laurence316
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sabato 21 ottobre 2017
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horror scontato e convenzionale, senza mordente...
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... che non rende giustizia al romanzo
Si dice che adattare le opere di Stephen King per il grande (e piccolo) schermo sia impresa ardua, e la grande mole di film e serie TV per nulla riuscite induce quasi a pensare che potrebbe in effetti essere proprio così.
Jump-scares, superficialità e banalità
Ma non si tratta solo di una questione di fedeltà alla pagina scritta, quanto piuttosto di una questione di essere in grado di proporre, nell’eventualità in cui si decida di deviare anche profondamente dal materiale d’origine, qualcosa in alternativa.
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... che non rende giustizia al romanzo
Si dice che adattare le opere di Stephen King per il grande (e piccolo) schermo sia impresa ardua, e la grande mole di film e serie TV per nulla riuscite induce quasi a pensare che potrebbe in effetti essere proprio così.
Jump-scares, superficialità e banalità
Ma non si tratta solo di una questione di fedeltà alla pagina scritta, quanto piuttosto di una questione di essere in grado di proporre, nell’eventualità in cui si decida di deviare anche profondamente dal materiale d’origine, qualcosa in alternativa. Qualcosa, possibilmente, di sensato e ben costruito, qualcosa di qualitativamente equiparabile.
Cosa che questo It come una miriade di altri adattamenti non si dimostra assolutamente in grado di fare. Non è in grado di ricreare l’atmosfera, quell’impalpabile sensazione di ansia e inquietudine che permeava quasi come una cappa di smog le strade, i vicoli, le case, i canali dell’ormai quasi mitica città di Derry, Maine, nelle pagine del romanzo, e, di conseguenza, ripara sua una serie di facili e banali spaventi meccanici che spesso non sortiscono neppure l’effetto sperato, ovvero si fanno via via sempre più involontariamente ridicoli e insopportabili. Perché, questo It di Muschietti, al suggerire preferisce il mostrare platealmente, scadendo per forza di cose nella banalità e nella convenzione, alle sfumature, alle sfaccettature e alle molte interpretazioni rintracciabili nel romanzo preferisce le jump scares e la computer-graphic.
Il film si configura così come un’estenuante maratona di oltre due ore in cui praticamente ogni scena si apre e si chiude alla stessa maniera, con un rumore, un suono, un movimento che attira l’attenzione di questo o quel personaggio e poi con una fugace apparizione di It che, si suppone, dovrebbe suscitare inquietudine mentre invece molto spesso finisce solo per sortire l’effetto opposto (e poi, al di là della generale bassa qualità dell’adattamento televisivo del 1990, quell’ormai iconico Pennywise il Clown di Tim Curry risultava, sinceramente, molto più inquietante e disturbante di questa nuova incarnazione, col volto di Bill Skarsgård).
Così facendo, comunque, si riduce la complessità del romanzo e le conseguenti potenzialità del film ad una successione di scenette che invece che far paura finiscono per farsi, via via, sempre più involontariamente esilaranti (vedi il clamoroso caso dell’uscita dallo schermo che manco in The Ring).
Un mosaico di scenette che non fanno paura, ovvero l'incapacità di fare l'horror
Ma quel che è ancor più grave è che queste numerose scene finiscono per annoiare perché portano lo spettatore a chiedersi quale sia il senso di assistere per oltre due ore alla continua e stanca riproposizione dei più disparati e scalcinati cliché dell’horror (clown malefici, mummie, mostri della laguna nera, cose inanimate che prendono vita, c’è veramente di tutto), oltreché, nel caso il qual spettatore abbia anche letto il romanzo d’origine, a chiedersi per quale oscuro motivo gli sceneggiatori non abbiano seguito lo stesso meccanismo dell’opera scritta, ovvero di fare in modo di riunire prima i protagonisti per poi, gradualmente (ed è questa la parola chiave) rivelare degli incontri che ognuno di loro ha avuto con la propria più recondita paura, incarnata da It, e, di conseguenza, rendere il tutto molto più sensato.
