|
|
martinside
|
martedì 7 novembre 2017
|
spettacolare e potente
|
|
|
|
Girato bene, e me lo aspettavo, conoscendo le abilità di Christopher Nola, ma Dunkirk è un gioco ad incastri magnificamente costruito anche nella narrazione. Oltre alle inquadrature e ai paesaggi scelti, che sembra di volare e di affogare ad ogni momento, ci sono delle vicende umane su cui il regista ha puntato lo sguardo che parlano direttamente ad ogni singolo spettatore. E restano incise nel presente di ciascuno, anche di chi la guerra non l'ha sentita raccontare nemmeno dai nonni. Al pari di Schindler's List questo film è da proiettare in scuole e piazze
|
|
|
[+] lascia un commento a martinside »
[ - ] lascia un commento a martinside »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
ilcirro
|
lunedì 23 ottobre 2017
|
l'epica della sopravvivenza
|
|
|
|
Memorabile. Tre linee narrative che si intrecciano ad altissima velocità sullo sfondo dell'epica operazione Dynamo. Film potentissimo, aiutato dalla fragorosa colonna sonora dell'onnipresente Hans Zimmer. L'immenso lavoro autoriale di Nolan ha il non trascurabile pregio di produrre un film antiretorico: i grandi maestri del cinema insegnano che quando guardi la guerra con gli occhi di un soldato, l'unica cosa che ti può e deve interessare è di riportare a casa la pelle. Il resto non conta.
Che dire: forse un eccesso di spettacolarizzazione? Può darsi, ma in fondo, chi se ne importa.
Ci inchiniamo reverenti, maestro Nolan.
|
|
|
[+] lascia un commento a ilcirro »
[ - ] lascia un commento a ilcirro »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
greyhound
|
domenica 22 ottobre 2017
|
la resistenza di un popolo
|
|
|
|
Parlare di Dunkirk significa innanzitutto confrontarsi non con un film di guerra condito di sparatorie, offensive e qualsiasi altro elemento caratteristico di pellicole del genere, ma piuttosto descrivere ciò che è in realtà: un film che racconta la guerra. Nolan, soffermandosi su di un episodio rilevante ma tradizionalmente trascurato all’interno del secondo conflitto mondiale (si ricordi quanto spazio è stato dedicato alla Normandia o a Stalingrado), mette in scena la narrazione di un medesimo atto attraverso tre punti di vista: terrestre, marino e aereo; ognuno a propria volta aventi un orizzonte temporale difforme. Ovviamente lo spazio maggiore è dedicato ai soldati in attesa di essere ricondotti in quell’Inghilterra apparentemente vicina, ma che a causa dei bombardamenti aerei nemici diventa incredibilmente lontana.
[+]
Parlare di Dunkirk significa innanzitutto confrontarsi non con un film di guerra condito di sparatorie, offensive e qualsiasi altro elemento caratteristico di pellicole del genere, ma piuttosto descrivere ciò che è in realtà: un film che racconta la guerra. Nolan, soffermandosi su di un episodio rilevante ma tradizionalmente trascurato all’interno del secondo conflitto mondiale (si ricordi quanto spazio è stato dedicato alla Normandia o a Stalingrado), mette in scena la narrazione di un medesimo atto attraverso tre punti di vista: terrestre, marino e aereo; ognuno a propria volta aventi un orizzonte temporale difforme. Ovviamente lo spazio maggiore è dedicato ai soldati in attesa di essere ricondotti in quell’Inghilterra apparentemente vicina, ma che a causa dei bombardamenti aerei nemici diventa incredibilmente lontana. E qui, sulle spiagge francesi, si assiste ai comportamenti umani più diversi, andando dalla solidarietà estrema alla crudeltà verso colui il quale, seppur alleato, potrebbe divenire l’ostacolo ultimo verso la salvezza (il soldato francese). Ma probabilmente è nella visione “dal mare” e “dall’aria” che il regista da il meglio di sé, in special modo mostrando come nel momento della massima urgenza un intero popolo seppe reagire nonostante il pericolo (i marinai civili e le barche da diporto) o come nonostante il pericolo di non tornare alla base, i piloti decisero di scegliere la via più difficile pur di aiutare i proprio compagni. In ogni caso sono i quindici minuti finali a conferire a questo film la capacità di svettare sopra gli altri. E ciò può avvenire solamente grazie alla mirabile fotografia e all’interpretazione di Tom Hardy. La prima in particolare quando mostra il volo, anzi, la planata dello Spitfire della Raf che quasi miracolosamente abbatte il caccia nemico, prima di sorvolare le truppe inglesi e dirigersi verso le vuote spiagge francesi. Il secondo, invece, mette in scena un’interpretazione superba, superiore a qualsiasi altra da lui offerta, interpretando un pilota quasi senza volto e senza parole, e nonostante ciò in grado di dimostrare tutta la risolutezza, la fermezza e il coraggio necessari a sfidare il nemico e compiere una missione bigger than life (più grande della propria esistenza, come direbbero gli anglosassoni), andando verso un futuro incerto che potrebbe anche non ricondurlo più a casa. Da non dimenticare infine le commoventi scene finali dell’accoglienza dei sopravvissuti in Inghilterra, trattati come eroi proprio in virtù del loro ritorno, e le parole incitanti alla resistenza pronunciate da Winston Churchill. Sicuramente una pellicola da vedere e da conservare, anche solo per ricordare e comprendere ciò che riuscì a compiere l’Inghilterra, sola in quel momento, di fronte a quello che al tempo era un nemico soverchiante. Giustamente mai mostrato, proprio per aumentare psicologicamente il senso d’assedio.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a greyhound »
[ - ] lascia un commento a greyhound »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
dodix2013
|
lunedì 9 ottobre 2017
|
pessimo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
|
|
|
|
PESSIMO!!!!!!!!!!!!!!!
