|
lunedì 23 gennaio 2017
|
"alla mia preghiera risponde il silenzio".
|
|
|
|
Probabilmente l’opera più sentita e personale del premio oscar Martin Scorsese (Taxi Driver; Toro scatenato; Quei bravi ragazzi; Gangs of New York; The Departed - Il bene e il male; Shutter Island; The Wolf of Wall Street), Silence va a collocarsi nella nicchia dei capolavori non universalmente riconosciuti del cinema, intriso di messaggio morale veicolato attraverso un film che non è per tutti. Scorsese partecipa direttamente anche alla sceneggiatura insieme a Jay Cocks (L’età dell’innocenza; Strange Days; Gangs of Nwe York). Dialoghi e pensieri dei protagonisti, così come i lunghi silenzi, palesano l’intento di far riflettere lo spettatore.
[+]
Probabilmente l’opera più sentita e personale del premio oscar Martin Scorsese (Taxi Driver; Toro scatenato; Quei bravi ragazzi; Gangs of New York; The Departed - Il bene e il male; Shutter Island; The Wolf of Wall Street), Silence va a collocarsi nella nicchia dei capolavori non universalmente riconosciuti del cinema, intriso di messaggio morale veicolato attraverso un film che non è per tutti. Scorsese partecipa direttamente anche alla sceneggiatura insieme a Jay Cocks (L’età dell’innocenza; Strange Days; Gangs of Nwe York). Dialoghi e pensieri dei protagonisti, così come i lunghi silenzi, palesano l’intento di far riflettere lo spettatore. Fotografia di Rodrigo Prieto (La 25esima ora; 21 grammi; Alexander; I segreti di Brokeback Mountain; Argo; The Wolf of Wall Street). Musiche di Kim Allen Kluge, Kathryn Kluge. I protagonisti Andrew Garfield e Adam Driver danno buona prova di sé nel film, senza dubbio, più impegnativo della loro giovane carriera.
Nella prima metà del XVII secolo due giovani padri gesuiti portoghesi, Sebastião Rodrigues (Andrew Garfield) e Francisco Garupe (Adam Driver), partono alla volta del Giappone perché venuti a conoscenza dell’abiura (rinuncia della fede) da parte del missionario, nonché loro mentore, Padre Cristóvão Ferreira (Liam Neeson). I due, increduli, decidono quindi di affrontare il viaggio e verificare di persona la veridicità della notizia. In Giappone, a quel tempo, lo shogunato perseguita e uccide i cristiani in nome dell’ordine politico, e tortura i preti costringendoli a rinnegare la propria religione. Padre Rodrigues e padre Garupe dovranno dunque fare i conti con il forte clima di ostilità e con la persecuzione in atto nei confronti dei convertiti nonché con la loro stessa spiritualità, vacillante di fronte a tanta crudeltà e diversità.
Martin Scorsese trae la sua ultima fatica, in cantiere dagli inizi degli anni ’90, dal libro Silenzio del giapponese Shusaku Endo. Questo dovrebbe già dire molto o tutto su quanto il regista sentisse nel profondo questa opera. Sin dai primi minuti del film si ha l’impressione di aver a che fare con qualcosa di intimo. Scorsese vuole trasmettere prepotentemente a chi guarda tutti i dubbi e le domande che un uomo adulto dovrebbe porsi sulla religione, sulla fede, sulla diversità. Insomma, nella lunga durata della pellicola il regista ha cercato di inserire tutto quello che il libro di Endō ha scatenato prima di tutto in lui. In occidente la religione cristiana, ai tempi della storia di cui si parla, ha visto più di un millennio di conflitti, sangue, modifiche, adeguamenti, indottrinamenti. Si pretende di voler portare “la Verità con la V maiuscola”, la propria concezione di Dio, di punto in bianco e con immediato successo, in un Paese altro, il quale già possiede credenze e modi di pensare e vivere ben radicati e identitari. La diversità di lingua non aiuta per nulla i missionari i quali tentano di diffondere una dottrina complessa senza adeguarsi e adattarsi minimamente al luogo che li ospita. E se quella della lingua è la disuguaglianza più eclatante, ecco che entrano in gioco situazioni ben più complesse come l’identità di un popolo. I missionari credono di avere successo sulle povere anime dei piccoli villaggi