Nel modo in cui si è scelto di realizzare il film, invece, tutto accade troppo in fretta, si pone lo spettatore di fronte ad un mosaico raffazzonato di scene spesso senza alcun collegamento tra loro (salvo che per il fatto che i ragazzi vedono qualcosa), i sette diventano poi amici nello spazio di un secondo e non c’è alcun approfondimento di nessuno di loro (tanti bei personaggi, come Richie, Ben, Stan, Eddie sono semplicemente sprecati).
Incapacità anche di raccontare l'infanzia
E c’è anche da dire che il film non eccelle per nulla neanche sull’altro versante della narrazione, quello del racconto di formazione e della profonda amicizia che lega il gruppo dei “Perdenti” (nel caso di incertezze o dubbi, bastava andare a riguardarsi Stand By Me per rendersi conto di come andava realizzato).
La sceneggiatura e la regia, insomma, semplificano eccessivamente la storia, dando vita ad un adattamento che più convenzionale non si può. La fotografia è buona e anche gli effetti speciali lo sono (ma non poi così tanto, date le ristrettezze di budget), ma in questo It c’è veramente poco altro degno di nota (forse le interpretazione degli attori bambini, tra i quali spicca Sophia Lillis), e il finale si configura probabilmente come uno dei più sfrontatamente ridicoli degli ultimi anni, (allerta spolier, per quel che è possibile spolierare, s'intende) con una montagna di cianfrusaglie attorno alla quale ruotano una miriade di corpi fluttuanti (visione che non si capisce da dove derivi) e la disfatta in quattro e quattr’otto del clown a colpi di bastonate e sprangate (fine spoiler), avendo cura poi, nei successivi due minuti, di ricordare allo spettatore che trattasi solo del “primo capitolo”. Come se ci fossero stati dubbi, al riguardo.
In sintesi, It è un film mediocre, realizzato con l’unico intento di abbracciare la più larga fetta di pubblico possibile, e sembra quasi autodefinirsi con la frase tracciata col sangue su una delle tre porte: “Not Scary At All” (“Per nulla spaventoso”).
In attesa che esca il secondo capitolo (ammesso che si sia disposti a vederlo, dopo essersi dovuti sorbire una tonnellata di banalità già in questo primo atto), meglio andare a recuperarsi il romanzo del Re dell'Orrore ed immaginarsi come il film sarebbe dovuto essere stato realizzato ma non sarà mai realizzato in una Hollywood che più che alla qualità guarda a fare quadrare i bilanci.
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tom87
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martedì 7 novembre 2017
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horror che non rende molta giustizia al libro
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“It”, tratto dal celebre libro di Stephen King, arriva per la prima volta al cinema con la regia di Muschietti, dopo la versione televisiva degli anni ’90.
Il risultato perà è appena accettabile. E' una pellicola che ha tentato di tradurre soprattutto lo spirito del libro, le atmosfere delle vicende e le caratterizzazioni dei suoi piccoli personaggi. Un gruppo di ragazzi osservati nel passaggio cruciale tra l'età adolescente e l'età adulta, in una vicenda traslata dagli anni '50 agli anni '80; realizzando così una sovrapposizione tra due epoche diverse ma ben stratificate tra di loro: il tempo in cui l’autore rievoca i propri traumi di bambino si somma a quello dello spettatore che ha letto il romanzo.
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“It”, tratto dal celebre libro di Stephen King, arriva per la prima volta al cinema con la regia di Muschietti, dopo la versione televisiva degli anni ’90.
Il risultato perà è appena accettabile. E' una pellicola che ha tentato di tradurre soprattutto lo spirito del libro, le atmosfere delle vicende e le caratterizzazioni dei suoi piccoli personaggi. Un gruppo di ragazzi osservati nel passaggio cruciale tra l'età adolescente e l'età adulta, in una vicenda traslata dagli anni '50 agli anni '80; realizzando così una sovrapposizione tra due epoche diverse ma ben stratificate tra di loro: il tempo in cui l’autore rievoca i propri traumi di bambino si somma a quello dello spettatore che ha letto il romanzo.
