| Titolo originale | The Deuce |
| Anno | 2017 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | USA |
| Durata | 60 minuti |
| Regia di | James Franco, Michelle MacLaren, Uta Briesewitz, Roxann Dawson, Ernest R. Dickerson, Alex Hall, Tanya Hamilton, Susanna White, Tricia Brock, Zetna Fuentes |
| Attori | James Franco, Maggie Gyllenhaal, Gary Carr, Margarita Levieva, Lawrence Gilliard Jr. Dominique Fishback, Emily Meade, Gbenga Akinnagbe, Emmanuel Akoto, Chris Bauer, Daniel Sauli, Chris Coy, Michael Rispoli, David Krumholtz, Olivia Luccardi, Mustafa Shakir, Andrea-Rachel Parker, Thaddeus Street, Sepideh Moafi. |
| Tag | Da vedere 2017 |
| MYmonetro | 4,20 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 15 novembre 2019
Nel quartiere di Manhattan, durante gli Anni Settanta e Ottanta, si è diffusa molto la prostituzione e il mondo del porno ha cominciato a prendere piede. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a Writers Guild Awards,
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ASSOLUTAMENTE SÌ
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I gemelli Vincent e Frankie Martino sono entrambi legati alla malavita, ma se Vincent tenta di tenere le distanze e vorrebbe tagliare i ponti, Frankie invece non resiste al giro delle scommesse, fa soldi con il porno ed è sempre più invischiato nella criminalità, tanto che anche il traffico di stupefacenti inizia a sembrargli un'avventura appetibile. Eileen è una regista affermata di cinema erotico per il pubblico femminile, ma la sua creatività cerca nuovi sbocchi, inoltre il rifiuto sempre più duro delle femministe verso il mondo del porno la mette di fronte a una presa di coscienza. Gene Goldman pensa di poter salvare la gente del quartiere dallo squallore con un ambizioso piano di ristrutturazione, e per questo si fa aiutare dal detective Chris Alston, che però non smette presto di farsi illusioni sui reali intenti del rinnovamento...
The Deuce è la storia di una strada nella più importante città del mondo contemporaneo, passata dallo squallore del mercato del sesso al prestigio istituzionale e turistico, con tutto quello che ne consegue per chi ci ha vissuto appena prima di questa radicale trasformazione.
Si tratta della 42esima strada di Manhattan, che oggi attraversa Times Square e ospita il palazzo delle Nazioni Unite, ma negli anni 70 era popolata di prostitute, magnaccia, cinema a luci rosse e locali equivoci per etero e gay. The Deuce significa letteralmente la parità, il due, ma siccome il "numero due" è anche l'eufemismo utilizzato dagli americani per indicare l'atto di defecare, ecco che assume il significato di "schifoso". La serie di David Simon e George Pelecanos infatti la descrive senza edulcorare nulla, parlando del rapporto spesso psicologicamente perverso tra prostitute e papponi; della nascita del porno e di come ha trasformato il sesso; della diffusione della droga e del dominio della malavita. Uno scenario da incubo ma come cantava anche De André "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior".
Gli autori e gli attori di The Deuce si immergono in quel mondo che Scorsese e Ferrara hanno raccontato benissimo, e che di recente anche Joker ha cercato di rievocare, ma per quanto non nascondano che sia un girone infernale, vi trovano persone dotate di princìpi, di una propria morale. Questo vale in particolare per le donne della serie, Eileen, prostituta che non vuole papponi e cerca di emanciparsi nel porno, e Abby, borghese che rifiuta di frequentare la gente bene e preferisce impegnarsi al fianco delle donne in difficoltà del quartiere.
Per campare fa la barista al fianco di Vincent, con cui forma una coppia aperta e spesso conflittuale, perché lui viene da quel mondo, ne conosce le regole e sa sia quello che deve fare in situazioni estreme, sia il prezzo che pagherà. A spegnere lentamente il suo sorriso non è la violenza circostante, che irrompe a volte anche nel suo bar, bensì la trasformazione che il capitalismo porta con sé mercificando tutto: dai vizi più carnali trasformati in prodotto di massa, pronto ad accogliere le peggiori depravazioni, all'oblio della sbronza sostituita da droghe facilmente letali.
l quartiere stesso diventa un prodotto da rimpacchettare, con una ipocrita ripulita per le grandi società e i turisti. Quel che è peggio - e che rende questa storia unica rispetto ad altre vicende di gentrificazione - è come l'esplosione dell'AIDS venga prima negata e poi strumentalizzata dalla politica. Un momento si nega che sia un problema rilevante e il momento dopo è subito "emergenza sanitaria" per giustificare sfratti e chiusura locali, in modo da fare spazio a sfavillanti uffici, negozi, appartamenti e hotel extra lusso.
I problemi nel mentre, si spostano in altri quartieri, e con loro la vita reale con tutte le sue contraddizioni, sofferenze, ambiguità, gli errori e gli slanci e tutto quello che The Deuce ha raccontato secondo uno spirito genuinamente umanista. Spesso completamente disinteressata ai meccanismi tradizionali della serialità, la creature di Simon e Pelecanos ha composto liberamente piccoli quadri di varia umanità. Una sorta di grande romanzo americano corale, dove è un'intera comunità a essere protagonista. Ci sono solo i colpi di scena e le tragedie della vita, in The Deuce, ispirata a storie di persone che realmente hanno vissuto, tra orgoglio e disappunto sulla 42esima strada.
Ad aiutare i due già premiatissimi autori c'è un grande cast di nuovi volti e caratteristi dove due star come James Franco e Maggie Gyllenhaal hanno affrontato le interpretazioni più ricche e complesse della loro carriera. Inoltre ha collaborato anche Richard Price, uno dei più grandi scrittori newyorkesi viventi, che però con la terza stagione, probabilmente per l'impegno sulla prossima The Outsider, si è allontanato dal progetto. Ma The Deuce non ha perso colpi e anzi ha chiuso magnificamente il suo percorso, con un finale degno delle più grandi serie americane.
David Simon e James Franco (alias Vince & Frank Martino) generano una veduta in stile ‘Ventre di città’ sulla Time Square anni ’70-’80. La New York d’interesse però non richiama il romanzo Parigino. Né la NY di Clockers o la Wall Street di The Wolf, se pensiamo al cinema. Giocando e azzardando, si potrebbe immaginare un sodalizio tra queste pellicole [...] Vai alla recensione »