Non ho lasciato la sala solo perché ero in compagnia e mi sembrava maleducato farlo.
Film raffazzonato, confuso, rumorosissimo.
Duelli aerei interminabili in cui non si capiva chi erano i tedeschi e gli inglesi.
Quello che doveva essere l'asse portante del film, ossia l'intervento delle imbarcazioni private che avrebbero salvato i soldati inglesi, é stato liquidato in non più di cinque minuti.
Il resto casino, frastuono, effetti speciali. E tante tante comparse. Inutili.
Avevo letto che non era il classico film di guerra in quanto avrebbe trattato del salvataggio dei soldati inglesi.
Solo per questo sono andato a vederlo.
[+]
PESSIMO!!!!!!!!!!!!!!!
Non ho lasciato la sala solo perché ero in compagnia e mi sembrava maleducato farlo.
Film raffazzonato, confuso, rumorosissimo.
Duelli aerei interminabili in cui non si capiva chi erano i tedeschi e gli inglesi.
Quello che doveva essere l'asse portante del film, ossia l'intervento delle imbarcazioni private che avrebbero salvato i soldati inglesi, é stato liquidato in non più di cinque minuti.
Il resto casino, frastuono, effetti speciali. E tante tante comparse. Inutili.
Avevo letto che non era il classico film di guerra in quanto avrebbe trattato del salvataggio dei soldati inglesi.
Solo per questo sono andato a vederlo. Non amo i film di guerra.
E invece era solo un film di guerra.
Un PESSIMO film per giunta.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a dodix2013 »
[ - ] lascia un commento a dodix2013 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
igorbru73
|
sabato 7 ottobre 2017
|
bello ma senza anima
|
|
|
|
Dunkirk è un film visivamente splendido, ogni sequenza è curata alla perfezione, la musica è splendida e riesce ha portare la tensione ai massimi livelli.
Queste sono le cose positive, però per quanto mi riguarda, non esiste la parte emozionale, Nolan scegliendo di rinunciare ad un vero protagonista e di conseguenza alla caratterizzazione dei personaggi ( di loro non si sa praticamente nulla) ha reso questo film freddo. Il cinema è emozione, un film del genere dovrebbe farti uscire con il groppo in gola, come in Interstellar, ma purtroppo non è stato così. Un esperimento interessante ma malriuscito.
|
|
|
[+] lascia un commento a igorbru73 »
[ - ] lascia un commento a igorbru73 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
rumon
|
venerdì 6 ottobre 2017
|
occasione sprecata
|
|
|
|
Ricordo la sequenza di un film su Dunkerque, che purtroppo non sono riuscita a ritrovare, di un'opera girata poco dopo la fine della guerra. I mezzi tecnici erano primitivi, in confronto a quelli attuali. Ma la scena del salvataggio dei soldati, ad opera di una flotta raccogliticcia di natanti di ogni dimensione e tipo, pur se sgranata, troppo scura, etc., era coinvolgente, emozionava; tanto che ho dimenticato gran parte del film, ma non quella scena. Nel resto di quel film, c'era anche la ricostruzione di ciò che avevano fatto i comandi dell'una e dell'altra parte, per arrivare alla situazione drammatica di Dunkerque, con un intero esercito bloccato, che rischiava l'annientamento.
