boffese
|
venerdì 27 aprile 2018
|
satyricon 2.0
|
|
|
|
Sorrentino come sempre stilisticamente perfetto, dopo le ultime pellicole con evidenti piattezze nella sceneggiatura, questa volta alza il tiro e regala una pellicola satirica e divertente, aiutato molto da un soggetto che calza a pennello col trash e il grottesco che raffigura la pellicola.
Il film, ha una sua chiave originale ,nel non raccontare la denuncia del personaggio; il suo lato oscuro o crudele non viene rappresentato mai.
È una sorta di caricatura del berlusconismo, di Berlusconi dunque, ma sopratutto di tutto quello che gli gira attorno.
Molto bravi gli attori, anche Scamarcio considerato spesso più bello che bravo,qua fa centro. Servillo ovviamente è al centro del progetto e come sempre se la cava egregiamente.
[+]
Sorrentino come sempre stilisticamente perfetto, dopo le ultime pellicole con evidenti piattezze nella sceneggiatura, questa volta alza il tiro e regala una pellicola satirica e divertente, aiutato molto da un soggetto che calza a pennello col trash e il grottesco che raffigura la pellicola.
Il film, ha una sua chiave originale ,nel non raccontare la denuncia del personaggio; il suo lato oscuro o crudele non viene rappresentato mai.
È una sorta di caricatura del berlusconismo, di Berlusconi dunque, ma sopratutto di tutto quello che gli gira attorno.
Molto bravi gli attori, anche Scamarcio considerato spesso più bello che bravo,qua fa centro. Servillo ovviamente è al centro del progetto e come sempre se la cava egregiamente.
Il vero capolavoro di Sorrentino è per me di gran lunga IL DIVO,qua siamo distanti da quella pellicola, anche perche il personaggio è trattato in modo completamente diverso.
Aspettando Loro 2, voto 8- -
[-]
|
|
[+] lascia un commento a boffese »
[ - ] lascia un commento a boffese »
|
|
d'accordo? |
|
lbavassano
|
mercoledì 25 aprile 2018
|
molti dubbi, ma meglio attendere
|
|
|
|
Piuttosto deludente questo primo capitolo di "Loro". Si risolleva, ma solo in parte, con l'entrata in scena di Servillo, non subito però, ma quando si inizia a comprendere che sotto la maschera c'è l'essere umano, che gli strumenti macchiettistici sono appunto solo strumenti, una gabbia che l'interprete si è autoimposta per andare al di là della maschera, per rappresentare un doppio volto, più complesso. Troppo lunga resta comunque l'attesa, e ripetitiva, e noiosa. Prende forza il sospetto che un drastico lavoro di forbici non avrebbe nuociuto, anche se, se si è scelto di impostare il film sulla contrapposizione fra "lui" e "loro", a "loro" non poteva essere destinato un ruolo secondario (e restano comunque, irresistibili, le espressioni da deficiente di Scamarcio, perfettamente efficacie nella rappresentazione quel del mondo di nani e ballerine indispensabile per comprendere la realtà italiana, non solo quella del ventennio berlusconiano).
[+]
Piuttosto deludente questo primo capitolo di "Loro". Si risolleva, ma solo in parte, con l'entrata in scena di Servillo, non subito però, ma quando si inizia a comprendere che sotto la maschera c'è l'essere umano, che gli strumenti macchiettistici sono appunto solo strumenti, una gabbia che l'interprete si è autoimposta per andare al di là della maschera, per rappresentare un doppio volto, più complesso. Troppo lunga resta comunque l'attesa, e ripetitiva, e noiosa. Prende forza il sospetto che un drastico lavoro di forbici non avrebbe nuociuto, anche se, se si è scelto di impostare il film sulla contrapposizione fra "lui" e "loro", a "loro" non poteva essere destinato un ruolo secondario (e restano comunque, irresistibili, le espressioni da deficiente di Scamarcio, perfettamente efficacie nella rappresentazione quel del mondo di nani e ballerine indispensabile per comprendere la realtà italiana, non solo quella del ventennio berlusconiano). Attendiamo il secondo capitolo per verificare, come è giusto e doveroso nei confronti di un regista capace sempre di sorprenderci, in questo caso di spiazzarci forse più che in altre occasioni. Per questo motivo non mi sento di esprimere un voto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lbavassano »
[ - ] lascia un commento a lbavassano »
|
|
d'accordo? |
|
giorpost
|
mercoledì 25 aprile 2018
|
l'oro...di sorrentino: la necessità di raccontare il decadentismo di b.
