andrea golembiewski
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mercoledì 13 settembre 2017
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maestoso e originale
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un film di guerra ma originale come ti aspetti da nolan, con tutto il "mestiere", suo e di hans zimmer, per creare ritmo e tensione (penso al ticchettio di orologio ed altre malizie)...una prospettiva in prima persona sulla sopravvivenza su terra/aria/acqua, con le sensazioni di questi elementi. i primi piani e la parte delle navi civili inglesi rendono bene l'aspetto emotivo senza però scadere troppo nella retorica. il "nemico" è de-personalizzato, sembra essere parte della natura ostile, al pari delle onde - nemici non sono i tedeschi ma i veicoli, i proiettili da loro comandati. anche i protagonisti sembrano secondari rispetto alla maestosità del film stesso: questo è sia un punto a favore che a sfavore (resta un'impressione, una sensazione forte della guerra ma non ci si innamora di un personaggio in particolare.
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un film di guerra ma originale come ti aspetti da nolan, con tutto il "mestiere", suo e di hans zimmer, per creare ritmo e tensione (penso al ticchettio di orologio ed altre malizie)...una prospettiva in prima persona sulla sopravvivenza su terra/aria/acqua, con le sensazioni di questi elementi. i primi piani e la parte delle navi civili inglesi rendono bene l'aspetto emotivo senza però scadere troppo nella retorica. il "nemico" è de-personalizzato, sembra essere parte della natura ostile, al pari delle onde - nemici non sono i tedeschi ma i veicoli, i proiettili da loro comandati. anche i protagonisti sembrano secondari rispetto alla maestosità del film stesso: questo è sia un punto a favore che a sfavore (resta un'impressione, una sensazione forte della guerra ma non ci si innamora di un personaggio in particolare. peraltro uno degli attori è harry styles ex one direction). il "tempo" è come sempre la chiave dei film di nolan...il regista si muove lungo la linea del tempo per intrecciare le varie storie e punti di vista (che rendono il film scorrevole - di nuovo a differenza di altri film di guerra). non si può ignorare la regia, basti pensare solamente a cosa significa girare delle scene sopra degli aerei della WWII...piccola curiosità uno degli Spitfire è in realtà uno Yak-52, aereo sovietico a due posti adoperato per alloggiare la camera IMAX e riprendere le scene dell'abitacolo :-) Andrea Golembiewski
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elpiezo
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martedì 12 settembre 2017
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magnifico!!!!
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Durante la guerra, sul confine tra Francia e Belgio 400.000 soldati inglesi, circondati dai panzer tedeschi, attendono a lungo di essere rimpatriati. Con impeccabile giudizio Christopher Nolan descrive un episodio chiave del secondo conflitto. Un modo inedito ed angosciante di narrare la guerra, attraverso molteplici punti di vista che collimano in una narrazione ineccepibile. L'assillante colonna sonora di Hans Zimmer e la volontaria rinuncia agli effetti speciali rendono Dunkirk un capolavoro umanitario che non può assolutamente mancare in una degna filmografia bellica.
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martedì 12 settembre 2017
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dunkirk...non servirebbe nemmeno il titolo.
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Sono di parte con Nolan. Il film lo apprezzi nel momento in cui esci dalla sala e ti guardo attorno. Tutto appare "strano" perché si è appena tornati da una missione di guerra, nella distesa del mare e nei lontani orizzonti del cielo. I rumori attorno destano l'attenzione perché hai appena vissuto lo shock del pericolo che incombe prima altrealle orecchie e poi agli occhi. Solo per questo tornerò a vederlo. Il film è semplicemente bello. Non vuole insegnare nulla, non vuole stupire nessuno. È una semplice macchina del tempo.
