Titolo originale | Don't Breathe |
Anno | 2016 |
Genere | Thriller, Horror, |
Produzione | USA |
Durata | 88 minuti |
Regia di | Fede Alvarez |
Attori | Jane Levy, Dylan Minnette, Stephen Lang, Daniel Zovatto, Jane May Graves Sergej Onopko, Katia Bokor, Jon Donahue, Brak Little, Christian Zagia, Emma Bercovici, Michael Haase, Dara Iruka, Nickolai Stoilov, Franciska Töröcsik, Olivia Gillies, Dayna Clark, Athos (II), Astor, Nomad. |
Uscita | giovedì 8 settembre 2016 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
MYmonetro | 3,05 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 8 settembre 2016
Tre adolescenti scelgono di rapinare un cieco chiuso nella sua casa, e l'impresa non si rivelerà facile come pensavano. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Man in the Dark ha incassato 956 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Rocky vive una situazione familiare insopportabile ed è pronta a tutto pur di abbandonare Detroit per il sole della California. Per amore, il fidanzato sbruffone, Money, e il timido Alex la aiutano a svaligiare appartamenti. Money crede di aver individuato il colpo grosso nel villino di un veterano della guerra del Golfo, rimasto cieco in seguito a una ferita, che ha incassato un risarcimento a molti zeri dopo il tragico incidente in cui ha perso l'unica figlia. I dubbi etici su un furto ai danni di una persona così vulnerabile svaniscono di fronte alla somma agognata, ma i tre scopriranno che il solitario abitante della casa è tutt'altro che indifeso di fronte a un'intrusione.
Dopo aver girato il remake de La casa, inutile come la gran parte dei remake horror odierni, le quotazioni di Fede Alvarez erano minime, per usare un eufemismo. Ma le basse aspettative sono da sempre un buon viatico nel mondo della paura, che meglio agisce quando la guardia è bassa. Man in the Dark - titolo originale Don't Breathe, letteralmente "Non respirare" - ha le caratteristiche tipiche del debutto: budget contenuto, soggetto forte sorretto da una sceneggiatura attentamente studiata, effetto sorpresa sfruttato fino allo spasimo. È lo stesso Alvarez a dichiarare di sentirsi come se fosse al suo debutto, e forse è meglio scegliere l'empatia e dimenticare i suoi primi passi (falsi).
Man in the Dark non appartiene al sottogenere home invasion né tantomeno è uno slasher movie, ma trae ispirazione da questi come da altri tipi di horror e dosa bene gli ingredienti in un claustrofobico gioco tra il gatto e i topolini. Dove il primo è cieco ma tutt'altro che innocuo, e i secondi squassati da dubbi morali e sensi di colpa che mal si conciliano con lo spirito di sopravvivenza che dovranno mettere in atto.
Un thriller di serie B con una rara dose di coraggio, che non ha paura di mettere in scena sferzate di violenza cruda e credibile, come le scene in cui il veterano cieco calpesta con violenza le gambe di Rocky o la picchia sul volto, violando tabù che neanche Jason Voorhees o Freddy Krueger avrebbero osato intaccare (uccidere barbaramente può essere meno disturbante delle percosse inflitte a un membro del gentil sesso). Ma non esistono eroi e non esistono villain nella lotta senza quartiere che ha luogo nel villino del veterano senza nome, dove gli uomini reagiscono da animali feriti con le spalle al muro, senza lasciare nulla di intentato. Alvarez tiene alta la tensione concedendosi il giusto in termini di virtuosismi di regia e sfruttando al massimo le opportunità generae dalla sceneggiatura.
A partire dalle scene girate con camera a infrarossi, quando il padrone di casa stacca la luce e recupera una posizione di vantaggio sui fuggiaschi, dando vita a un sensazionale nascondino basato sui sensi più sottovalutati, udito e olfatto. Inutile l'appendice che chiude il film, che in genere comincia a calare man mano che aumentano i dialoghi. Tuttavia, finché conta solo trattenere il respiro per sopravvivere, l'atmosfera è di sincero terrore. Ancora una volta straordinario Stephen Lang nei panni del veterano, uno degli attori più sottovalutati di Hollywood, capace di una prova mirabile per fisicità a 64 anni compiuti.
