francescacorallo
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lunedì 13 novembre 2017
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il posto banale del male
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Un personaggio misterioso, freddo e pacato, riceve con distaccata professionalità, al tavolino di un bar senza troppe pretese, una serie variegata di personaggi ognuno con il proprio desiderio da esaudire... Ridicolo, banale o drammaticamente umano... Ed è appunto l'umanità al centro del film e fino a quanto siamo disposti a rinunciarci pur di ottenere ciò che vogliamo... Bravo il protagonista Mastrandrea, quasi sempre in scena che con un'espressione degli occhi riesce a rendere a sprazzi la sofferenza di un uomo, forse appesantito anche lui da un compito ingrato: offrire alla sua variegata "clientela" un'opportunità pagata al prezzo della propria anima... Emozionante il momento dell'incontro con il padre che ha ricevuto il "miracolo" anche se clamorosamente "inadempiente".
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Un personaggio misterioso, freddo e pacato, riceve con distaccata professionalità, al tavolino di un bar senza troppe pretese, una serie variegata di personaggi ognuno con il proprio desiderio da esaudire... Ridicolo, banale o drammaticamente umano... Ed è appunto l'umanità al centro del film e fino a quanto siamo disposti a rinunciarci pur di ottenere ciò che vogliamo... Bravo il protagonista Mastrandrea, quasi sempre in scena che con un'espressione degli occhi riesce a rendere a sprazzi la sofferenza di un uomo, forse appesantito anche lui da un compito ingrato: offrire alla sua variegata "clientela" un'opportunità pagata al prezzo della propria anima... Emozionante il momento dell'incontro con il padre che ha ricevuto il "miracolo" anche se clamorosamente "inadempiente"... Negli occhi dell'impassibile funzionario del male, traspare il consapevole riconoscimento di un potere superiore che non accetta contratti... Un film teatrale, basato sulle prove dei validi attori, che costringe a domandarci quale sia il prezzo per ognuno di noi e come il libero arbitrio ci renda veramente umani.
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(di palamit0)
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mariaf.
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domenica 12 novembre 2017
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evviva i buoni film!
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E’ un testo che con magistrale raffinatezza ci mostra di cosa potremmo essere capaci e di come non conosciamo noi stessi.
L’uomo che si può incontrare a tutte le ore del giorno e della notte al bar The place, simboleggia la nostra coscienza .
Tutti noi, nessuno escluso, in continuazione la interroghiamo, per avere consenso e per ottenere ad ogni costo quello che desideriamo, bellezza, salute, sesso, fede, ricchezza, e le risposte che riceviamo sono spesso agghiaccianti, atroci, orrende.
Il nostro Io ci suggerisce di accettare qualsiasi compromesso e da qui nasce un conflitto che ci toglie la serenità.
Ecco che per rendere più sopportabile la tortura di dovere scegliere il male, fingendo che sia l’unica strada possibile per conseguire il nostro risultato, affianchiamo a questo la menzogna ovvero che stiamo agendo per il conseguimento di un buon obiettivo, l’effetto placebo servirà ad acquietare il nostro fuoco.
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E’ un testo che con magistrale raffinatezza ci mostra di cosa potremmo essere capaci e di come non conosciamo noi stessi.
L’uomo che si può incontrare a tutte le ore del giorno e della notte al bar The place, simboleggia la nostra coscienza .
Tutti noi, nessuno escluso, in continuazione la interroghiamo, per avere consenso e per ottenere ad ogni costo quello che desideriamo, bellezza, salute, sesso, fede, ricchezza, e le risposte che riceviamo sono spesso agghiaccianti, atroci, orrende.
Il nostro Io ci suggerisce di accettare qualsiasi compromesso e da qui nasce un conflitto che ci toglie la serenità.
Ecco che per rendere più sopportabile la tortura di dovere scegliere il male, fingendo che sia l’unica strada possibile per conseguire il nostro risultato, affianchiamo a questo la menzogna ovvero che stiamo agendo per il conseguimento di un buon obiettivo, l’effetto placebo servirà ad acquietare il nostro fuoco.
