Titolo originale | Netemo Sametemo |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 119 minuti |
Regia di | Ryûsuke Hamaguchi |
Attori | Masahiro Higashide, Erika Karata, Kôji Seto, Sairi Itoh, Rio Yamashita Misako Tanaka, Daichi Watanabe, Kôji Nakamoto. |
Tag | Da vedere 2018 |
MYmonetro | 3,24 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 18 febbraio 2019
Tratto dal romanzo di Tomoka Shibasaki, un film che racconta le piccole cose che fanno la differenza nelle relazioni umane.
CONSIGLIATO SÌ
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Asako, timida studentessa di Osaka, incontra Baku che la innamora. Per sempre o almeno così vorrebbe Asako. Bello e volubile, Baku le promette l'eternità ma poi un giorno sparisce, lasciando Asako senza respiro. Due anni più tardi a Tokyo, Asako ritrova il suo doppio perfetto. Da principio turbata, si lascia andare di nuovo all'amore, che ha il volto di Baku ma il carattere gentile di Ryohei. Con lui comincia una nuova vita e sperimenta una nuova relazione sentimentale, più profonda, meno impetuosa. Ma il passato bussa alla porta e con lui il fantasma di una vecchia passione.
Il cinema di Ryusuke Hamaguchi va oltre lo sguardo, è in ascolto. Nel suo farsi dispiega una visione sorprendente del Giappone contemporaneo, traboccante di malinconia, di sentimenti soffocati ma carichi di una singolare pienezza emozionale.
Intimo ed esistenziale, romantico e teorico insieme, è abitato dalle relazioni umane di cui sonda le più piccole articolazioni. Esercizio delicato in una società in cui la riservatezza è un obbligo fondamentale. Al centro c'è questa volta la nascita di un amore, un amore iper-romantico come non si osa più nel cinema occidentale. La protagonista, poco più che ventenne, corrisponde tutti gli stereotipi sentimentali e crede fortemente che il suo primo amore sarà eterno. E l'amore è quello che l'autore prova a filmare con un senso raro dell'inquadratura e una gestione dell'ellissi già efficace in Happy Hour.
Con un coupe de foudre Asako e Baku debuttano nella vita e dentro una scena di un lirismo garbato, pulito, senza effetti. Sempre minimali, i soggetti di Hamaguchi diventano odissee monumentali, non tanto per la durata ma per le questioni che ispirano. E a questo riguardo Asako I & II è un film proustiano. Come una madeleine, il primo amore deposita una traccia indelebile in ognuno di noi, un'impronta che non smetteremo mai più di inseguire.
La protagonista fa esperienza allora di una scoperta fondamentale, non amiamo mai davvero qualcuno per quello che è ma per quello che attraverso di lui si perpetua. Quella scossa originale a cui fa eco la scossa tellurica che scuote Tokyo e incontra Asako e Ryohei. Ryohei che assomiglia a Baku e Baku che perdura in Ryohei. Sono loro a incarnare i due tempi di una progressione amorosa, di un'esecuzione che ha come solo metronomo i battiti del cuore di Asako. Di quella composizione 'ascoltiamo' i movimenti emotivi che si (s)temperano con gli anni e nel conforto di una vita a due.
Il fuoco d'artificio del principio cede il passo al fiume placido dell'epilogo, misurando in mezzo la lenta trasformazione e sedimentazione dei sentimenti. Asako I & II non è un film di accadimenti ma di percezioni, di gesti ripetuti nel succedersi degli amanti, di scene riflessive e di vita quotidiana (passeggiate, colazioni, lavoro).
Girato ad altezza umana, Asako I & II funziona sulla ripetizione a partire da quella più esplicita incarnata dai due amori di Asako, l'uno e il due indicati nel titolo. Le stazioni di una formazione sentimentale intesa come eterno ritorno di un'impressione iniziale. Quel primo amore che davvero non si scorda mai.