samanta
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lunedì 6 febbraio 2017
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il silenzio e la fede
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Complessa è la storia dei cristiani giapponesi. L'evangelizzazione cominciò con i gesuiti nel 1549 e per alcuni decenni progredì, non solo nelle classi umili ma anche tra i samurai. alla fine del '500 i cattolici erano circa 300.000. Poi cominciarono le persecuzioni a varie ondate e fra il 1620e il 1640 vennero praticamente uccisi tutti i preti stranieri e giapponesi e circa 40.000 fedeli moltissimi sottoposti a tortura furono costretti all'abiura. Ci fu anche una rivolta dei samurai cristiani che dopo varie battaglie furono sconfitti. Il Giappone si chiuse ai contatti con gli stranieri e si riaprirà all'esterno solo intorno al 1860. Il film di Scorsese si colloca intorno al 1640 nel pieno dele persecuzioni : due gesuiti giovani a macao convincono il loro superiore ad andare clandestinamente in giappone per appurare se veramente Padre Ferreira che era stato il loro maestro abbia abiurato.
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Complessa è la storia dei cristiani giapponesi. L'evangelizzazione cominciò con i gesuiti nel 1549 e per alcuni decenni progredì, non solo nelle classi umili ma anche tra i samurai. alla fine del '500 i cattolici erano circa 300.000. Poi cominciarono le persecuzioni a varie ondate e fra il 1620e il 1640 vennero praticamente uccisi tutti i preti stranieri e giapponesi e circa 40.000 fedeli moltissimi sottoposti a tortura furono costretti all'abiura. Ci fu anche una rivolta dei samurai cristiani che dopo varie battaglie furono sconfitti. Il Giappone si chiuse ai contatti con gli stranieri e si riaprirà all'esterno solo intorno al 1860. Il film di Scorsese si colloca intorno al 1640 nel pieno dele persecuzioni : due gesuiti giovani a macao convincono il loro superiore ad andare clandestinamente in giappone per appurare se veramente Padre Ferreira che era stato il loro maestro abbia abiurato. Li accompagno un giapponese ubriacone Kichijiro che poi si scoprirà che ha abiurato e abiura ancora e che li tradirà. I due gesuiti vivono insieme ai contadini cristiani che conducono una vita misera e sono vessati dai feudatari e dai giudici che cercano di scoprire se sono cristiani. Uno dei due Padre Garrupe morirà martire in modo atroce cercando di difendere alcuni contadini torturati e uccisi, l'altro padre Rodrigues viene mantenuto in vita è convinto che sopporterà il martirio ma le sue certezze vengono meno quando incontra padre Ferreira che è diventato buddista e che cerca di convnicerlo nell'inutilità della sua missione, il gesuità cederà per impedire che cinque contadini vengano uccisi in maniera atroce. Scorsese in modo veramente elevato cerca di approfondire il silenzio di Dio, che non fa nulla davanti a queste atrocità. da una parte si vede la fede dei semplici fedeli che tutto sopportano nell'attesa di andare in paradiso e avere una vita migliore e dall'altra la debolezza della fede del gesuita. Però il film al contrario del libro a cui si è ispirato assai fedelmente da una risposta: Dio parla attraverso l'interprete traditore che chiede per l'ennesima volta a padre Rodrigues ormai apostata ma ancora sacerdote di essere assolto e nel finale quando il gesuita muore sua moglie (si era ormai sposato costretto dalle autorità) gli mette tra le mani un piccolo crocefisso che era stato fabbricato dai suoi fedeli, non tutto era quindi perduto. Un film intenso di cui si deve assoparare la lentezza, bei costumi e una bella fotografia, ottime l'interpretazioni di Ferreira (Liam Neeson) e di Rodrigues (Andrew Garfield) e anche degli altri attori. Scorsese ha fatto un grande film. Due secoli dopo quando il Giappone si riaprì agli stranieri i missionari trovarono con il loro stupore alcune migliaia di cristiani che avevano nascostamente mantenuto la loro fede. A proposito l'ammiraglio Yamamoto comandante della flotta giapponese e che ordinò l'attacco di Pearl Habour era un convertito cattolico.