L’opera dunque, alla pari del libro, rievoca con nostalgico e amaro sapore lo spirito inquieto dell'adolescenza, quello del romanzo di formazione, quello della provincia rurale americana segnata dal male: un male nascosto nei luoghi più imprevedibili (le fogne), nelle figure fanciullesche più impensabili (il clown Pennywise), ma, soprattutto, nella natura violenta dell’uomo, nonché nel mistero del soprannaturale.
Con una messinscena abbastanza solida, ma poco immaginifica, il regista punta tutto sugli effetti horror e sulle dinamiche dei rapporti tra i personaggi, dove la paura da combattere diventa metafora anche della loro crescita, e la solidarietà data dall’amicizia è l’unica forza per difendersi dal male.
Lo script si confronta con il mito che ha accompagnato la lavorazione e questa nuova versione è una riflessione sul rapporto di reciproca contaminazione tra l’universo creativo di King e quello del grande schermo (il suo immaginario, le sue esigenze, ecc).
Però il film, nel suo complesso, non risulta molto efficace, e alcuni suoi fondamentali aspetti (atmosfere, vicende, caratterizzazioni) meritavano un trattamento molto meno semplificato e superficiale di questo.
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buho
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domenica 5 novembre 2017
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talmente brutto da mettere tristezza
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Non posso dire che non me l'aspettavo.
A dir la verità ci si sente presi in giro guardandolo perchè si percepisce nettamente che questo film ha come unico scopo gli incassi al botteghino.
Come è già stato detto, è un film mediocre, con attori perlopiù insignificanti e inespressivi, senza spessore (vedi Billy per esempio..insipido è dir poco).
Parolacce a manetta da adolescenti anche un pò malati di mente. Non è possibile sentire una parola e un ''c a z z o'' in continuazione soprattutto da parte di bambini che dovrebbero avere 10 anni.
Il film è fitto in jump scares e non rende sicuramente giustizia al romanzo e che comunque in molte scene sa di ''già visto''.
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Non posso dire che non me l'aspettavo.
A dir la verità ci si sente presi in giro guardandolo perchè si percepisce nettamente che questo film ha come unico scopo gli incassi al botteghino.
Come è già stato detto, è un film mediocre, con attori perlopiù insignificanti e inespressivi, senza spessore (vedi Billy per esempio..insipido è dir poco).
Parolacce a manetta da adolescenti anche un pò malati di mente. Non è possibile sentire una parola e un ''c a z z o'' in continuazione soprattutto da parte di bambini che dovrebbero avere 10 anni.
Il film è fitto in jump scares e non rende sicuramente giustizia al romanzo e che comunque in molte scene sa di ''già visto''.
Manca totalmente di atmosfera, è un collage di scene scollegate fra loro, dove ogni 5 minuti compare il mostro di turno, lo zombie ecc.. Davvero noioso.
Ciò che più colpisce è come siano poco in sintonia fra loro i ragazzi del gruppo dei perdenti.
Sembrano stati buttati là giusto per fare il film, infatti la storia del loro incontro e di tutta la magia che li unisce nella loro infanzia e che li terrà uniti per sempre non viene approfondita affatto! Ma questo dovrebbe essere il perno di ''IT''.
Brava l'attrice che interpreta Beverly Marsh, peccato per il personaggio, perchè bisogna ammettere quanto sia irritante per tutto il film.
Innanzitutto dimostra 16 anni, e per tutto il tempo si comporta come se fosse una donna di 30 anni che ha a che fare con dei tontoloni di 6 anni..davvero improbabile e soprattutto esageratissimo.. La ragazza non ha una debolezza, è praticamente un alieno. (A tal proposito vorrei lanciare un sassolino: come si sentiranno le ragazzine se andiamo avanti così ad inculcare loro questi modelli di ragazze bellissime e molto più adulte della loro età? Delle Wonder woman ''so tutto io'' che risultano di fatto estremamente antipatiche? E qui chiudo).
Si è esagerato.
Beverly fin dal primo momento in cui compare è una strafiga (si), molto sicura di sè e con una bella parlantina. Perchè mai dunque viene presa in giro a scuola? Questo davvero non si capisce nel film. (Un pò mi ricorda il nuovo ''Carrie'': una piccola modella nella parte della ''sfigata''). Senz'altro strategia di marketing per lanciare queste piccole modelle, ma se veramente ci tenete a fare un bel film gli obiettivi dovrebbero essere altri. Evidentemente a queste persone non importa affatto questo aspetto.