Nell’ultima scena del film scopriamo una coscienza che, stanca del peso di tali compromessi, sente la necessità di mollare, cedere, arrendersi, rivelando il desiderio intimo di affidarsi, abbandonarsi a qualcun altro e ci mostra così, finalmente, anche la sua umanità.
Gli attori tutti di una bravura enorme, Giulia Lazzarini maestosa.
Grazie
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no_data
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lunedì 13 novembre 2017
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una sfida
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PRETENZIOSO e intrigante il film di Genovese Il regista ha avuto coraggio nel realizzare un film in cui le storie i personaggi non sono reali ma rappresentano un’Idea Il personaggio di Valerio Mastandrea impersona la Coscienza la coscienza di ogni uomo che con essa si relaziona in un dialogo privato Ogni essere umano ha i suoi desideri da realizzare ma a volte per realizzare tali desideri è necessario compiere un’azione malvagia Così ognuno di noi mette in scena il proprio Libero arbitro e decide nel segreto della sua coscienza se compiere tale azione o rinunciare al proprio desiderio per non commettere peccato mortale
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PRETENZIOSO e intrigante il film di Genovese Il regista ha avuto coraggio nel realizzare un film in cui le storie i personaggi non sono reali ma rappresentano un’Idea Il personaggio di Valerio Mastandrea impersona la Coscienza la coscienza di ogni uomo che con essa si relaziona in un dialogo privato Ogni essere umano ha i suoi desideri da realizzare ma a volte per realizzare tali desideri è necessario compiere un’azione malvagia Così ognuno di noi mette in scena il proprio Libero arbitro e decide nel segreto della sua coscienza se compiere tale azione o rinunciare al proprio desiderio per non commettere peccato mortale
È necessario scegliere da che parte stare dalla parte del Bene o da quella del Male nell’intuizione che per una Legge cosmica se staremo dalla parte del Bene il Bene ci accadrà se ci schiereremo nell ‘esercito del Male il Male ci tornerà.
Ed ancora: tutti i personaggi che appaiono sulla scena sembrano essere legati da un fil rouge perché pare suggerirci il regista noi non siamo “monadi “ ma tutte molecole di uno stesso mare.Dunque prendiamo consapevolezza che solo nostra è la responsabilità dei nostri atti e poniamo attenzione alle scelte che facciamo perché le conseguenze di ogni scelta di ognuno ricadrà sugli altri.
Genovese ha il potere di metterci di fronte alla nostra coscienza In questo film il regista ha trattato gli stessi argomenti del suo precedente film Perfetti sconosciuti con la differenza che qui non so quanto volutamente non ha annebbiato la coscienza spalmandoci sopra miele di ironia ma costringendo lo spettatore a guardare nello specchio della propria anima Nella maggior parte dei casi questo è un atto doloroso che richiede coraggio ed è comprensibile che non tutti siamo disposti a compiere questo passo ;immagino che da qui scaturiscano commenti negativi sul film ELENA
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danielamontanari
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sabato 11 novembre 2017
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sopravvive, di noi, la parte più inconscia
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Il protagonista del film è l'animo umano -evidentemente - incarnato per l'occasone da un pazzo sociologo impostore sensitivo scrittore aguzzino (Mastandrea) che in questa interpretazione risulta, a tratti, addirittura eccellente. Nessuno lo chiama per nome ed ognuna delle persone che gli si siede di fronte ha bisogno di realizzare un desiderio. Incontra uno dopo l'altro, e più volte intrecciati tra loro, nove personaggi disperati che hanno in comune lo stesso bisogno: quello di perdersi per poi ritrovarsi.
Tutto il film si snoda all'interno del bar- tavola calda "The place" gestito da Angela (Sabrina Ferilli), che cerca di capire, attraverso le persone che si alternano al medesimo tavolino d'angolo in fondo al locale, chi è questo tipo serio, che prende appunti e che, a suo avviso, fa felici le persone.
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Il protagonista del film è l'animo umano -evidentemente - incarnato per l'occasone da un pazzo sociologo impostore sensitivo scrittore aguzzino (Mastandrea) che in questa interpretazione risulta, a tratti, addirittura eccellente. Nessuno lo chiama per nome ed ognuna delle persone che gli si siede di fronte ha bisogno di realizzare un desiderio. Incontra uno dopo l'altro, e più volte intrecciati tra loro, nove personaggi disperati che hanno in comune lo stesso bisogno: quello di perdersi per poi ritrovarsi.
