Drive My Car |
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Un film di Ryûsuke Hamaguchi.
Con Hidetoshi Nishijima, Toko Miura, Reika Kirishima, Masaki Okada.
continua»
Titolo originale Doraibu mai kâ.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 179 min.
- Giappone 2021.
- Tucker Film
uscita giovedì 23 settembre 2021.
MYMONETRO
Drive My Car
valutazione media:
4,12
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Kafuku e MIsaki insieme sulla strada
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Il riservato Kafuku, attore e regista di teatro, ha una curiosa abitudine.
Ogni mattina, mentre guida la sua vecchia e nobile Saab per le strade di Tokyo, ripassa la parte grazie a un' audiocassetta registrata dalla moglie. La luminosa Oto, che di Kafuku è appunto la moglie, ha a sua volta uno strano dono: dopo aver fatto l' amore, e Oto e Kafuku fanno molto l' amore, inizia a raccontare strane storie di passione, come se fosse in trance, che Kafuku ascolta devotamente per riprenderne il filo al mattino.
Oto (che di mestiere fa la sceneggiatrice tv) e Kafuku sono al centro del lungo prologo di "Drive My Car", il nuovo, fluviale, bellissimo film del regista di "Il gioco del destino e della fantasia", che dura quasi tre ore e poi prende (apparentemente) tutt' altra direzione seguendo Kafuku a Hiroshima, dove deve allestire "Zio Vanja" di Cechov per il teatro locale.
Tra gli interpreti di questo strano spettacolo in cui ognuno recita nella propria lingua (giapponese, mandarino, tagalog, lingua dei segni) c' è anche un ragazzo bello come un manga che avevamo intravisto nel prologo, attore e occasionale amante dell' innamoratissima ma non fedelissima Oto. Ma soprattutto c' è una giovane di nome Misaki, che il teatro di Hiroshima assegna quasi per forza a Kafuku come autista, e si rivela poco a poco la coprotagonista del film.
Cortese, selvatica, imperturbabile, Misaki infatti guida, tace e ascolta.
Assiste alle prove di quel bizzarro spettacolo che scova forme di comunicazione insolite quanto profonde.
Scopre, in una lunga scena memorabile, il dolore segreto che lega Kafuku a quel giovane bello come un manga (e bravissimo, come tutti in questo film). Conosce più da vicino la coreana muta che parla a gesti (che meraviglia il monologo di Sonja da "Zio Vanja" recitato da lei). Insomma si avventura in quella zona grigia che se ne sta nascosta sotto ogni nostra azione e sentimento. Ed è il vero soggetto di questo film-viaggio tratto dal racconto omonimo di Murakami ma stranamente vicino, nell' epilogo invernale, al capolavoro che John Huston trasse poco prima di morire da "The Dead" di Joyce. Forse perché tutti abbiamo dentro una casa crollata da qualche parte. Tutti conosciamo il colore e il rumore della neve, anche se quasi sempre ce ne dimentichiamo. Finché non arriva qualcuno, o qualcosa, a risvegliare il ricordo.
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