ma in realtà queste non fanno altro, ed è ovvio, che travisare e adattare il messaggio cristiano al proprio modo, già insito in loro, di percepire la spiritualità. C’è chi battezza il proprio figlio e crede dunque, di conseguenza, di meritare il paradiso; chi crede che qualsiasi tipo di peccato può essere sempre reiterato perché gli è garantita l’assoluzione di un prete; chi è disposto a morire per la persona fisica di padre Rodrigues e non per il Dio intangibile. Sono troppe le incompatibilità di base che non permettono un sodalizio tra due concezioni esistenziali ai poli opposti. Le crudeltà dello shogunato nei confronti dei “cristiani” si parano davanti agli occhi dei due padri portoghesi che, se all’inizio mostrano una fede forte che li rende consapevoli di un prossimo intervento risolutore di Dio, col passare del tempo e con la crisi fisica e mentale qualcosa in loro comincia a scricchiolare. Il Silenzio di Dio di fronte alle atrocità commesse pesa davvero. La fede è davvero così forte da non poter crollare davanti a soprusi e minacce? Rodrigues è un novello Gesù che vive la riproposizione delle persecuzioni delle prime comunità cristiane in Occidente, questa volta in terra d’Oriente. Comunità composte da acerbi fedeli che pregano di nascosto per sfuggire ad una legge spietata che li ritiene un problema politico, pratico. Il film di Scorsese mette dunque sul piatto dei fedeli, ma non solo, molti dubbi. Il rispetto nei confronti di un popolo deve necessariamente varcare i confini politici e religiosi. Nessuno è portatore della Verità assoluta ma soltanto della propria verità, che non è quella di un altro. Scorsese decide di abolire la musica durante tutto il film, lasciando parlare i suoni naturali al fine di rendere Silence un’esperienza meno cinematografica possibile e più personale. Andrew Garfield e Adam Driver sono molto credibili nei panni dei malnutriti gesuiti. Apprezzando a dismisura Garfield mi sarei però aspettato qualcosa in più da lui a livello interpretativo. Lo avrei voluto più intenso e convincente come in The Amazing Spider-Man o 99 Homes. Avrà tempo per fare il grande, grandissimo salto che merita un talento come lui ma direi che lavorare con Scorsese in un’opera così impegnativa è già un grande traguardo e una bella fatica. Lode al lavoro su scenografia e costumi dei pluripremiati Dante Ferretti (Medea; Salò e le 120 giornate di Sodoma; Amleto; L’età dell’innocenza; Intervista col vampiro; Gangs of New York; The Aviator; Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Eleet Street; Hugo Cabret) e, soltanto sulla scenografia, Francesca Lo Schiavo (Il nome della rosa; Gangs of New York; Ritorno a Cold Mountain; The Aviator; Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Eleet Street; Hugo Cabret). Ora, perché soltanto tre stelle? Il fatto che Scorsese sentisse troppo personalmente quest’opera non poteva avere soltanto lati positivi, anzi. Sia ben chiaro, quello che è riuscito a realizzare è, come ci si immaginava, sontuoso ma il film soffre, da una parte, proprio dei sentimenti del regista. La durata del film, seppur comprensibile viste le tematiche profonde, risulta eccessiva agli occhi dei più e la pellicola di conseguenza richiede molta concentrazione e pazienza soprattutto a causa di un ritmo lento che non aiuta a tenere alta l’attenzione. Comprendo dunque chi esce dalla sala annoiato e spazientito seppure inizialmente interessato e veramente coinvolto dalla trama e dal messaggio che trapela. Sinceramente, a me una seconda visione, ora come ora, risulterebbe difficile. E’ sicuramente l’opera più recente di Scorsese dove in realtà il protagonista non è altri che lui. Lo accetto ma non lo condivido. Silence è probabilmente quell’unico jolly che nella vita soltanto pochi registi come Scorsese possono giocarsi. D’altronde il sommo non ha bisogno di affermarsi e quindi si può ben permettere di realizzare un film come Silence che (e mi auto-cito perché non saprei come altro finire) “ va a collocarsi nella nicchia dei capolavori non universalmente riconosciuti del cinema, intriso di messaggio morale veicolato attraverso un film che non è per tutti”.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