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Don't breathe( riportato in italia come man in the dark ), e' un film del 2016, secondo lungometraggio del regista Fede Alvarez, autore del remake della casa di Sam Raimi. Don't breathe e' un film intenso, vivace, violento che intrattiene benissimo trasmettendo la necessaria tensione nello spettatore. Ho apprezzato l'attenzione al particolare in questo film in cui il ritmo [...] Vai alla recensione »
In Man in the dark tre ragazzi di Detroit svaligiano case ricavando ogni volta all’incirca diecimila dollari, aiutati dall’avere nel gruppo il figlio di una guardia giurata, con le chiavi degli appartamenti da derubare. I giovani vengono a sapere di un veterano di guerra, che ha ricevuto come risarcimento trecentomila dollari in seguito alla tragica morte della figlia avvenuta in un incidente. [...] Vai alla recensione »
Tre ragazzi decidono di derubare la casa di un vecchio ex-militare ormai cieco … ma molto più agguerrito di quanto non possa sembrare. Convinto che avrei visto un film horror, lì per lì quasi sono rimasto deluso, più che altro si tratta di un thriller, i toni a tratti sono un po’ forti e la tensione è al cardiopalma, tutto sommato resta un thriller.
Come thriiller-horror, questo"Don't Breathe"(2016, vero titolo, non"Man in the Dark", regia di Fede Alvarez, anche co-autrice della sceneggiatura), ha tutti i requisiti, che comunque possiede anche come film tout court, ossia extra le ristrettezze o meglio i limti del genere: è claustrofobico, angosciante, problematico, mettendo continuamente in discussione quanto è [...] Vai alla recensione »
Un buon thriller dove tre arzilli rapinatori ,comprensivi di fanciulla ,verranno sculacciati a dovere dal padrone di casa,cieco e bastardo quanto basta. Una rapina all'apparenza semplice si trasformerà in una estenuante battaglia all'utimo sangue. Il tutto sarebbe anche accattivante ma ad un certo punto si esagera di brutto,sopratutto dopo una macabra scoperta che non sto qui a raccontarvi [...] Vai alla recensione »
Nutrivo grandi speranze perché La casa diretto dallo stesso regista di questo film, mi aveva lasciato soddisfatto. Dopo la visione, mi ha lasciato basito. Sarà meglio cominciare dall'inizio. Attenzione Spoiler. Tre adolescenti con vite, si fa per dire, miserabili, decidono di rapinare una casa. Il proprietario è un ex soldato cieco.
Guardando il trailer e leggendo la trama potrebbe sembrare un film banale ma in realtà non è così. Certo la premessa non è nulla di eccezionale,un gruppo di ragazzi che per vivere deruba le abitazioni e che credendo sarà tutto facile deruba questo cieco.Ma purtroppo per loro non andrà tutto nel verso giusto. In realtà poi senza addentrarsi troppo nel film per evitare spoiler il film riserva forti [...] Vai alla recensione »
Tre giovani topi d'appartamento, dopo una serie di colpi fortunati, decidono di svoltare con un furto all'apparenza facile e che gli garantirebbe di abbandonare le loro misere vite nella periferia degradata e povera di Detroit. La loro vittima designata, un ex reduce cieco che vive isolato con un bel malloppo sotto il mattone, si rivelerà una persona molto diversa da quella che avevano [...] Vai alla recensione »
Dall'inizio alla fine. A parte il 6 senso del tipo ( anche se ex militare, non può muoversi e colpire da cieco in quella maniera ) , ma anche diversi comportamenti dei protagonisti ridicoli, classici di questi film mediocri. Bocciato!
F. Alvarez si conferma ancora un grande regista pieno di idee. Nel bellissimo evil dead aveva riproposto il cult di Raimi con una magistrale,una sceneggiatura rivisitata da cima a fondo sfornando incredibilmente qualcosa di innovativo più che un solito remake. E qui ci propone un thriller originale :Jane Levy ancora protagonista offre una grande prova drammatica.
