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una promessa non mantenuta, sbadigli
di francescopolimeni
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venerdì 10 novembre 2017
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Il trailer prometteva qualcosa che nel film mancava del tutto. Il mistero e la capacità di raccontare per ellissi e associazioni (del trailer) si sono scontrati con la realtà di un film fatto di dialoghi didascalici e ripetizioni continue. Ritengo che gli attori non avrebbero potuto fare di meglio, chi sarebbe in grado di valorizzare di più battute così brevi e pedanti? Interessante la fotografia, ma complessivamente un film incapace di partire. Sempre tutto uguale. All'inizio speri che sia perchè il film sta settando qualcosa, ma anche quando quel qualcosa l'hai capito (molto molto presto) l'andamento resta uguale. Lento, stanco. Nessuna sorpresa.
Peccato, quella domanda prometteva tanto: che cosa saresti disposto a fare per ottenere quello che vuoi? Ma quello che questi personaggi vogliono finiscono per essere cose ordinarie, piccole. Nessuna grande sfida, nemmeno una di quelle che ogni tanto incontri davvero nella vita.
Perfino la bellissima Sabrina Ferilli in questo film non riesce a farti passare la noia. Confesso di aver sbadigliato come al cinema non mi capitava da tanto
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no_data
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sabato 18 novembre 2017
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dio non esiste: film altamente a-cattolico
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A me invece il film è piaciuto abbastanza. L'uomo seduto al tavolo è specchio del malessere, della scontentezza e del male di vivere; non è vero che esiste un destino che ci costringe a fare determinate scelte perchè quando le persone scoprono la loro umanità sanno opporsi ad un destino ineluttabile e costrittivo. La visione della complessità delle relazioni umane le rende collegate le une alle altre, ed ogni scelta si intreccia con le altre scelte generando conseguenze. Ognuno è responsabile di come vive e del perchè vive, Solo opporsi con umana empatia può portare a nuove soluzioni. Quale altro regista ha espresso con tanta chiarezza aspetti filosofico- esistenziali accessibili a tutti? Nessuna noia, forse alcune cose un pò troppo scontate, mentre il finale toglie dal ruolo chi sembrava gestire le marionette ed a sua volta desidera riscattandosi.
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A me invece il film è piaciuto abbastanza. L'uomo seduto al tavolo è specchio del malessere, della scontentezza e del male di vivere; non è vero che esiste un destino che ci costringe a fare determinate scelte perchè quando le persone scoprono la loro umanità sanno opporsi ad un destino ineluttabile e costrittivo. La visione della complessità delle relazioni umane le rende collegate le une alle altre, ed ogni scelta si intreccia con le altre scelte generando conseguenze. Ognuno è responsabile di come vive e del perchè vive, Solo opporsi con umana empatia può portare a nuove soluzioni. Quale altro regista ha espresso con tanta chiarezza aspetti filosofico- esistenziali accessibili a tutti? Nessuna noia, forse alcune cose un pò troppo scontate, mentre il finale toglie dal ruolo chi sembrava gestire le marionette ed a sua volta desidera riscattandosi. E' il rapporto uomo-donna che almeno in alcuni casi libera dagli aspetti religiosi della vita rendendo finalmente prepotente una laicità sempre negata.
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cesare
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domenica 19 novembre 2017
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quali altre sfide?
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Se commettere una strage, rapire una bambina, violentare una suora è "cosa ordinaria, piccola, non una grande sfida, nemmeno una di quelle che ogni tanto incontri davvero nella vita" allora delle due l'una: quali altre sfide o quale altra vita?
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