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una voce
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lunedì 6 febbraio 2017
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un oscar solo per la fotografia? mah!
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Magari non un film per tutti, vista la tematica, ma è bellissimo, intenso. Sono uscita dal cinema (visto per fortuna senza intervallo: in questo film l'intervallo è letteralmente sacrilego!) con una sensazione che nessun film mi ha mai dato. Ed è bellissimo.
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filippo catani
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mercoledì 1 febbraio 2017
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un film che scuote la coscienza
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1640. Due giovani Gesuiti partono per il Giappone per continuare l'opera di evangelizzazione e andare in cerca del loro padre spirituale che da tempo non fornisce più notizie.
Il film di Scorsese è bellissimo e si gioca su svariati registri anche molto attuali. E' lecito andare in un paese diverso dal prorpio per portare la propria religione? La reazione dei giapponesi fu forte e feroce nei confronti degli evangelizzatori. Inoltre che tipo di religione sarebbe? Perchè ovviamente ogni cultura cercherà di rielaborare le dottrine religiose attraverso i propri schemi e quindi i martiri che muoiono per essa per cosa muoiono? Fino a dove si può o si deve spingere la testimonianza di fede e amore per la propria fede? Ecco lungo i 160 minuti del film i due protagonisti (e uno poi in particolare) e quindi anche gli spettatori si interrogano su queste tematiche.
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1640. Due giovani Gesuiti partono per il Giappone per continuare l'opera di evangelizzazione e andare in cerca del loro padre spirituale che da tempo non fornisce più notizie.
Il film di Scorsese è bellissimo e si gioca su svariati registri anche molto attuali. E' lecito andare in un paese diverso dal prorpio per portare la propria religione? La reazione dei giapponesi fu forte e feroce nei confronti degli evangelizzatori. Inoltre che tipo di religione sarebbe? Perchè ovviamente ogni cultura cercherà di rielaborare le dottrine religiose attraverso i propri schemi e quindi i martiri che muoiono per essa per cosa muoiono? Fino a dove si può o si deve spingere la testimonianza di fede e amore per la propria fede? Ecco lungo i 160 minuti del film i due protagonisti (e uno poi in particolare) e quindi anche gli spettatori si interrogano su queste tematiche. Ovviamente è un film che parla a chi ha intenzione e voglia di portare avanti questa serie di riflessioni davanti a una bellissima fotografia, scene fortissime e dialoghi stupendi. Complimenti vanno alla giovane coppia di attori protagonisti e anche a Liam Neeson che finalmente si spoglia dei panni del giustiziere e nel breve tempo della sua apparizione ci e si regala una bellissima e toccante interpretazione. Un film che scuote e interroga le coscienze.
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domenica 29 gennaio 2017
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un silenzio che non convince
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La visione di Silence, il film di Martin Scorsese del quale si fa un gran parlare non è stata senz''altro una passeggiata. Devo ancora metabolizzare le quasi tre ore di film e capirne lo spessore dato che buona parte della pellicola è stato un assistere alle torture più impensate inflitte in Giappone nel 1600 ai cristiani da parte dell’Inquisizione. Il regista, che da tempo aveva in mente di realizzare un film sul tema della religione cattolica vissuta da lui in maniera molto sofferta, forse nel tentativo di indurre una riflessione sulle problematiche della fede religiosa, o meglio del fanatismo religioso mai così attuale ma anche incauto come di questi tempi, ha realizzato un film che di primo acchito non mi è sembrato abbia saputo approfondire gli aspetti spirituali in maniera convincente anche perché si percepisce lo sguardo laico e la vocazione al martirio, ossessivamente esibita come dono e offerta d''amore, risulta assai lontana dalla sensibilità dell’uomo d''oggi, sempre più alla ricerca di una conciliazione tra fede e vita.
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kill bill vol 2
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sabato 28 gennaio 2017
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intensamente bello
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Film interessante e molto bello
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g_andrini
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sabato 28 gennaio 2017
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fa riflettere
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Il buddismo ha molto da insegnare alle religioni teiste, anche se ovviamente senza imporlo. Personalmente non trovo logica la visione cristiana del mondo, ma sono di parte.
