durante l'invasione israeliana della Striscia di Gaza. La regista incorpora la vera registrazione della telefonata fatta dalla cinquenne agli operatori della Mezzaluna rossa che rese famoso il suo caso. Quando Ben Hania ascoltò per la prima volta la registrazione, rimase colpita dal suono della sua voce. Quel momento-shock le fece capire subito che quell'audio sarebbe stato il cuore del film. The voice of Hind Rajab è stato scelto come candidato tunisino all'Oscar al miglior film straniero ai premi Oscar 2026.