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domenicomaria
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martedì 12 settembre 2017
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la casa inghilterra
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Ho visto 4 volte questa pellicola. Vedo opinioni diverse, spesso contrastanti;vedo giudizi molto ricchi di contrasti. Dico subito che secondo me,non siamo al capolavoro assoluto, ma non ci siamo lontani.Diverse scene mi sono rimaste impresse, e certamente i contenuti pur se non originalissimi in quanto tali, sono esposti certo in una forma molto originale, ermetica, verrebbe da dire in senso letterario.Dialoghi stringati ma ad alto "peso specifico",grandi attori che scolpiscono con intensità il proprio personaggio e comparse,non meno memorabil(il vecchio cieco a fine film, che, dando la coperta al soldato, in fondo siamo solo riusciti a sopravvivere, "e hai detto niente!"), E' un film "nudo", senza un milligrammo di retorica, in senso stretto,assoluto.
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Ho visto 4 volte questa pellicola. Vedo opinioni diverse, spesso contrastanti;vedo giudizi molto ricchi di contrasti. Dico subito che secondo me,non siamo al capolavoro assoluto, ma non ci siamo lontani.Diverse scene mi sono rimaste impresse, e certamente i contenuti pur se non originalissimi in quanto tali, sono esposti certo in una forma molto originale, ermetica, verrebbe da dire in senso letterario.Dialoghi stringati ma ad alto "peso specifico",grandi attori che scolpiscono con intensità il proprio personaggio e comparse,non meno memorabil(il vecchio cieco a fine film, che, dando la coperta al soldato, in fondo siamo solo riusciti a sopravvivere, "e hai detto niente!"), E' un film "nudo", senza un milligrammo di retorica, in senso stretto,assoluto.Non direi proprio che i Tedeschi siano becchini che si avventano su impotenti.I soldati sono armati; è vero che sia francesi e inglesi non avevano ancora assaggiato in presa diretta lo strapotere della Wehrmacht, che, proprio in questo primo anno di guerra(ma si potrebbe arrivare ancora fino a El Alamein Ottobre '42), ha una forza propulsiva terribile(sempre grazie a quel deficente mentecatto di Clemenceau che a Versailles nel 19 ottenne di umiliare e mettere alla fame la Germania, nonostanti i borbottii inglesi, le nobili tesi di Wilson e una Italia assai mal rappresentata: forse anche con un vecchio Giolitti avremmo evitato il Fascismo: metti un individuo dotato di carisma, pur se ultrareazionario e razzista, che a un popolo 2 volte messo alla fame nera propone e propina sogni di domino quantomeno continentale, ci cascarono quasi tutti, vedi Jasper e i 6 gradi della colpa, uomo della strada compreso e primo responsabile,pur se involontario.)Questo è eccellente nella pellicola. La consapevolezza di aver avuto un primo contatto devastante.Si poteva immaginare che i tadeschi si erano molto riarmati, erano molto carichi ecc. e tutti i pipponi di ipotesi e notizie filtrate,della serie sono brutte bestiacce ma ce la faremo...un cavolo!Ritravolgono i Francesi,i Belgi gli Olandesi e stanno per farsi il boccone più grosso, l'Esercito Inglese.Storia vera, questo mi esalta e mi appassiona, storia vera. IL coraggio di raccontare un crollo . Ma, diciamolo pure,meraviglioso l'arrivo della flotta da diporto, appunto, "La Patria". Il senso del dovere,la accoglienza,la assistenza,l'aiuto,il senso di corpo e di sacrificio, che in un momento così nero,splende oltre il nero. Da Dunkirk l'Inghilterra riparte,sola per ora,con prospettive di molte batoste, appunto fino a El Alamein,ma con la certezza che l'ideale del mondo libero deve poter soffocare l'istinto della caverna e della preda.E su tutto e tutti il simbolo dello Spitfire "Gli Angeli Protettori" con un gioiello in mano(e che motore!Rolls Royce Merlin).Anche per questo, non può mancare fede e fiducia. Temibilissimi gli Stuka e i Messerschmidt,chi lo nega, ma la successiva Battaglia di Inghilterra è la consacrazione di una arma che è simbolo, oltre che strumento.(ricordo il vecchio film 1968 "La Battaglia di Inghilterra":a un disgustato Goring,risponde un pilota tedesco, come fare per conquistare l'Inghilterra?"Datemi uno Spitfire") A Dunkirk il simbolo diciamo che entra in scena per la prova generale;e scatena ovazioni.Da inoculare ai giovani.Il miglior sentimento di appartenenza, che dà dignità e spessore a un popolo, non solo ai giovani, in dosi massicce.