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juri moretti
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sabato 28 gennaio 2017
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una grande storia cristiana
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Diretto da Martin Scorsese, silence è un film tratto dal romanzo di Shùsaku Endo, che vede la storia di due giovani missionari, alla ricerc del loro insegnante e mentore scomparso, esercitano i loro sacramenti tra gli abitanti di un villaggio perseguitati per il loro ceredo religioso. Nel XVII secolo in Giappone i signori feudali e i Samurai erano decisi a sradicare il cristianesimo del paese e quindi tutti coloro che si dichiaravano cristiani erano arrestati e torturati, costretti a rinnegare la loro fede o ad essere condannati a una morte lenta e dolorosa.
Questo film è una vera e propia storia cristiana, perchè si parla di fede, ma di una fede molto potente che solo i veri credenti hanno, quindi da questo punto di vista si può dire che il film è molto fedele al romanzo e Martin Scorsese è riuscito a trasportarlo sul grand schermo, facendolo con scene molto forti, sopratutto quelle in cui si vede la tortura è poi è un film da circa due ore e cinquanta, ma non è un problema assaolutamente, perchè riesce a tenere incollato lo spettatore alla poltrona per tutta la durata.
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Diretto da Martin Scorsese, silence è un film tratto dal romanzo di Shùsaku Endo, che vede la storia di due giovani missionari, alla ricerc del loro insegnante e mentore scomparso, esercitano i loro sacramenti tra gli abitanti di un villaggio perseguitati per il loro ceredo religioso. Nel XVII secolo in Giappone i signori feudali e i Samurai erano decisi a sradicare il cristianesimo del paese e quindi tutti coloro che si dichiaravano cristiani erano arrestati e torturati, costretti a rinnegare la loro fede o ad essere condannati a una morte lenta e dolorosa.
Questo film è una vera e propia storia cristiana, perchè si parla di fede, ma di una fede molto potente che solo i veri credenti hanno, quindi da questo punto di vista si può dire che il film è molto fedele al romanzo e Martin Scorsese è riuscito a trasportarlo sul grand schermo, facendolo con scene molto forti, sopratutto quelle in cui si vede la tortura è poi è un film da circa due ore e cinquanta, ma non è un problema assaolutamente, perchè riesce a tenere incollato lo spettatore alla poltrona per tutta la durata.
Martin Scorsese dopo the wolf of wall street con Leonardo Di Caprio realizza un'altro vero e propio capolavoro assoluto da non perdere.
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mauridal
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venerdì 27 gennaio 2017
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padres,samurai,solntse shogun
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SILENCE un film di Martin Scorsese USA 2016
Martin Scorsese, :
« Si crea un’atmosfera attraverso l’immagine.
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SILENCE un film di Martin Scorsese USA 2016
Martin Scorsese, :
« Si crea un’atmosfera attraverso l’immagine. Ci si colloca in un ambiente dove si può sentire l’alterità. E sono queste le immagini, le idee e le emozioni che si traggono dal cinema. Ci sono certe cose intangibili che le parole, semplicemente, non possono esprimere». La dichiarazione è di Martin Scorsese ,sul film Silence , e credo sia la chiave per capire e decifrare il film , che contiene molti livelli di lettura , a volte poco chiari per chi da comune spettatore si pone davanti ad una opera cinematografica con tutto l'impegno possibile, ma che alla fine, come in questo film si limita a registrare, l'impossibilità per le parole di esprimere un senso religioso ,spirituale che il regista ormai decisamente avverte e cerca di comunicare. Scorsese ci ha abituati alla azione spregiudicata e violenta dei suoi personaggi, e le storie che ha raccontato fino ad ora forse hanno sottinteso un motivo morale oppure etico , ma qui la questione diventa una palese ricerca del senso e della necessità del trascendente,e che si pone col nome di Gesù cristo o col nome di Budda , a