Mia madre

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lizard_king90 domenica 17 maggio 2015
film o esperienza di vita ? Valutazione 3 stelle su cinque
65%
No
35%

"Mia madre". Il titolo racchiude già in sè il vero significato di questo film, diverso, di Nanni Moretti. E' necessario fare una premessa : ciò che vediamo possiamo definirlo semplicemente "film" o, in maniera più ampia, "esperienza di vita" ?. Perchè ciò che Nanni Moretti ci mostra, per due ore, sono personaggi, ruoli, frasi, frammenti visivi e sentimentali in cui probabilmente molti di noi s'identificheranno. Trovando un compromesso, parleremo di un "film che ci unisce". Ci unisce nel dolore, nella felicità, nell'insicurezza, nel senso di smarrimento che si prova all'inzio di ogni bivio dove siamo chiamati a scegliere. Ci unisce nella volontà di combattere e nell'accettare rassegnati un qualcosa più forte di noi. [+]

[+] perchè solo 3 stellette ? (di enrico danelli)
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amgiad sabato 16 maggio 2015
ritroviamo moretti Valutazione 2 stelle su cinque
63%
No
38%

Spero che Moretti non segua il triste declino di Woody Allen: fare nuovi film alla Moretti di cui già si conosce lo sviluppo prima di andare a vederli (inquietante in questo senso la presenza di Turturro). Florilegio di alcuni dei suoi ultimi film (fatti o interpretati) possiamo così ri-vedere il tormento del personaggio (Caos Calmo), il regista alle prese con il film che si farà, non si farà o è già fatto (il Caimano), il desiderio di fuggire difronte alle responsabilità (Habemus Papam) con l' aggiunta di un banale resoconto delle ultime ore di vita di un parente caro, senza nulla di artistico che superi il normale triste sentimento  provato da tutti noi. [+]

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dromex martedì 12 maggio 2015
soffrire con gli attori Valutazione 4 stelle su cinque
20%
No
80%

Il film analizza l'ultimo periodo della vita della madre di Giovanni (N.Moretti) e Margherita (M.Buy), ricoverata all'ospedale gravissima. Giovanni, ingegnere, e Margherita, regista, vivono la degenza della madre con grande sofferenza che interferisce anche con la vita lavorativa dei due. Margherita in particolare sta girando il suo ultimo film oltre a vivere sulla sua pelle problemi sentimentali di famiglia. Il film a me non è dispiaciuto e mi ha fornito una sensazione particolare: mi sono trovato a soffrire e vivere i "dolori" di Giovanni e Margherita con loro anziché assistere ai loro dolori. Sul set di Margherita c'è anche lo spettatore che convive con lei, i pensieri di Giovanni e il lavoro che entra in secondo piano rispetto alla vita personale sono anche i nostri pensieri. [+]

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carlosantoni martedì 12 maggio 2015
il cinema, la realtà, la finzione Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Questo di Moretti non è solo e al solito un film fortemente autobiografico, ma è prima di tutto un film che si interroga sul ruolo del cinema, che si interroga circa la sua possibilità di confrontarsi con la realtà e sulla sua capacità-possibilità di raccontarla. Tutto il film, fin dalla primissima scena, ci sbatte in faccia il dilemma fra ciò che il cinema come parvenza ci vuole rendere della realtà effettuale, e la realtà in sé. Il film inizia con una violentissima scena di scontro fra un gruppo di lavoratori che manifestano per difendere il loro posto di lavoro e i soliti poliziotti manganellatori. Salvo renderci conto, appena pochi istanti dopo, che era tutta una finzione: non si trattava di qualcosa di “reale”, qualcosa di simile a una ripresa dal vero, ma di una “finzione”: in realtà il film “di Moretti” ci parla di un film di Margherita (Buy) che tratta di una complessa, e per i nostri tempi normale, vicenda di svendita di fabbriche attive e che funzionano, a imprenditori rapaci stranieri, i quali hanno interesse unicamente a smembrare, licenziare e quindi svendere i resti della carcassa. [+]

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little paul domenica 10 maggio 2015
la normalita' della vita. Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Riconosco:c'è tanto impegno ,tanto mestiere e professionalità. Ma le vicende umana di Margherita assomigliano a quelle di tanta altre persone che si incontrano tutti i giorni. Quanti di noi hanno vissuto il travaglio di vedere una persona cara spegnersi lentamente e inesorabilmente? E mentre si deve badare alla persona cara che sta per lasciarsi dobbiamo continuare a correre : i problemi dei figli, il lavoro,le crisi sentimentali. Si ,le vicende umane raccontate coinvolgono tante persone normali; a volte non è neanche ammesso avere quegli scatti di abbandono come succede a Margherita.  Lo spettatore non viene rassicurato da una storia del genere, ma si vede gettare addosso una realtà di cui si farebbe volentieri a meno. [+]

