jack beauregard
|
lunedì 16 gennaio 2017
|
non ci siamo
|
|
|
|
Spiace, ma non ci siamo proprio. Non bastano le buone intenzioni per fare un buon film, anche se sei uno dei registi più bravi del mondo.
Due ore e quaranta minuti per veicolare un messaggio che si può riassumere in: "fino a che punto vale la pena di difendere e diffondere la propria fede religiosa?" Perché stringi stringi è questo il succo del film.
Ma non sarebbe niente, se ci fosse alla base una storia un po' più corposa, variegata, dei personaggi costruiti meglio, almeno minimamente approfonditi, dialoghi e riflessioni leggermente più elevate di quattro nozioni del catechismo o del bignami teologico che ci viene propinato nel finale sul buddismo, uno straccio di descrizione dei rapporti sociali nel Giappone di allora, un accenno di analisi sulle fasce di popolazione che aderivano al cristianesimo.
[+]
Spiace, ma non ci siamo proprio. Non bastano le buone intenzioni per fare un buon film, anche se sei uno dei registi più bravi del mondo.
Due ore e quaranta minuti per veicolare un messaggio che si può riassumere in: "fino a che punto vale la pena di difendere e diffondere la propria fede religiosa?" Perché stringi stringi è questo il succo del film.
Ma non sarebbe niente, se ci fosse alla base una storia un po' più corposa, variegata, dei personaggi costruiti meglio, almeno minimamente approfonditi, dialoghi e riflessioni leggermente più elevate di quattro nozioni del catechismo o del bignami teologico che ci viene propinato nel finale sul buddismo, uno straccio di descrizione dei rapporti sociali nel Giappone di allora, un accenno di analisi sulle fasce di popolazione che aderivano al cristianesimo.
Niente di tutto ciò in quasi tre ore di film. Dobbiamo invece ciucciarci per quasi tutto il tempo l'estenuante dilemma iniziale, i dubbi sulla fede del nostro eroe protagonista, intervallato, da una parte dalle torture e uccisioni di poveri giapponesi, per i quali fatichiamo a nutrire il minimo sindacale di empatia (non essendoci alcun approfondimento per nessuno di questi personaggi, più o meno allo stesso livello degli indiani nei western o dei vietcong), e dall'altra dal continuo ritorno del piccolo giuda alla ricerca dell'assoluzione, comportamento reiterato fino allo sfinimento, tanto da svilire la tragicità vera del personaggio e ridurlo a ridicola macchietta.
L'apparizione finale di Neeson, di cui per quasi due ore ci si era scordati che fosse presente nel cast del film, e la cui ricerca aveva dato inizio alla storia, non serve a risollevare le sorti di un'opera troppo debole e inutilmente lunga, impreziosita solo da qualche bella immagine naturale (suggestive soprattutto le scene con la nebbia), senza però particolari tocchi di regia come eravamo abituati ad apprezzare in altri film del regista.
Poco convincente anche la scelta dell'attore protagonista, che non riesce a coinvolgere a livello drammatico quanto servirebbe, ma probabilmente non è solo colpa sua. È tutto il film che non riesce mai a decollare, a coinvolgere emotivamente, nè sul piano religioso e spirituale.
Un'ultima considerazione che esula dal contesto del film: sono perfettamente cosciente che quanto ho scritto non sarà comprensibilmente condiviso da chi ha apprezzato questa pellicola. Ho letto quasi tutti gli altri commenti e recensioni presenti e posso capire le motivazioni che hanno portato a critiche positive, che rispetto anche se non condivido. Ma una cosa in particolare, che ho letto in parecchi commenti, mi ha lasciato perplesso: il riferimento alla spiritualità e alla ricerca del divino che sarebbe presente anche in tutti gli altri film di scorsese. Beh, questa mi sembra veramente una grossa boutade!
[-]
[+] il silenzio suggerisce, non le parole...
(di maurizio d'anna)
[ - ] il silenzio suggerisce, non le parole...
[+]
(di )
[ - ]
[+] condivido pienamente!!!!
(di fabry08)
[ - ] condivido pienamente!!!!
[+]
(di )
[ - ]
|
|
[+] lascia un commento a jack beauregard »
[ - ] lascia un commento a jack beauregard »
|
|
d'accordo? |
|
maracaibo
|
lunedì 16 gennaio 2017
|
un mattone di film
|
|
|
|
Un mattone è un mattone è un mattone!Poco ispirato , una voce fuori campo onnipresente, pochissime scene di respiro ascetico a cui il film si ispira. In poche parole ripetitivo e tutto il resto noia. Il tema c'è ma la noia prende il sopravvento. non basta nemmeno Scorzese a raddrizzare questo film e chi urla al capolavoro secondo me non lo ha visto...ha solo dormito in sala!