|
|
|
|
Sergio Morra è uno squallido faccendiere che spera di ottenere appalti in cambio di favori sessuali; nella sua Taranto, che ormai gli va stretta, trascorre le giornate tra politici ingordi, cocaina e feste, inviso dal padre onesto ed integerrimo. Sua moglie, egualmente cocainomane, lo supporta nei suoi affarucci, in un rapporto basato sulla reciproca -e consapevole- inaffidabilità. Sergio s'imbatte (per caso?) in una delle api regine che frequentano gli alti papaveri di Roma, e tra questi c'è nientemeno che "lui", e da quel momento, Sergio, pur di dare una svolta alla sua vita, impegna tutte le forze e i suoi averi per arrivare nelle grazie del re. Ma nella Capitale sono in troppi, miliardi, quelli che ruotano attorno alla corte del faraone e allora occorre alzare l'asticella e puntare ancor più in alto, spostandosi in Sardegna, ove "loro" sono distanti e "lui" diventa abbordabile, come un gommone farebbe con un transatlantico.
[+]
Sergio Morra è uno squallido faccendiere che spera di ottenere appalti in cambio di favori sessuali; nella sua Taranto, che ormai gli va stretta, trascorre le giornate tra politici ingordi, cocaina e feste, inviso dal padre onesto ed integerrimo. Sua moglie, egualmente cocainomane, lo supporta nei suoi affarucci, in un rapporto basato sulla reciproca -e consapevole- inaffidabilità. Sergio s'imbatte (per caso?) in una delle api regine che frequentano gli alti papaveri di Roma, e tra questi c'è nientemeno che "lui", e da quel momento, Sergio, pur di dare una svolta alla sua vita, impegna tutte le forze e i suoi averi per arrivare nelle grazie del re. Ma nella Capitale sono in troppi, miliardi, quelli che ruotano attorno alla corte del faraone e allora occorre alzare l'asticella e puntare ancor più in alto, spostandosi in Sardegna, ove "loro" sono distanti e "lui" diventa abbordabile, come un gommone farebbe con un transatlantico. Lui, altri non è che l'uomo più potente d'Italia, protagonista degli ultimi 20 anni della politica e della tv, il Caimano, il Giaguaro, il Drago. Per alcuni semplicemente il "dottore". Preso da una crisi di terza età dovuta al cambio di ruolo nella politica e a giocatori che non vogliono passare alla sua squadra di calcio, il dottore deve gestire il difficile rapporto coniugale in cui si trova e per il quale, ormai, non bastano più lusso, gioielli e sorprese ad effetto ma, al contrario, tutto pare sgretolarsi come ali di crisalidi, proprio quelle che (sovente) è solito regalare, sottoforma di bigiotteria, alle api operaie che circumnavigano il suo alveare...
