Vincenzo Malinconico è un avvocato semi-disoccupato. Più psicologo che avvocato. Il suo portafoglio clienti è leggero: si occupa di contenziosi non molto impegnativi. Solo una cosa che sa fare: filosofeggiare. Espandi ▽
La fiction segue le vicissitudini di Vincenzo Malinconico, un po'avvocato sui generis, un po' filosofo osservatore dell'esistenza, che si destreggia tra l'ex moglie Nives che lo cerca sempre -e non solo come amante-, e Alessandra Persiano, bellissima e desiderata da tutto il foro di Salerno; i suoi due figli Alfredo e l'impronunciabile Alagia, la sua ex suocera, e vari altri personaggi che gli occupano il tempo senza che lui riesca, di fatto, a procedere da nessuna parte. La decisione di difendere un esecutore della camorra, Mimmo 'O Burzone e l'incontro con Tricarico, un fedele e spassionato Virgilio che lo guida negli inferi della camorra, lo faranno crescere, non solo professionalmente.
La sceneggiatura affidata allo stesso Diego De Silva insieme a Massimo Reale, Gualtiero Rosella, Valerio Vestoso è ben articolata e riesce a far entrare lo spettatore nel variegato mondo del protagonista, tenendo l'attenzione, articolando e dosando bene i ritmi della narrazione.
La serie riesce a divertire con intelligenza e ad affrontare alcune tematiche come quelle della camorra e dei luoghi della giustizia con uno sguardo trasognato. Recensione ❯
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Tatiana Maslany veste i panni di She-Hulk/Jennifer Walters, un'avvocata specializzata in casi legali che vedono coinvolti i superumani. Espandi ▽
Jennifer Walters è in viaggio in auto con suo cugino Bruce Banner, alias Hulk. L'improvvisa apparizione di un velivolo extraterrestre li manda fuori strada e, nell'incidente, il sangue di Bruce e quello di Jennifer entrano in contatto, trasformando anche lei in una "gigantessa di giada". Con grande sorpresa di Bruce, Jennifer è molto più brava di lui a contenere la rabbia e presto impara a controllare a piacere anche la propria trasformazione. Tanto da decidere di tornare alla sua carriera di avvocato, che sarà però stravolta dalla nuova superidentità. Da subito contestata dal pubblico maschilista, She-Hulk: Attorney at Law gioca d'anticipo e decostruisce la stessa reazione che prevedibilmente ha suscitato. La protagonista è stata accusata di non aver fatto nulla per meritare i propri poteri e pure di essere una "Mary Sue", ossia un personaggio femminile a cui tutto riesce con facilità. L'origine incidentale dei poteri del personaggio è però fedele al fumetto di partenza, così come il maggior controllo che She-Hulk dimostra della trasformazione e della forza di Hulk. Dunque viene a mancare la foglia di fico del tradimento dell'originale e si esplicita tutta la pochezza di chi muove queste accuse. Recensione ❯
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La storia mai raccontata di Martha Mitchell e del suo ruolo nello scandalo Watergate. Espandi ▽
Gaslit racconta la storia dello scandalo Watergate - iniziato nel gennaio del 1972 prima della nota irruzione nella sede del Comitato Nazionale Democratico - ma lo fa attraverso lo sguardo laterale degli accadimenti che coinvolsero l'allora personaggio dello spettacolo Martha Mitchell (Julia Roberts), moglie di John N. Mitchell (Sean Penn), procuratore generale degli Stati Uniti sotto la presidenza Nixon. Non concentrandosi sulla figura presidenziale, la serie mostra, in maniera talvolta ironica, la costellazione di personaggi che vennero coinvolti nello scandalo, a partire dal giovane avvocato John Dean (Dan Stevens) ingabbiato in un complotto sempre più complicato allo scopo di spiare i democratici, che ben presto sfuggirà di mano fino alle più note conseguenze.