[+] discutibile...
(di maurizio d'anna)
[ - ] discutibile...
[+] effettivamente
(di kleber)
[ - ] effettivamente
|
|
[+] lascia un commento a maracaibo »
[ - ] lascia un commento a maracaibo »
|
|
d'accordo? |
|
|
lunedì 16 gennaio 2017
|
silenzio
|
|
|
|
Meravoglioso film che Scorsese inseguiva da ben 30 anni.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
lunedì 16 gennaio 2017
|
film per riflessioni banali e scontate.
|
|
|
|
Bello per le scenografie...la regia...la recitazione ...ma che pone riflessioni scontate e datate.Il regista da cattolico credente incanala lo spettatore verso un giudizio positivo verso i missionari.Chi in maniera scontata...specialmente se credente...non giustifica o addirittura ritiene giusta l''invadenza dei missionari rispetto alle crudeltà tipiche di un modo feudale esistente.Non dimentichiamoci che questi missionari...come in America Latina e in Africa...facevano da apripista alle nazioni colonizzatrici.Sembra che il conflitto di questi missionari sia solo interiore...tra loro e il credo di un Dio abbastanza indifferente alle sofferenze umane.Alla buona fede dei missionari "della compagnia di Gesu" credo poco.
[+]
Bello per le scenografie...la regia...la recitazione ...ma che pone riflessioni scontate e datate.Il regista da cattolico credente incanala lo spettatore verso un giudizio positivo verso i missionari.Chi in maniera scontata...specialmente se credente...non giustifica o addirittura ritiene giusta l''invadenza dei missionari rispetto alle crudeltà tipiche di un modo feudale esistente.Non dimentichiamoci che questi missionari...come in America Latina e in Africa...facevano da apripista alle nazioni colonizzatrici.Sembra che il conflitto di questi missionari sia solo interiore...tra loro e il credo di un Dio abbastanza indifferente alle sofferenze umane.Alla buona fede dei missionari "della compagnia di Gesu" credo poco.Per essere credibile un missionario deve prima spogliarsi del saio...vivere con la povera gente da laico...non imporre l''evangelizzazione.In giro per il mondo ce ne sono tanti.Simile a questo film è di maggior spessore "Mission" di Joffrè.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
lunedì 16 gennaio 2017
|
la storia dell'insediamento cristiano sul suolo gi
|
|
|
|
Il tanto atteso ultimo film di Martin Scorsese "Silence" può finalmente essere ora visto nelle sale cinematografiche. Il regista affronta e racconta una realtà del tutto nuova o, per lo meno, poco conosciuta e rappresentata al cinema: il tentativo da parte dei missionari cristiani di convertire alla religione Cristiana le popolazioni giapponesi nel corso del XVII secolo ed il loro conseguente sterminio da parte delle più alte cariche del Sol Levante.
Vi è un prete missionario (Liam Neeson) il quale insieme ad un suo compagno, fallisce nella sua impresa di cristianizzazione e viene preso prigioniero ed obbligato ad abiurare da parte dell'inquisitore giapponese. Poichè di lui in Portogallo, da dove era partito, si apprende la notizia che abbia rinnegato la religione cristiana, due suoi ex allievi giovani preti, decidono di andare di persona in terra giapponese e verificare bene la realtà dei fatti.
[+]
Il tanto atteso ultimo film di Martin Scorsese "Silence" può finalmente essere ora visto nelle sale cinematografiche. Il regista affronta e racconta una realtà del tutto nuova o, per lo meno, poco conosciuta e rappresentata al cinema: il tentativo da parte dei missionari cristiani di convertire alla religione Cristiana le popolazioni giapponesi nel corso del XVII secolo ed il loro conseguente sterminio da parte delle più alte cariche del Sol Levante.