Paolo Sorrentino si rimette in gioco, scegliendo il più difficile dei compiti che rientrano negli oneri di un regista, ovvero raccontare la realtà. Questa realtà si chiama Silvio Berlusconi e l'alveare nel quale questi sguazza si chiama Italia. Loro 1 (Ita, 2018) è la prima parte di un biopic che farà certamente discutere, provocando polemiche feroci per alcuni e accuse per altri. Al netto delle fazioni, chi Vi scrive ha osservato l'opera in maniera distaccata, con un punto di vista quanto più imparziale possa esserci. Ciò che colpisce nella nuova opera del cineasta è l'assoluta libertà espressiva di cui continua ad esserne padrone: la rappresentazione della decadenza che ha preso corpo nel Bel Paese negli ultimi anni è qualcosa che non può lasciare indifferenti. La (grande) bellezza di questo film sta nell'elevato numero di sequenze oniriche che talvolta sfiorano il grottesco, solo apparentemente stridendo con la necessità del racconto; in parte viene da chiedersi perché il regista napoletano abbia scelto questa cifra stilistica, ma solo per pochi secondi: in fondo basta ricordarsi di chi si sta parlando. Il corpo della donna è esibito come carne da macello, un gigantesco mercato nel quale il messaggio che passa (rispecchiando, purtroppo, la realtà dei fatti) è che il potere si nutre di sesso e il sesso è una delle merci di scambio più utilizzate e adattabili per chi, testuali parole, "non sa fare un cazzo". Il mondo in cui tutto si svolge è un gigantesco lupanare senza inizio ne fine, un circolo vizioso nel quale diviene usuale consumare droghe che disibiniscono, usare la scorta per comprare completini intimi, invitare figli di emiri in tende beduine tra incensi e musiche psichedeliche. Il ritmo pare asfissiante, non c'è un attimo di pausa e il climax lo si raggiunge lentamente grazie alla tardiva entrata in scena di B. nella cui veste troviamo un Tony Servillo in stato di grazia. La politica, in verità, resta sullo sfondo, anche perché siamo negli anni tra il 2006 e il 2010 e il Cav è all'opposizione: il target è quel tarantino (s'intende di fatto, ma forse anche di nome), ottimamente interpretato da Scamarcio, che punta a divenire il principale fornitore di carne del "dottore", un mercante di materia prima atta al compiacimento dell'utillizzatore finale. Le schermaglie interne al partito fondato nel '94 si limitano soltanto alla tentata scalata di tale Santino Recchia, un non meglio identificato ex ministro (ed ex tennista) che si fa ricattare proprio dalla moglie del tarantino -di fatto- per un capriccio da tredicenne. Il resto è spettacolo, musica ricercata, corpi nudi come se piovesse e personaggi "divini" che, almeno per ora, non gettano la maschera (o l'asciugamano). Retorica (e Apicella) a parte, Sorrentino spiazza anche grazie ad un incipt straordinario nel quale vediamo una pecora smarrita entrare nel soggiorno di una "certa" Villa, quasi a schernire e deridere un'intero popolo che per anni si è accodato al fascino del drago a mò di gregge. Per un attimo ho pensato persino che l'autore stesse omaggiando Philip K. Dick... Ma la pecora non è l'unico animale presente in scena in quanto, ad un certo punto, intravediamo un enorme topo (che in napoletano si chiama "zoccola") capace di buttare fuori strada il pattume umano di cui il nostro paese si è reso protagonista, in un'epica sequenza nella quale scende la pioggia, ma di rifiuti. Il regista partenopeo sembra essere molto informato su fatti anche della sfera privata del Cavaliere, persino sui nomi di quei -pochissimi- che "gli danno del tu". E proprio la giostra (c'è pure quella) del loro/lui/tu alla fine cade su lei, la moglie, la duchessa affranta che soffre la solitudine di un numero primo, che resta tale mentre il drago numericamente accumula "conquiste" perdendo di vista quella donna -e madre- per la quale aveva perso la testa 25 anni prima. Il profilo berlusconiano è pressocché perfetto e la prova di Servillo sfiora il capolavoro; c'è tutto il compendio di fatti noti dell'ex premier: l'attenzione al trucco, la tipica capigliatura (bandana compresa), la camminata leggermente inclinata, i rialzi nelle scarpe, per i quali Sorrentino ha prodotto una scena di ragguardevole comicità allorquando vediamo il vanitosissimo B. uscire fuori quadro. La performance di Servillo è istrionica, rasenta l'imitazione e ci consegna un uomo che ha sempre la battuta pronta, che scherza col nipote, che chiama Putin "il capo" della Russia, che cade sempre in piedi, anche quando calpesta la cacca, un po' come sarebbe avvenuto per la famigerata nipote di Mubarack...
