Titolo originale | Zwischen Welten |
Titolo internazionale | Inbetween Worlds |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Germania |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Feo Aladag |
Attori | Ronald Zehrfeld, Mohsin Ahmady, Saida Barmaki, Abdul Salam Yosofzai, Burghart Klaußner Felix Kramer, Pit Bukowski, Tobias Schönenberg, Roman-Timothy Rien, Abdul Sabor Rasooly, Sher Aqa, Ali Reza, Salam Yousefzai, Roman Rien, Abdul Shukur, Haji Najaf, Hossain Mohammad Salim, Wakil Nikbin, Parvane, Qodos Farahmand, Masooma Ibrahimi. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 agosto 2018
Pur avendo perso il fratello durante un'operazione militare, il soldato tedesco Jesper firma per andare in missione in Afghanistan.
CONSIGLIATO SÌ
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Jesper è un militare Tedesco che torna in Afghanistan dopo avervi perso il fratello in un attentato. A lui e al plotone al suo comando viene affidata la difesa di un villaggio nel mirino dei Talebani. Hanno bisogno di un interprete e lo trovano nel giovane Tarik il quale vive con la sorella Nala che è iscritta, malvista dai conservatori, alla facoltà di ingegneria. I rapporti con la milizia afgana inizialmente difficili divengono progressivamente più distesi ma quando Nala e Tarik finiscono con l'essere realmente in pericolo Jesper è costretto a fare una scelta difficile.
Nel 2014 le truppe tedesche lasciano l'Afghanistan dopo dieci anni di presenza senza che una pace reale sia stata effettivamente raggiunta e con i Talebani ancora minacciosamente attivi. Nel novembre 2013 un afgano che era stato interprete per le truppe germaniche è stato ucciso non appena queste si sono ritirate e ci sono 182 afgani che il governo tedesco ha deciso di aiutare nell'espatrio perché le loro vite sono in pericolo. È a questi dati che bisogna pensare nel riflettere su un film che apparentemente ripropone storia e ambienti già visti sul grande schermo. Perché in questi anni l'Afghanistan non è stato assente dalle sceneggiature così come non è mancata la descrizione dell'incontro tra le culture. Ciò che però muta la prospettiva è il fatto che qui si tratta della Germania, uno dei Paesi europei che, a differenza ad esempio dell'Italia, non aderì alla crociata indetta da George W. Bush dopo l'attacco alle Twin Towers.
Niente missioni di guerra più o meno dissimulate ma una vera e intenzionale presenza per favorire la pace. Per questo il titolo diventa ancor più problematico. Jesper si trova tra due mondi perché deve decidere se seguire la propria coscienza di uomo o il dovere di soldato. Tarik, che conosce l'inglese, si trova a sua volta a fare da ponte tra due realtà culturali distanti ma non per questo impossibilitate a comprendersi.
Lo stesso Afghanistan è in una no man's land tra il passato in cui i Talebani vorrebbero ricacciarlo e un futuro che non deve essere occidentalizzato ma costruito dall'interno. Il fatto poi che questo film sia diretto da una donna (che è stata attrice e si vede da come dirige gli interpreti) conferisce ulteriore interesse per una storia che sembra già vista ma che di fatto non lo è.