Un dramma molto ben confezionato, affidato quasi totalmente alle grandissime capacità delle attrici e degli attori del suo cast, forse consapevole della tradizione audiovisiva di questo soggetto.
Dovendo fare i conti con un passato attoriale e registico di grande rilievo, Gaslit riesce infine a rispettare gli elevati standard di una storia che ancora fa parlare e i cui personaggi secondari sono stati troppo spesso dimenticati. Ma non in questa serie. Recensione ❯
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Pregevole documentario che ripercorre le complesse modificazioni sociali degli USA durante il 2020, catturando il senso di disagio di una nazione. Documentario, USA, Italia2022. Durata 70 Minuti.
Oggettiva cronaca dei complessi fenomeni sociali verificatisi nel 2020 negli Stati Uniti. Espandi ▽
A partire dal discorso del 4 luglio dell’allora presidente Donald Trump, i registi ci sballottano di qua e di là per i cinquanta stati della vecchia gloria per cercare di capire le ragioni seminali del movimento black lives matter, della furia iconoclasta verso le statue di Colombo e l’annosa questione dello sterminio della comunità indiana d’America. Ciriaci e Liptzin cercano di guidarci, attraverso le voci e le testimonianze delle persone, alla comprensione delle ragioni seminali di questi sconvolgimenti sociali: la loro operazione è chiaramente animata dalla convinzione di poter comprendere meglio la realtà nel momento in cui la si esamina tassello per tassello, con una regia senza sbavature illuminata da una fotografia chirurgica. Stonebreakers è un lavoro pregevole, che pur esplorando tematiche già ampiamente trattate riesce a lasciare qualcosa dietro di sé: instilla nello spettatore una sensazione impalpabile di disagio e di impermanenza, catturando magistralmente l’anima dell’America contemporanea. Recensione ❯
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Il comico inglese Rowan Atkinson torna in una sit-com dove deve combattere contro un'ape'birichina'. Espandi ▽
Trevor ha trovato lavoro come house-sitter e il suo primo incarico è in una lussuosa villa piena di opere d'arte, oggetti rari e auto di lusso. I proprietari, Nina e Christian, stanno andando in vacanza e danno all'uomo delle sbrigative indicazioni lasciandogli un libretto delle istruzioni dove ci sono i codici per aprire le porte e le indicazioni su come far funzionare gli oggetti supertecnologici e il loro amato cane Cupcake. Trevor è animato dalle migliori intenzioni. Il suo più grande desiderio è quello di portare la figlia, a cui è legatissimo, in vacanza mentre l'ex-moglie non lo ha mai ritenuto una persona affidabile. Però, già prima di aver varcato il cancello della villa, un'ape a iniziato a fargli la guerra. Lui cerca così di farla fuori in ogni modo ma i risultati saranno catastrofici.
Atkinson punta all'essenza della gag visiva, riparte da una tradizione del muto in cui guarda prevalentemente a Buster Keaton nel continuo conflitto con gli oggetti. Man vs. Bee però è soprattutto un omaggio a Jacques Tati e, specificatamente, al suo personaggio di Hulot in Mio zio.
È uno sguardo malinconico quello di Atkinson, teso ancora verso una comicità del passato, analogica, che parte proprio dai movimenti impazziti del corpo prima che dalle espressioni del volto come in Mr. Bean. Recensione ❯
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Dal best seller "Catherine de Medici: Renaissance Queen of France"di Leonie Frieda. Espandi ▽
L'algida Caterina de' Medici (Samantha Morton), regina reggente del regno di Francia in seguito alla morte del figlio, decide di chiamare a sé una delle povere ragazze al servizio della corte, Rahima (Senia Nanua), notando in lei una rara scaltrezza. Man mano la regina rivelerà la sua storia e i momenti che più le hanno permesso di avere l'attuale carica, nonché il soprannome di "regina serpente". Attraverso flashback, complotti, strategie e intrighi di palazzo, scopriremo che dietro il dipinto di una regina perfida e oscura - ricostruito dalla storia e dalle leggende per quasi cinque secoli - si cela una realtà più complessa e il ritratto di una donna non crudele ma resiliente.