In attesa del secondo capitolo, posso affermare che la pellicola sorrentiniana, che ha il difetto di promuovere a dismisura il nudo (ma, ripeto, ricordiamoci di chi si parla) ricorda, per brevi tratti, alcuni film del suo idolo Scorsese; l' autore de Le conseguenze dell'amore, di Youth e This must be the place è in forma, e si vede. E si conferma il regista italiano più grande del momento.
Voto: 8,5
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giorpost »
[ - ] lascia un commento a giorpost »
|
|
d'accordo? |
|
moskin
|
venerdì 27 aprile 2018
|
musica a palla montaggio serrato immagini strepitose
|
|
|
|
Non é ancora un capolavoro, perché Manca la seconda parte che porterà a compimento un film che dividerà Critica e spettatori tra coloro a cui piacerà molto e quelli a cui non piacerà affatto. Questo accade spesso con i film di Sorrentino e in questo film c’é molto di molti dei film Sorrentino, dalla grande bellezza a this must be the place, passando per Young Pope al Divo, tutto assieme appunto. È un film potente, a tratti psichedelico...associazione musica ed immagini emozionanti, capaci di rendere eleganti e divertenti perfino Le scene più grottesche E di sesso pecoreccio. In questo film la storia è la cronaca (che non ci sono come nella maggior parte dei suoi Film), non serve, perché la conosciamo già.
[+]
Non é ancora un capolavoro, perché Manca la seconda parte che porterà a compimento un film che dividerà Critica e spettatori tra coloro a cui piacerà molto e quelli a cui non piacerà affatto. Questo accade spesso con i film di Sorrentino e in questo film c’é molto di molti dei film Sorrentino, dalla grande bellezza a this must be the place, passando per Young Pope al Divo, tutto assieme appunto. È un film potente, a tratti psichedelico...associazione musica ed immagini emozionanti, capaci di rendere eleganti e divertenti perfino Le scene più grottesche E di sesso pecoreccio. In questo film la storia è la cronaca (che non ci sono come nella maggior parte dei suoi Film), non serve, perché la conosciamo già. Quello che Sorrentino mette in scena è la decadenza di un’epoca e di un ambiente di mezze figure disposte a quasi tutte per stare alla corte del Re. Ce la va vedere in un modo tale che più che di giudicare a volte si ha la tentazione farsi “tirar dentro”, di lasciarsi tentare dalla corruzione. Come verrà “trattato” da Sorrentino il Re lo capiremo solo nella seconda parte ...sicuramente non banale. Tutta da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a moskin »
[ - ] lascia un commento a moskin »
|
|
d'accordo? |
|
maurizio.meres
|
sabato 28 aprile 2018
|
l'immagine della falsità
|
|
|
|
Primo capitolo della messa in scena della vita dell'uomo che negli ultimi vent'anni è riuscito a far emergere pubblicamente tutti i vizi capitali intorno a lui,dalla corruzione più frenata e spudorata,in una sorta di medio evo rivisitato ai giorni nostri la sceneggiatura si accentra soprattutto sul suo seguito,il potere,il successo,ma soprattutto il denaro che anch'esso a sua volta viene emarginato come una conseguenza della disuguaglianza sociale,in una libertà di potere politico dove dove il malaffare è talmente evidente che si può quasi toccare,questo diventa l'esempio che un immagine grottesca,senza sentimenti e senza un briciolo di cultura diffonde nei vari ceti sociali,e che il suo seguito ancora produce seguaci.