Tutto il film si snoda all'interno del bar- tavola calda "The place" gestito da Angela (Sabrina Ferilli), che cerca di capire, attraverso le persone che si alternano al medesimo tavolino d'angolo in fondo al locale, chi è questo tipo serio, che prende appunti e che, a suo avviso, fa felici le persone.
Le storie degli uomini e delle donne che entrano ed escono dal locale a tutte le ore del giorno e della sera sono legate da fili invisibili ma ben saldi: si è tutti buoni quando si è felici, si è tutti cattivi quando si desidera qualcosa che non si ha.
The place accoglie chi chiede e chi ordina, ed il protagonista spesso a bocca piena (mangia a tutte le ore e qualsiasi cosa) prende appunti solo quando domanda "Cosa hai provato?"
E' un film catalogato come drammatico eppure l'estro emerge fin da subito soccorrendo gli astanti e, a tratti, illuminandoli.
Atteso con severità questo nuovo lavoro di Paolo Genovese ("ha già vinto tutto quello là, ci deve stupire sempre più se vuole che lo si guardi") e azzecca, ancora una volta,
senza mirabolanti riprese di panorami mozzafiato, nè donne nude, nè sangue in scena, mantenendo la trama brillante.
Gli attori sono molti e si giocano la scena: Muccino e Borghi non particolarmente travolgenti, Papaleo molto bravo e Alba Rohrwacher strepitosa tanto da cambiare tutta la scena quando entra; gli altri comunque sufficienti.
Le persone cattive, dunque, non esistono se nessuno le vuole cambiare in buone.
Le disgrazie non esistono, al pari, se riusciamo a comprendere che noi, sempre e comunque, contiamo solo per uno. Mai per due, nè per nessun altro.
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(di stellab)
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ninopellino
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giovedì 9 novembre 2017
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pellicola particolare e, a suo modo, originale
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Dopo la convincente prova di "Perfetti sconosciuti", il regista Paolo Genovese si cimenta in una pellicola dal fascino particolare e, a suo modo, originale. La storia è interamente ambientata all'interno di un Bar chiamato, appunto, "The place" dove un uomo misterioso seduto in maniera costante, notte e giorno, ad un tavolo, è riuscito a conquistare la stima e la fiducia di una serie di persone, le quali, credendo perdutamente alle sue doti di chiaroveggente, si sono affidate completamente a lui per la soluzione dei loro problemi. E così tali personaggi periodicamente, nel corso della giornata e, a volte anche di notte, entrano nel bar e si siedono al tavolo con l'uomo, tenendolo aggiornato sugli sviluppi delle loro storie e dell'andamento delle vere e proprie direttive che hanno da lui ricevuto allo scopo di attuare i loro obiettivi di felicità.
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Dopo la convincente prova di "Perfetti sconosciuti", il regista Paolo Genovese si cimenta in una pellicola dal fascino particolare e, a suo modo, originale. La storia è interamente ambientata all'interno di un Bar chiamato, appunto, "The place" dove un uomo misterioso seduto in maniera costante, notte e giorno, ad un tavolo, è riuscito a conquistare la stima e la fiducia di una serie di persone, le quali, credendo perdutamente alle sue doti di chiaroveggente, si sono affidate completamente a lui per la soluzione dei loro problemi. E così tali personaggi periodicamente, nel corso della giornata e, a volte anche di notte, entrano nel bar e si siedono al tavolo con l'uomo, tenendolo aggiornato sugli sviluppi delle loro storie e dell'andamento delle vere e proprie direttive che hanno da lui ricevuto allo scopo di attuare i loro obiettivi di felicità. Alcuni consigli che l'uomo misterioso dà sono all'insegna del buon senso, ma altri sono indirizzati anche alla realizzazione di azioni poco oneste e, addirittura, distruttive. Ma questo poco importa agli interessati pur di raggiungere i loro scopi. Il film non ci rileva mai l'identità di questo personaggio affascinante, interpretato come sempre dalla grande esperienza recitativa dell'attore valerio Mastandrea. Film particolarissimo e dalla sceneggiatura inusuale essendo, come detto prima, ambientata interamente all'interno di un locale. Secondo una mia personale interpretazione l'uomo misterioso potrebbe essere anche una metafora metafisica che simboleggia la necessità dell'uomo contemporaneo di trovare a tutti costi un punto di riferimento fondamentale per risolvere le loro problematiche personali. Chi è dunque? Un chiaroveggente? Un illusionista? O forse semplicemente un ciarlatano con la fortuna di saper convincere coloro che gli chiedono aiuto? Carino, poi, il finale che conclude la pellicola in maniera romantica, in quanto anche l'uomo misterioso, dopo aver tanto pensato agli altri, si relega uno spazio finalmente suo e alla sua felicità.