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l''uomodellasala
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martedì 12 settembre 2017
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il capolavoro di nolan
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il capolavoro definitivo di Nolan. un film di guerra ben lontano dai soliti americani. ogni aspetto tecnico, dalla fotografia alla colonna sonora, è perfetto. la storia, anzi le storie, sono straordinaria, personaggi semplici ma che ti riescono a prendere, sopratutto un patriotismo diverso dal solito, più realistico. l'idea del nemico invisibile è geniale, poichè rende la guerra più psicologica. scene mozafiato, sopra tutte l'ultimo volo di Tom Hardy.
e a chi critica il film dicendo che è noioso, faccio notare che non è il solito film americano con la Normandia e le battaglie, ma è una ritirata, dove la minaccia dei nemici non è fisica, ma psicologica.
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il capolavoro definitivo di Nolan. un film di guerra ben lontano dai soliti americani. ogni aspetto tecnico, dalla fotografia alla colonna sonora, è perfetto. la storia, anzi le storie, sono straordinaria, personaggi semplici ma che ti riescono a prendere, sopratutto un patriotismo diverso dal solito, più realistico. l'idea del nemico invisibile è geniale, poichè rende la guerra più psicologica. scene mozafiato, sopra tutte l'ultimo volo di Tom Hardy.
e a chi critica il film dicendo che è noioso, faccio notare che non è il solito film americano con la Normandia e le battaglie, ma è una ritirata, dove la minaccia dei nemici non è fisica, ma psicologica.
e francamente trovo infantili le persone che criticano il film solo perchè di Nolan, senza dare sufficienti spiegazioni.
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kleber
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martedì 12 settembre 2017
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in principio fu la brexit
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E' fin troppo evidente la costruzione di un'epica della Brexit, nel bel film di Nolan.
i BRITANNICI sono in difficoltà ma rigorosamente "queue up" ai moli, si mettono ordinatamente in fila per passare di nuovo quel fatale braccio di mare che frettolosamente e per troppa generosità passarono, e tornare in Patria, così vicina ma irraggiungibile, per "ricominciare" la guerra che sta andando male. I TEDESCHI non sono mai nominati; sono semplicemente "il nemico", cieco e bestiale, capace solo di cecchinaggio su scala industriale, ai danni di soldati inermi e navi della Croce Rossa.
I FRANCESI, alleati infidi e neghittosi, meglio perderli che trovarli; si insinuano nelle file di soldati britannici per scappare di là anche loro, ed appesantire la barca britannica con un coté di soldati neri coloniali con elmetto adrian.
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E' fin troppo evidente la costruzione di un'epica della Brexit, nel bel film di Nolan.
i BRITANNICI sono in difficoltà ma rigorosamente "queue up" ai moli, si mettono ordinatamente in fila per passare di nuovo quel fatale braccio di mare che frettolosamente e per troppa generosità passarono, e tornare in Patria, così vicina ma irraggiungibile, per "ricominciare" la guerra che sta andando male. I TEDESCHI non sono mai nominati; sono semplicemente "il nemico", cieco e bestiale, capace solo di cecchinaggio su scala industriale, ai danni di soldati inermi e navi della Croce Rossa.
I FRANCESI, alleati infidi e neghittosi, meglio perderli che trovarli; si insinuano nelle file di soldati britannici per scappare di là anche loro, ed appesantire la barca britannica con un coté di soldati neri coloniali con elmetto adrian.
E' giunto il momento, per la Gran Bratagna, di seppellire l' EUROPA di YALTA e rifondare l'Europa di Dunkirk. Quella Dunkirk / Brexit che ai soldatini britannici pareva una sconfitta ma vennero celebrati in Patria come i precursori della futura Vittoria.