Tolgo una stella per gli eccessi alla Halloween,ossia protagonisti massacrati con forbici e violenza inaudita che si rialzano come nulla fosse successo. Detto ciò il film è ben strutturato,coinvolge grazie ad una sceneggiatura ed ad un montaggio molto riusciti. L'idea del buio nel buio,con il vecchio veterano di guerra cieco che si confronta con i malviventi sullo stesso piano,cioè [...] Vai alla recensione »
Una semplice rapina diviene un autentico incubo per tre scapestrati ed inesperti svaligiatori. In un austero villino nei decadenti sobborghi di Detroit si snoda una vicenda carica di tensione emotiva dove il buio ed il silenzio giocheranno un ruolo determinante nella sopravvivenza dei malcapitati rapinatori. Claustrofobico thriller low cost dalla trama originale e da una sceneggiatura densa di colpi [...] Vai alla recensione »
Tre balordi pensano di svaligiare facilmente la casa di un uomo cieco ex marine...Non sarà così...Storie tormentate che s'intrecciano in un racconto verosimile prevedibile più per noi spettatori che per i tre ladri, la sceneggiatura appare un pò troppo ripetitiva e quindi poco emozionante per quanto lo possa essere un film così, l'avventura si chiude con tre [...] Vai alla recensione »
L'inizio del film fa pensare male: soliti adolescenti bellocci americani, solita periferia disagiata americana, produzione americana. Già mi aspettavo di vedermi uscire uno zombie extraterrestre dalla tomba, invece ne esce un bel film, l'idea è originale, con giusta dose di colpi di scena e violenza. La regola per l'horror pare confermata: se la regia è [...] Vai alla recensione »
Il film più che un horror è un thriller. Un thriller decisamente ben scritto, ben girato e ben recitato. Tiene alta la tensione per tutta la durata fino al "colpo di scena" finale.
Il titolo originale del film, Don't Breathe, si riferisce ai protagonisti ma in fondo allude alla condizione dello spettatore in sala, che non respira per la tensione. Man in the Dark, invece - il titolo con cui esce nelle sale italiane - riguarda il cattivo del film, ma è utile a spiegare il fascino dell'intera operazione, e in effetti è da preferire per una volta a quello originale.
Pur essendo classificabile nella categoria sempre più eccitante dei B-movie contemporanei (sdoganati dal produttore erede ideale di Corman, Jason Blum, e dalla Ghost House di Sam Raimi, che appunto produce Man in the Dark) l'opera seconda di Fede Alvarez si avvale di alcuni ribaltamenti a dir poco sorprendenti nel panorama del thriller-horror.
Per esempio, la cecità è un handicap che al cinema ha quasi sempre riguardato i personaggi positivi, garantendo una posizione di perfetta adesione emotiva da parte dello spettatore costretto a guardare con gli occhi spalancati ciò che il protagonista cieco non può vedere, da Gli occhi della notte a Terrore cieco, e mille altri titoli sino alla distopia terrificante di Cecità (prima il romanzo di Saramago, poi il film di Meirelles). Poi si segnala il fatto che il cattivo sia dapprima vittima di una home invasion, quindi diventi lui il carnefice psicopatico da cui difendersi. I cattivi diventano buoni, l'inerme diventa aguzzino, La casa diventa una trappola - e diciamo pure che se il film fosse stato girato durante la guerra in Iraq avremmo probabilmente trovato metafore a go-go sul clima di guerra permanente degli Stati Uniti (visto che in fondo corridoi e cantine danno vita a una guerriglia minuto per minuto).
Un piccolo thriller orrorifico che da due settimane occupa la vetta del box-office americano. E se lo merita, perché Man in the dark, con piccoli mezzi, dispiega molta più creatività di tanti blockbuster miliardari. A Detroit (la città degradata che abbiamo appena visto in un altro eccellente horror, It follows), tre ragazzi progettano una rapina nella casa di un veterano di guerra cieco.
Dei ragazzi pianificano di entrare nella casa di un uomo cieco per derubarlo di una grossa somma di denaro. Un furto, all'apparenza. facile, ma il proprietario si rivelerà tutt'altro che indifeso. Più che un horror, come viene spacciato, quello di Fede Alvarez è un gran thriller, ben diretto, che si porta in dote tanta suspense, ansia, colpi di scena e tensione continua.