
Un esordio che sa trattare in maniera originale il tema della perdita di un figlio. Online - grazie alla Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro - fino al 18 giugno.
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di Roberto Manassero
Ada è una docente di filosofia incinta. Con il compagno Rino si trasferisce in una villa immersa nella natura e comincia ad allestire la stanza per il piccolo che arriverà. Per la coppia è il secondo figlio, dopo che il primo, Andrea, è tragicamente morto qualche anno prima. Ada sembra aver superato il trauma, ma le ultime settimane di gravidanza la riportano al ricordo del figlio perduto e poco alla volta la fanno scivolare in uno stato di paranoia e terrore. Scritto dalla stessa regista esordiente, un dramma psicologico che sfocia nell’horror per provare a dare forma al dolore indicibile – e impossibile da rappresentare – di chi ha perso un figlio.
Mara Fondacaro gestisce la materia narrativa drammatica in modo originale, dislocando le rivelazioni della trama nella prima parte e lasciando alla seconda il tempo e lo spazio – dentro la casa che si fa prigione, nei boschi che si fanno spazio mentale, nel lago della tragedia rinvangata che si fa ovviamente epicentro del trauma – di far emergere il disagio della protagonista.