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no_data
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lunedì 11 settembre 2017
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massima delusione
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Erano anni che uscendo dal cinema non provavo una delusione così cocente. Come si fa a realizzare un film con tutte scene di guerra ove l'esercito inglese , sotto il tiro dei tedeschi, resta ammucchiato su una spiaggia aperta per giorni e giorni senza trovare riparo in attesa di una nave amica ? E' ovvio che i soldati inglesi sono vittime dei tedeschi. Come si fa a pensare che navi da guerra inglesi quando subiscono attacchi da parte di aerei tedeschi non si debbano difendere con mitragliere fisse presenti come contraerea ? E' mai possibile che l'esercito inglese sia formato solo da ragazzini ventenni? Per non parlare poi della mancanza di disciplina nell'esercito inglese. Prima di realizzare un film che non vuole essere una parodia mi prenderei cura di raccogliere quante più informazioni utili e sopratutto reali.
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Erano anni che uscendo dal cinema non provavo una delusione così cocente. Come si fa a realizzare un film con tutte scene di guerra ove l'esercito inglese , sotto il tiro dei tedeschi, resta ammucchiato su una spiaggia aperta per giorni e giorni senza trovare riparo in attesa di una nave amica ? E' ovvio che i soldati inglesi sono vittime dei tedeschi. Come si fa a pensare che navi da guerra inglesi quando subiscono attacchi da parte di aerei tedeschi non si debbano difendere con mitragliere fisse presenti come contraerea ? E' mai possibile che l'esercito inglese sia formato solo da ragazzini ventenni? Per non parlare poi della mancanza di disciplina nell'esercito inglese. Prima di realizzare un film che non vuole essere una parodia mi prenderei cura di raccogliere quante più informazioni utili e sopratutto reali. Quale è la storia del film ? solo la fuga dal territorio francese verso l' Inghilterra e nulla più . Un pò pochino per paragonare questo film ai migliori film prodotti. L'unica verità , ma non ci voleva il film a scoprirla , è l'inutilità della guerra. ernesto
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darkobserver
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lunedì 11 settembre 2017
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perché nuovo film di nolan è un capolavoro
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NO SPOILER Agosto/Settembre 2017. Esce in Italia l'ultimo, atessissimo e acclamato film di Christopher Nolan. Molte le discussioni sul ritenere questo film un capolavoro o meno. Ecco perché andrebbe considerato tale, ignorando indiscutibili qualità già elogiate da moltissimi altri recensori.
Per decenni nella guerra cinematografica abbiamo visto sul grande schermo storie di epiche e vittoriose battaglie, storie romantiche con i bombardamenti a fare da sfondo, con personaggi caratterizzati fino all'osso, dei quali conoscevamo quasi tutto. Personaggi a cui il pubblico, affezionatosi, non esitava a regalar loro qualche lacrima nei momenti più drammatici.
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NO SPOILER Agosto/Settembre 2017. Esce in Italia l'ultimo, atessissimo e acclamato film di Christopher Nolan. Molte le discussioni sul ritenere questo film un capolavoro o meno. Ecco perché andrebbe considerato tale, ignorando indiscutibili qualità già elogiate da moltissimi altri recensori.
Per decenni nella guerra cinematografica abbiamo visto sul grande schermo storie di epiche e vittoriose battaglie, storie romantiche con i bombardamenti a fare da sfondo, con personaggi caratterizzati fino all'osso, dei quali conoscevamo quasi tutto. Personaggi a cui il pubblico, affezionatosi, non esitava a regalar loro qualche lacrima nei momenti più drammatici. È una delle tante regole della settima arte: lo sviluppo di un arco narrativo e una caratterizzazione profonda di un personaggio affinché il pubblico possa trovare sintonia con esso. Metodo ritenuto fondamentale in quasi tutti i film, bellici inclusi.
