|
Ultimo aggiornamento martedì 3 luglio 2018
Nella campagna danese degli anni '50 dell'Ottocento un anziano agricoltore di nome Jens e la sua famiglia combattono la fame. In Italia al Box Office Papillon ha incassato 757 mila euro .
Papillon è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
Compra subito
CONSIGLIATO NÌ
|
Parigi, 1931. Accusato ingiustamente di un crimine mai commesso, Henri Charrière è condannato all'ergastolo e spedito in un campo di lavoro della Guyana francese. Nel viaggio che lo conduce a quella che con ogni probabilità sarà la sua ultima destinazione, incontra Luis Dega, un falsario brillante che 'nasconde' una piccola fortuna. Soprattutto per chi come Papillon, come lo chiamano tutti a causa di un tatuaggio e della vocazione a rubare, ha deciso di evadere. Ma Papillon non è l'unico a mirare al tesoro. Delicato e alieno al mondo criminale, Dega gli chiede aiuto e protezione in cambio del denaro per corrompere i secondini e favorire la fuga.
Comincia una relazione amicale che tra bon plan naufragati e celle di isolamento, li condurrà più lontano di quanto avessero mai immaginato.
La Francia usciva dal maggio del '68 e i francesi avevano voglia di vacanze, sole e sogni. È in questo clima d'evasione che viene pubblicato "Papillon", l'incredibile storia di Henri Charrière, condannato ai lavori forzati, evaso più volte, promosso imprenditore in Venezuela e poi autore di un libro che venderà milioni di copie nel mondo. Scritta su grandi quaderni di scuola e inviata a un editore a Parigi, la sua autobiografia piena di immaginazione sarà il più grande successo letterario del dopoguerra, il best-seller dell'estate del '69 sulle spiagge e nei saloni letterari.
Il trionfo, la fortuna e la rivincita di un vecchio galeotto. E poco importa se le storie raccontate non sono documentate, se il suo autore si è concesso qualche libertà con la verità, il suo viaggio immobile attira l'attenzione di Hollywood che produce nel 1973 un film con Steve McQueen e Dustin Hoffman. È con questa eredità, un classico della letteratura e del cinema, che deve vedersela Michael Noer, replicando sullo schermo le avventure di un innocente rinchiuso e per tre volte evaso. Come il classico di Franklin J. Schaffner, il Papillon di Noer affronta il tema delle condizioni disumane di detenzione dei prigionieri e la parabola di un uomo più forte del suo destino, un destino implacabile che lo condanna al buio e alla solitudine di una colonia penale. Ma più del dramma sociale e la denuncia degli orrori penitenziari, è l'amicizia il motore del film e la ragione che muove il protagonista tra i personaggi e i luoghi comuni del genere: il direttore sadico, il carcerato brutale, quello che cerca scampo nell'arte o quello che lo cerca negli affetti, la minaccia della violenza omosessuale, la cella di isolamento...
Più interessato a descrivere che interrogare le verità sociali, il regista appoggia il film sulla fraternità e su cosa sia la vera libertà per i suoi protagonisti. Charlie Hunnam e Rami Malek raccolgono rispettivamente il testimone di McQueen e Hoffman impostando il racconto a partire dall'energia della speranza e attraverso uno stile (recitativo) di forte fisicità, che oppone alla prigionia il movimento continuo all'interno della cella. I cinque passi di Papillon, incessantemente ripetuti in una direzione e nell'altra, disegnano per due anni una traiettoria immota che nutre (e annuncia) l'evasione nell'opera letteraria. La pazienza o piuttosto l'ostinazione del Papillon di Hunnam servono (a) un solo scopo: la fuga.
Tutta la suspense riposa allora su un progressivo montare della tensione che opprime lo spettatore consumando il protagonista tra violenze e mezze razioni. Sisifo in potenza, Papillon è condannato allo scacco almeno fino al giorno in cui il suo piccolo amico non gli offre con una visita l'antidoto alla fatalità. Come la versione originale, Papillon soffre la perdita di intensità dell'insieme e una maniera passiva di gestire le scene in cattività. Come il romanzo di Charrière gioca la carta dell'avventura fuori dalla cella accumulando peripezie. Come il forzato redento dei "Miserabili", il suo eroe denuncia le ingiustizie giudiziarie e abita un film di sopravvivenza oltre ogni previsione. Un momento di spettacolo un po' ovvio e derivativo ma con una propria indubbia piacevolezza. Un ritratto imprigionato in una trascrizione convenzionale e lontana come l'isola del Diavolo dalla mitologia della grande e flemmatica evasione di Sturges, Renoir o Siegel.