[+]
Primo capitolo della messa in scena della vita dell'uomo che negli ultimi vent'anni è riuscito a far emergere pubblicamente tutti i vizi capitali intorno a lui,dalla corruzione più frenata e spudorata,in una sorta di medio evo rivisitato ai giorni nostri la sceneggiatura si accentra soprattutto sul suo seguito,il potere,il successo,ma soprattutto il denaro che anch'esso a sua volta viene emarginato come una conseguenza della disuguaglianza sociale,in una libertà di potere politico dove dove il malaffare è talmente evidente che si può quasi toccare,questo diventa l'esempio che un immagine grottesca,senza sentimenti e senza un briciolo di cultura diffonde nei vari ceti sociali,e che il suo seguito ancora produce seguaci.
Cast di attori di primissima scelta,con il solito Servillo in cattedra,impressionante la facilità con cui riesce ad entrare nel profondo intimo del personaggio.
Il perché un maestro come Sorrentino si è appassionato a questo personaggio tanto da raffigurarlo attraverso due film sinceramente faccio fatica,nel comprendere il perché,aspetterò il secondo.
Cinematograficamente parlando il film è ottimo con le atmosfere giuste che sono uniche quando si vede un film di Sorrentino ,scelta giusta delle scenografie soft e allo stesso tempo fredde per la tematica immorale del film,dialoghi appropriati,con sguardi sempre di stupore e di adorazione quando i seguaci guardano e ascoltano sua maestà.
Aspettiamo loro due.
[-]
[+] un film celebrativo
(di siebenzwerg)
[ - ] un film celebrativo
|
|
[+] lascia un commento a maurizio.meres »
[ - ] lascia un commento a maurizio.meres »
|
|
d'accordo? |
|
mauridal
|
martedì 1 maggio 2018
|
loro e loro
|
|
|
|
e’ un film di autore quale è Sorrentino, e nessuno poteva aspettarsi una realistica descrizione. Di un personaggio politico con giudizi e condanne, un autore di cinema deve procedere in un racconto con metafore e allegorie per accompagnare lo spettatore, in un percorso immaginario e anche fantasioso, e vederlo giungere a proprie conclusioni, ponendo alcune questioni . Il cinema di Sorrentino ha poi la caratteristica di non presentar[+]
e’ un film di autore quale è Sorrentino, e nessuno poteva aspettarsi una realistica descrizione. Di un personaggio politico con giudizi e condanne, un autore di cinema deve procedere in un racconto con metafore e allegorie per accompagnare lo spettatore, in un percorso immaginario e anche fantasioso, e vederlo giungere a proprie conclusioni, ponendo alcune questioni . Il cinema di Sorrentino ha poi la caratteristica di non presentare soluzioni a vicende umane che pur essendo tragiche hanno una veste grottesca e inverosimile. Le vicende del potere incarnato da uomini, che hanno dominato la politica , ne hanno fatto uno strumento dell’esercizio del potere personale, e infine ne sono stati vittime sotto varie forme,. hanno segnato gli ultimi film del regista . Ora in questo film il potere è nelle mani di un personaggio che ha usato il sesso e i soldi , molto semplicemente per costruire una fortuna personale. Nella prima parte del film, viene evidenziata la fase di decadenza del personaggio , che più maschera di se stesso è oggetto di attenzioni da parte di coloro che ne traggono profitto, una corte da circo equestre piena di nani e ballerine che si offrono al potere usando sesso e asservimento. Questo è quanto viene attribuito al personaggio noto agli italiani come il cavaliere Berlusconi, che nonostante il potere acquisito viene tratteggiato come un vecchio ricco , incapace di affetti veri e autentici ad esempio verso moglie e nipoti. L’aspetto della vicenda personale prende il sopravvento, nel primo racconto più che quella politica tanto più risulta , sotto l’apparente gioia e godimento felice della vita, una maschera tragica e nient’affatto gaudente visti i personaggi e le donne da cui è circondato. Risulta evidente che al regista interessa questo aspetto , forse sottolineando la figura di Veronica , una moglie che lo definì malato di sesso, addirittura appellandosi appunto a coloro che lo circondavano affinché smettesse. Ma il film va oltre e si interroga sul perché del potere e su come viene mantenuto da questo personaggio . Evidente