Nolan però sovverte a questa regola, mettendo in scena un cast corale che ci regala personaggi privi di alcuna caratterizzazione o di qualsiasi arco rilevante. Nessun protagonista. Nessun personaggio memorabile. Nolan prende 400 000 uomini e li sbatte in un purgatorio in terra: si riesce a vedere il paradiso, ma alle spalle incalza l'inferno. Un'esperienza bellica viscerale, il cui scopo è quello di angosciare lo spettatore, farlo aggrappare alle proprie poltrone, negandogli il compiacimento visivo di altri blockbusters. La guerra fa paura e basta. Eppure questo inferno distaccatamente collettivo racconta meglio l'umanità di quanto abbiano mai fatto i suoi predecessori. Quelle migliaia di elmetti per la prima volta non rappresentano soldati guidati da valori, ma uomini che vogliono solo tornare a casa, e che si attaccheranno alle più pericolanti barchette pur di tornarci. Puro istinto di sopravvivenza. Nessuna battaglia vittoriosa. Nessuna bandiera da piantare. Nessun trionfo di retorica. Solo un popolo che vuole mettere in salvo i suoi fratelli da un incubo. Per la prima volta nel cinema bellico il voler vincere sul nemico passa in secondo piano, schiacciato dall'importanza della sopravvivenza, del ritorno a casa, del ritorno alla vita, della solidarietà, dell'aiuto reciproco.
"Sono stati battuti da Hitler? Pazienza, ora l'importante è che riescano a tornare sani e salvi"
Sembrano dire gli equipaggi delle quasi trecento imbarcazioni civili partite in soccorso. Un trionfo di umanità fra i più strazianti mai espressi su schermo. E Nolan riesce in questo senza il bisogno di soldati con problemi personali, dediti inverosimilmente a raccontare qualsiasi cosa di loro allo spettatore. Nolan dimostra che la regola citata precedentemente non trova fondatezza nel cinema bellico. E non tutti sono disposti ad accettare subito questa cosa, ormai abituati a decadi di film bellici completamente diversi. Molti si sono lamentanti di questa mancanza di "veri" personaggi, ma Nolan fa scacco matto al suo stesso pubblico. È veramente necessario conoscere un personaggio per essere emotivamente coinvolti di fronte alle sue crude e realistiche peripezie, come essere schiacciati a sardina su un molo pronti per essere decimati da aerei nemici? Quando vediamo in tv stragi terroristiche, abbiamo bisogno di conoscere le persone coinvolte per poter provare dispiacere per loro? La risposta appare semplice.
Dunkirk così finisce, fra le altre cose, per essere una denuncia contro quella mancanza di umanità che paradossalmente affligge molte branche del cinema, e lo fa spiazzando completamente lo spettatore, che a primo impatto percepirà il capolavoro umanitario Dunkirk come un film freddo, emotivamente vuoto. E a giudicare da molti pareri in giro, ci è riuscito pienamente.
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cristian
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lunedì 11 settembre 2017
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nolan non delude, mai!
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Christopher Nolan non riesce proprio a deludere la platea perché, come pochi registi al mondo, le sue esigenze e quelle del pubblico collimano. Nolan è insieme l’attrazione principale e il pubblico in trepidazione, la risposta alle richieste emotive e visive più profonde. Il regista britannico, con Dunkirk, realizza un film che è al di sopra della mera etichettatura di genere e che si manifesta come esperienza totalmente immersiva e ansiogena, che fa del tempo e degli elementi naturali i vessilli di un ennesimo successo destinato a durare e a resistere all’inesorabile trascorrere degli anni.
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Christopher Nolan non riesce proprio a deludere la platea perché, come pochi registi al mondo, le sue esigenze e quelle del pubblico collimano. Nolan è insieme l’attrazione principale e il pubblico in trepidazione, la risposta alle richieste emotive e visive più profonde. Il regista britannico, con Dunkirk, realizza un film che è al di sopra della mera etichettatura di genere e che si manifesta come esperienza totalmente immersiva e ansiogena, che fa del tempo e degli elementi naturali i vessilli di un ennesimo successo destinato a durare e a resistere all’inesorabile trascorrere degli anni.
Dunkerque, Francia, maggio 1940. L’esercito tedesco ha ormai accerchiato quello inglese, costretto con 400 mila uomini sulla spiaggia della cittadina e pronto a evacuare. L’operazione di recupero prevede anche l’utilizzo di imbarcazioni civili mentre l’unica arma a disposizione dell’esercito sono gli aerei Spitfire. Il resto è storia.
