Loro 1 |
|
||||||||||||
Un film di Paolo Sorrentino.
Con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 104 min.
- Italia 2018.
- Universal Pictures
uscita martedì 24 aprile 2018.
MYMONETRO
Loro 1 ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
|||||||||||||
|
|||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il privato è politico in questo prologo dell'epopea
di Emiliano Morreale La Repubblica
In un certo senso, Loro I è il contrario del Divo. L'intuizione di quel film era di mettere, intorno alla figura immobile di Andreotti, imperscrutabile, rappresentante di un potere tutto novecentesco, un mondo impazzito, assecondato con uno sguardo pop e scatenato. Ma l'immagine di Berlusconi è già pop di suo, e Sorrentino ha deciso allora di prendere ulteriormente contropelo il suo personaggio. Se finora chi aveva raccontato Berlusconi aveva anche messo in scena la propria difficoltà a raccontarlo, il procedere per approssimazioni, magari con film nel film (dal Moretti del Caimano al Maresco di Belluscone), la prima ora di Loro costruisce un'approssimazione di tipo diverso: il tentativo di accedere al paradiso del potere da parte di due arrivisti di provincia, il giovane imprenditore senza scrupoli Sergio Morra (Scamarcio) e la sua compagna Tamara (Euridice Axen). I due entrano nelle grazie di un'attricetta, regina del sottobosco del divertimento (Kasia Smutniak), e affittano una villa in Sardegna per richiamare l'attenzione di Berlusconi, che vediamo per la prima volta dopo un'ora di film, alle prese con le elezioni appena perse di un soffio. L'elemento sessuale, suggerisce Sorrentino, non è un dato folcloristico, ma la chiave per penetrare nel cuore, se non della politica di Berlusconi, delle motivazioni profonde del suo essere, che forse sono le stesse che hanno decretato il suo successo presso gli italiani. Per B., sembra ipotizzare Sorrentino, davvero "il privato è politico", ed è in fondo l'ossessione di un godimento impossibile. Per non cedere allo stesso horror vacui del suo personaggio, che "guarda il vuoto da lontano", il film sceglie allora di mettere la sordina al pop, di mostrare un potere che non solo è superficie, ma che segue un imperativo al godimento coatto. Il godimento è per così dire conto terzi, c'è (direbbero i lacaniani politici alla Zizek) un Grande Altro, un misterioso "Dio" che è più in alto di Berlusconi stesso. Quando finalmente appare, il Cavaliere è vestito grottescamente da odalisca, giullare del proprio godimento, vecchia olgettina di se stesso in una stanca mascherata. I problemi della prima parte di Loro I vengono proprio da questa difficile impostazione. Una difficoltà è che i protagonisti della prima ora, soprattutto lui, sono e rimangono meschini, comprimari promossi a protagonisti. Berlusconi, anche se la fine del suo potere è solo momentanea (siamo dopo il 2006, all'indomani della vittoria di Prodi), sembra aggiungersi alla galleria di uomini con la vita alle spalle cari al regista, ma ha minor statura tragica e comica di Tony Pisapia in L'uomo in più o di Titta Di Girolamo in Le conseguenze dell'amore: proprio perché, in fondo, è letteralmente solo una maschera (almeno per ora). Le parti esplicitamente politiche, di conseguenza (come il tentativo dell'ex ministro Fabrizio Bentivoglio di "fare le scarpe" al Capo), finiscono col risultare singolarmente estranee all'insieme, quasi atti dovuti, e viene perfino il sospetto che se il personaggio non si fosse chiamato Silvio Berlusconi il film (e lo spettatore) avrebbe avuto più libertà. Se c'è meno ricerca del dialogo a effetto, le impennate visionarie sembrano far parte di un repertorio, meno inventive del solito. Anzi, sul filo dell'autoironia o dell'autoparodia, come se il regista volesse liberarsi della propria immagine ripetendola: fin dall'inizio, con una pecora che entra nella villa in Sardegna e cade a terra stecchita (e poi arriveranno un rinoceronte, un dromedario e un topo). Una recita con delle maschere di gomma esorcizza il versante mimetico, le battute sulla Dolce vita o sul rapporto tra cinema e tv strizzano l'occhio allo spettatore, e il finale è una tipica immagine che sembra venire dai suoi ultimi film. D'altro canto, tutta la prima ora è un susseguirsi di feste e di incontri da demi monde che rimanda in maniera diretta a un universo già raccontato nella Grande bellezza, oltre che nel Divo; ed è, fino a un certo punto, il film che uno si poteva aspettare, senza vere sorprese. Loro risulta così, in questa prima parte, ancora sbilenco e disarmonico, e l'idea che si affaccia, di un Berlusconi cupo, stanco, coatto di un godimento che non è nemmeno suo, finisce col riverberarsi sul film rendendolo monocorde, col rischio di cadere, dopo un tripudio di giovani corpi, nella vecchia conclusione che "la carne è triste". Ma questo che esce oggi in sala, si ha l'impressione, è in certo modo il prologo del film. Berlusconi, come si è detto, compare nell'ultima mezz'ora: il suo arrivo fa entrare con ogni probabilità nel cuore del film, che si vedrà al cinema il 10 maggio.
|
Recensioni & Opinionisti |
Premi |
Multimedia | Shop & Showtime |
Pubblico (per gradimento)
1° | boffese 2° | lbavassano 3° | moskin 4° | ritacirrincione 5° | giorpost 6° | mauridal 7° | elbereth87 8° | lucascialo 9° | fulviop. 10° | lucainvernizzi 11° | felicity 12° | edenartemisio 13° | maurizio.meres 14° | andreagiostra 15° | raysugark 16° | flyanto 17° | alex2044 18° | salcat 19° | rob8 20° | ninopellino 21° | joker91 22° | robertol 23° | gnegrntfovol 24° | tmpsvita 25° | loland10 26° | potassio2 27° | cardclau 28° | kimkiduk 29° | freerider 30° | angeloumana 31° | lama 32° | fabiotramell 33° | roberteroica 34° | folignoli 35° | vincenzoambriola 36° | kiki 37° | goldy |
Nastri d'Argento (17) David di Donatello (14) Articoli & News |
Link esterni
|