E vogliamo parlare del Clown? Deprimente. A parte che dovrebbe essere un clown ultra centenario, invece si nota che è un ragazzo (strategia di marketing?), a parte che ha questi labbroni da battona e quei denti da coniglio che proprio no.... Ma il vero problema è che questo clown fa paura solo a guardarlo.. si aggira sempre nell'ombra, ed è sempre arcigno.. Si è un problema, perchè la vera paura dei clown sta nel fatto che sono innoqui. Ed é proprio questo contrasto che fa paura. Il fatto che una cosa così rassicurante nasconda qualcosa di così spaventoso. Anche questo è un perno di ''IT'' che in questo film non esiste. A questo punto mi potevano mettere un vampiro che va tanto di moda di questi tempi.
Effetti speciali al computer noiosi, i palloncini fatti palesemente al computer non fanno paura.
In sintesi è un moderno film horror qualunque, per millenials, che non fa appassionare e non riesce a creare un legame col pubblico. Non chiamatelo ''IT''.
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colette84
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giovedì 26 ottobre 2017
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it: la intrasponibile cosa kinghiana?
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Dopo aver letto per la terza volta IT, mi sono resa conto che forse è semplicemente intrasponibile.
Putroppo, nonostante l'ottimo cast (specialmente Eddie e Richie), la delusione a partire sopprattuto dal secondo tempo è stata palpabile.
BIG Bill dove sei? Dov'è in realtà la tua magica Silver? Perchè balbetti così poco? Dov'è la tua aurea potente davanti la quale i tuoi amici darebbero la vita per te senza se e senza ma?
Tartaruga dove sei? A farti una nuotata in fondo al letto del fiume Kenduskeag?
Eppure... bastava solo una regia più coraggiosa per rendere bene ciò che molti ritengano, con totale assenza di cognizione, abbia fatto questo film: non tradire lo spirito del romanzo.
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Dopo aver letto per la terza volta IT, mi sono resa conto che forse è semplicemente intrasponibile.
Putroppo, nonostante l'ottimo cast (specialmente Eddie e Richie), la delusione a partire sopprattuto dal secondo tempo è stata palpabile.
BIG Bill dove sei? Dov'è in realtà la tua magica Silver? Perchè balbetti così poco? Dov'è la tua aurea potente davanti la quale i tuoi amici darebbero la vita per te senza se e senza ma?
Tartaruga dove sei? A farti una nuotata in fondo al letto del fiume Kenduskeag?
Eppure... bastava solo una regia più coraggiosa per rendere bene ciò che molti ritengano, con totale assenza di cognizione, abbia fatto questo film: non tradire lo spirito del romanzo.
Muschietti non è stato capace di riportare il sentimento di amicizia che si crea pagina dopo pagina, quella totale abnegazione che puoi avere solo all'età di 11 anni.
Non riesce a far capire che, se quell'estate del 58, (non del 88... ma non è questo il problema) si sono ritrovati tutti e 7 insieme, è stato per predestinazione, perchè guidati da una forza superiore, interiore e .. cosmica.
E tradisce lo spirito del romanzo ancora di più, perchè non fa intendere che Pennywise ha terrore dei nostri 7 e in più di un'occasione dovrebbe intimarli a non continuare il loro affronto.
Il rapimento di Bev (totalmente pretestuoso) non solo non è in linea con questo sentimento, ma spezza il magico circolo del 7 che non si ritrova, se non per un momento in Neibolt street e alla fine quando invece di ingaggiare quella magnifica lotta mentale con Bill, decidono di prenderlo a legnate e basta.
Si rendeva necessaria una maggiore visionarietà, un lato mentale e metafisico più presente.
Immagino che molti si siano chiesti cosa volesse dire: Stanno Stretti sotto i letti sette spettri a denti stretti.. è non solo uno sciogli-lingua... è una formula magica.
La fantastica architettura del romanzo, viene completamente azzerata, avendo scelto di trasporre prima la parte svoltasi nella pre-adolescnza e poi quella che avviene durante l'età adulta.