chiaraurora
|
lunedì 23 gennaio 2017
|
un profondo e sconvolgente viaggio nella fede
|
|
|
|
Il Silenzio risuona costantemente nel film... il silenzio che i due preti missionari dovevano fare per non essere scoperti nel loro nascondiglio, il silenzio che abbracciavano le popolazioni locali per poter rimanere cristiani, il silenzio della preghiera delle celebrazioni...tanto più si fa silenzio intorno a noi, più è profondo il Mistero della fede perché questo è un film che scende in profondità degli interrogativi umani, sta ad ognuno cercare di sentire la chiamata della fede....anche nel silenzio, anzi è proprio nel silenzio che si fa più chiara ede esigente e ascoltare la risposta del proprio cuore. Aurora Chiara Lamonaca
|
|
[+] lascia un commento a chiaraurora »
[ - ] lascia un commento a chiaraurora »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
lunedì 23 gennaio 2017
|
un film potente e profondo sul ruolo della fede
|
|
|
|
La grandezza di un grande regista, come Scorsese, è anche nel saper scegliere ritmi narrativi disomogenei nei propri film. E la storia, vera, di due sacerdoti gesuiti che sulle orme di Francesco Saverio si recarono in Giappone per continuare l’opera di evangelizzazione dell’ordine e per cercare un fratello accusato di apostasia viene raccontata con un ritmo di una lentezza estenuante. Il film è tratto da un romanzo di Shusaku Endo e si colloca sicuramente nell’alveo dei grandi lavori cinematografici di ricostruzione storica.
[+]
La grandezza di un grande regista, come Scorsese, è anche nel saper scegliere ritmi narrativi disomogenei nei propri film. E la storia, vera, di due sacerdoti gesuiti che sulle orme di Francesco Saverio si recarono in Giappone per continuare l’opera di evangelizzazione dell’ordine e per cercare un fratello accusato di apostasia viene raccontata con un ritmo di una lentezza estenuante. Il film è tratto da un romanzo di Shusaku Endo e si colloca sicuramente nell’alveo dei grandi lavori cinematografici di ricostruzione storica. Uno spaccato tracciato con potenza del Giappone del 600, il periodo delle grandi colonizzazioni europee, in tutto il mondo risuonavano i rumori delle armi degli eserciti e delle preghiere dei preti. Ma il Giappone da sempre ha rifiutato lo straniero, salvaguardando sempre le proprie tradizioni e la propria cultura. E la storia, drammatica, del giovane gesuita Rodrigues e del suo predecessore padre Ferreira, entrambi costretti a rinnegare il loro Dio, sono l’occasione per una seria riflessione sul tema della fede, inteso come valore e di speranza. E le peculiarità della cultura giapponese, messe in rilievo da due angoli visuali antitetici, ossia dalla miseria dei contadini e dalla visione lucida dell’inquisitore, è un ottimo spunto di partenza per approfondire il ruolo della religione nella storia dell’uomo. Silence è fuori dai canoni del cinema contemporaneo, anche dello stesso Scorsese, e richiede allo spettatore un notevole sforzo di concentrazione; ma il risultato è un film che entra in profondità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
zarar
|
lunedì 23 gennaio 2017
|
il silenzio di dio
|
|
|
|
Questo interessante film si ispira al romanzo storico ''Silenzio'' di Shūsaku Endō, che tratta delle persecuzioni subite dai cristiani durante il periodo Tokugawa nella prima metà del XVII secolo in Giappone. Il regista Scorsese ha dichiarato di aver avuto in regalo il libro nel 1988 e di averlo trovato molto inquietante, capace di muovere le corde più profonde del suo essere. E’ iniziato allora per lui un lunghissimo processo di elaborazione e di riflessione sulla fede a partire da quei temi, un vivere insieme a quella storia, che si è concretizzato alla fine nella realizzazione di ''Silence''.