seconda dei personaggi che si presentano, siano preti gesuiti portoghesi che monaci giapponesi o apostati cristiani. Il film dichiara soprattutto attraverso le immagini , che il silenzio , è necessario per ascoltare se stessi e interpretare il volere del Dio in cui si crede, e difatti il film mancando di colonna sonora accentua l'importanza dei dialoghi , anche troppo intensi e pieni di parole pur se monologhi interiori dei due preti gesuiti. Insomma un film che prende e interessa lo spettatore sensibile alla crisi dei modelli e dei valori religiosi che nei secoli passati ha visto dure contrapposizioni di civiltà e popoli e che ancora oggi nel nome del Dio e dei sui profeti rischia di condurre l'umanità alla catastrofe. Ma il merito di Scorsese è di aver mostrato una crisi individuale , una ricerca spirituale intima dell'uomo e non una religione di potere sociale che condiziona stati e intere società , anche se una certa critica allusiva ad un palude in cui versava il Giappone nel 1600 forse non coincide con il vero tema del film. Ad ogni modo non sfugge che il regista stesso sia coinvolto in una contraddittoria ricerca mistico spirituale , più vicina alla spiritualità orientale che a quella occidentale. La chiave risolutiva del film , è la libertà di credere e la possibilità di un uomo anche di non credere in un Dio ,addirittura di rifiutare e di calpestare una scelta per un principio di umanità che deve valere su tutto ,religioni e ideologie comprese. Forse Martin Scorsese in questo suo gran bel film sente di dover lasciare un messaggio di libertà in un bilancio della sua opera di regista. (mauridal)
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maramaldo
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giovedì 26 gennaio 2017
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salgari. teologico.
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Riusciranno i nostri coraggiosi missionari a ritrovare il confratello misteriosamente scomparso nel Sol Levante del quale si mormora che...?
Preso come film d'avventure, Silence avrebbe convinto un po' più di gente. La storia prende le mosse da una lettera arrivata non si sa come; Padre Rodrigues e Padre Garupe, ancorchè dissuasi, s'imbarcano per contrade sconosciute e insidiose; là si nascondono, fuggono, vengono regolarmente catturati dal potente malvagio e così via. La vicenda è superbamente servita con atmosfere suggestive, esotismi, folklore, orrori insoliti, efferatezze raffinate, supplizi ingegnosi.
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Riusciranno i nostri coraggiosi missionari a ritrovare il confratello misteriosamente scomparso nel Sol Levante del quale si mormora che...?
Preso come film d'avventure, Silence avrebbe convinto un po' più di gente. La storia prende le mosse da una lettera arrivata non si sa come; Padre Rodrigues e Padre Garupe, ancorchè dissuasi, s'imbarcano per contrade sconosciute e insidiose; là si nascondono, fuggono, vengono regolarmente catturati dal potente malvagio e così via. La vicenda è superbamente servita con atmosfere suggestive, esotismi, folklore, orrori insoliti, efferatezze raffinate, supplizi ingegnosi. Ora, tutto ciò, cinematograficamente è tanto ma è quasi niente rispetto ad una riflessione, ad una riflessione forse sofferta, durata 27 anni.
Tema centrale, lo dice il titolo. Effettivamente, è da qualche millennio che dal Cielo non si colloquia a tu per tu con il comune mortale. Oggi, però, non si hanno le carte in regola per lamentare questo silence. Pascal, tra gli altri, aveva avvertito:"come dimostra la nostra esperienza e la storia dell'umanità", Dio è nascosto; solo accettando questo nascondimento la (tua) religione può essere vera (per te). Insomma, non vai lontano se non hai la fede. Solo che la fede è imperscrutabile in chiunque. Al riguardo, abbiamo una figura emblematica, Kichijiro, il traditore compulsivo. Rinnega, denuncia, calpesta, sputa sopra: ha chiaro il concetto di formalità che non intacca la sostanza. Inoltre, è addentro alla Dottrina; sa di essere della stessa mota di Adamo, soggetto alle suggestioni diaboliche, però conosce bene il precetto: perdona settanta volte sette. Puoi dire che non sia un uomo di fede?