E' un romanzo che si presterebbe più a una serie ben fatta per tutto il materiale in essa contenuto (compresi tutti gli interludi) che ad un film, specie così diviso.
L'unica scena non presente nel romanzo, ma comunque bella è il bagno alla cava, ma ovviamente è sempre di King, presa a prestito da Stand By Me, film che invece centra il suo obiettivo e che, come suggerisce anche un altro utente, Muschietti avrebbe fatto bene a guardare molto attentamente.
Sono delusa per ques'occasione mancata, e bisogna dire che anche sul piano squisitamente orrorifico, pecca grandemente.
Il senso di terrore che trasmette il romanzo è basato sull'immaginazione del lettore.
Ma perchè allora non imparare questa importante lezione e non lasciare un pò di scene in sospeso? Un pò di sano "non vedo"?
La nostra immaginazione supera qualsiasi rappresentazione.
E non credo occoressero chissà che budget per fare questo, se qualcuno voleva lamentarsi dei 35 milioni di dollari stanziati.
Io, inotre, non ho percepito IT, non l'ho percepito intessuto nelle strade di Derry, negli occhi dei suoi abitanti... due scene non sono sufficienti a trasmettere il marcio su cui è fondata Derry.
In definitiva, ciò che auspico è che qualcuno, visto l'enorme successo che comunque sta riscuotendo, decida di dare alla cosa kinghiana la giusta trasposizione nella forma più consona: una bella serie di 10/12 puntate che seguano esattamente l'andamento del romanzo.
O sennò, facciamoci bastare la carta stampata e la nostra immaginazione, che non ci tradirà mai.
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gustibus
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domenica 29 ottobre 2017
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adolescenza,amicizia,horror!
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Hai capito Andy Muschietti?..Questo film arriva in Italia con un incasso di quasi 700milioni di dollari,un passaparola da paura è scritto da voi e'l'horror piu'visto all'uscita di sempre.Praticamente ha battuto L'esorcista?...Io ho ancora un video cassetta IT del 1990..praticamente un "filmetto"di 3 ore!?Questo IT del 2017 e'intriso di furbizia cinematografica.Sette ragazzi adolescenti..14anni?..tra cui una femmina e chiamati "i recenti"formano tra paure e coraggio un solido gruppo di amici contro i bulli nella citta' di Derry nel Maine che poi e'la citta'di Stephen King l'inventore di questo clown "Pennywise"che ogni 27annifa scomparire molti ragazzi.
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Hai capito Andy Muschietti?..Questo film arriva in Italia con un incasso di quasi 700milioni di dollari,un passaparola da paura è scritto da voi e'l'horror piu'visto all'uscita di sempre.Praticamente ha battuto L'esorcista?...Io ho ancora un video cassetta IT del 1990..praticamente un "filmetto"di 3 ore!?Questo IT del 2017 e'intriso di furbizia cinematografica.Sette ragazzi adolescenti..14anni?..tra cui una femmina e chiamati "i recenti"formano tra paure e coraggio un solido gruppo di amici contro i bulli nella citta' di Derry nel Maine che poi e'la citta'di Stephen King l'inventore di questo clown "Pennywise"che ogni 27annifa scomparire molti ragazzi.Io non mi soffermo su king o sulla differenza dei due "IT"Qui ce'il regista che ha fatto la differenza e non perche'il film e'un capolavoro!assolutamente non lo e'!pero'lo furbizia di aver girato un racconto sulle tematiche adolescenziali,sconfinando in un racconto socialmente non corretto..il bullismo tema molto attuale e si è addentrato nella violenza domestica prendendo spunto che sia colpa del clown,ma è sua la colpa?ma?..la cosa piu'bella e'quando appare IT..veramente horror è con immagini forti!Qui non siamo dalle parti dei Goonies!Ci sara'il seguito!scontato è sicuro!Non ce'di meglio?Accontentiamoci!Gli incassi cosi'elevati non arrivano per niente.Nella sua mediocrita'questo IT deve entrare nello spirito giovane.Ecco la sua forza!