[+]
Ricordo la sequenza di un film su Dunkerque, che purtroppo non sono riuscita a ritrovare, di un'opera girata poco dopo la fine della guerra. I mezzi tecnici erano primitivi, in confronto a quelli attuali. Ma la scena del salvataggio dei soldati, ad opera di una flotta raccogliticcia di natanti di ogni dimensione e tipo, pur se sgranata, troppo scura, etc., era coinvolgente, emozionava; tanto che ho dimenticato gran parte del film, ma non quella scena. Nel resto di quel film, c'era anche la ricostruzione di ciò che avevano fatto i comandi dell'una e dell'altra parte, per arrivare alla situazione drammatica di Dunkerque, con un intero esercito bloccato, che rischiava l'annientamento. In questo film, si vedono solo gli inglesi. Non c'è alcuna ricostruzione del contesto della guerra e delle cause di quella situazione da vicolo cieco. Quindi è un film che non serve a chi è in cerca di un'opera che lo aiuti a capire la Storia, almeno quella della II Guerra Mondiale. Non c'è pathos. Le scene inziali sono confuse, non coinvolgono. I due unici personaggi non inglesi, il francese e l'olandese, sono attaccati alla sceneggiatura con la colla da post-it. La storia del ragazzino che scappa di casa per salpare in soccorso dei connazional è esageratamente sviluppata; in certi momenti sembra che il film non sia su Dunkerque, ma su un ragazzino che va a Dunkerque. I personaggi non sono scavati; sono figurine ritagliate. Nelle scene di salvataggio si vedono pochi natanti. Tutto questo contrasta con i mezzi tecnici attualmente disponibili, che avrebbero consentito di fare ben altro, e con la lunga lista di persone coinvolte, nei titoli di coda: la produzione coinvolge anche francesi e olandesi (e questo spiega le due figurine ritagliate da post-it) e addirittura l'associazione dei proprietari di natanti che parteciparono all'impresa di allora. Domanda fatidica: vale il prezzo del biglietto? No.
[-]
[+] perfettamente d'accordo con te
(di dodix2013)
[ - ] perfettamente d'accordo con te
|
|
|
[+] lascia un commento a rumon »
[ - ] lascia un commento a rumon »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
pedu72
|
giovedì 5 ottobre 2017
|
epichetta pro england in tempo di brexit...
|
|
|
|
Boh, va bene tutte le manfrine sulla dilatazione/contrazione del tempo, ok sulle tre sequenze belliche parallele e incrociate (noiosette, peraltro...), d'accordo sulla cromaticità grigio-ocra e il paesaggio desolato e sconfinato... Ma poi, tutte queste belle cose, a che cosa servono? (in fondo un film dovrebbe narrare una storia, trasmettere emozioni, costruire/decostruire un senso, offrire un'interpretazione...). A parte le solite sbrodolate sulla difesa eroica (da parte dei bravi inglesi, vecchietti compresi...) della libertà, della patria, del futuro, del mondo e dell'umanità (contro i prefidi nazi, qui - come al solito - manco degnati di un volto o di una voce), che cosa ci resta della per fortuna breve oretta e mezzo di proiezione? un filmetto di propaganda pro England, buono per le scuole medie in tempo di Brexit.
[+]
Boh, va bene tutte le manfrine sulla dilatazione/contrazione del tempo, ok sulle tre sequenze belliche parallele e incrociate (noiosette, peraltro...), d'accordo sulla cromaticità grigio-ocra e il paesaggio desolato e sconfinato... Ma poi, tutte queste belle cose, a che cosa servono? (in fondo un film dovrebbe narrare una storia, trasmettere emozioni, costruire/decostruire un senso, offrire un'interpretazione...). A parte le solite sbrodolate sulla difesa eroica (da parte dei bravi inglesi, vecchietti compresi...) della libertà, della patria, del futuro, del mondo e dell'umanità (contro i prefidi nazi, qui - come al solito - manco degnati di un volto o di una voce), che cosa ci resta della per fortuna breve oretta e mezzo di proiezione? un filmetto di propaganda pro England, buono per le scuole medie in tempo di Brexit... Alleluja! (a quando una produzione italica sulla ritirata di Russia? almeno potremmo identificarci nei fanti nella neve, palpitare per qualche nostro avo, avvertire un brivido patriottico... Dobbiamo per sempre guardare le altrui epopee, e pure goderne, eterni schiavi...?!)
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a pedu72 »
[ - ] lascia un commento a pedu72 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
aliasname
|
giovedì 5 ottobre 2017
|
di nolan c'è poco
|
|
|
|
Forse mi aspettavo troppo,pellicola deludente, sicuramente non
fra i migliori film di guerra e nemmeno il migliore fra i film Nolan.
|
|
|
[+] lascia un commento a aliasname »
[ - ] lascia un commento a aliasname »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
tmpsvita
|
mercoledì 4 ottobre 2017
|
dunkirk: un'emozione implacabile
|
|
|
|
Christopher Nolan torna sul grande schermo, dopo quel, a parer mio, capolavoro di Interstellar, con un film appartenente ad un genere che ancora non aveva affrontato, ovvero il war movie ma lo fa in maniera del tutto nuova, personale, anticonvenzionale.
