Anno | 2023 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia, Slovenia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Ludovica Fales |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento sabato 13 maggio 2023
Se sei una ragazza madre rom e non hai i documenti, sei decisamente nei guai. Lala però è ostinata e farà di tutto per riavere con sé suo figlio.
CONSIGLIATO N.D.
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Lala ha soltanto diciassette anni, frequenta ancora la scuola ma ha già un figlio. Nata e cresciuta in Italia, deve comunque fare i conti con i pregiudizi che quotidianamente colpiscono le ragazze come lei. Lala è infatti una giovane rom, non ha i documenti e per questo non riesce a trovare lavoro. Non potendo avere un impiego, non ha modo di mantenere sé stessa e il figlio. Per questo motivo, il neonato viene allontanato dai servizi sociali, che lo prendono in carico per darlo in affidamento e offrirgli la prospettiva di un futuro migliore. Ma Lala non si arrende: ama suo figlio, vuole crescerlo ed è pronta a lottare per riaverlo. La prima cosa che deve fare, quindi, è procurarsi i documenti, ma non sarà un'impresa facile.
Lala è un gioco di specchi in cui si riflettono le esperienze di moltissime ragazze e ragazzi rom e sinti: una storia semplice diventa così un coro di voci in cui si compone un variopinto mosaico di umanità.
Quella di Lala è la storia di Zaga, una ragazza rom nata e cresciuta in un campo a Roma. La regista Ludovica Fales ha conosciuto Zaga quando aveva diciassette anni e viveva insieme al suo bambino in un appartamento nel quartiere di Tor Bella Monaca. Fales aveva intenzione di filmare Zaga mentre cercava di ottenere il permesso di soggiorno. Tuttavia, dopo più di un anno di tentativi andati a vuoto, la ragazza si rese conto di non avere alcuna possibilità di successo e per questo decise di partire, senza lasciare traccia. Fales, però, non ha dimenticato Zaga e per dar voce alla sua storia, e a quella di tante giovani ragazze rom costrette a vivere le sue stesse difficoltà, ha scritto un film per raccontarla. Nei panni della protagonista c'è Samantha, una giovane attrice rom non professionista. Samantha non si limita a interpretare Lala - alter ego di Zaga - ma contribuisce attivamente alla costruzione della narrazione: dice cosa pensa di ciò che accade al personaggio, cosa potrebbe provare e in che modo quel che succede a Lala le ricorda alcune vicende della sua stessa vita. Al coro di voci che compongono il film si aggiungono anche quelle di altri ragazzi rom e sinti che commentano a propria volta il racconto con le loro considerazioni personali e le loro esperienze. Come si legge alla fine del lungometraggio, poco prima dei titoli di coda, ogni elemento della storia è il frutto degli incontri che i giovani attori presenti nel film hanno svolto nel corso di un laboratorio di improvvisazione teatrale durato cinque anni, in cui hanno condiviso la propria interiorità e i propri sogni. Lala è quindi nato grazie a tutti loro e grazie a Zaga, alla cui vicenda la sceneggiatura in primo luogo si ispira. Il risultato è un gioco di specchi in cui il film riflette continuamente su sé stesso, su quel che vuole comunicare, sui sentimenti che intende veicolare. E, in effetti, ascoltare le opinioni degli attori sulla rappresentazione della storia è la cosa più interessante di Lala: la loro spontaneità e la loro genuina commozione arricchiscono realmente le vicende mostrate e le fanno sentire più vere, più concrete.
Sebbene infatti la narrazione sia molto semplice, grazie ai contributi di chi quelle situazioni le vive o le ha vissute davvero il racconto diventa improvvisamente complesso, perché decostruito e poi ricostruito attraverso l'emotività e le esperienze di alcuni giovani che nel lungometraggio inseriscono una parte di sé stessi. Lala è quindi un film nel film - anzi, dentro Lala ci sono tanti film quante sono le storie che lo compongono. Ma Lala è anche un film collettivo che amalgama sapientemente finzione e realtà.
Roma è una città difficile per qualunque adolescente. Se poi vivi in un campo rom, hai 17 anni, un figlio neonato e nessun documento, sei decisamente nei guai. Lala è una ragazza ostinata, decisa a procurarsi il permesso di soggiorno e a scongiurare il rischio che gli assistenti sociali portino via suo figlio. Senza paura, sfida la famiglia e le gerarchie di potere della comunità rom e lotta per il suo sogno di indipendenza e d’amore.