Tra terra, acqua e aria … domina il tempo
La tensione nel nuovo film di Nolan, Dunkirk, è palpabile sin dai primi fotogrammi che vedono protagonista il giovane personaggio di Fionn Whitehead (Tommy) che scappa all’interno della deserta cittadina, in preda al fuoco nemico. Inglesi e Francesi, alleati, provano a difendersi dal nemico tedesco che di fatto è invisibile, mai mostrato, una presenza che, come una imperscrutabile voce che echeggia all’interno di una caverna profonda, ti avvolge, ti circonda ma a cui non si riesce a dare un volto. Il concetto di accerchiamento viene concettualizzato da Nolan che affida le cause della disfatta ad una forza eterea, intoccabile e quindi, di fatto, invincibile. Bastano pochi minuti perché la cinepresa si affacci sullo spazio immenso della spiaggia di Dunkirk, dove quasi 400 mila anime inglesi attendono gli aiuti necessari per poter tornare in patria e scampare alla morte. Da questo momento la musica avvolgente di Hans Zimmer accompagna da co-protagonista i nostri personaggi. La colonna sonora pressoché incessante di Zimmer fa le veci dei dialoghi, sulla spiaggia pressoché assenti, e il costante e ritmico ticchettio di un orologio invisibile ma presente negli animi dei soldati che contano con ansia i minuti, le ore, i giorni che li separano da casa, fa prendere coscienza nello spettatore della precarietà della situazione. Tre sono le ambientazioni scelte dal regista, tutt’e tre rappresentano altrettanti elementi: terra, aria, acqua. Se sulla terra abbiamo dunque le truppe da salvare, in cielo ci sono tre Spitfire, fuoco di copertura della ritirata, mentre in mare si segue la vicenda di un peschereccio civile partito dalle coste britanniche, pronto a dare rifugio a quanti più soldati possibile. Tre le ambientazioni e altrettante sono le linee temporali di cui Nolan è sempre stato innamorato. Come in Inception (2008) e Interstellar (2014), Nolan si diverte a modellare il tempo come creta e quel che ne viene fuori è un insieme di ansia e coinvolgimento fuori dal comune, che solo un regista dal talento sconfinato e innamorato delle emozioni viscerali può creare. I tre tempi di narrazione mostrati attraverso il montaggio alternato sono destinati, ovviamente, ad incrociarsi e più si avvicinano tra loro maggiore è il grado di immersione dello spettatore nelle vicende dei personaggi di cui si cerca di far vivere, per quanto possibile, lo stato di tensione e paura che, in un’ultima analisi, stimolano una presa di coscienza personale degli eventi storici. Esemplare è il trattamento di alcune vicende viste da prospettive diverse che ingannano, sospendono il giudizio e infine chiariscono. Totalmente coinvolgenti sono le soggettive e semi soggettive dei piloti degli Spitfire e non da meno si dimostrano i giochi con la cinepresa immersa nelle acque marine con i poveri soldati in cerca di vie di fuga o, ancora, quando, sempre come i soldati, ballonzola a pelo d’acqua alla ricerca di ossigeno. In Dunkirk vincono le emozioni umane, quelle primordiali che scaturiscono da situazioni di panico e pericolo immediato: gesta altruistiche, e non, si alternano durante l’ora e tre quarti di spettacolo, persone comuni che cercano di salvare la propria vita a tutti i costi, contravvenendo, nel bene e nel male, alle futili regole scritte da chi se ne sta in poltrona a decidere del destino di giovani vite.
Il cast e i personaggi
I personaggi in Dunkirk, diversamente dal solito, mancano di un passato e di una caratterizzazione definita. Ciò che conta e che lega lo spettatore ad ogni potenziale sopravvissuto è la condizione presente, quanto mai vacillante e che da un momento all’altro può crollare.
