It - Capitolo uno

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Un film di Andy Muschietti. Con Bill Skarsgård, Owen Teague, Jaeden Martell, Finn Wolfhard, Wyatt Oleff.
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Titolo originale It. Horror, durata 135 min. - USA 2017. - Warner Bros Italia uscita giovedì 19 ottobre 2017. - VM 14 - MYMONETRO It - Capitolo uno * * * - - valutazione media: 3,03 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Pennywise is back Valutazione 4 stelle su cinque

di annalisarco


Feedback: 3475 | altri commenti e recensioni di annalisarco
giovedì 19 ottobre 2017

 Sono passati 27 anni dalla messa in onda la miniserie firmata da Tommy Lee Wallace del 1990. Ricordo perfettamente quelle serate in cui, per la prima volta, vidi la storia della città di Derry, divise in due serate del preserale. Due serate dedicate a lui, Pennywise, il pagliaccio creato dalla mente del maestro dell'horror Stephen King e perfettamente interpretato da Tim Curry. Avevo poco più di 4 anni, perché venne trasmessa in Italia nel 1994, e non potevo certo capire il messaggio importante che c'era dietro quel film, ero troppo piccola e troppo spaventata da quel clown. È stato il trauma di tutti i bambini degli anni '90, perché hanno vissuto - in piccolo - le stesse frustrazioni dei protagonisti della storia. Niente pagliacci assassini, fortunatamente, ma il non essere capiti e creduti dagli adulti, c'era eccome. BillBenRichieStanBevMike ed Eddie sono i sette fortunati, i bambini che riescono a sopravvivere ad It. Nessun adulto gli credeva, nessuno li aiutava, e il pagliaccio demoniaco colpiva proprio i più piccoli. Questo è ciò che ha fatto di Pennywise l'incubo della mia generazione, quel mostro che attaccava proprio noi bambini e che non veniva nemmeno visto dai genitori. Eppure, ogni volta che quella miniserie veniva mandata in onda, noi eravamo lì. E a 27 anni di distanza ho visto con piacere la sala cinematografica piena di ragazzi della mia età. La generazione Pennywise potremmo chiamarci, quelli che si sono lasciati traumatizzare dal clown, ma che allo stesso tempo lo hanno amato tanto da essere lì a quasi 30 anni di distanza. It del romanzo è buffo, ironico, a volte sboccato, estremamente simile a quello della miniserie, descritto come Roland McDonald's, e di fatti Tim Curry era vestito e truccato così. Il nuovo It, interpretato da Bill Skarsgård, si discosta da questo personaggio, prende una sembianza più inquietante e più adatta agli anni della sua ambientazione. Il primo lavoro accurato della nuova (anzi prima) trasposizione cinematografica è stato appunto il cambio di date. Il romanzo si svolge alla fine degli anni '50, la miniserie negli anni '60, mentre il film del 2017 diretto da Andres Muschietti alla fine degli anni '80. Scelta intelligente, considerando il fatto che il Pennywise di Curry oggi non avrebbe spaventato nessuno, e che il pubblico cinematografico è ben diverso da quello televisivo. Trenta anni fa era facile per un bambino sfuggire al controllo dei genitori e vedere di nascosto It in televisione, in un misto di paura ed emozione. Oggi, un genitore non porterebbe mai il figlio piccolo al cinema a vedere una cosa del genere, anche perché il film è vietato ai minori di 14 anni. Dunque Pennywise si è dovuto adeguare al suo pubblico, mettendo da parte il suo aspetto inizialmente quasi rassicurante e la sua verve buffa e spesso divertente. È rimasto il mostro, il clown che in pochi punti del film cerca di far sorridere, ma non ci riesce. C'è da dire che il nuovo pagliaccio non fa nemmeno così paura, e questo è un bene perché si torna al concetto iniziale poco prima accennato: il messaggio. Stephen King nelle sue 1300 e poco più pagine ha voluto raccontare più storie. Non quella del pagliaccio, ma quella dell'individuo, dell'amicizia e dell'intera comunità, associato a comportamenti egoistici, violenti e di omertá. A mio parere, l'appellativo maestro dell'horror viene interpretato in modo riduttivo da chi si aspetta qualcosa di cruento. King è il re dell'horror, ma