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degiovannis giovedì 7 maggio 2015
vietato scherzare Valutazione 0 stelle su cinque
33%
No
67%

Condivido pienamente la recensione di Zonta: è vero, il film è complesso e, come tutti i film di questo spessore, si coglierà meglio in futuro tutta la sua complessità. Moretti infatti cerca di affrontare il tema del rapporto tra regista e film, tra cinema e realtà, tra arte e realtà. Soprattutto in una società come la nostra dove gli interessi economici sembrano aver assunto una dimensione tale da oscurare tutti gli altri aspetti della vita. I problemi che pone quindi sono esistenziali (per quel che attiene il suo ruolo personale), ma non solo: riguardano più in generale il ruolo della cultura in una società in cui l'immediato sembra assorbire tutte le energie. Tramontate le ideologie, non resta tempo che per una spasmodica pragmaticità, nella speranza che almeno i più attrezzati possano salvarsi. [+]

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nino quincampoix giovedì 7 maggio 2015
e meno male che c'è turturro Valutazione 2 stelle su cinque
56%
No
44%

non avevo grandi aspettative, quindi, non sono stato troppo deluso il film è girato (soprattutto le scene "ospedaliere") come un film per la TV o, peggio, come una fiction il modo in cui viene trattato il tutto è un po' superficiale, con gli attori che si mettono esageratamente "a fianco del personaggio" (come chiede il personaggio di Margherita Buy ai suoi attori) le relazioni non vengono approfondite e, a differenza di quanto ci si aspetterebbe, si fa fatica a commuoversi ed è un peccato perché il soggetto non è male e alcuni dialoghi, se girati diversamente, avrebbero potuto essere memorabili John Turturro è divertente e le sue scene con la Buy risollevano un po' le sorti di un film annoiato e molto sommario

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nanni mercoledì 6 maggio 2015
mia madre Valutazione 1 stelle su cinque
55%
No
45%

Mentre la   madre  è alla fine dei suoi giorni, Margherita disorientata  riconsidera  via via  che, nelle relazioni familiari e amicali, l’accudimento avrebbe dovuto occupare  il primo posto.

Tra il lavoro da regista,  la figlia,  l’ex marito ed il  fratello, Margherita si rende conto , invece, che  la routine quotidiana ha   ridisegnato, confondendola,  la gerarchia delle priorità.

La riflessione è  troppo debole e scontata  e   non ci lascia mai intuire  la presenza di territori dell'anima  inesplorati .

La storia parallela del film  con Turturro, che  Margherita sta girando, risulta troppo  scollata dal contesto e vanifica la pretesa  di alleggerire e stemperare la tensione, peraltro,  impalpabile della   narrazione. [+]

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catcarlo mercoledì 6 maggio 2015
mia madre Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
100%

Margherita è una regista di mezza età in crisi nella vita e nella professione: la faticosa lavorazione di un film resa ancor più complicata dalla presenza del bizzoso attore americano Barry Huggins si accompagna agli ultimi giorni di vita della madre Ada, al cui capezzale si alterna o si affianca insieme al fratello Giovanni. Il soggetto è tutto qui, ma dietro alle apparenze di una storia intima e semplice, il nuovo film di Moretti dispiega un labirinto di meditazioni e argomenti che ne fanno un lavoro ben più complesso di quanto possa risultare a una lettura superficiale: tutto ciò, insieme a un argomento doloroso (e mettiamoci pure un manifesto bruttarello che non invoglia di certo), richiede nello spettatore una pizzico di predisposizione al sacrificio che però verrà assai ben ripagato. [+]

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magro lunedì 4 maggio 2015
moretti affronta ancora il senso di inadeguatezza Valutazione 4 stelle su cinque
20%
No
80%

Dopo i lutti del figlio (La stanza del figlio) e della moglie (Caos calmo), ecco l'ultimo episodio di una sorta di trilogia... con Mia madre.
Come in altri film su di un tema narrativo (in questo caso la malattia della madre), sviluppa il vero soggetto, cioè lo smarrimento derivante dall'inadeguatezza (come in Habemus Papam).
Questa volta ad impersonarlo è una splendida Margherita Buy, in un ruolo che gli entra a pennello: una cinquantenne che per mestiere fa la regista e quindi per definizione gestisce i comportamenti ed i movimenti degli altri; nel passaggio topico in cui la madre si invecchia, torna bambina e muore, Margherita perde le proprie sicurezze nel lavoro,  con il compagno, con la madre e con la figlia. [+]

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