Composta da venti episodi (il doppio rispetto alla norma della serie) suddivisi in due tranche, la quarta stagione di
Vikings è la cronaca della disfatta di Ragnar e al contempo dell'ascesa dei suoi figli. Nelle leggende vichinghe la gelosia dell'uomo nel confronti della prole, ancora più potente e vittoriosa di quanto lui sia mai stato, è infinita; nella serie, il suo destino segue quello del mito percorrendo strade simili prima che Ragnar passi il timone ai suoi eredi, in particolare Björn, figlio di Lagertha di estremo valore e analogo sprezzo della morte. Tanto che il giovane guerriero partirà per le foreste allo scopo di vivere in solitudine e dimostrare la propria tempra a contatto con la natura ostile, sbaragliando nemici umani e animali. La parabola discendente di Ragnar è costellata di frangenti dolorosi, primo tra tutti la morte di Athelstan e la rivelazione dell'identità del suo assassino. Abbandonato in battaglia - gli altri vichinghi preferiranno unirsi alle scorrerie di suo figlio - il vichingo interpretato da Travis Fimmel non riuscirà mai a prendere Parigi. Anni dopo, il suo ritorno in patria sarà accolto freddamente, e la sua ultima spedizione sarà tragica nell'esito. La quarta stagione non coincide solo con l'ora della vendetta per i suoi nemici ma anche per chi, come Lagertha, avrà dopo tanto tempo l'occasione di rivalersi sulla donna che le rubò il marito. Il resto della storia sarà quella della nuova generazione.