| Titolo internazionale | The Wave |
| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Cile, USA |
| Durata | 129 minuti |
| Regia di | Sebastián Lelio |
| Attori | Amparo Noguera, Néstor Cantillana, Amalia Kassai, Florencia Berner, Renata González Spralja Daniela López, Enzo Ferrada Rosati, Avril Aurora, Paulina Cortes. |
| MYmonetro | 2,65 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 21 maggio 2025
Julia, studentessa di musica, dopo una notte traumatica trova forza nella protesta: diventa simbolo di un movimento che denuncia abusi e chiede giustizia.
|
CONSIGLIATO NÌ
|
Julia, studentessa di musica, balla in discoteca e in una sera come le altre. Max, assistente della sua insegnante di canto, la corteggia sulla pista da ballo. Un bacio dopo, Julia è a casa di Max e la porta si chiude dietro di loro. Il risveglio sarà traumatico. Cavalcando l'onda di cambiamento che si sta diffondendo nel campus, tra occupazioni e raduni, Julia si unisce alla causa per denunciare le molestie e gli abusi che le studentesse subiscono da troppo tempo. Mentre canta e balla, i fantasmi della notte con Max riemergono e Julia diventa il cuore battente del movimento studentesco. La sua dolorosa testimonianza è un'onda che scuote, sconvolge e ridefinisce una società polarizzata.
Regista di donne emarginate e invisibili (Gloria, Una donna fantastica) e di film esigenti e teorici, Sebastián Lelio cambia completamente registro con una commedia musicale militante ed esplosiva.
Lo denuncia subito muovendo la m.d.p. tra corpi danzanti. Lo schermo si satura di blu e di rossi elettrici, gli amplificatori sparano i loro bassi fragorosi, sui cui le ballerine si sfiniscono in un misto di abbandono e di rabbia liberatoria. Poi Lelio fissa lo sguardo su Julia e non la lascia più. Attraverso il suo percorso il film rintraccia il movimento femminista che ha scosso le università cilene nel 2018. Da timida allieva diventa la figura di riferimento di una rivolta contro l'impunità di insegnanti e allievi che abusano del loro potere e dei loro privilegi. Prodotto dai fratelli Larraín, La Ola è un progetto ambizioso, pieno di furia e di entusiasmo, sostenuto da una musica tribale e magniloquente che scandisce i quadri di una via crucis. Le stazioni in salita di una sorellanza che inchioda il patriarcato e le sue pratiche machiste ancestrali, come lo 'stupro a sorpresa' durante il sonno 'sacro' delle loro compagne. Il film riunisce in modo intelligente tutte le principali questioni che hanno agitato la rivoluzione MeToo: la denuncia e le accuse, l'esclusione degli uomini, il radicalismo e la possibilità dell'erotismo o del desiderio in un nuovo contesto. È molto, a volte troppo, e Lelio prova a tenere tutto insieme con le sue coreografie marziali - siamo più dalle parti della danza urbana che di Broadway -, i versi barbari, il ritmo sincopato e Daniela López, rivelazione magnetica e corpo politico danzante. Con la sua Julia, l'autore si confronta col Cile contemporaneo e con un femminile più grande della vita.