Vi è un prete missionario (Liam Neeson) il quale insieme ad un suo compagno, fallisce nella sua impresa di cristianizzazione e viene preso prigioniero ed obbligato ad abiurare da parte dell'inquisitore giapponese. Poichè di lui in Portogallo, da dove era partito, si apprende la notizia che abbia rinnegato la religione cristiana, due suoi ex allievi giovani preti, decidono di andare di persona in terra giapponese e verificare bene la realtà dei fatti. Dopo un viaggio lungo, estenuante e pericoloso essi raggiungono finalmente il Giappone dove però vengono fatti prigionieri a loro volta dall'inquisitore giapponese che, affinchè anch'essi abiurino la propria Fede, li incarcererà (uno dei due però non si piegherà al volere dei suoi carcerieri e preferirà morire) e mostrerà loro, come monito, le svariate e crudeli torture inflitte alle popolazioni convertite. Qui, nel frattempo, il giovane gesuita incontrerà nuovamente il suo maestro, ormai piegato(apparentemente) al volere dei suoi superiori orientali ed anche lui alla fine obbedirà (apparentemente) ai loro dettami per tutto il resto della sua esistenza in Giappone sino alla morte sopraggiunta naturalmente.
Un film senza alcun dubbio molto crudo sia nella sua rappresentazione sia nel suo contenuto: le torture fisiche inflitte ai sudditi "traditori" da parte delle alte cariche giapponesi erano terribili e vengono descritte da Scorsese in maniera esplicita e dettagliata, pertanto la pellicola risulta quanto mai veritiera e come un documento storico vero e proprio sull'andamento dei fatti a quei tempi. Il film, dunque, risulta ben fatto e assai dettagliato e riproducente l'atmosfera ed i costumi dell'epoca in maniera perfetta (grazie alla scenografia di Dante Ferretti) ma purtroppo Scorsese ha costruito un'opera che risulta troppo lunga in certe parti, soprattutto nella prima del viaggio dei due giovani gesuiti: la sua eccessiva minuzia di particolari rallenta notevolmente la vicenda e si contrappone alla seconda parte, quella in terra giapponese, che, invece, si rivela più svelta e risolta, al contrario, in maniera troppo spiccia. Tagliato di ben 30 minuti "Silence" sarebbe stato un film perfetto, così rischia di stancare e di far perdere in alcuni punti la concentrazione allo spettatore. Un vero peccato perchè il film è interessante nel suo contenuto e qualitativamente è molto ben narrato, documentato e recitato. Vale su tutte la scena del dialogo tra Liam Neeson ed il giovane suo allievo quando si incontrano per la prima volta in suolo giapponese dove vengono messi a confronto le due diverse scuole di pensiero in fatto di religione (come ugualmente in quella prima tra l'Inquisitore e il giovane gesuita. Ma, del resto, anche di Liam Neeson si conosce perfettamente la professionalità di cui anche in questa occasione ne dà piena conferma.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
catapulta
|
lunedì 16 gennaio 2017
|
lascia il segno, ma anche qualche delusione
|
|
|
|
Il fatto che il film meriti una recensione è sinonimo di "opera che merita attenzione". Tuttavia, sono troppi i piani che il film cerca di esprimere per essere tutti sufficientemente sviluppati. Il tema del rapporto con la religione e fra le religioni sarebbe già stato abbastanza, ma la regia ha voluto introdurre quello dei rapporti fra i poteri sociali, dei rapporti fra le culture ed anche la caratterizzazione di alcuni personaggi di potere, creando troppe "topics" che guastano la limpidezza del racconto principale. La prima parte, poi, è troppo lenta e tende ad annoiare, mentre il finale è sicuramente più coinvolgente, dinamico e pregno di significati.
La sceneggiatura è bella, forse troppo marcata, come troppo marcati sono alcuni personaggi.
[+]
Il fatto che il film meriti una recensione è sinonimo di "opera che merita attenzione". Tuttavia, sono troppi i piani che il film cerca di esprimere per essere tutti sufficientemente sviluppati. Il tema del rapporto con la religione e fra le religioni sarebbe già stato abbastanza, ma la regia ha voluto introdurre quello dei rapporti fra i poteri sociali, dei rapporti fra le culture ed anche la caratterizzazione di alcuni personaggi di potere, creando troppe "topics" che guastano la limpidezza del racconto principale. La prima parte, poi, è troppo lenta e tende ad annoiare, mentre il finale è sicuramente più coinvolgente, dinamico e pregno di significati.
La sceneggiatura è bella, forse troppo marcata, come troppo marcati sono alcuni personaggi. Comunque per me un buon film, anche se ho visto qualche spettatore uscire prima della fine.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a catapulta »
[ - ] lascia un commento a catapulta »
|
|
d'accordo? |
|
kimkiduk
|
lunedì 16 gennaio 2017
|
chi può dire io so la verità?
|
|
|
|
Argomento Chiesa/Religione/Credere e rapporto trascendenza/uomo.