Il film del 2017 e sugli schermi in questi giorni è un remake dell'omonimo film del 1973 interpreti Steve Mc Queen e Dustin Hofmann con la regia di Franklin Schaffner buon regista americano (Il pianeta delle scimmie, Patton generale d'acciaio) e con la sceneggiatura di Donald Trumbo (uno dei più noti sceneggiatori di Hollywood: Vacanze romane, Exodus, Spartacus e così via) [...] Vai alla recensione »
“Papillon” (id., 2017) è il quarto lungometraggio del regista danese Michael Noer. Per togliere ogni dubbio iniziale, almeno per chi scrive, il film per buona parte delude. Qualche sequenza alza l'asticella del medio(cre) e il finale per alcune scritte e musiche che ci fanno ricordare quello che la finzione non fa vedere praticamente mai.
Era veramente necessario un remake di Papillon? La risposta probabilmente è no, ma il film di Michael Noer riesce comunque a salvare il salvabile e a rivelarsi un’opera persino godibile, se approcciata con la mente sgombra da pregiudizi e riottosità. "Papillon" di Noer conserva gli aspetti peggiori del precedente (prolissità e uniformità dell’intreccio), [...] Vai alla recensione »
Questo"Papillon"(2017, Michael Boer), che si pretende "remake"dell'originale di Schaffner(1973), rispettando la sceneggiatura di Dalton Trumbo, che allora tornava al cinema dopo la lunga sospensione comminatagli dal maccartismo("COmmissione per le attività antiamericane), ispirato al romanzo autobiografico del vero"Papillon", Henry Charrière, si [...] Vai alla recensione »
Tocca al giovane trentottenne Michael Noer, riportare al cinema il remake dell’apprezzato film del 1973. Film ispirato ad uno dei romanzi di più grande successo di tutto il dopo guerra, “Papillon” pubblicato nel 1969. Effettivamente il compito non era facile, visto il grande successo sia del libro che del film, interpretato ai tempi da Steve McQueen e Dustin Hoffmann. [...] Vai alla recensione »
Dopo la versione del 1973 tratta dal libro omonimo con Steve McQueen e Dustin Hoffman la storia di Papillon viene riportata sul grande schermo per la seconda volta dal regista Michael Noer. Nella Parigi degli anni 30 il ladro Henri Charrière detto Papillon (Charlie Hunnam) viene ingiustamente accusato di omicidio e condannato all’ergastolo.
Grottesca e inopportuna la trasposizione di questo remake, affidata al giovane Michael Noer, filmaker 40enne alla prima esperienza d’elite, perciò buttato in pasto da una disordinata produzione a girare la versione di un inarrivabile capolavoro come Papillon. Raggiungere le vette originali era ovviamente impensabile, anche per gli organizzatori di questa pellicola, ma ciò che [...] Vai alla recensione »
il film ha come protagonisti Henri "Papillon" Charriere, un ladro accusato ingiustamente di omicidio, e Luois Dega, un contabile falsario; entrambi sono deportati per svolgere lavori forzati in un carcere nella Guaiana Francese per scontare le rispettive condanne; Papillon cercherà in tutti i modi di evadere e sarà per ben 2 volte posto in cella di isolamento.
Un lungo film che ti coinvolge in una storia che purtoppo è vera. Ottima recitazione e regia.
La domanda più opportuna è quella se fosse davvero necessario un remake del celebre Papillon interpretato negli anni '70 da Steve McQueen, perchè il paragone per forza di cose è naturale fra i due film e senza nulla togliere a questo remake, l'originale rimane senza dubbio superiore. La storia rimane fedele, ma il film perde di sentimento e l'assenza di alcune [...] Vai alla recensione »
Se non ci fosse stato il Papillon di Hoffman e Mc Queen del 1973,poteva essere anche sufficiente,ma per un cinefilo come me che ha visto la versione"vecchia"almeno 20 volte,il confronto con questo cosidetto rifacimento risulta inutile seppur ce'un inizio e una fine un POCHETTO diversa.Poi e'persinoe'con il frasario uguale alla versione originale.
Non riesco a capire, soldi a parte, l'esigenza di un remake sapendo già di non poter competere con l'originale, è come se io che sono un cantante volessi rifare alcuni brani di Stevie Wonder, ci sono stati tuttavia fallimenti peggiori, penso per esempio a "Travolti dal Destino" con Madonna e Adriano Giannini e tanti altri, Hunnam e Malek non recitano male e forse le [...] Vai alla recensione »
Strano effetto retrò e insieme ricalco patinato, il remake del best seller (in libreria come al cinema), quando i film sui prigionieri ai lavori forzati e le grandi fughe per la libertà sapevano di emancipazione giovanile, giustizia e idealismo. Ma adesso? Resta l'avventura, ed è assai interessante come una storia per immagini, in risonanza con le immagini di un tempo, oggi sembri un'altra storia. Vai alla recensione »
Un remake di Papillon? Quasi una bestemmia cinematografica cercare di ripetere il capolavoro del '73 con Steve McQueen e Dustin Hoffman. Però, sarebbe un errore etichettare questa nuova versione, proposta da Michael Noer, come semplice rifacimento del precedente. Anche perché, e non va dimenticato, entrambi i film sono adattamenti di un'opera letteraria, ovvero il romanzo omonimo scritto da quello [...] Vai alla recensione »