Titolo originale | The Flood Won'T Come |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Lituania |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Marat Sargsyan |
Attori | Valentinas Masalskis, Remigijus Vilkaitis, Sigitas Rackys, Daumantas Ciunis, Darius Petrovskis . |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 22 luglio 2020
In un paese dell'Est inizia una nuova guerra e un anziano militare deve rivivere i suoi fantasmi.
CONSIGLIATO N.D.
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Una schermata blu ci informa che la guerra è iniziata. Che cosa serve?Raccogliere gli uomini, trovare le armi o magari qualcuno ce le darà. Abbiamo bisogno di un posto, un paese in cui la guerra possa svolgersi. Nessun problema, il Colonnello è un vero professionista, ha già scatenato guerre su ordine, o per fare ordine, in molte occasioni e in molti paesi. Ma ora i suoi seguaci sono diventati grandi e hanno cominciato una guerra nel suo paese. Non vorrebbe, ma deve combattere. Sta invecchiando ed è stanco della guerra. Vorrebbe solo sedersi a tavola davanti ad un piatto fumante di gustose costolette e fissare lo schermo innocente di una TV, mentre il TG è in onda e il presentatore tutto agghindato annuncia che la guerra è iniziata.
Un lungo volo tra catene montuose innevate, un viaggio che ci porta fino a un interno giapponese zen, dove un uomo impreca contro le atomiche sganciate sul suo paese. Un genocidio inutile dal momento che il paese asiatico era già prossimo alla resa. Con questo momento sospeso, onirico, inizia The Flood Won't Come (il titolo originale è Tvano nebus), opera prima del filmmaker armeno-lituano Marat Sargsyan. [...] Vai alla recensione »
La guerra. Non una guerra, ma la, articolo determinativo. Astratta più che reale, teatrale nella messa in scena dei suoi componenti, sganciata dalla battaglia, dentro il suo senso ontologico: perché, perché, perché? Un'opera prima visionaria, a cominciare da quel travelling iniziale surreale: il bianco tra le rocce, poi il nero e il rosso, i colori di ogni conflitto.
In concorso nella Settimana Internazionale della Critica, il film lituano è un sorprendente, quanto riuscito esperimento visivo in cui si mescolano svariati registri narrativi, supporti tecnici diversi e si condensano anime stilistiche nuove, senza mai perdere il desiderio forte di raccontare la tragica esperienza della guerra. Lungometraggio di esordio per il quarantaduenne regista di origini armene, [...] Vai alla recensione »