Dupieux continua il suo spassoso gioco nascondendo però qualche amara riflessione. Fuori Concorso.
di Emanuele Sacchi
Fumer fait tousser non smentisce la fama del re del nonsense, calando lo spettatore in una parodia dei Power Rangers per poi portarlo per mano verso tutt’altro. La struttura tra Decameron e storia di fantasmi, con i racconti incrociati accomunati dal tema horrorifico, è forse un dispositivo usurato, ma è ormai noto che Dupieux badi a tutt’altro che al contenuto strictu sensu.
Soprattutto nelle ultime opere, da Doppia pelle in avanti, è sempre più evidente come sotto l’allegoria demenziale si celi una critica feroce della società in cui viviamo. Là era il mondo narcisistico dei social network nel centro del mirino, qui le battute sul tabagismo divengono grimaldello per rivelare il politicamente corretto come il vero mostro da kaiju eiga con cui occorre confrontarsi.
Nello spassoso gioco di raddoppio delle assurdità, che spesso si annullano per rivelare una scomoda verità, emerge un quadro malinconico e pessimista, in cui l’ipotetico viaggio indietro nel tempo della Tobacco Force suona come l’unica speranza di rimettere a posto le cose e costruire un futuro migliore. Tante risate nell’immediato, qualche amara riflessione sulla lunga distanza.