Il problema è che io non riesco ad apprezzarlo nel cinema, mi fa imbestialire e diventa non una critica al film ma una mia presa di posizione politica. Devo pertanto sforzarmi di valutare quanto Scorsese ci vuol far capire, attraverso la rilettura del libro del giapponese Endo.
Innanzitutto mi fa piacere di avere appreso che sono 30 anni che cerca di fare un film sull'uomo che si arroga il diritto del sapere la verità. Pur se ha fatto altri film di carattere religioso, qui, sempre secondo me, esprime soprattutto questo concetto.
Lo fa con frasi importanti in vari momenti del film, dove la sua posizione varia a seconda che sia vista dalla mente dei gesuiti, dalla mente dei contadini poveri o dalla mente dei "capi" giapponesi.
[+]
Argomento Chiesa/Religione/Credere e rapporto trascendenza/uomo.
Il problema è che io non riesco ad apprezzarlo nel cinema, mi fa imbestialire e diventa non una critica al film ma una mia presa di posizione politica. Devo pertanto sforzarmi di valutare quanto Scorsese ci vuol far capire, attraverso la rilettura del libro del giapponese Endo.
Innanzitutto mi fa piacere di avere appreso che sono 30 anni che cerca di fare un film sull'uomo che si arroga il diritto del sapere la verità. Pur se ha fatto altri film di carattere religioso, qui, sempre secondo me, esprime soprattutto questo concetto.
Lo fa con frasi importanti in vari momenti del film, dove la sua posizione varia a seconda che sia vista dalla mente dei gesuiti, dalla mente dei contadini poveri o dalla mente dei "capi" giapponesi.
La bravura del regista sta proprio qui e rende interessante il film, che se anche lungo 2h.40' ti tiene sempre attento e partecipe. La sua posizione, se pur per me chiara, è analizzata a seconda dei vari punti di vista ed arriva alla conclusione che nessuno ha il diritto di dire come vivere la propria religiosità se ritenuta necessaria. Se ne può fare a meno e soprattutto se ne deve fare a meno nel manifestarla affermando l'assoluta certezza di quanto affermato.
Diventa così quasi un messaggio al mondo, in un momento in cui la paradossale lotta tra religioni assume spesso i connotati di intrasigenza e fanatismo. Mi verrebbe da citare qualcuno che diceva che le religioni sono il male del mondo .... ma ricadrei nel politichese e non lo dico.
Stare poi a dire che il film ha immagini e colori bellissimi (cito una visione dall'alto di una camminata dei gesuiti sulle scale o l'arrivo in Giappone sul mare con la barca sempre presa dall'alto .... chissà se le due immagini hanno un significato unico di appiattimento della realtà), che i personaggi sono descritti benissimo, che la regia è ottima, mi sembra quasi banale, scontato e quasi inutile.
Unico neo è che trovo abbastanza irreale il fatto che nel 1600 tutti in Giappone sapessero dell'esistenza del Portogallo, Spagna ecc. e sapessero tutti le lingue. Complimenti direi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kimkiduk »
[ - ] lascia un commento a kimkiduk »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 15 gennaio 2017
|
un film che sa di che cosa sta parlando
|
|
|
|
Scorsese ha lavorato tanto a questo film e penso che si uscito un buon film. È esattamente l''esempio dell''obiettività: a me è piaciuto e a mio padre non molto. Inoltre la ricerca di Ferreira diventa solo uno sfondo per spiegare come venivano trattati i miscredenti e quindi, essendo un film molto complicato da realizzare, Scorsese si rivela ancora un gran maestro. Do 4 soprattutto alla regia.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
francesco izzo
|
domenica 15 gennaio 2017
|
troppo rozzo,troppo ripetitivo (forse alla fine..)
|
|
|
|
Nel film viene battuto e ribattuto in modo decisamente troppo rozzo per i miei gusti sui temi: onore del mantenere la propria fede, importanza della vita umana, e se anche l'abiura possa essere perdonata se salva vite umane altrui. Sul confine coerenza con sé stessi / responsabilità verso gli altri, specie se si è pastori di anime. Sul senso della fede e della dignità. Sulla onnicomprensività - per i credenti ad esso - del Cristianesimo, che arriva a perdonare persino chi lo calpesta; anzi poi, come vediamo alla fine nella figura del pluripeccatore recidivo, gli ultimi diventano i primi (anche se continuano a mentire umanamente per salvarsi la vita, non abiurano più però).