The Serpent Queen è una sorpresa molto interessante nel panorama seriale online.
La serie, riecheggiando racconti che intessono con lo spettatore un rapporto intimistico e intellettuale, riesce a schivare quelle che potrebbero essere le molte criticità di un simile adattamento della storia, potenzialmente irriverente, potenzialmente scontato, e nel farlo equilibra più istanze che rendono la serie un racconto concettualmente interessante, satirico (quindi l'intrattenimento è garantito) e, ovviamente, ibrido. Recensione ❯
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Il racconto di una delle più grandi mobilitazioni operaie degli ultimi anni in Italia: quello della GKN di Firenze. Espandi ▽
La mattina del 9 luglio 2021 i proprietari della Gkn Driveline di Firenze annunciano senza preavviso la chiusura della produzione. In un colpo solo, l'azienda licenzia in blocco tutti i 422 operai, dopo aver concesso una giornata di permesso collettivo. È un fulmine a ciel sereno. Nel giro di pochi minuti, i lavoratori accorrono allo stabilimento di via Fratelli Cervi a Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, insieme ai dipendenti delle ditte d'appalto. Gli operai riescono a entrare nella fabbrica e danno avvio a un'assemblea permanente. E tu come stai? è il racconto di una delle più grandi mobilitazioni operaie degli ultimi anni in Italia. Il film ripercorre la lotta fin dai primi minuti, dalle porte dei cancelli sorvegliati dagli addetti alla sicurezza in quella fatidica mattina d'estate, fino al grande corteo di piazza del 26 marzo. Un monito di fronte alla progressiva perdita dei diritti dei lavoratori nel nostro paese. Recensione ❯
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Un documentario ricchissimo di spunti che apre uno sguardo originale su Pasolini. Documentario, Italia2022. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La gioventù di Pier Paolo Pasolini nella città dove nacque il 5 marzo del 1922 e dove, soprattutto, si formò dal 1937 al 1943. Espandi ▽
Grazie ad un'amplissima selezione di materiali di repertorio, di documenti inediti e di scritti di Pasolini, viene ricostruito il periodo della sua infanzia e gioventù che hanno avuto al centro la città di Bologna in cui era nato il 5 marzo del 1922. Questo avviene nel contesto di una scelta narrativa significativa: uno studente decide di incentrare la sua tesi di laurea sul rapporto tra Pasolini e la città.
Le prime esperienze di Pasolini in molteplici ambiti della conoscenza, sia sul piano culturale che su quello esistenziale, tra poesia, letteratura, cinema, teatro, pittura, impegno civile, sessualità e sport.
Chi guarda si trova a percorrere le vie di una Bologna del presente e del passato con una lettura che si costruisce ricorrendo anche ai contributi di testimonianze che aprono sguardi a loro volta originali sulla formazione di Pasolini. Il fatto poi che il protagonista sia affiancato da una coetanea cantante lirica e da un'altra amica consente di ampliare il concetto di condivisione di un'esperienza che non si auto confina nell'espletamento di un, per quanto interessante e coinvolgente, adempimento di carattere accademico. Recensione ❯
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Mario Fantin, bolognese classe 1921, con la sua macchina da presa ha documentato le spedizioni più avventurose dirette ai quattro angoli del globo. Espandi ▽
Il 31 luglio 1954 Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, grazie alla staffetta dei portatori locali che hanno permesso di allestire nove campi, fissano il tricolore sulla vetta del K2. Le immagini imponenti e inopinabili di quel record (8611 metri) sono catturate tappa dopo tappa dall’alpinista e cineoperatore bolognese Mario Fantin (1921-1980), che segue la spedizione dalla partenza dall’Italia e che nell’ultimo tratto, per ovvi motivi di resistenza fisica a quota oltre seimilacinquecento, affida la sua cinepresa 16 millimetri proprio ai due scalatori. Il suo girato confluirà nel film celebrativo Italia K2 (1955) del trentino Marcello Baldi, che il Trento Film Festival 2022 presenterà in versione integrale.
