| Anno | 2021 |
| Genere | Biografico |
| Produzione | Gran Bretagna |
| Durata | 105 minuti |
| Regia di | Nick Moran |
| Attori | Ewen Bremner, Leo Flanagan, Richard Jobson, James Hicks, Irvine Welsh Mickey Gooch Jr., Tom Dunlea, Suki Waterhouse, Elysia Welch, Seána Kerslake, Michael Socha, Thomas Turgoose, Thomas Grant, Mel Raido, Siobhan Redmond, Alexander Arnold, Rufus Jones, Saskia Reeves, Steven Berkoff, Carl Barât, Jack Morris, Paul Kaye, Johnny Palmiero, Iain Stuart Robertson, Kirsty Mitchell, Jason Flemyng, James Frecheville, Lily Robinson, Jason Isaacs, Ade, Danny John-Jules, Rebecca Root, Nick Moran, Charlie Murphy, James Payton, Alistair McGowan, Gary Powell. |
| MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento sabato 28 giugno 2025
Il racconto della storia del capo dell'etichetta discografica Creation Records, Alan McGee, e di come un ragazzo di Glasgow cambiò per sempre la storia della cultura britannica. In Italia al Box Office Creation Stories - L'uomo che scoprì gli Oasis ha incassato 44 .
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CONSIGLIATO SÌ
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Alan McGee, nato a Glasgow nel 1960, da ragazzo sogna di diventare una rockstar come i suoi idoli David Bowie e Sex Pistols. Per inseguire una carriera musicale, nonostante la contrarietà dei genitori e specialmente del padre, si trasferisce dalla Scozia a Londra dove diventerà un produttore discografico. Fonda l'etichetta indipendente Creation Records con cui scopre e lancia gruppi come i Jesus and Mary Chain e i Primal Scream. La vera svolta arriva però negli anni Novanta, ed è l'incontro con gli Oasis: ancora sconosciuti, li mette subito sotto la propria ala, e in breve diventano una delle più grandi band del Regno Unito. Per McGee, però, gestire il successo non sarà facile, tra lutti familiari, dipendenza da droghe sintetiche e una marcata tendenza all'autodistruzione.
Con uno stile vorticoso, il biopic su Alan McGee vuole restituire sia lo spirito febbrile del suo protagonista sia l'energia caotica di un'epoca
Tratto dall'autobiografia dello stesso McGee e sceneggiato da Irvine Welsh (autore del romanzo cult "Trainspotting" trasposto al cinema da Danny Boyle), il film diretto da Nick Moran inquadra una fase chiave di transizione nella scena musicale britannica, dall'indie rock al britpop. A cavalcare quest'onda punk caotica e travolgente è il protagonista McGee - interpretato da Ewen Bremner, reso celebre dal personaggio di Spud in Trainspotting (1996) - il quale racconta nel film la sua incredibile storia ad una giornalista americana in un'intervista.
Quella di McGee è la parabola di un uomo che ha sempre pensato a come deviare il corso d'acqua dimenticandosi però di costruire ponti con i propri affetti. Un sognatore ribelle, dalla personalità instabile e talvolta insopportabile, capace di intuizioni geniali ma pure vittima di crisi depressive profonde. È con la tigna e con un po' d'incoscienza che riesce a rimanere aggrappato al suo progetto musicale, prima che il caso gli regali l'occasione della vita: una sera, dopo aver perso un treno alla stazione di Glasgow, è costretto a rimanere in città e si imbatte in un locale in quel gruppo di Manchester che presto avrebbe scalato le classifiche mondiali. A McGee basta il primo ascolto per capire il potenziale degli Oasis, e il resto è storia.
Lo stile visivo del film è vorticoso, fatto di split screen, voice over sarcastici, inserti visionari - in linea con la struttura narrativa costruita sui flashbacks e sul salto continuo tra passato e presente - e vuole restituire sia il senso di confusione e di euforia di un'epoca, sia lo spirito febbrile e il delirio psichedelico del protagonista.
Tra ascesa, caduta e resurrezione, McGee emerge come un anti-eroe sempre pronto a reinventarsi, e che forse, infine, può sentirsi in fondo pacificato, sentendo di nascosto il padre canticchiare "Wonderwall", e ricordando quegli anni in cui la musica sembrava ancora poter cambiare il mondo.