A detta di molti, si tratta del suo miglior film.
Nonostante ciò, avevo molto timore di vederlo perché, dopo aver visto Interstellar, uno dei miei film preferiti, sapevo che difficilmente Nolan sarebbe riuscito a raggiungere dei livelli così alti di qualità visiva, tecnica ma soprattutto emozionale.
Ma, ormai devo impararlo, Nolan non delude mai e realizza un film tecnicamente ineccepibile, con una fotografia tendente al blu che rende le varie sequenze visivamente suggestive, una regia impressionante, un uso molto variegato delle varie cineprese: si passa da un carrello ad una camera a mano, da una camera fissa (su un aereo o un'imbarcazione) a dei movimenti di macchina impressionanti ed in ogni inquadratura Nolan cattura delle immagini splendide, dalla maniacale e spasmodica precisione geometrica di un chirurgo del cinema che lui riesce sempre ad essere.
[+]
Christopher Nolan torna sul grande schermo, dopo quel, a parer mio, capolavoro di Interstellar, con un film appartenente ad un genere che ancora non aveva affrontato, ovvero il war movie ma lo fa in maniera del tutto nuova, personale, anticonvenzionale.
A detta di molti, si tratta del suo miglior film.
Nonostante ciò, avevo molto timore di vederlo perché, dopo aver visto Interstellar, uno dei miei film preferiti, sapevo che difficilmente Nolan sarebbe riuscito a raggiungere dei livelli così alti di qualità visiva, tecnica ma soprattutto emozionale.
Ma, ormai devo impararlo, Nolan non delude mai e realizza un film tecnicamente ineccepibile, con una fotografia tendente al blu che rende le varie sequenze visivamente suggestive, una regia impressionante, un uso molto variegato delle varie cineprese: si passa da un carrello ad una camera a mano, da una camera fissa (su un aereo o un'imbarcazione) a dei movimenti di macchina impressionanti ed in ogni inquadratura Nolan cattura delle immagini splendide, dalla maniacale e spasmodica precisione geometrica di un chirurgo del cinema che lui riesce sempre ad essere.
Poi, a curare la colonna sonora ritroviamo il grande maestro Hans Zimmer che, come è suo solito fare (soprattutto in un film di Nolan), svolge un lavoro esemplare: ritroviamo quel ticchettio, già presente in Interstellar, quasi persistente e continuo che, con il suo aumentare e diminuire di intensità, contribuisce a rendere le sequenze più angoscianti e strazianti.
La tensione, il fiato corto, le mani che sudano e che stringono la ruvida stoffa della poltroncina, gli occhi che si fanno umidi, il battito del cuore accelerato e degli inevitabili respiri profondi nei momenti più intensi, questo è quello che solo un regista come Christopher Nolan riesce a farmi sentire ed è questo che ho provato durante quasi tutto il film.
Un immersione praticamente totale all'interno del racconto tanto da provare delle emozioni e delle sensazioni uniche e che raramente riesco a provare nella vita di tutti i giorni.
Merito anche delle interpretazioni dei vari attori qui presenti, ovvero Kenneth Branagh (che interpreta il miglior personaggio e lo fa con grande maestria), Harry Styles (prima performance da attore che si traduce in una possibile carriera attoriale molto promettente), Cillian Murphy (semplicemente perfetto), Mark Rylance ( dopo Il Ponte delle Spie continua a sfornare interpretazioni magistrali), Fionn Whitehead (sorprendente, una giovane promessa) e Tom Hardy ( attore dalle capacità sbalorditive, con solo l'uso degli occhi riesce a trasmettere al pubblico tutte le parole necessarie).
In generale il film, come avrete ben capito, mi ha emozionato davvero moltissimo anche se mi aveva leggermente colpito di più il suo precedente lavoro.
Nolan, inoltre, torna a raccontare la storia in maniera molto complessa con una narrazione non lineare, come aveva già sperimentato in passato con Memento, e proprio questo tipo di esposizione rende il film più interessante e molto meno mainstream.
E, nonostante si tratti di un film molto particolare, soprattutto per il genere, è riuscito comunque ad avere un incredibile successo e a riscontrare dei pareri più che positivi da diversi e molti tipi di pubblico che hanno condiviso un'esperienza unica. Perché Nolan riesce, non solo a farti a apprezzare i suoi film, ma anche a farti amare il cinema come non solo fonte di intrattenimento fine a se stesso ma come pura e meravigliosa arte.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a tmpsvita »
[ - ] lascia un commento a tmpsvita »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
emanuele1968
|
domenica 1 ottobre 2017
|
molto bello
|
|
|
|
Penso che sia un ottimo film, belli i paesaggi, ambientazioni, ben fatto.
|
|
|
[+] lascia un commento a emanuele1968 »
[ - ] lascia un commento a emanuele1968 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|