che le risposte vanno cercate in altri luoghi della società , nella politica, italiana negli stessi italiani, che hanno voluto e sostenuto forze sedicenti di libertà e popolari, quando il trucco era altresì evidente sia scolpito sulle facce dei protagonisti che nei risultati sociali conclamati. Ma il film e meno che mai Sorrentino , non potrà dare risposte a questo complesso di questioni che solo un pubblico critico e cosciente delle proprie condizioni sociali potrà meditare alla fine del film .Mi aspetto La seconda parte non come la conclusione di un giallo, ma lo sviluppo della vicenda personale del personaggio con i risvolti politici e sociali conseguenti. ( mauridal )
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauridal »
[ - ] lascia un commento a mauridal »
|
|
d'accordo? |
|
ritacirrincione
|
sabato 5 maggio 2018
|
il trionfo dell’estetica trash
|
|
|
|
Una pecora entra all’interno di una lussuosa villa sarda dove spicca un trittico di schermi su cui, in loop e in assenza di audio, scorrono l’immagine ammiccante di una valletta e scene di un telequiz condotto da un festoso Mike Bongiorno. Dopo un po’ la pecora cade a terra stecchita. Il film sarà costellato dalla visione allegorica di altri animali – un rinoceronte, un dromedario, un topo – come riferimenti simbolici di un altrove, di un simile o, come qui, di un prima. La scena rappresenta l’intro a un mondo creato da Lui/Dio (è così che viene chiamato Berlusconi), generatore di una nuova estetica, di un nuovo eros, di un nuovo sistema di relazioni e di valori propagati da apparecchi televisivi perennemente accesi.
[+]
Una pecora entra all’interno di una lussuosa villa sarda dove spicca un trittico di schermi su cui, in loop e in assenza di audio, scorrono l’immagine ammiccante di una valletta e scene di un telequiz condotto da un festoso Mike Bongiorno. Dopo un po’ la pecora cade a terra stecchita. Il film sarà costellato dalla visione allegorica di altri animali – un rinoceronte, un dromedario, un topo – come riferimenti simbolici di un altrove, di un simile o, come qui, di un prima. La scena rappresenta l’intro a un mondo creato da Lui/Dio (è così che viene chiamato Berlusconi), generatore di una nuova estetica, di un nuovo eros, di un nuovo sistema di relazioni e di valori propagati da apparecchi televisivi perennemente accesi. Quasi una nuova cosmogonia. Per tutto il film gli avvenimenti politici che lo riguardano sono lasciati sullo sfondo: ad essere narrato, in un succedersi di feste e festini, è l’affaccendarsi di un’umanità fatta di affaristi senza scrupoli, politici corrotti, cocainomani, attricette, giullari, escort - Loro - per avere accesso a quello che sembra essere il solo luogo dove valga la pena vivere: la corte del Cavaliere.
Dopo circa un’ora di film, ridicolmente vestito da odalisca - quasi caricatura di quel mondo fatto di travestimenti, finti vulcani e messinscena da lui stesso creato - sotto lo sguardo gelido della moglie, compare Lui. Siamo nella fase finale del loro matrimonio e i suoi maldestri tentativi per salvarlo presto si riveleranno vani. Proprio in questo frangente un intuitivo Morra/Tarantini/Scamarcio, per penetrare nel cerchio magico del Cavaliere, affitta una grandiosa villa in Sardegna confinante con la sua e la dissemina di corpi di giovani escort come esche per agganciarlo, triste carnaio pulsante di sesso sotto una pioggia di ecstasy. È il preludio alle cosiddette feste eleganti; è il trionfo dell’estetica trash cosi ben rappresentata dalle sue TV che quel mondo rispecchiano e così efficacemente evocata nella scena del camion della nettezza urbana che uscendo di strada provoca una pioggia di spazzatura che incomincia a volteggiare nel cielo e che cadendo ricopre ogni cosa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ritacirrincione »
[ - ] lascia un commento a ritacirrincione »
|
|
d'accordo? |
|
fulviop.
|
domenica 6 maggio 2018
|
loro 1 - deludente
|
|
|
|
Sono un estimatore di quasi tutti i film di Sorrentino, dove, a mio parere è presente una grande capacità di sorprendere e ispirare, spesso è proprio la pomposità, la riflessione sul senso, la casualità e l'esistenza ad averlo reso un artista nel cinema.