Trattandosi di un affresco storico, si riflette sugli accadimenti del tempo. Le persecuzioni. Nemici della patria, i Kirishitani. Agenti delle Potenze coloniali. Ce lo spiega l'Inquisitore con un aneddoto durante uno di quegli amabili conversari che intrattiene con l'onorevole prigionero tra un'esecuzione e un'altra. Arricchitisi (i signorotti) con i trafficanti d'oltremare, ne agevolavano la penetrazione nel territorio e l'opera di demolizione di un retaggio di sacre tradizioni che durava da secoli anche se derivava da credenze importate come il Buddismo.
Non dimentichiamo i veri protagonisti: i Gesuiti del '600. Due di loro, il trentino Martini e il marchigiano Ricci, unici diavoli stranieri, figurano in una grandiosa rappresentazione della storia della Cina ancor oggi a Pechino. Vennero per convertire e divennero cinesi. Un pericolo per l'ortodossia questo fascino delle civiltà antiche e sofisticate. Può portare all'abiura che è sempre un guasto dell'anima. Un travaglio in cui non si fanno calcoli di convenienza, il Nazareno non lasciò opzioni a sè stesso e a chi lo seguiva.
Quando finalmente Ferreira ricompare, avvolto in abiti da bonzo, maniche svolazzanti, non è più lui, non più il martire che grida tra i tormenti. Rassegnato. Spento.
Più triste la fine di Padre Rodrigues. Si aggira tra le pareti di carta, incongruo nell'elegante kimono. Dilaniato dalla contraddizione quando deve impartire l'ennesima assoluzione allo sciagurato Kichijiro (sequenza toccante, ti fa sospettare perchè è stato fatto quel film).
In quella gerla funeraria che raccoglie piegate le sue spoglie si scorge un minuscolo oggetto già intravisto, un crocifisso modellato rozzamente nell'argilla. Messo lì, di soppiatto, dalle mani di qualcuno che...sapeva. Arso con tutto nella grande fiammata. Chi può dirlo? Se si fruga tra le ceneri, forse lo si ritrova. Intatto. Meglio, il fuoco l'avrà reso indistruttibile.
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mercoledì 25 gennaio 2017
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much silence about nothing
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Come Ennio Flaiano diceva di Bergman, "Tanto silenzio per nulla". Encomiabile il tentativo di Scorsese di farci entrare nel mondo così lontano da noi dei gesuiti del ''600 missionari in Giappone e dei pescatori e funzionari giapponesi, ma nel mio caso, tentativo poco riuscito. Troppo distanti dal mio mondo per essere credibili i personaggi, la loro mentalità, psicologia, filosofia, stile di vita. Da un lato il tentativo di rendere simili alcuni aspetti delle relazioni (tipo il contatto fisico, gli abbracci) avendo conosciuto l''attitudine dei religiosi, mi risultava inverosimile, perfino per i giorni nostri. Dall''altra parte il mondo dei giapponesi buddisti restava fino alla fine tanto alieno e imperscrutabile che poteva essere un pianeta di fantascienza e sarebbe stato uguale.
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Come Ennio Flaiano diceva di Bergman, "Tanto silenzio per nulla". Encomiabile il tentativo di Scorsese di farci entrare nel mondo così lontano da noi dei gesuiti del ''600 missionari in Giappone e dei pescatori e funzionari giapponesi, ma nel mio caso, tentativo poco riuscito. Troppo distanti dal mio mondo per essere credibili i personaggi, la loro mentalità, psicologia, filosofia, stile di vita. Da un lato il tentativo di rendere simili alcuni aspetti delle relazioni (tipo il contatto fisico, gli abbracci) avendo conosciuto l''attitudine dei religiosi, mi risultava inverosimile, perfino per i giorni nostri. Dall''altra parte il mondo dei giapponesi buddisti restava fino alla fine tanto alieno e imperscrutabile che poteva essere un pianeta di fantascienza e sarebbe stato uguale. Resta valida la parte puramente filmica, fotografia, riprese, montaggio. A Scorsese non mancala tecnica per ipnotizzare qualunque spettatore ma se manca il coinvolgimento emotivo, alla lunga (ed è lunga) non si va molto in là.
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