di Giancarlo Zappoli
Nel 2017, a 25 anni dalle stragi di Capaci e via D'Amelio, Franco Maresco decide di realizzare un nuovo film. Per farlo, trova impulso in un suo recente lavoro dedicato a Letizia Battaglia, la fotografa ottantenne che con i suoi scatti ha raccontato le guerre di mafia, definita dal New York Times una delle "undici donne che hanno segnato il nostro tempo". A Letizia, Maresco sente il bisogno di affiancare una figura proveniente dall'altra parte della barricata: Ciccio Mira. "Mitico" organizzatore di feste di piazza, nei pochi anni che separano questo film da Belluscone - Una storia siciliana Mira sembra cambiato, forse cerca un riscatto, come uomo e come manager, al punto da organizzare un singolare evento allo Zen di Palermo, "I neomelodici per Falcone e Borsellino". Eppure le sue parole tradiscono ancora una certa nostalgia per "la mafia di una volta".
Bene ha fatto Franco Maresco a mettere Letizia Battaglia al centro di questo suo percorso sull'assenza e/o la manipolazione (anche in buona fede da parte dei giovani che cantano e ballano) della memoria nei confronti di due difensori della legalità che hanno sacrificato le loro vite nel combattere la mafia su tutti i fronti (quello economico/finanziario e dei legami politici in primis).