[+]
Questo interessante film si ispira al romanzo storico ''Silenzio'' di Shūsaku Endō, che tratta delle persecuzioni subite dai cristiani durante il periodo Tokugawa nella prima metà del XVII secolo in Giappone. Il regista Scorsese ha dichiarato di aver avuto in regalo il libro nel 1988 e di averlo trovato molto inquietante, capace di muovere le corde più profonde del suo essere. E’ iniziato allora per lui un lunghissimo processo di elaborazione e di riflessione sulla fede a partire da quei temi, un vivere insieme a quella storia, che si è concretizzato alla fine nella realizzazione di ''Silence''. Questo coinvolgimento profondo è evidente e costringe prepotentemente lo spettatore a condividere problemi morali così estremi che generalmente si preferisce aggirarli, piuttosto che tentare l’impresa disperata di dare delle risposte. Il regista non arretra di fronte al compito: in un contesto di violenza estrema (e la violenza ti può mettere alla prova in qualsiasi momento) come agire coerentemente con i propri valori? L’estrema fedeltà al proprio credo può diventare esaltazione dell’ ego e sofferenza e morte per altri? Che fare di fronte al silenzio di Dio quando devi comunque scegliere tra bene e male e non capisci più con i tuoi miseri mezzi dove è il bene e dove è il male? Quando non riesci più a capire se quel che credi o fai è frutto di raziocinio, o di fede, o semplicemente di umanissima debolezza? E’ l’angoscia crescente del giovane padre gesuita portoghese Rodrigues, all’inizio baldanzoso nell’assolutezza della sua fede, poi progressivamente distrutto dentro fino all’accettazione esteriore dell’abiura, perché i persecutori hanno deciso per lui la più terribile delle torture, non il suo personale martirio, ma il martirio di altri innocenti che la sua abiura può evitare. Intorno a lui gira lungo tutto il film la figura chiave di Kichijiro, un debole poveraccio che sente il richiamo di Dio, che potrebbe essere un cristiano fedele in tempi ‘normali’, ma che è incapace di resistere alla violenza e ha già tradito una volta. Kichijiro diventerà l’ombra di Rodrigues, attratto da ciò che il gesuita rappresenta, ossessionato dal rimorso, ma sempre incapace di riscatto. Tornerà a tradire ancora e ancora, ma sempre poi esigerà la confessione e l’assoluzione. E’ in lui che Rodrigues riconosce il simbolo del dilemma che progressivamente lo divora, nel confronto tra debolezza umana e bisogno di assoluto, tra coerenza e necessità di aver compassione degli altri e di se stessi. Man mano che si perdono le certezze, le parole lasciano il campo al silenzio e sono piuttosto le immagini a parlare con grande intensità, partecipando allo smarrimento del cuore di fronte alla continua violenza fisica e psicologica. Questa interiorizzazione toglie ogni formalismo alla cura filologica della ricostruzione d’ambiente e ogni traccia di estetismo alla bella fotografia, in cui pure sentiamo gli echi di antiche stampe giapponesi. La macchina da presa crea infatti atmosfere che sono stati d’animo: confronto visivo tra ritualismo estremo di costumi e gesti e violenza degli atti, sfondi in cui estesi paesaggi si misurano con figurine smarrite, nebbiose atmosfere d’albe e crepuscoli, distese increspate di acque in cui la presenza umana si perde, notturni appena illuminati da bagliori di luci. Buona la recitazione di Andrew Garfield (Rodrigues) e dei coprotagonisti, anche se, soprattutto all’inizio, ha un tono un po’ troppo enfatico e apodittico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a zarar »
[ - ] lascia un commento a zarar »
|
|
d'accordo? |
|
nanni
|
lunedì 23 gennaio 2017
|
silence
|
|
|
|
A Padre Felipe ed a Padre Garupe è giunta notizia che la loro guida spirituale, in Giappone per Evangelizzare quelle popolazioni, avrebbe abiurato. Nonostante fossere a conoscenza dei pericoli e dei gravi rischi che avrebbero corso decidono di partire alla ricerca della verità sulla sorte di padre Ferreira e continuare li la loro opera. Si imbatterano a loro volta nello Shogunato; l'inquisizione Giapponese. Sarà un percorso personale, doloroso e drammatico, che costringendoli a rivedere ed accettare i limiti propri ed altrui li cambierà in profondità. Sarà la presa d'atto che ogni chiesa essendo legata a precisi contesti storici è priva di validità universale.
