|
|
paola d. g. 81
|
venerdì 14 agosto 2015
|
molto bello
|
|
|
|
Un film profondo, sincero, onesto e delicato, pervaso di malinconia e di affetto, interpretato benissimo.
|
|
|
[+] lascia un commento a paola d. g. 81 »
[ - ] lascia un commento a paola d. g. 81 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
anna1
|
mercoledì 5 agosto 2015
|
scambio di ruoli
|
|
|
|
Il film esprime una sorta di inversione di ruole ra fratello e sorella:la Buy nevrotica, incapace di esprimere fisicamente i propri affetti, tutto cervello e poco emozioni e cuore -per semplificare -, che si annulla nel lavoro, che si mette sempre in discussione, che non sa chi è e dove deve andare, che affronta i problemi del mondo ma non sa risolvere i suoi... in realtà è Moretti. Moretti recita un ruolo defilato e contenuto, è il familiare accudente, disponibile verso la madre, ma ampiamente tollerante e accondiscendente verso la sorella, umile, disposto a rinunciare al successo e ai riconoscimenti per accudire la madre morente. E' un ruolo evidentemente femminile.
[+]
Il film esprime una sorta di inversione di ruole ra fratello e sorella:la Buy nevrotica, incapace di esprimere fisicamente i propri affetti, tutto cervello e poco emozioni e cuore -per semplificare -, che si annulla nel lavoro, che si mette sempre in discussione, che non sa chi è e dove deve andare, che affronta i problemi del mondo ma non sa risolvere i suoi... in realtà è Moretti. Moretti recita un ruolo defilato e contenuto, è il familiare accudente, disponibile verso la madre, ma ampiamente tollerante e accondiscendente verso la sorella, umile, disposto a rinunciare al successo e ai riconoscimenti per accudire la madre morente. E' un ruolo evidentemente femminile.
Grande recitazione per la madre, che rappresenta la saggezza e l'amore vero, l'attenzione verso le esigenzedi tutti. Grande finale.
Un film che emoziona.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a anna1 »
[ - ] lascia un commento a anna1 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
luca scial�
|
giovedì 9 luglio 2015
|
moretti torna sulle angosce umane
|
|
|
|
In questa ultima pellicola di Nanni Moretti si nota una conferma e una novità. La prima riguarda il fatto che il regista romano traspone a terze figure non più interpretate da lui, le proprie idee e angosce inconsce. Come già fatto con Il Caimano e Habemus Papam. Quanto alla seconda, lo fa con maggiore ironia, leggerezza, mediante sequenze che interrompono la drammaticità delle storie.
Mia madre rappresenta un film biografico ma in modo poco evidente, quasi impercettibile. Si rivedono in sintesi gli aspetti degli ultimi suoi tre film: un dramma familiare (La stanza del figlio), un regista alle prese con una vita privata verso lo sfacelo e problemi al lavoro (Il Caimano), una persona in crisi d'identità (Habemus Papam).
[+]
In questa ultima pellicola di Nanni Moretti si nota una conferma e una novità. La prima riguarda il fatto che il regista romano traspone a terze figure non più interpretate da lui, le proprie idee e angosce inconsce. Come già fatto con Il Caimano e Habemus Papam. Quanto alla seconda, lo fa con maggiore ironia, leggerezza, mediante sequenze che interrompono la drammaticità delle storie.
Mia madre rappresenta un film biografico ma in modo poco evidente, quasi impercettibile. Si rivedono in sintesi gli aspetti degli ultimi suoi tre film: un dramma familiare (La stanza del figlio), un regista alle prese con una vita privata verso lo sfacelo e problemi al lavoro (Il Caimano), una persona in crisi d'identità (Habemus Papam).
La riuscita del film la si deve non solo alla ottima sceneggiatura, ma anche alla bravura di Margherita Buy che interpreta un ruolo che le calza a pennello: quello della donna insicura, nevrotica e fragile. E a un John Turturro in gran forma nei panni di un attore americano troppo pieno di sé. La figura della madre, infine, invece che essere protagonista del film, fa da sfondo alle vicende dei personaggi. Il suo capezzale diventa momento di confronto e riflessione soprattutto per Margherita, che comprende di non essere stata una brava figlia e di non saper vivere la vita come dovrebbe. Nanni Moretti da attore appare invece un pò spento, forse troppo rimesso. Autoimpostosi sempre più in un ruolo di spalla, quasi secondario. Forse in futuro ci abitueremo a non vederlo più dirigere se stesso, ma solo dietro una macchina da presa.