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rrrobbberto
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venerdì 27 ottobre 2017
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grande delusione (per i lettori di king)
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Una delusione immane.
Ho letto il libro due volte (e non sono un divoratore di libri!).
Una storia pazzesca, geniale. Uno Stephen King magistrale. Bastava che il.film seguisse il più possibile il libro per diventare un capolavoro. Ed invece ecco una storia campata in aria, scenette singole costruite ad hoc solo per spaventare il pubblico con apparizioni improvvise di mostri di ogni genere.
Effetti speciali ovviamente ottimi, ma questo film doveva chiamarsi in un altro.modo...Perché di IT, di quello vero, c'è ben poco (ammetto che la scena finale, rispetto al primo film, è senza dubbio più vicina alle parole di King).
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Una delusione immane.
Ho letto il libro due volte (e non sono un divoratore di libri!).
Una storia pazzesca, geniale. Uno Stephen King magistrale. Bastava che il.film seguisse il più possibile il libro per diventare un capolavoro. Ed invece ecco una storia campata in aria, scenette singole costruite ad hoc solo per spaventare il pubblico con apparizioni improvvise di mostri di ogni genere.
Effetti speciali ovviamente ottimi, ma questo film doveva chiamarsi in un altro.modo...Perché di IT, di quello vero, c'è ben poco (ammetto che la scena finale, rispetto al primo film, è senza dubbio più vicina alle parole di King).
Per concludere..Se hai letto il libro non andare assolutamente. Se non l'hai letto, prima guarda il film è poi torna a casa per leggere il libro!
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(di mondolucio)
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amarolucano
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lunedì 30 ottobre 2017
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non paragonabile al romanzo
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Se paragoniamo questo film al romanzo è oggettiva la bocciatura e stessa cosa per il clown con quello interpretato da Tim Curry nel precedente film tv (era molto più reale e per questo decisamente più spaventoso).
Togliendo qualsiasi confronto, questo film mi sembra comunque più che accettabile: è un film horror atipico, perchè il tema centrale non è il "mostro" ma l'amicizia indissolubile tra i ragazzi che assieme riescono a combattere qualcosa di apparentemente incontrastabile, ovvero "It", che non è solo il clown, ma tutta la città rappresentata da genitori ostili, bulli senza scrupoli e adulti indifferenti.
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Se paragoniamo questo film al romanzo è oggettiva la bocciatura e stessa cosa per il clown con quello interpretato da Tim Curry nel precedente film tv (era molto più reale e per questo decisamente più spaventoso).
Togliendo qualsiasi confronto, questo film mi sembra comunque più che accettabile: è un film horror atipico, perchè il tema centrale non è il "mostro" ma l'amicizia indissolubile tra i ragazzi che assieme riescono a combattere qualcosa di apparentemente incontrastabile, ovvero "It", che non è solo il clown, ma tutta la città rappresentata da genitori ostili, bulli senza scrupoli e adulti indifferenti.
Probabilmente se vogliamo qualcosa che assomigli di più al romanzo è necessaria una serie tv per prendersi il giusto tempo per creare un mondo interiore ed esteriore che in poche ore un film non può realizzare.
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udiego
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sabato 21 ottobre 2017
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galleggeremo tutti
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Dopo il più che positivo "La Madre" Andy Muschietti si cimenta alla realizzazione del remake di uno dei cult della cinematografia Horror mondiale "IT". Obiettivamente credo che non ci sia bisogno di dilungarsi troppo sui contenuti dell'opera, già ben sviscerati nell'analizzare il romanzo di Stephne King ed il primo film originale. Il mondo dei più piccoli, le loro paure ed il loro inconscio in contrapposizioni al mondo degli adulti, disinteressati, menefreghisti e distratti quando si tratta di ascoltare i più piccoli, sono anche qui rappresentati come erano rappresentati nei precedenti lavori. Il regista in questo caso riesce nella non facile prova di dare qualcosa di suo al prodotto, senza eseguire una mera e semplice scopiazzatura, ma allo stesso tempo senza stravolgere la natura e le atmosfere tanto caratteristiche del film originale.