Loro 1 invece è stato deludente forse perché semplicemente non gli è riuscito, mi sembra un remake di trovate già esplorate, non sorprendenti, il cast purtoppo veramente poco originale, troppo vicino alla fiction all'italiana, anche la fotografia e gli effetti visivi sono piuttosto approssimativi e scadenti rispetto ai suoi film precedenti, per esempio l'uso degli animali come il rinoceronte o la pioggia di pillole sono poco credibili, creativamente e visivamente deboli e quindi di un surrealismo fallace.
[+]
Sono un estimatore di quasi tutti i film di Sorrentino, dove, a mio parere è presente una grande capacità di sorprendere e ispirare, spesso è proprio la pomposità, la riflessione sul senso, la casualità e l'esistenza ad averlo reso un artista nel cinema.
Loro 1 invece è stato deludente forse perché semplicemente non gli è riuscito, mi sembra un remake di trovate già esplorate, non sorprendenti, il cast purtoppo veramente poco originale, troppo vicino alla fiction all'italiana, anche la fotografia e gli effetti visivi sono piuttosto approssimativi e scadenti rispetto ai suoi film precedenti, per esempio l'uso degli animali come il rinoceronte o la pioggia di pillole sono poco credibili, creativamente e visivamente deboli e quindi di un surrealismo fallace.
Forse fare un film biografico per il cinema di Sorrentino è limitante, su un personaggio come Berlusconi che è stato iper-presente nella scena mediatica, di cui conosciamo già ogni dettaglio espressivo persino la sua intimità lo è ancora di più, non trovo nulla di diverso e di sublime rispetto alla sua figura reale, in fondo il berlusconismo è una storia chiara a tutti e fin troppo esplorata, non c'è nulla di misterioso ne di osceno che non sia stato già ripetutamente svelato, il film non riesce per niente a scovare un punto di vista originale.
Vedremo il 2.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fulviop. »
[ - ] lascia un commento a fulviop. »
|
|
d'accordo? |
|
elbereth87
|
venerdì 11 maggio 2018
|
consigliato
|
|
|
|
"Quelli che contano" e "lui" mettono su un purgatorio di anime affannate, specchio di una società alla deriva politica e intellettuale che oggi cede il posto al ritorno delle destre.
La rappresentazione di una decadenza culturale irreversibile di un Paese che affoga nella smania del particolarismo, nella totale strafottenza dell'altro, in preda a istinti brutali e a orge che non appagano mai. Tutto non è mai abbastanza.
La carne delle femmine è proposta e riproposta in un macello di denaro, potere e corruzione che mortifica e avvilisce.
Le scene convulse dei corpi senza trama narrativa, le cene, la sauna col Dio "Mangiafuoco", ti svogliano del sesso e ti avvicinano a Veronica: la sua malinconia, la sua delusione e, infine, la speranza – andare a piedi in Cambogia - bruciata dall’allegro spirito di Lui.
[+]
"Quelli che contano" e "lui" mettono su un purgatorio di anime affannate, specchio di una società alla deriva politica e intellettuale che oggi cede il posto al ritorno delle destre.
La rappresentazione di una decadenza culturale irreversibile di un Paese che affoga nella smania del particolarismo, nella totale strafottenza dell'altro, in preda a istinti brutali e a orge che non appagano mai. Tutto non è mai abbastanza.
La carne delle femmine è proposta e riproposta in un macello di denaro, potere e corruzione che mortifica e avvilisce.