[+]
A Padre Felipe ed a Padre Garupe è giunta notizia che la loro guida spirituale, in Giappone per Evangelizzare quelle popolazioni, avrebbe abiurato. Nonostante fossere a conoscenza dei pericoli e dei gravi rischi che avrebbero corso decidono di partire alla ricerca della verità sulla sorte di padre Ferreira e continuare li la loro opera. Si imbatterano a loro volta nello Shogunato; l'inquisizione Giapponese. Sarà un percorso personale, doloroso e drammatico, che costringendoli a rivedere ed accettare i limiti propri ed altrui li cambierà in profondità. Sarà la presa d'atto che ogni chiesa essendo legata a precisi contesti storici è priva di validità universale. Impareranno, perciò, che non esiste una religione più vera di un'altra: bisogna solo agire per il Bene. Fare il Bene per amore del Bene stesso. Tre stelle e mezzo. Ciao Nanni
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nanni »
[ - ] lascia un commento a nanni »
|
|
d'accordo? |
|
dinoroar
|
lunedì 23 gennaio 2017
|
tutto troppo ...
|
|
|
|
Troppo lungo, troppo ripetitivo, troppi primi piani, troppi silenzi, troppe torture ... troppo poco spiegata la storia che ha portato dall'accettazione alla persecuzione dei Cristiani in terra nipponica. E' vero che non vuole esere un docu-film, ma un filo di informazioni in più per meglio contestuaizzare la storia non avrebbero distolto dall'argomento trattato. Argomento molto diffficile, trattato con maestria in un percorso tortuoso e sofferto, che però, a causa di molte ripetizioni e troppe torture, alla fine intorpidisce invece di aumentare l'attenzione.
Da vedere senza ombra di dubbio, ma qualche colpo di forbice qua e la avrebbe evitato qualche "russamento" in sala, e un aiuto nella lettura avrebbe contribuito a tenere alta l'attenzione.
[+]
Troppo lungo, troppo ripetitivo, troppi primi piani, troppi silenzi, troppe torture ... troppo poco spiegata la storia che ha portato dall'accettazione alla persecuzione dei Cristiani in terra nipponica. E' vero che non vuole esere un docu-film, ma un filo di informazioni in più per meglio contestuaizzare la storia non avrebbero distolto dall'argomento trattato. Argomento molto diffficile, trattato con maestria in un percorso tortuoso e sofferto, che però, a causa di molte ripetizioni e troppe torture, alla fine intorpidisce invece di aumentare l'attenzione.
Da vedere senza ombra di dubbio, ma qualche colpo di forbice qua e la avrebbe evitato qualche "russamento" in sala, e un aiuto nella lettura avrebbe contribuito a tenere alta l'attenzione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dinoroar »
[ - ] lascia un commento a dinoroar »
|
|
d'accordo? |
|
|
lunedì 23 gennaio 2017
|
il silenzio di dio
|
|
|
|
Questo interessante film si ispira al romanzo storico ''Silenzio'' di Shsaku End, che tratta delle persecuzioni subite dai cristiani durante il periodo Tokugawa nella prima metà del XVII secolo in Giappone. Il regista Scorsese ha dichiarato di aver avuto in regalo il libro nel 1988 e di averlo trovato molto inquietante, capace di muovere le corde più profonde del suo essere. E’ iniziato allora per lui un lunghissimo processo di elaborazione e di riflessione sulla fede a partire da quei temi, un vivere insieme a quella storia, che si è concretizzato alla fine nella realizzazione di ''Silence''. Questo coinvolgimento profondo è evidente e costringe prepotentemente lo spettatore a condividere problemi morali così estremi che generalmente si preferisce aggirarli, piuttosto che tentare l’impresa disperata di dare delle risposte.