[-]
[+] buonista
(di vanessa zarastro)
[ - ] buonista
|
|
|
[+] lascia un commento a luca scial� »
[ - ] lascia un commento a luca scial� »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
madrigal
|
mercoledì 24 giugno 2015
|
moretti tocca con mano il tempo che avanza
|
|
|
|
A differenza di Sorrentino, Moretti tocca con mano il tempo che avanza attraverso il declino di chi si è abituati ad immaginare immortale: la mamma.
Il film è intimo, profondo, autentico, e ci riporta alla crudissima abilità del regista nel mostrare un’afflizione mutilata di ogni esasperazione estetica. Qui il dolore è rassegnazione; è sfumato, previsto, stillato poco a poco. E la rabbia c’è solo per quello che non si è fatto o per come poteva essere; ma soprattutto per ciò che non si è capito. Senza neanche potersi appellare all’ingiustizia.
Tutti gli interpreti sono straordinari: Buy nei panni di una regista che non riesce nemmeno con lil cinema "engagé" a lenire i propri sensi di colpa; Turturro, un attore che implora un po’ di realtà, affogato come è in una vita passata a fare finta; Lazzarini, impalpabile, perfetta in ogni gesto e in ogni sguardo; e persino Moretti, come attore, è più accettabile del solito.
|
|
|
[+] lascia un commento a madrigal »
[ - ] lascia un commento a madrigal »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
zanze61
|
lunedì 1 giugno 2015
|
finalmente
|
|
|
|
Film del migliore Moretti, lo metterei quasi alla pari di La messa è finita che per me resta il suo capolavoro. Bella sceneggiatura, misurata e fluida, che sa trattare argomenti così intimi e complessi senza mai sfociare nel patetico o nel superfluo, interpreti ottimi (specie la Buy che mi ha stupito per la sua bravura), finale eccezionale come sempre in Moretti, che ha l'arte di chiudere i suoi film con un piccolo strappo rispetto alla storia, proiettandola e agganciandola al futuro.
|
|
|
[+] lascia un commento a zanze61 »
[ - ] lascia un commento a zanze61 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
marcobrenni
|
sabato 30 maggio 2015
|
un film che sorprende
|
|
|
|
Decisamente questo film di Moretti mi ha sorpreso. Deluso, sarebbe forse sbagliato. Mi attendevo il solito Moretti graffiante, cinico-elegante-satirico-umoristico, forte critico del malcostume. . Invece no, qui lui preferisce starsene nell'ombra: il sommesso fratello sempre pensieroso-ponderato della poco convincente sorella-regista (Margherita Buy) . È evidente che lei rappresenta l'alter ego di Moretti-regista. Forse lui non voleva apparire in primo piano quale regista confuso-inconcludente, quello che si fa pure vincere da emozioni legate alla sua stretta cerchia famigliare. L'unica nota a volte spassosa del film è l'attore americano (Turturro) : una specie di gigione USA, caricatura dell'americano "always happy and self-centred", fuori dalle righe e pure ignorante.