Ma diversamente dalla Ema di Larraín, Julia conclude amaramente la sua avventura. Trova la sua voce, resta all'università ma il suo destino sociale è tracciato. Sincerità feroce e pose impetuose sono ancora lontane dal bruciare le carcasse del vecchio mondo. Tra una partitura di gesti e note, prendiamo la misura della frustrazione delle protagoniste, che Lelio lascia gridare, cantare e ballare intrecciando i loro destini straordinari. Gli uomini non mancano ma sono assediati, sorvegliati a vista, arrestati, espulsi. Il film è incentrato su un gruppo di 'sorelle d'armi' arrabbiate, pronte a rinunciare alle loro borse di studio e alle loro qualifiche per vedere rispettata la loro integrità fisica, psicologica e sessuale. Insieme formano un gruppo gioioso, motivato e impegnato, strutturano il loro discorso e mobilitano gli studenti devoti alla loro causa. Causa a cui si interessa anche a Julia, realizzando progressivamente l'abuso subito. Il lavoro della memoria della vittima - la ricerca della verità, dell'atto spesso obliato dal corpo, che si protegge fuggendo l'insopportabile - è la parte più interessante del film, ben (ri)costruito dalla messa in scena. Ma nella seconda metà Lelio perde il controllo e le sequenze musicali si susseguono e travolgono tutto. Sul tema c'è così tanto da dire, così tanto da difendere ma, sfortunatamente, la sostanza evapora per mancanza di forma. Come se il film non riuscisse a sopportare il peso e l'importanza del suo soggetto, rimanendo intrappolato in uno spettacolo burlesco e fuori posto. A un anno di intervallo è difficile evitare il paragone con Emilia Pérez, lo stupefacente film di Jacques Audiard. Il proposito è totalmente differente, ma i due film, densi e antivirili, prendono la strada della commedia musicale per dispiegare la loro storia. Lelio dimostra un certo talento nel gestire le immagini, nel dirigere le attrici e le coreografie, come nel giocare coi suoni, la musica e gli spazi che si convertono in altri spazi. Tuttavia il suo film non ha la stessa potenza galvanizzante del suo rivale. L'energia è forte, troppo forte, e finisce per cortocircuitare il film e la causa (la difesa delle donne vittime di violenze sessuali) in un eccesso di suoni, frastuoni, musica e colori. Nonostante la rilevanza del movimento, la forma musicale finisce per sminuirne la portata, lo infantilizza, lo sfuma, stonando la nota e smorzando una lotta feroce e legittima.
La "ola " che nel 2018 invase il Cile e portò a un movimento femminista di piazza che in parte ha cambiato il paese, nel nuovo film di Sebastián Lelio, prodotto dai fratelli Larraín, diventa un musical che sviscera la questione del consenso e della verità in un caso di stupro. Lo sfondo è quello delle proteste contro il sessismo delle istituzioni cilene; il contesto quello di un'accademia d'arte; il [...] Vai alla recensione »
Una delle mie risposte preferite che lo strepitoso stand-up comedian Jimmy Carr dà ad uno dei suoi spettatori, durante l'abituale momento in cui lascia che il pubblico dei suoi show lo imbarazzi con qualsiasi tipo di domanda o insulto, riguarda la maniera in cui Carr, spesso e volentieri politicamente scorrettissimo, ribatte alla richiesta di "dire la sua sul femminismo" che arriva dalla platea da [...] Vai alla recensione »
Nella primavera del 2018, in Cile, un imponente movimento femminista ha dato vita a numerose manifestazioni contro la violenza maschile sulle donne. Le attiviste hanno invaso le strade, occupato le scuole e le università e animato una serie di proteste vivaci e multiformi, portando alla luce le problematiche di genere e dimostrando quanto questo tema sia sentito e attuale nel paese sudamericano.
Julia è una studentesca che guida la rivolta contro il potere accademico maschile, a maggior ragione dopo essere stata violentata da un assistente dell'ateneo. Lelio gioca la carta vibrante del musical, dispiegando frontalmente le forze in campo (maschi contro femmine) e lanciando coreografie corali e musiche arrembanti. Ma superato il fascino dei primi movimenti, il film s'incaglia in una limitata [...] Vai alla recensione »
Sebastián Lelio tenta la via impervia del musical politico con La Ola (The Wave), costruito attorno al fuoco acceso delle proteste femministe universitarie del Cile 2018. La scelta non è casuale: dopo l'Oscar per Una donna fantastica e la doppia incursione nelle vite di donne comuni in Gloria e Gloria Bell, Lelio torna al femminile, stavolta in chiave militante e musicale, ambiziosa nel concept e audace [...] Vai alla recensione »