A cura di Cineteca di Bologna, in collaborazione con Centro di Cinematografia e Cineteca del Club alpino italiano con il Ministero della cultura, Riprese di Mario Fantin per Italia K2 consiste nel restauro in 4K di quel girato parziale e in un nuovo montaggio a cura di Andrea Meneghelli.
Sbarazzandosi della programmatica retorica nazionalista e del doppio commento altisonante del film di Baldi, in tono Settimana Incom, le immagini precise, sintetiche e partecipi di Fantin riacquistano in questo nuovo montaggio la loro meritata, cristallina centralità. Recensione ❯
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Un viaggio nella storia del cinema italiano grazie alla voce di Isabella Rossellini. Espandi ▽
Che cosa resta del cinema muto italiano? Moltissimo, recuperato dai ricchi archivi dell'Istituto Luce e dalle cineteche di mezza Europa. E molti ricordi dell'epoca sono affidati alle parole di chi quel cinema l'ha fatto o raccontato in tempo reale, da Giovanni Pastrone a Lyda Borelli, da Francesca Bertini a Luigi Pirandello, da Antonio Gramsci a Salvador Dalì. Céline Gailleurd e Olivier Bohler, ricercatori e docenti francesi esperti in cinema delle origini, intessono un arazzo formidabile di immagini (inframmezzate da intertitoli) e parole (narrate in voce fuori campo da Isabella Rossellini nella versione italiana e Fanny Ardant in quella francese), ricostruendo un mondo e un'epoca, dalla fine dell'800 al primo ventennio del '900. Recensione ❯
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Serie di estrazione prevalentemente crime caratterizzata da una narrazione non lineare (stracolma di flashback) che tende al drammatico. Espandi ▽
Wayne Jenkins entra nella polizia di Baltimora intorno al 2003 e da subito il suo partner gli dice di dimenticarsi tutto quello che ha imparato in accademia. Wayne assiste infatti alla condotta sempre più ai margini, quando non del tutto illegale, del sergente al suo fianco. A erodere poi del tutto la sua onestà ci si mette anche l'invidia per gli amici di famiglia più ricchi, che non mancano di trattarlo da perdente finché è squattrinato. Nel corso degli anni la sua scaltrezza lo porta a capo della Gun Trace Task Force e gli concede una libertà d'azione pressoché illimitata. Ma nel 2017 un'indagine federale non arriva a colpire questa unità fuori controllo...
La serie è infatti estremamente densa e la compressione degli eventi, oltretutto su due e a volte tre piani temporali (anche le indagini del 2017 alternano gli interrogatori e la lunga fase investigativa che precede l'arresto), non facilita le cose. Tanto che per una volta è più consigliato un "binge watching" o comunque una visione ravvicinata degli episodi.