Le scene convulse dei corpi senza trama narrativa, le cene, la sauna col Dio "Mangiafuoco", ti svogliano del sesso e ti avvicinano a Veronica: la sua malinconia, la sua delusione e, infine, la speranza – andare a piedi in Cambogia - bruciata dall’allegro spirito di Lui.
L'uomo di gomma ha sempre il sorriso stampato, la forza della parola, il cantante dietro la siepe.
Un teatro kitsch, un circo con cammello, rinoceronte, pecora e topo nel centro di Roma.
La cosa triste è che il tempo di "Lui" non è ancora finito e che per alcuni - troppi - quello resta il paradiso “in carne e ossa”.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elbereth87 »
[ - ] lascia un commento a elbereth87 »
|
|
d'accordo? |
|
edenartemisio
|
mercoledì 16 maggio 2018
|
loro attratti dall'oro come le falene dalla luce
|
|
|
|
In riferimento a un “loro” narrativo, facilmente si può pensare che ogni autore racconta, in un modo o nell’altro, sé stesso e quello che vede, in questo caso tutti noi. In un ambito più circoscritto, inoltre, nel film, “Loro” sono senz’altro coloro che vogliono essere vicino a “Lui”(l’atteso protagonista della situazione). Infine, “loro”, con l’apostrofo diventa l’oro, cioè quello che “Lui” rappresenta. Siamo quindi arrivati al nesso di causalità: l’oro è quello che spinge loro ad avvicinarsi.
Il film è stato definito indecente da qualcuno.
[+]
In riferimento a un “loro” narrativo, facilmente si può pensare che ogni autore racconta, in un modo o nell’altro, sé stesso e quello che vede, in questo caso tutti noi. In un ambito più circoscritto, inoltre, nel film, “Loro” sono senz’altro coloro che vogliono essere vicino a “Lui”(l’atteso protagonista della situazione). Infine, “loro”, con l’apostrofo diventa l’oro, cioè quello che “Lui” rappresenta. Siamo quindi arrivati al nesso di causalità: l’oro è quello che spinge loro ad avvicinarsi.
Il film è stato definito indecente da qualcuno. A me sembra che gli autori abbiano semplicemente raccontato come vedono noi, come vedono “loro” e come vedono “lui”, intorno al quale ruota tutto il circo rappresentato.
Si perdonerà un ricordo scolastico. Un deputato dello Stato censitario, facendo riferimento al clientelismo, diceva che ogni Collegio elettorale meritava il suo candidato e che tutta la comunità nazionale meritava i rappresentanti che elegge, con la differenza che i rappresentanti della comunità nazionale sono comunque l’elite di quella comunità.
Anche nel film “Loro 1”, che rappresenta personaggi e comportamenti e non storia politica, esiste quella suddivisione tra “Loro” e “Lui”, che vive come un dio dell’Olimpo greco, con le stesse debolezze degli umani, ma pur sempre con l’alone della divinità. Il “Lui” e la sua “Lei” sono come Zeus ed Era. Hanno qualche cruccio, qualche rancore, ma non sono infangati più di tanto dalle miserie che abbrutiscono gli umani.
La natura di “Loro”, dei personaggi che cercano “Lui”, non è plasmata da “Lui”. Quelle donne e quegli uomini hanno scelto il loro modo di vivere ancor prima di conoscere lui. Il loro essere non è determinato da lui. Per questo motivo, il film non ci consegna un giudizio politico su “Lui”, ma rappresenta un’analisi sociologica sui comportamenti umani e sui processi che portano un leader a rappresentare coloro che vogliono essere rappresentati. Sono “Loro” che vogliono dal profondo l’esistenza di “lui”.
Loro sono attratti dall’oro come le falene dalla luce. Alla fine qualche bruciatura non può essere evitata.
Yupsos
[-]
|
|
[+] lascia un commento a edenartemisio »
[ - ] lascia un commento a edenartemisio »
|
|
d'accordo? |
|
|