[+]
Decisamente questo film di Moretti mi ha sorpreso. Deluso, sarebbe forse sbagliato. Mi attendevo il solito Moretti graffiante, cinico-elegante-satirico-umoristico, forte critico del malcostume. . Invece no, qui lui preferisce starsene nell'ombra: il sommesso fratello sempre pensieroso-ponderato della poco convincente sorella-regista (Margherita Buy) . È evidente che lei rappresenta l'alter ego di Moretti-regista. Forse lui non voleva apparire in primo piano quale regista confuso-inconcludente, quello che si fa pure vincere da emozioni legate alla sua stretta cerchia famigliare. L'unica nota a volte spassosa del film è l'attore americano (Turturro) : una specie di gigione USA, caricatura dell'americano "always happy and self-centred", fuori dalle righe e pure ignorante. Una caricatura impietosa perché, per fortuna, oggi non tutti gli americani sono (ancora) così; anzi ! È un vecchio cliché oggi alquanto superato. Pure il ritmo del film è lento, troppo lento, che a momenti annoia pure. Manca ogni guizzo morettiano (!). Troppe le scene mielose della buona vecchia madre (già insegnante di latino e greco) a letto sofferente, inevitabilmente condannata dalla malattia. Significativa la domanda della ragazzina-figlia della regista: - "Ma a che servirà oggi mai il latino?" - Bella domanda ! Si potrebbe rispondere che oggigiorno SERVE a quasi più nulla, eccetto per qualche letterato. Insisto sul "SERVE" inteso in senso solo utilitaristico. Effettivamente nell'era della tecnica iper-dominante, non serve ormai più: roba da ferri vecchi, che segna pure un epoca umanisticamente decadente alla ricerca di nuovi valori, nuovi riferimenti culturali: quelli del passato non servono più. Però alcuni vi si aggrappano ancora come a vecchie boe arrugginite.
Il tutto evoca piuttosto una generale decadenza ( a meno di ritenerlo un film solo intimista): mancanza di creatività, povertà di idee e quindi anche di dialogo. Una specie di rassegnazione generale che forse riflette l'Italia di oggi.
In ogni caso, di certo non mi sembra il suo miglior film.
Marco Brenni
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a marcobrenni »
[ - ] lascia un commento a marcobrenni »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
lati29
|
venerdì 29 maggio 2015
|
malinconia
|
|
|
|
Un film malinconico, a volte nervoso, la malinconia in certi momenti sconfina nei colori, tenui fino a diventare sfumature di grigio, dell'ospedale, della casa della madre, della fabbrica. Mi piace molto la recitazione di Moretti e Buy, lui più chiuso ma tenero con la madre e la sorella, lei più emotiva ed estroversa, tira fuori la rabbia e il dolore più facilmente. Ammetto che la parte del film dentro il film e cioè il lavoro della regista l'ho seguito con più difficoltà, ho capito il senso ma è faticoso, se non fosse stato per Turturro, con una performance grande, anzi più che grande, avrei pensato che un bel taglio sarebbe stato opportuno e invece è stato un momento comunque necessario per la storia complessiva del film.
[+]
Un film malinconico, a volte nervoso, la malinconia in certi momenti sconfina nei colori, tenui fino a diventare sfumature di grigio, dell'ospedale, della casa della madre, della fabbrica. Mi piace molto la recitazione di Moretti e Buy, lui più chiuso ma tenero con la madre e la sorella, lei più emotiva ed estroversa, tira fuori la rabbia e il dolore più facilmente. Ammetto che la parte del film dentro il film e cioè il lavoro della regista l'ho seguito con più difficoltà, ho capito il senso ma è faticoso, se non fosse stato per Turturro, con una performance grande, anzi più che grande, avrei pensato che un bel taglio sarebbe stato opportuno e invece è stato un momento comunque necessario per la storia complessiva del film.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a lati29 »
[ - ] lascia un commento a lati29 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
picco
|
giovedì 28 maggio 2015
|
emozionante
|
|
|
|
Da vedere. Molto lento ed emozionante. Riflette la vita di tutti
|
|
|
[+] lascia un commento a picco »
[ - ] lascia un commento a picco »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
donatella petrino
|
lunedì 25 maggio 2015
|
film inutilmente radical chic come moretti
|
|
|
|
Film assolutamente inutile, mediocre, ipocrita,borghese che ove l'avesse diretto altro regista sconosciuto non l'avrebbero proiettato neanche al cineforum parrocchiale.
Il solito Moretti perbenista, famiglia borghese radical chic, dolore piatto, trama inesistente.
Unico consueto piacere è vedere Margherita Buy, per carità sempre uguale a se stessa, ma comunque sempre godibile.
Meno male che a Cannes non gli hanno dato nessun premio, almeno questo mi conforta.
donatella
[+] film sulla decadenza
(di marcobrenni)
[ - ] film sulla decadenza
|
|
|
[+] lascia un commento a donatella petrino »
[ - ] lascia un commento a donatella petrino »
|
|
d'accordo? |
|
|
|