Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Renato Pagliuso |
Attori | Robert Woods, Paolo Mauro, Marco Silani, Chiara Conti, Pino Torcasio, Giuseppe Panebianco . |
Uscita | giovedì 27 ottobre 2016 |
Distribuzione | West 46th Films |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,60 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 marzo 2017
Renato Pagliuso dirige un film legato alle radici della terra, alla famiglia e alla giustizia.
CONSIGLIATO NÌ
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Pasquale è un uomo profondamente segnato dal vizio del gioco, che si muove sullo sfondo di un remoto paesino calabrese. Ha perso tutto Pasquale. Allontanato dalla comunità e da una donna che ha amato più di se stesso, torna dopo anni di esilio nella casa natia, dove diviene involontario protagonista di uno strano incontro con Nicola Gaffuri, anziano ingiustamente calunniato e per sempre rifiutato dall'unica figlia, Concetta.
In un viaggio che è ricerca ultima di redenzione, Pasquale, accompagnato dall'amico Lino, si metterà sulle tracce della giovane Concetta, in una sorta di cammino spirituale tratteggiato come racconto morale che si interroga sul concetto di alterità.
Racconto calabrese è la storia sospesa di un uomo che si è lasciato morire dal dolore dopo aver perso ogni cosa, su tutti l'affetto dell'unica figlia. Una figlia che, nonostante siano passati decenni, ancora non riesce ad emergere dal trauma della perdita, dalla mancanza di una risoluzione e un dialogo che potesse chiarire un rapporto troppo presto troncato.
Con profondo attaccamento alle proprie radici e alla propria terra, Renato Pagliuso confeziona un'opera penalizzata da una scrittura difficile da interpretare, con echi e suggestioni di un racconto ancestrale, che vorrebbe caricarsi della sacralità di richiami dall'aldilà ma sfocia spesso nella messa in scena amatoriale.
L'attaccamento alla terra si riconosce dagli scorci di una regione mai mostrata oltre quei paesaggi tipici dell'entroterra rurale, senza la strumentalizzazione di un immaginario che identifica la Calabria come terra di 'ndrangheta. La mafia qui non c'è, non vuole esserci. Il radicamento è vicenda intima dei protagonisti, in una storia di sopraffazione del più debole intrecciata con la mercificazione dell'individuo. Robert Woods si distingue per una mimica e una prova attoriale degne di nota ma, ahinoi, le uscite di scena in dissolvenza sviliscono un ruolo sacrale che inevitabilmente perde di credibilità.
Complice un doppiaggio asincrono e dialoghi macchinosi, il film - che si distingue per essere opera indipendente - mette in scena quadri frammentari in virtù di un richiamo alla giustizia che si fa tematica principale di un progetto fin troppo ambizioso, scavalcando i canoni di genere e lasciandosi trascinare da effetti visivi che hanno l'estetica dei vecchi videoclip anni '80.
Una valigia piena di nulla, se non di una manciata di terra e una sigaretta e poi, il silenzio imperante che trascende luoghi perduti dai quali promana un'anima sofferta che ha bisogno di raccontarsi per ricondursi alla vita. È raro incrociare nei film paesaggi che non siano solo cornice naturale di abbellimento, ma parte integrante di un percorso che porti lo spettatore ad acquisire [...] Vai alla recensione »
"Racconto Calabrese è uno schiaffo in faccia a ciò che rimane del cinema italiano, fatto di cinepanettoni e commediucce senza ne capo e ne coda. Godard a buon titolo diceva:" la tv crea l'oblio, il cinema ha sempre creato dei ricordi". Proprio loro, i ricordi, tempestano l'intera vicenda esistenziale di chi al di là della breccia fumogena dell'esistenza [...] Vai alla recensione »