[+]
Nel film viene battuto e ribattuto in modo decisamente troppo rozzo per i miei gusti sui temi: onore del mantenere la propria fede, importanza della vita umana, e se anche l'abiura possa essere perdonata se salva vite umane altrui. Sul confine coerenza con sé stessi / responsabilità verso gli altri, specie se si è pastori di anime. Sul senso della fede e della dignità. Sulla onnicomprensività - per i credenti ad esso - del Cristianesimo, che arriva a perdonare persino chi lo calpesta; anzi poi, come vediamo alla fine nella figura del pluripeccatore recidivo, gli ultimi diventano i primi (anche se continuano a mentire umanamente per salvarsi la vita, non abiurano più però). L'ho trovato spesso stucchevole, troppo calcato nella sua ripetitività e pure un po' ignorante.E pesante nelle scene di esecuzioni varie offerte al pubblico voyeur.
Le scene migliori forse sono state solo il dialogo fra il vecchio Prete ormai apostata e il giovane che lo diventerà, e Cristo che parla al giovane Prete offrendosi al suo calpestarlo che avrebbe salvato diversi fedeli dal martirio, ma portato lui anche involontariamente all'apostasia -anche se ancora vigile, diciamo così.
Solo alla fine il livello migliora un po', quando il messaggio di vittoria del Cristianesimo viene comunque insinuato dal regista , anche se umanamente la moglie giapponese- già moglie di un martire- non piangerà il protagonista apostata morto anche se gli lascerà nella cassa un crocifisso di nascosto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco izzo »
[ - ] lascia un commento a francesco izzo »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 15 gennaio 2017
|
un film che tocca il nocciolo di un credente
|
|
|
|
Come estirpare una religione, quella cristiana, che sta dilagando nell''intero Giappone? Gli inquisitori procedono per tentativi. Prima fanno fuori i contadini che si rifiutano di abiurare. Tra i poveracci infatti, la religione ha attecchito di più. Il cristianesimo ha maggior successo tra gli ultimi e i diseredati perché promette molto per il dopo morte. Ma uccidere questi derelitti non cambia niente: sono tanti, sono troppi e alla fine loro sono pure contenti di morire, perché la morte è migliore della loro misera condizione attuale. Allora il governo giapponese ci prova con i missionari, torturati fino all''abiura e uccisi se non rinnegano la propria fede. Ma un missionario morto è automaticamente un martire e quindi un santo da venerare.
[+]
Come estirpare una religione, quella cristiana, che sta dilagando nell''intero Giappone? Gli inquisitori procedono per tentativi. Prima fanno fuori i contadini che si rifiutano di abiurare. Tra i poveracci infatti, la religione ha attecchito di più. Il cristianesimo ha maggior successo tra gli ultimi e i diseredati perché promette molto per il dopo morte. Ma uccidere questi derelitti non cambia niente: sono tanti, sono troppi e alla fine loro sono pure contenti di morire, perché la morte è migliore della loro misera condizione attuale. Allora il governo giapponese ci prova con i missionari, torturati fino all''abiura e uccisi se non rinnegano la propria fede. Ma un missionario morto è automaticamente un martire e quindi un santo da venerare. Quindi si rischia di incrementare il numero dei credenti invece di diminuirlo. Allora i giapponesi si sono inventati un qualcosa di più sofisticato e tremendo. E qui arrivano i nostri eroi, i due gesuiti di buone intenzioni e fermamente credenti che vogliono ritrovare il loro padre spirituale, che li ha educati alla fede e che, secondo voci, avrebbe abiurato il proprio credo. Fin qui la storia. Ma poi ci sono mille riflessioni da fare. Quando siamo usciti mio marito mi ha detto: E'' come l''Isis. Già ho pensato e detto subito. Ci sono persecuzioni, uccisioni di chi manifesta una fede diversa. Ma non è solo questo. Ragionandoci meglio ho capito cosa intendeva mio marito: "i cattivi" del film sono come l''Isis perchè il loro scopo non è solo di far fuori chi è cristiano, ma anche di farlo in maniera plateale, in modo che tutti si sentano responsabili della loro morte solo per il fatto di essere cristiani. Infine cos''è la fede? è un insieme di pratiche e simboli? è un qualcosa che tengo nascosto nel mio cuore? Devo fare proseliti? Fino a dove mi posso spingere per dimostrare la mia fede? Ha senso dimostrare la propria fede? Perchè Dio non risponde alle mie preghiere?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|