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mauro2067
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sabato 11 novembre 2017
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decidi ...
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A Genovese basta un tavolo in un normale ambiente e un qualsiasi oggetto della nostra vita quotidiana per parlare dell'uomo e delle sue profonde contraddizioni emotive.
In "Perfetti sconosciuti" il tavolo era situato in una sala da pranzo di una normale casa, circondato da coppie di amici a cena, e l'oggetto un cellulare.
In The place il tavolo è in un bar, luogo di vita sociale e di incontri, e l'oggetto è un'agenda dove le pagine sono già piene e tutto è già scritto.
Da una parte siede un uomo solo che mangia e dorme nel bar, dall'altra si siedono di volta in volta diversi personaggi, giovani, anziani, donne, uomini.
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A Genovese basta un tavolo in un normale ambiente e un qualsiasi oggetto della nostra vita quotidiana per parlare dell'uomo e delle sue profonde contraddizioni emotive.
In "Perfetti sconosciuti" il tavolo era situato in una sala da pranzo di una normale casa, circondato da coppie di amici a cena, e l'oggetto un cellulare.
In The place il tavolo è in un bar, luogo di vita sociale e di incontri, e l'oggetto è un'agenda dove le pagine sono già piene e tutto è già scritto.
Da una parte siede un uomo solo che mangia e dorme nel bar, dall'altra si siedono di volta in volta diversi personaggi, giovani, anziani, donne, uomini. Cosa li accomuna? Il desiderio, ognuno ha un proprio desiderio assoluto da realizzare.
E perchè vanno tutti da quell'uomo? perchè esaudisce i desideri.
Ma c'è un prezzo da pagare, ed il prezzo è caro, salato, c'è da sporcarsi l'anima.
Nessuno è obbligato, deve essere una scelta, vuoi questo? devi fare quest'altro...
E' l'eterna legge del libero arbitrio, l'eterna lotta del Bene e del Male.
Resta da stabilire, per lo spettatore, chi rappresenti quest'uomo seduto solo, il Diavolo che induce in tentazione, che esaudisce il tuo desiderio in cambio dell'anima o Dio che ti mette alla prova?
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jackmalone
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domenica 12 novembre 2017
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a risposte facili domande difficili
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Il problema dell'uomo contemporaneo è il velleitarismo?Sembra proprio di sì.Tutti noi avremmo gli strumenti giusti per affrontare e risolvere qualunque problema della nostra vita, da quelli che sembrano più futili a quelli tragici, dolorosi, devastanti, ma invece di cercare la soluzione in noi stessi, ci affidiamo ai guru, ai sensitivi, agli psicoanalisti , alle droghe, alle mode o semplicemente preferiamoci piangerci addosso. Il misterioso personaggio che passa la giornata seduto al tavolo di un fast food maneggiando il libro del destino, è un condensato di tutte le nostre debolezze ma è un grande ottimista: non è il solito ciarlatano pagato per dare facili risposte.