Fionn Whitehead: Tommy
Personaggio principale delle vicende legate alla spiaggia della cittadina francese, Tommy è uno dei milioni di giovanissimi coinvolti nel secondo conflitto mondiale. È dunque un ragazzo come tanti, che in una situazione di pericolo cerca di salvare a tutti i costi la propria vita non rinunciando all’umanità e ai propri sogni per un futuro lontano dal campo di battaglia e da vivere in pace. Voto: 7 e mezzo
Tom Hardy: Farrier
Espressivo anche con una maschera costantemente al volto (come il suo Bane ne Il cavaliere oscuro - Il ritorno), il Farrier di Tom Hardy è il pilota di uno dei tre Spifire destinati ad abbattere gli aerei nemici che cercano di raggiungere la spiaggia di Dunkirk per sterminare gli inglesi accerchiati. Farrier rappresenta perfettamente il soldato che adempie ai suoi compiti, che si sacrifica e mette a repentaglio la propria vita per salvarne numerose altre. Voto: 8
Mark Rylance: Mr. Dowson
Mr. Dowson incarna la figura del padre che va in soccorso dei suoi figli in pericolo. Il personaggio di Rylance, sprezzante del pericolo, decide di prendere il suo peschereccio e partire alla volta della guerra per trarre in salvo i suoi compatrioti. Un non velato senso di colpa affligge Mr. Dowson che fa parte di quella generazione che decide di mandare a morire dei ragazzi e quindi, seppur indirettamente, si sente responsabile nei confronti di quei poveri giovani uomini. Voto: 8
Dunkirk è un piacere per gli occhi e per i sentimenti. Il ritmo lento, poi frenetico e di nuovo lento è sempre, costantemente, coinvolgente grazie a musiche e riprese che creano un’atmosfera di pieno realismo. In molti attendevano Nolan al varco con questa che era considerata la sua prova del nove, il primo confronto con un tema storico. Non solo Nolan ha superato brillantemente il difficile compito ma ha consegnato al mondo, ancora una volta, un’opera imperdibile.
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mariaelena
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domenica 10 settembre 2017
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lodi del cielo della terra e del mare
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Amo i film di guerra, dove si avverte lo sforzo inumano di sopravvivere uccidendo, di riscattare la morte attraverso la vittoria e la gloria per affermare una propria ideologia in cui si finge di credere per legalizzare i crimini in cui ci si perde.... Amo quindi questo genere quando l'elemento umano traspare da ogni azione e proprio per questa ragione il film di Nolan non mi ha coinvolto più
di tanto.
Il parlato è quasi assente, quando c'è è ridotto all'essenziale e manca assolutamente di pathos cosa che invece connota la musica
con quelle ossessive e frenetiche poche note che inducono insofferenza e, a mio parere, nuociono anche agli spettacolari piani
scenografici che avvolgono lo spettatore.
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Amo i film di guerra, dove si avverte lo sforzo inumano di sopravvivere uccidendo, di riscattare la morte attraverso la vittoria e la gloria per affermare una propria ideologia in cui si finge di credere per legalizzare i crimini in cui ci si perde.... Amo quindi questo genere quando l'elemento umano traspare da ogni azione e proprio per questa ragione il film di Nolan non mi ha coinvolto più
di tanto.
Il parlato è quasi assente, quando c'è è ridotto all'essenziale e manca assolutamente di pathos cosa che invece connota la musica
con quelle ossessive e frenetiche poche note che inducono insofferenza e, a mio parere, nuociono anche agli spettacolari piani
scenografici che avvolgono lo spettatore.
Vi è troppo "rumore" per un'azione di guerra che richiedeva un assoluto silenzio e una frettolosità di azioni in sordina.
Spiazzanti sono anche le figure dei civili che con una calma assoluta effettivamente troppo inglese si accingono a portare a termine l'azione di salvataggio dei soldati. Dai visi non traspare nessun coinvolgimento e pari stiano compiendo un salvataggio il cu risultato non sia messo neanche per un attimo in discussione. Anche la figura del comandante inglese è poco credibile con quel viso rasato di fresco,e l'uniforme perferttamente in ordine, il viso per nulla partecipe che si appresterà, portata a termina l'azione , a compierla nuovamente per salvare i soldati francesi rimasti a terra. E il roboante film termina con il suo sorriso sornione e sicuro.
Stupende le immagini di terra cielo e mare sconvolti dalla bufera umana che non risparmia.
.. Maria Elena
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