per il semplice fatto che lui sa raccontare l'orrore del mondo nelle sue parti più meschine e buie in un modo crudo e indelebile. Sono cresciuta, ho letto il suo romanzo, e adesso so cosa stava cercando di dirci e so perché in tutto quel male che veniva mostrato nella miniserie, io continuavo a guardare. È l'amicizia, è il sapere che insieme si può sconfiggere qualsiasi cosa, il messaggio che agire e non voltare le spalle è l'unica cosa giusta da fare. Pennywise è il mostro creato dall'intera comunità di Derry, una città che sa e che tace, che lascia l'orrore succedersi giorno dopo giorno. Una città che giudica, che ha pregiudizi, che lascia passare la violenza, che ti spinge a chiederti se sei tu ad essere sbagliato, che ti fa male. Una società, quella descritta da King 30 anni fa, non molto diversa da quella di oggi. Tutto questo ha preso forma, è diventato il nostro incubo, vivo e capace di uccidere. È Pennywise, il pagliaccio mutaforma che si nutre di questo orrore. Ognuno di qei ragazzi ha un mostro alle spalle: che sia il padre violento di Bev, o i pregiudizi nei confronti di Mike per il suo colore di pelle o di Ben per la sua corporatura, o ancora il problema attualissimo del bullismo. Qualunque cosa sia, Derry glielo farà pesare. Questi fantasmi non saranno facili da scacciare, soprattutto nel momento in cui prendono una forma reale. Eppure, insieme, i ragazzi riescono in qualcosa che nessun altro è riuscito a fare: affrontare i loro demoni, rispondere alle ingiustizie, non voltare le spalle. L'insegnamento è grande, soprattutto dato da un gruppo di bambini che si auto definiscono "perdenti". Eppure perdenti sono quei cittdini ignoranti e codardi che imboccano quel mostro, e con cui abbiamo a che fare ogni giorno nella nostra vita. Un'estate per trovarsi, per rafforzare i loro legami, per capire di non essere soli. Se gli adulti sembrano causare solo guai e girarsi di fronte ai problemi, i bambini non lo fanno. Questo film mi ha stupito, non pensavo potesse essere tanto fedele al messaggio originale dell'autore. Mi aspettavo un horror come tanti, invece non lo è.  L'ambientazione, le musiche, il trucco, tutti riporta agli anni '80 in modo impeccabile. Le scene fondamentali sono state rispettate, rendendo molto felici noi fans esigenti. Per le nuove generazioni, è un messaggio che deve essere lanciato. Inoltre, è un ritorno ad un passato senza tecnologia, senza il costante uso del cellulare, dove la bicicletta Silver di Bill è più utile di qualsiasi apparecchio tecnologico. I pomeriggi insieme, anche senza far nulla di particolare, le chiacchierate, le passeggiate alla ricerca di qualcosa di nuovo: un pezzo di anni 80-90 raccontato alla perfezione. Altra scelta piú che azzeccata consiste nel dividere la storia in due parti. Il primo capitolo, quello in sala adesso, racconta il coraggio dei 7 ragazzi, fino alla presunta scinfitta del pagliaccio. Il secondo capitolo, parlerà del suo ritorno 27 anni dopo, e di come la squadra deve tornare insieme per avere una chance di battere nuovamente Pennywise. Assolutamente positivo il giudizio sul nuovo It che, si spera, appassionerà anche i nuovi spettatori.

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mokujohn venerdì 20 ottobre 2017
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Un buon commento, che in generale condivido anche se, sia per la forma che per l'entusiasmo espresso soprattutto nella parte centrale, mi sembra maggiormente rivolto al romanzo, attribuendo al film un'analisi poco tencica e, per l'appunto, molto romantica. Quando uscì la miniserie io ero perfettamente coetaneo dei ragazzi protagonisti, e la vicinanza alle loro difficoltà, non solo quelle relative all'incapacità degli adulti di capirli a pieno, era totale. Allo stesso tempo però, anche le scenografie, il ritmo e l'interpretazione del clown, riuscivano a scendere nel profondo, inquietando e lasciando un segno per cui, negli anni, il solo pensiero bastava a riproporre la stessa vivida sensazione di terrore. [+]

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