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Il problema dell'uomo contemporaneo è il velleitarismo?Sembra proprio di sì.Tutti noi avremmo gli strumenti giusti per affrontare e risolvere qualunque problema della nostra vita, da quelli che sembrano più futili a quelli tragici, dolorosi, devastanti, ma invece di cercare la soluzione in noi stessi, ci affidiamo ai guru, ai sensitivi, agli psicoanalisti , alle droghe, alle mode o semplicemente preferiamoci piangerci addosso. Il misterioso personaggio che passa la giornata seduto al tavolo di un fast food maneggiando il libro del destino, è un condensato di tutte le nostre debolezze ma è un grande ottimista: non è il solito ciarlatano pagato per dare facili risposte. Le sue rispostesoluzioni sono difficili, possono sembrare assurde, crudeli o insensate a prima vista ma portano l'interlocutore a guardarsi dentro e se quello che vede non è di suo gusto, ecco che il misterioso solutore rilancia, aggiusta il tiro con lo scopo di riportare le pecorelle sulla giusta strada. Cosa sia giusto per ognuno dei postulanti è molto difficile da stabilire:lui cura solo i dettagli delle sue provocazioni, tocca a loro poi trovare la risposta : se un bancario trova il coraggio di uccidere volontariamente una bimba di 6 anni non può trovare il coraggio per superare la morte del proprio figlio? E com'è che uno scapolo donnaiolo, che non ha mai voluto occuparsi di nessuno, riesce ad organizzarsi così bene per proteggere una bambina? E come può una suora accettare di subire una violenza e rimanere incinta se non riesce neanche ad accettare di aver perso la fede? O l'anziana signora che è disposta con una bomba a fare una strage di innocenti pur di riavere il marito guarito dall'alzhaimer ? Non è più facile convivere con una malattia, seppur grave, che con il rimorso? E che dire del poliziotto che è disposto a pestare a sague un malcapitato o ad insabbiare le prove di un reato pur di riavvicinarsi al figlio? Non è più facile vincere il proprio orgoglio e fare il primo passo? Il paradosso delle velleità è la giovane donna che per riconquistare un marito indifferente e violento è disposta a fingere un tradimento rimettendoci le penne , quando sarebbe così semplice fare la valigia e lasciarlo. Le risposte sono facili , ma le domande difficili e tutti dovremmo imparare a fare a meno di un libro delle verità e a farci da soli anche le domande che non vorremmo sentire.
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pintaz
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venerdì 10 novembre 2017
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trafitti...
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... fino in fondo! Eccolo il tanto nuovo atteso film di Paolo Genovese. Uno straordinario Valerio Mastrandrea è l'enigmatico protagonista di tutta la vicenda narrativa. Seduto allo stesso tavolo giorno e notte ha la cadenza ritmata di un vecchio pendolo svolgendo il proprio compito nei confronti dei visitatori. Chi è quell'uomo con l'ingombrante agenda piena zeppa di appunti? Un diavolo? Un santo? Uno specchio su cui riflette l'immagine di ogni interlocutore? I 21 grammi dell'anima di ognuno? Tutti hanno un desiderio. Più o meno importante ma sempre un desiderio da soddisfare per la propria felicità. L'uomo promette con la fatidica risposta "è possibile" dando una sorta di compito senza possibilità di scelta da portare a termine.
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... fino in fondo! Eccolo il tanto nuovo atteso film di Paolo Genovese. Uno straordinario Valerio Mastrandrea è l'enigmatico protagonista di tutta la vicenda narrativa. Seduto allo stesso tavolo giorno e notte ha la cadenza ritmata di un vecchio pendolo svolgendo il proprio compito nei confronti dei visitatori. Chi è quell'uomo con l'ingombrante agenda piena zeppa di appunti? Un diavolo? Un santo? Uno specchio su cui riflette l'immagine di ogni interlocutore? I 21 grammi dell'anima di ognuno? Tutti hanno un desiderio. Più o meno importante ma sempre un desiderio da soddisfare per la propria felicità. L'uomo promette con la fatidica risposta "è possibile" dando una sorta di compito senza possibilità di scelta da portare a termine. Quanto l'essere umano vuole spingersi oltre la soglia della legalità per realizzare i sogni? Il poliziotto Giallini, la suora Rohrwacher, la moglie respinta Puccini, il meccanico meraviglioso, soprattutto nella mimica facciale, Papaleo, il fidanzato Muccino con la vanitosa D'Amico, il padre disperato Marchioni, il non vedente Borghi e l'anziana moglie Lazzarini; tutti sono da menzionare. Hanno reso l'angoscia di ognuno in un momento di riflessione agli occhi dello spettatore. E poi la barista Ferilli. Brava fino a quando tutto il film è riassunto nell'ultima scena. Poi purtroppo ha perso un'occasione per aggiungere il cameo più importante.