[+]
Questo interessante film si ispira al romanzo storico ''Silenzio'' di Shsaku End, che tratta delle persecuzioni subite dai cristiani durante il periodo Tokugawa nella prima metà del XVII secolo in Giappone. Il regista Scorsese ha dichiarato di aver avuto in regalo il libro nel 1988 e di averlo trovato molto inquietante, capace di muovere le corde più profonde del suo essere. E’ iniziato allora per lui un lunghissimo processo di elaborazione e di riflessione sulla fede a partire da quei temi, un vivere insieme a quella storia, che si è concretizzato alla fine nella realizzazione di ''Silence''. Questo coinvolgimento profondo è evidente e costringe prepotentemente lo spettatore a condividere problemi morali così estremi che generalmente si preferisce aggirarli, piuttosto che tentare l’impresa disperata di dare delle risposte. Il regista non arretra di fronte al compito: in un contesto di violenza estrema (e la violenza ti può mettere alla prova in qualsiasi momento) come agire coerentemente con i propri valori? L’estrema fedeltà al proprio credo può diventare esaltazione dell’ ego e sofferenza e morte per altri? Che fare di fronte al silenzio di Dio quando devi comunque scegliere tra bene e male e non capisci più con i tuoi miseri mezzi dove è il bene e dove è il male? Quando non riesci più a capire se quel che credi o fai è frutto di raziocinio, o di fede, o semplicemente di umanissima debolezza? E’ l’angoscia crescente del giovane padre gesuita portoghese Rodrigues, all’inizio baldanzoso nell’assolutezza della sua fede, poi progressivamente distrutto dentro fino all’accettazione esteriore dell’abiura, perché i persecutori hanno deciso per lui la più terribile delle torture, non il suo personale martirio, ma il martirio di altri innocenti che la sua abiura può evitare. Intorno a lui gira lungo tutto il film la figura chiave di Kichijiro, un debole poveraccio che sente il richiamo di Dio, che potrebbe essere un cristiano fedele in tempi ‘normali’, ma che è incapace di resistere alla violenza e ha già tradito una volta. Kichijiro diventerà l’ombra di Rodrigues, attratto da ciò che il gesuita rappresenta, ossessionato dal rimorso, ma sempre incapace di riscatto. Tornerà a tradire ancora e ancora, ma sempre poi esigerà la confessione e l’assoluzione. E’ in lui che Rodrigues riconosce il simbolo del dilemma che progressivamente lo divora, nel confronto tra debolezza umana e bisogno di assoluto, tra coerenza e necessità di aver compassione degli altri e di se stessi. Man mano che si perdono le certezze, le parole lasciano il campo al silenzio e sono piuttosto le immagini a parlare con grande intensità, partecipando allo smarrimento del cuore di fronte alla continua violenza fisica e psicologica. Questa interiorizzazione toglie ogni formalismo alla cura filologica della ricostruzione d’ambiente e ogni traccia di estetismo alla bella fotografia, in cui pure sentiamo gli echi di antiche stampe giapponesi. La macchina da presa crea infatti atmosfere che sono stati d’animo: confronto visivo tra ritualismo estremo di costumi e gesti e violenza degli atti, sfondi in cui estesi paesaggi si misurano con figurine smarrite, nebbiose atmosfere d’albe e crepuscoli, distese increspate di acque in cui la presenza umana si perde, notturni appena illuminati da bagliori di luci. Buona la recitazione di Andrew Garfield (Rodrigues) e dei coprotagonisti, anche se, soprattutto all’inizio, ha un tono un po’ troppo enfatico e apodittico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
maopar
|
domenica 22 gennaio 2017
|
un silenzio assordante dalla palude dell'anima
|
|
|
|
Martin Scorzese con la solita serietà culturale con la quale ci ha abituati, affronta l’argomento della Fede..