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Dopo il più che positivo "La Madre" Andy Muschietti si cimenta alla realizzazione del remake di uno dei cult della cinematografia Horror mondiale "IT". Obiettivamente credo che non ci sia bisogno di dilungarsi troppo sui contenuti dell'opera, già ben sviscerati nell'analizzare il romanzo di Stephne King ed il primo film originale. Il mondo dei più piccoli, le loro paure ed il loro inconscio in contrapposizioni al mondo degli adulti, disinteressati, menefreghisti e distratti quando si tratta di ascoltare i più piccoli, sono anche qui rappresentati come erano rappresentati nei precedenti lavori. Il regista in questo caso riesce nella non facile prova di dare qualcosa di suo al prodotto, senza eseguire una mera e semplice scopiazzatura, ma allo stesso tempo senza stravolgere la natura e le atmosfere tanto caratteristiche del film originale. In "IT" non c'è la paura come la percepiamo noi grandi (da qui le lamentele da parte di alcuna parte del pubblico), ma ci sono le paure come le provano i più piccoli, da quelle più banali come passare davanti ad un quadro dal volto inquetante a quelle più importanti dopo esperienze traumatizzanti. "IT" per molti (anche per il sottoscritto) è stato il film che li ha battezzati al cinema dell'horror e della paura e credo che sinceramente anche questo prodotto abbia tutte le caratteristiche, rivisitate ai tempi moderni, di riprendere quel ruolo che aveva assunto il suo predecessore. voto 3.5/5
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ilcritico89
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sabato 21 ottobre 2017
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galleggiare sulla poltrona del cinema
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Titoli di coda: APPLAUSI IN SALA!
Difficile andare a vedere un film horror al cinema e trovare gente che applaude alla fine, anzi solitamente i commenti sono: che schifezza,soldi buttati,horror?
Invece il remake del film sul pagliaccio più famoso e inquietante del grande schermo è stata una bella sorpresa,finalmente un film Horror come si deve.
Lasciamo perdere i paragoni su ogni aspetto con il film uscito nel 1990 e quale sia il pagliaccio più inquietante e valutiamo il film per quello che è.
Gli effetti speciali sono stupendi,probabilmente uno dei miglior film horror sotto questo aspetto.
La storia è raccontata bene anche se non so se sia coerente e fedele ai libri perchè non letti,i ritmi giusti e i dialoghi tra i ragazzini sono spesso divertenti e spezzano la tensione.
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Titoli di coda: APPLAUSI IN SALA!
Difficile andare a vedere un film horror al cinema e trovare gente che applaude alla fine, anzi solitamente i commenti sono: che schifezza,soldi buttati,horror?
Invece il remake del film sul pagliaccio più famoso e inquietante del grande schermo è stata una bella sorpresa,finalmente un film Horror come si deve.
Lasciamo perdere i paragoni su ogni aspetto con il film uscito nel 1990 e quale sia il pagliaccio più inquietante e valutiamo il film per quello che è.
Gli effetti speciali sono stupendi,probabilmente uno dei miglior film horror sotto questo aspetto.
La storia è raccontata bene anche se non so se sia coerente e fedele ai libri perchè non letti,i ritmi giusti e i dialoghi tra i ragazzini sono spesso divertenti e spezzano la tensione.
Riguardo puramente l'aspetto della paura non si può dire che sia un film che ti faccia saltare dalla poltrona(ormai quale film horror riesce a farlo?) ma riesce a trasmetterti tensione e tenerti incollato fino alla fine senza i soliti e ormai abusati jump scare ma grazie all'ottima interpretazione degli attori e come già detto agli effetti speciali.
Insomma a mio parere un bellissimo film e un ottimo remake cosa difficile da realizzare e trovare in altri film al giorno d'oggi.
Unica nota negativa è che bisognerà "galleggiare" fino a fine 2019 per vedere la seconda parte.
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a.auris
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martedì 14 novembre 2017
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muschetti non galleggia: naviga.