Nel film Perfetti Sconosciuti la domanda era: cosa succederebbe se? In The Place, altresì, cosa siamo disposti a? Il cinema di Genovese, sempre molto corale, è alla ricerca costante di una introspettiva umana portando fuori la ferita, a volte recondita, che attanaglia la mente.
Ognuno, al termine, può dare il significato che preferisce.
Una cosa però mi ha colpito. Undici personaggi per undici storie diverse per undici finali che inesorabilmente si intrecciano tra loro. Quanti erano i discepoli? Undici o dodici compreso Giuda? Vedere e conoscersi è il vero significato dell'esistenza; tradire se stessi per raggiungere l'obiettivo non ha senso. Il volto disteso di Mastrandrea predisposto, finalmente, all'Amore ci deve far capire che l'ovvio non è mai scontato.
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maurizio.meres
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venerdì 10 novembre 2017
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quando il cinema diventa un palcoscenico teatrale
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Un uomo è seduto in un bar,ci passa l'intera giornata,mangia e beve in continuazione,non si conosce il suo nome,nessuno sa chi sia,nove persone chiedono il suo aiuto per esaudire i propri desideri,attraverso l'esternazione disperata delle proprie angosce,lui a sua volta chiede ad ognuno di loro di compiere un atto assurdo,disumano,non può essere un angelo,non chiederebbe mai di far del male ad un altra persona,e non può essere nemmeno il diavolo non chiederebbe mai di far del bene al prossimo,e forse la materializzazione della propria coscienza,cosa può indurre una persona nel chiedere a se stesso l'immaginabile,per ottenere ciò che desidera,può soltanto contrapporre a sua volta in un altro gesto crudele ciò che chiede,sia nel bene che nel male.
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Un uomo è seduto in un bar,ci passa l'intera giornata,mangia e beve in continuazione,non si conosce il suo nome,nessuno sa chi sia,nove persone chiedono il suo aiuto per esaudire i propri desideri,attraverso l'esternazione disperata delle proprie angosce,lui a sua volta chiede ad ognuno di loro di compiere un atto assurdo,disumano,non può essere un angelo,non chiederebbe mai di far del male ad un altra persona,e non può essere nemmeno il diavolo non chiederebbe mai di far del bene al prossimo,e forse la materializzazione della propria coscienza,cosa può indurre una persona nel chiedere a se stesso l'immaginabile,per ottenere ciò che desidera,può soltanto contrapporre a sua volta in un altro gesto crudele ciò che chiede,sia nel bene che nel male.
Se il pensiero è una fonte d'energia la coscienza diventa il controllore,la perfetta simbiosi della mente umana,nella disperazione estrema,nel film nessuno chiede ricchezza,chiedono salute,lussuria e amore ognuno nella propria misura,il desiderio per ottenere ciò che ognuno vuole arriva all'estremo sacrificio,tutto diventa un dettaglio così come l'esistenza di Dio "citazione dell'uomo senza nome" ma la consapevolezza di non essere più se stessi fa sì che ognuno di loro ritrovi il giusto equilibrio,pagandolo a caro prezzo,sia materialmente ,e sia con il confrontarsi con se stessi,vergognandosi di quello che si è diventati,consapevoli di aver superato il punto del non ritorno.
Ottima trasformazione cinematografia di una serie TV americana,il bravissimo regista Paolo Genovese in uno scenario statico,essenziale e soprattutto unico per tutte le scene,come in un contesto teatrale,entra nel profondo intimo delle persone,in ognuno emerge sia la determinazione che le molteplici debolezze del proprio essere,con una sceneggiatura non originale ma personalizzata negli usi e costumi tipicamente Italiani,con un cast di attori di prim'ordine,ognuno scelto nella propria parte attraverso le proprie caratteristiche.
Cinematograficamente parlando un film fuori da certi schemi,in un continuo desiderio per lo spettatore di vedere la scena seguente,ottimo film,un quadro perfetto del profondo dell'essere umano.
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