Coerenza tra vita vissuta e coscienza religiosa.. Una storia appassionante che si segue con non poca
Difficoltà per lentezza di narrazione.. durata del film .. fotografia con sequenze Caravaggesche … che
Mantengono comunque attento anche il più pigro degli spettatori… L’argomento è senza ombra di
dubbio la ricerca interiore del “Cristiano “ nel tentativo di un dialogo con il Padre .
[+]
Martin Scorzese con la solita serietà culturale con la quale ci ha abituati, affronta l’argomento della Fede..
Coerenza tra vita vissuta e coscienza religiosa.. Una storia appassionante che si segue con non poca
Difficoltà per lentezza di narrazione.. durata del film .. fotografia con sequenze Caravaggesche … che
Mantengono comunque attento anche il più pigro degli spettatori… L’argomento è senza ombra di
dubbio la ricerca interiore del “Cristiano “ nel tentativo di un dialogo con il Padre ..nel discernimento
tra quello che è bene e quello che è male in situazioni estreme con diverse visioni della vita.
Lo spettatore è coinvolto nelle battaglie interiori dell’anima nel dover scegliere se “calpestare”
Il Cristo o rimanere Fedeli all’Amore… ma se dalla tua scelta dipende la sopravvivenza di un’altra
persona ?.. Cosa fare? ..Tutta la vicenda si sviluppa in un contesto ambientale particolare ..il Giappone..
In questo paese si considera la religione Cristiana troppo complicata e politicamente non
Conveniente per dominare le masse .. quindi “ l’ Inquisitore “ destina a morte tutti quelli che non
abiurano … E con ciò riconosce che il Cristianesimo è un atto di Fede … Da questa palude dove
marciscono le radici le gerarchie cercano di sconfiggere la Religione colpendo quei Sacerdoti …che
impantanati nei loro ragionamenti si limitano a tramutare il Credo religioso in una arrendevole
esperienza di False scienze al servizio dei potenti…
Il film andrebbe visto più volte per coglierne i molteplici messaggi.. Termina con una splendida conclusione
La religione Cristiana è Testimonianza di un legame d’Amore tra Creatore e Creatura sancito dal
Sacramento Battesimale per sempre .. e nel più profondo dell’Anima splende la fiamma della Fede
Specialmente quando a riconoscerlo e a metterlo in atto è un’altra persona ..una moglie… una compagna…
Una testimone…
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maopar »
[ - ] lascia un commento a maopar »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 22 gennaio 2017
|
un silenzio assordante dalla palude dell''anima
|
|
|
|
Martin Scorzese con la solita serietà culturale con la quale ci ha abituati, affronta l’argomento della Fede.. Coerenza tra vita vissuta e coscienza religiosa.. Una storia appassionante che si segue con non poca Difficoltà per lentezza di narrazione.. durata del film .. fotografia con sequenze Caravaggesche … che Mantengono comunque attento anche il più pigro degli spettatori… L’argomento è senza ombra di dubbio la ricerca interiore del “Cristiano “ nel tentativo di un dialogo con il Padre ..nel discernimento tra quello che è bene e quello che è male in situazioni estreme con diverse visioni della vita. Lo spettatore è coinvolto nelle battaglie interiori dell’anima nel dover scegliere se “calpestare” Il Cristo o rimanere Fedeli all’Amore… ma se dalla tua scelta dipende la sopravvivenza di un’altra persona ?.