Una serie profondamente civile e adulta, che non ha paura di essere difficile e di affrontare argomenti scomodi e articolati. Recensione ❯
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Le origini del supereroe della DC così dedito alla pace nel mondo da sfruttare la forza delle armi pur di ottenerla. Espandi ▽
Action e commedia demenziale, con massicce dosi di musica hair metal, fanno di Peacemaker una delle serie più divertenti degli ultimi anni, a partire dalla sigla con balletto divenuta subito virale. La serie abbraccia tutta la follia del sottobosco dei personaggi minori della DC Comics, a partire da un protagonista che dice di amare così tanto la pace, che non importa quanti uomini, donne e bambini debba uccidere per averla. Nemmeno un antieroe bensì una figura grottesca, che la serie vede lentamente maturare nel rapporto con il padre, ancora più mostruoso di lui, e in quello con i colleghi che hanno visioni del mondo più liberal e meno narcisistiche. A interpretarlo con sfacciata irriverenza, ottusità muscolare e dilagante scorrettezza politica c'è John Cena, mentre a scrivere e in buona parte a dirigere la serie c'è James Gunn. Recensione ❯
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Un ritratto che omaggia la creatività di un artista lucido, libero e sempre controcorrente. Documentario, Italia2022. Durata 56 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto di un grande uomo di cinema e di politica attraverso i ricordi di colleghi e ammiratori. Espandi ▽
Il ritratto di un intellettuale a cui non è mancato l’impegno politico diretto unito a originalità creativa. Dei numerosi interventi di personalità come Paolo Taviani, Luciana Castellina e Valeria Golino quelle che risultano più originali sono quelle di Giuliano Montaldo e di Ken Loach. Il primo descrive un Maselli disponibile e generoso quanto rigido e radicale sul piano ideologico. Il secondo ricorda la conclusione di una cena con tanto di canto dell’Internazionale avviato da Maselli. Ceccarini delinea così il ritratto di un regista capace di individuare i propri bersagli con estrema lucidità, di dirigere gli attori con grande precisione e di intervenire sul linguaggio cinematografico piegandolo alle proprie esigenze narrative libero dal bisogno di compiacere la critica o chi deteneva il potere. Ogni suo film, anche quelli meno riusciti, aveva al proprio interno l’urgenza di manifestare un disagio sociale o una protesta mai velleitari ma sempre lucidamente schierati. Recensione ❯
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Kamala Khan, cresciuta nel New Jersey, scopre di avere poteri polimorfi. Espandi ▽
Kamala Khan è una ragazzina musulmana, di origini pakistane, che vive a Jersey City e frequenta la high school. La sua principale preoccupazione è partecipare, contro il volere dei genitori, alla Avengers Con, per la quale si è preparata per mesi realizzando un costume da Capitan Marvel, la sua eroina del cuore. Pochi giorni prima riceve per posta un bracciale dalla nonna e questo la rende capace di generare cristalli di luce solida, con i quali diventa, non senza incidenti, una sorta di supereroina. L'agenzia governativa Damage Control vuole arginare i giovani supereroi e quindi inizia a cercarla, ma anche un misterioso gruppo di individui ha bisogno di lei, perché il bracciale può riaprire il portale verso il loro mondo...
Ms. Marvel è la più teen delle serie Marvel-Disney ed è anche una delle più riuscite: spigliata e stilizzata è fieramente multiculturale, capace di portare temi nuovi e inattesi nel Marvel Universe Cinematografico.
Al di là dei nobili intenti, la serie funziona e conquista soprattutto per la freschezza dello stile, con incursioni grafiche e di formati da social media rispetto al più consueto stile Marvel televisivo. Recensione ❯
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Due ragazzi iniziano a comunicare via radio per poi scoprire che vivono in anni differenti. Espandi ▽
Una storia romantica arricchita di un elemento fantascientifico che conferisce profondità alla narrazione. Delicato e coinvolgente, il lungometraggio trasporta lo spettatore in un mondo dai toni pastello, in cui c’è spazio per i sogni e, soprattutto, per l’amore. Ditto racconta infatti di un viaggio nel tempo capace di segnare profondamente le vite di un ragazzo e di una ragazza provenienti da epoche differenti. Se si conosce il proprio futuro, è possibile modificarlo? E in che modo il passato può incidere su quel che sarà? Un film leggero, ma mai superficiale, sull’amore: emotivamente coinvolgente, sul finale strappa più di qualche lacrima, senza tuttavia risultare sdolcinato. La splendida scrittura di Seo Eun-young - unita a una regia particolarmente ispirata - riesce a conferire profondità a un concetto semplice, messo in scena grazie a una fotografia avvolgente dai toni pastello, oltre che a un cast in ottima forma. Recensione ❯
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