In un mondo senza privacy, il detective Frieland inciampa in una ragazza che sembra non avere identità, storia ed è invisibile ai poliziotti.
Sal Frieland (Clive Owen) è un detective in un mondo in cui privacy e anonimato sono definitivamente scomparsi, e la realtà aumentata fa parte del quotidiano. In qualsiasi momento chiunque può accedere a dati e informazioni di qualunque cittadino su dei display installati nella propria visione. Tramite questo sistema virtuale di cui ognuno è dotato dalla nascita, si può inoltre accedere al "dossier", un video in cui è registrato tutto quello che un individuo ha visto nella propria vita. L'incontro, però, di una donna (Amanda Seyfried) che non ha impronte digitali e non è in alcun modo riconoscibile, né registrata nel sistema, condurrà il detective Frieland sulle tracce di un pericoloso crimine in atto. L'anonima hacker nelle sembianze di una perfetta femme fatale sembra aver trovato il modo di manipolare la realtà fisica raggirando le regole dello stato di sorveglianza.
Il regista Andrew Niccol che ha esordito con Gattaca, un dramma di fantascienza, continua ad esplorare le zone d'ombra della tecnologia sulla scia di Black Mirror o Minority Report, concentrandosi però sull'aspetto della privacy.
Anon dunque è un futuristico noir su un mondo distopico dagli echi orwelliani in cui la vita di ogni individuo è registrata in nome della sicurezza. La possibilità di rendere la propria vita accessibile a tutti e modificabile in qualsiasi momento, scegliendo in pochi secondi quale ricordo cancellare o salvare, porta a una profonda riflessione sull'importanza della memoria, sulla nostra identità e individualità rispetto alla società.
Sebbene la sceneggiatura non approfondisca il problema e i personaggi rimangano prigionieri dei loro stereotipi, la messa in scena e la fotografia riescono a proiettarci nel mistero del caso e nel fascino oscuro di un mondo interconnesso.