[+]
Martin Scorzese con la solita serietà culturale con la quale ci ha abituati, affronta l’argomento della Fede.. Coerenza tra vita vissuta e coscienza religiosa.. Una storia appassionante che si segue con non poca Difficoltà per lentezza di narrazione.. durata del film .. fotografia con sequenze Caravaggesche … che Mantengono comunque attento anche il più pigro degli spettatori… L’argomento è senza ombra di dubbio la ricerca interiore del “Cristiano “ nel tentativo di un dialogo con il Padre ..nel discernimento tra quello che è bene e quello che è male in situazioni estreme con diverse visioni della vita. Lo spettatore è coinvolto nelle battaglie interiori dell’anima nel dover scegliere se “calpestare” Il Cristo o rimanere Fedeli all’Amore… ma se dalla tua scelta dipende la sopravvivenza di un’altra persona ?.. Cosa fare? ..Tutta la vicenda si sviluppa in un contesto ambientale particolare ..il Giappone.. In questo paese si considera la religione Cristiana troppo complicata e politicamente non Conveniente per dominare le masse .. quindi “ l’ Inquisitore “ destina a morte tutti quelli che non abiurano … E con ciò riconosce che il Cristianesimo è un atto di Fede … Da questa palude dove marciscono le radici le gerarchie cercano di sconfiggere la Religione colpendo quei Sacerdoti …che impantanati nei loro ragionamenti si limitano a tramutare il Credo religioso in una arrendevole esperienza di False scienze al servizio dei potenti… Il film andrebbe visto più volte per coglierne i molteplici messaggi.. Termina con una splendida conclusione La religione Cristiana è Testimonianza di un legame d’Amore tra Creatore e Creatura sancito dal Sacramento Battesimale per sempre .. e nel più profondo dell’Anima splende la fiamma della Fede Specialmente quando a riconoscerlo e a metterlo in atto è un’altra persona ..una moglie… una compagna… Una testimone…
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|
domenica 22 gennaio 2017
|
un silenzio assordante dalla palude dell''anima
|
|
|
|
Martin Scorzese con la solita serietà culturale con la quale ci ha abituati, affronta l’argomento della Fede.. Coerenza tra vita vissuta e coscienza religiosa.. Una storia appassionante che si segue con non poca Difficoltà per lentezza di narrazione.. durata del film .. fotografia con sequenze Caravaggesche … che Mantengono comunque attento anche il più pigro degli spettatori… L’argomento è senza ombra di dubbio la ricerca interiore del “Cristiano “ nel tentativo di un dialogo con il Padre ..nel discernimento tra quello che è bene e quello che è male in situazioni estreme con diverse visioni della vita. Lo spettatore è coinvolto nelle battaglie interiori dell’anima nel dover scegliere se “calpestare” Il Cristo o rimanere Fedeli all’Amore… ma se dalla tua scelta dipende la sopravvivenza di un’altra persona ?.
[+]
Martin Scorzese con la solita serietà culturale con la quale ci ha abituati, affronta l’argomento della Fede.. Coerenza tra vita vissuta e coscienza religiosa.. Una storia appassionante che si segue con non poca Difficoltà per lentezza di narrazione.. durata del film .. fotografia con sequenze Caravaggesche … che Mantengono comunque attento anche il più pigro degli spettatori… L’argomento è senza ombra di dubbio la ricerca interiore del “Cristiano “ nel tentativo di un dialogo con il Padre ..nel discernimento tra quello che è bene e quello che è male in situazioni estreme con diverse visioni della vita. Lo spettatore è coinvolto nelle battaglie interiori dell’anima nel dover scegliere se “calpestare” Il Cristo o rimanere Fedeli all’Amore… ma se dalla tua scelta dipende la sopravvivenza di un’altra persona ?.. Cosa fare? ..Tutta la vicenda si sviluppa in un contesto ambientale particolare ..il Giappone.. In questo paese si considera la religione Cristiana troppo complicata e politicamente non Conveniente per dominare le masse .. quindi “ l’ Inquisitore “ destina a morte tutti quelli che non abiurano … E con ciò riconosce che il Cristianesimo è un atto di Fede … Da questa palude dove marciscono le radici le gerarchie cercano di sconfiggere la Religione colpendo quei Sacerdoti …che impantanati nei loro ragionamenti si limitano a tramutare il Credo religioso in una arrendevole esperienza di False scienze al servizio dei potenti… Il film andrebbe visto più volte per coglierne i molteplici messaggi.. Termina con una splendida conclusione La religione Cristiana è Testimonianza di un legame d’Amore tra Creatore e Creatura sancito dal Sacramento Battesimale per sempre .. e nel più profondo dell’Anima splende la fiamma della Fede Specialmente quando a riconoscerlo e a metterlo in atto è un’altra persona ..una moglie… una compagna… Una testimone…
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|