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Derry 1988. In una piovosa giornata d’ottobre, il piccolo Giorgie esce di casa per giocare con la sua barchetta di carta. Dopo poco, questa finisce in uno scarico fognario, dal quale compare un clown. Il bambino, anche se titubante, si avvicina al pagliaccio che gli porge il suo giocattolo. Di Giorgie non rimarrà altro che sangue portato via dalla pioggia. Derry 1989. I casi di bambini scomparsi aumentano sempre di più, tanto da far scattare il coprifuoco. Bill non si è ancora rassegnato alla misteriosa sparizione del fratello minore Giorgie. Il giovane e il suo gruppo di amici (il Club dei Perdenti), oltre a dover far fronte a un clima di tensione generale, si troveranno a lottare contro l’entità che ha ucciso Giorgie e tutti gli altri scomparsi: It/Pennywise il clown ballerino.
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Derry 1988. In una piovosa giornata d’ottobre, il piccolo Giorgie esce di casa per giocare con la sua barchetta di carta. Dopo poco, questa finisce in uno scarico fognario, dal quale compare un clown. Il bambino, anche se titubante, si avvicina al pagliaccio che gli porge il suo giocattolo. Di Giorgie non rimarrà altro che sangue portato via dalla pioggia. Derry 1989. I casi di bambini scomparsi aumentano sempre di più, tanto da far scattare il coprifuoco. Bill non si è ancora rassegnato alla misteriosa sparizione del fratello minore Giorgie. Il giovane e il suo gruppo di amici (il Club dei Perdenti), oltre a dover far fronte a un clima di tensione generale, si troveranno a lottare contro l’entità che ha ucciso Giorgie e tutti gli altri scomparsi: It/Pennywise il clown ballerino. Quest’ultimo cambia forma a suo piacimento, trasformandosi nelle più grandi paure dei ragazzi, così da farli spaventare e renderli più gustosi quando si nutrirà di loro. Bill è bramoso di vendetta, e i suoi amici sono disposti a tutto pur di salvare altre vite innocenti, oltre che aiutare il loro amico.
It di Andy Muschetti è il primo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Stephen King. Anche se non si può attribuire a questa pellicola il titolo di remake della miniserie televisiva del 1990 diretta da Tommy Lee Wallace, con Tim Curry nei panni di Pennywise, è evidente il legame che unisce queste due opere.
Andy Muschetti riadatta il capolavoro di King in un horror che rispetta i gusti della nostra epoca (basti pensare che il film sia ambientato negli anni ’80, e non nei ’50 come nel libro). L’estetica fa da padrona in questo quadro ben dipinto dal regista argentino, quasi monopolizza tutta la pellicola, tanto da essere, a volte, ridondante. Egli mira alla soddisfazione dello spettatore in ogni scena; non accetta la “censura televisiva” a cui si sottoponeva la miniserie. <>. Questo avrà pensato Muschetti in fase di realizzazione. L’atmosfera è molto più fredda, molto più crudi sono gli omicidi del clown, molto più inquietanti sono le paure dei ragazzi, molto più psicotici (quasi fino al ridicolo) sono i bulli che perseguitano il Club dei Perdenti. Pennywise è davvero ben interpretato da Bill Skarsgård, un attore in crescita, pronto a sbarcare il lunario, e a diventare una delle nuove grandi star di Hollywood. Stesso discorso va porto ai giovani attori che stupisco, primo tra tutti Finn Wolfhard (Richie), che, dopo un’ottima prima stagione di Stranger Things, si consacra come uno degli interpreti più promettenti del momento. Mai banale, e mai scontato, riesce a tenere il pathos dall’inizio alla fine, senza fatica. La storia è quella di sempre, gran parte di noi la conosce sin da bambini, eppure viene reinventata, in modo da risultare comunque inaspettata. Forse, però, un piccolo neo in uno dei migliori horror degli ultimi tempi, c’è: l’aspetto formativo ed educativo di It è lasciato in secondo piano (non eliminato, ma anteposto all’estetica), rendendolo un prodotto quasi meramente orrifico. In sostanza, It è un film da vedere, il suo incredibile successo al botteghino è meritato. È una pellicola cruda, e bella visivamente. Vi stupirete guardando Pennywise ballare in modo schizofrenico con il fuoco alle spalle, così come quando ammirerete tutto ciò che avreste voluto nella miniserie, ma che non vi è stato concesso.
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