francesco maraghini
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lunedì 27 gennaio 2014
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the counselor - l'inferno del narcotraffico
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The Counselor è un film ambientato nel mondo del narcotraffico e riporta subito ad un altro film che affrontava questo tema "Traffic" di Soderbergh del 2001. Ma mentre quello cercava, attraverso i vari personaggi -i trafficanti messicani, i consumatiori statunitensi i poliziotti buoni e quelli corrotti- di fornire un quadro complessivo del fenomeno, in questo il regista -e sopratutto il suo sceneggatore McCarthy- procedono per salti trascurando in parte l'insieme della trama ma concentrandosi su dei dettagli (la crudeltà dei narcos, il cinismo di molti dei protagonisti) che però ben esemplificano il mondo del narcotraffico.
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The Counselor è un film ambientato nel mondo del narcotraffico e riporta subito ad un altro film che affrontava questo tema "Traffic" di Soderbergh del 2001. Ma mentre quello cercava, attraverso i vari personaggi -i trafficanti messicani, i consumatiori statunitensi i poliziotti buoni e quelli corrotti- di fornire un quadro complessivo del fenomeno, in questo il regista -e sopratutto il suo sceneggatore McCarthy- procedono per salti trascurando in parte l'insieme della trama ma concentrandosi su dei dettagli (la crudeltà dei narcos, il cinismo di molti dei protagonisti) che però ben esemplificano il mondo del narcotraffico.
L'azione si svolge al confine tra Messico ed USA precisamente tra Ciudad Juarez -città tristemente famosa per i femminicidi- ed El Paso e qua sta a mio giudizio uno dei grossi meriti del film, come già lo era stato di Traffic: affermare con forza che il narcotraffico non è solo opera dei cattivi messicani -che nel film svolgono sia ruoli di bassa manovalanza che quelli, più volte nominati ma mai mostrati, di boss del narcotraffico- ma anche degli americani complici indispensabili, come il personaggio interpreatato da Bradd Pitt, sopratutto per il livello finanziario.
Protagonista della trama è il personaggio interpretato da Fassbender, The Counselor appunto, che, essenzialmente per avidità, diventa complice di un traffico di droga, insieme ad altri intermediari interpretati da Bardem e Pitt. Il furto del carico, che nel corso del film cambierà apparentemente più volte padrone senza che si capiscano bene i vari passaggi, li rende immediatamente sospetti agli occhi dei loro socio narcotrafficanti messicani e li espone alla loro spietata vendetta.
Scott sceglie di fare un film con pochissima azione (e questo forse spiega il grande insuccesso sul mercato USA solo 17 milioni di dollari che per quel paese significa aggirarsi intorno al 100° posto nella classifica degli incassi), e invece molto parlato sia per descrivere la psicologia dei personaggi (molto bello al riguardo il discorso che l'avvocato messicano fa al protagonista intepretato da Fassbender sull'inevitabilità ma allo stesso tempo l'inutilità del dolore rispetto all'impossibilità di cambiare un destino inevitabile frutto di scelte precedentemente compiute) che per descrivere le crudeltà dei narcos. Riguardo alla rappresentazione della violenza le scelte sono molteplici. L'uccisione del motociclista ad esempio viene mostrata dopo essere stata ampliamente annunciata. La tecnica di strangolamente con un cappio a motore viene invece prima raccontata a voce e poi fatte vedere in una delle scene finali a mio giudizio un pò troppo splatter. Infine quando la visione sarebbe veramente troppo insostenibile (lo snuff-movie) esso viene raccontato a voce e poi soltanto evocato dall'arrivo di un DVD che il personaggio di Fassbender non avrà mai il coraggio di vedere.
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flyanto
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mercoledì 22 gennaio 2014
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quando non si è preparati a combattere le spietat
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Film in cui si racconta di un avvocato (interpretato da Michael Fassbender) che lavora al soldo di loschi narcotrafficanti che operanti in Messico il quale, per eccessiva avidità e scarsa scaltrezza e preparazione a trattare in certi ambienti, incappa in avventure che lo porteranno alla distruzione, non dopo aver perso anche l'amata e futura sposa (Penelope Cruz).
Ridley Scott, in collaborazione con lo sceneggiatore Corman Mc Cormack, crea un prodotto molto ben confezionato e molto ben interpretato da un ricco cast di attori sapientemente scelti e perfettamente all'altezza dei loro ruoli. Pertanto il film risulta molto avvincente, sebbene in alcune parti un pochino esagerato e poco credibile, con un ritmo cadenzato ed incalzante che ben scandisce la vicenda.
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Film in cui si racconta di un avvocato (interpretato da Michael Fassbender) che lavora al soldo di loschi narcotrafficanti che operanti in Messico il quale, per eccessiva avidità e scarsa scaltrezza e preparazione a trattare in certi ambienti, incappa in avventure che lo porteranno alla distruzione, non dopo aver perso anche l'amata e futura sposa (Penelope Cruz).
Ridley Scott, in collaborazione con lo sceneggiatore Corman Mc Cormack, crea un prodotto molto ben confezionato e molto ben interpretato da un ricco cast di attori sapientemente scelti e perfettamente all'altezza dei loro ruoli. Pertanto il film risulta molto avvincente, sebbene in alcune parti un pochino esagerato e poco credibile, con un ritmo cadenzato ed incalzante che ben scandisce la vicenda. L' ambiente sordido, violento e corrotto di cui è costituito il mondo dei narcotrafficanti viene qui da Scott molto ben rappresentato in modo tale da immergere lo spettatore, sicuramente per la sua maggior parte poco avvezzo a tale realtà), direttamente in esso, portandolo alla conoscenza delle spietate leggi e dinamiche che lo regolano.I dialoghi, inoltre, costituiscono uno degli elementi della pellicola atti a garantirne il sicuro successo: ben condotti, con un linguaggio duro e diretto, intriso di battute forti e vocaboli accuratamente scelti atti a rappresentare il freddo cinismo e la freddezza dei sentimenti che vige proprio negli ambienti della malavita.
Ogni attore, inoltre, da Michael Fassbender, a Brad Pitt, a Javier Barden, a Cameron Diaz e Penelope Cruz, ecc... è perfettamente rispondente al ruolo che interpreta, riuscendo a darne un'immagine assai credibile e pertanto accettabile.
Insomma, un film molto avvincente che sicuramente non fa nascere nello spettatore alcun sentimento di noia, ma lo tiene fermamente incollato alla poltrona. Da consigliare vivamente.
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enzo70
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lunedì 20 gennaio 2014
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un cast stellare per un film che va assimilato
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Un cast stellare per il nuovo lavoro di Ridley Scott, un thriller ambientato tra States e Messico, nell’inferno di Ciudad Juarez. Il protagonista è un avvocato penalista che viene attratto dai facili guadagni della droga e si mette, per una sola volta, in affari con il cartello colombiano. L’incrocio tra due mondi distanti e paralleli, ma la cui intersecazione produce effetti disastrosi, è il cardine del film. La ricchezza si confronta con la povertà e la miseria di una società che non ammette errori o debolezze. La regia è salda, ottima l’interpretazione di Fassbender, straordinaria quella di Cameron Diaz che prende il posto della donna dominante in un mondo difficile quale quello della criminalità.
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Un cast stellare per il nuovo lavoro di Ridley Scott, un thriller ambientato tra States e Messico, nell’inferno di Ciudad Juarez. Il protagonista è un avvocato penalista che viene attratto dai facili guadagni della droga e si mette, per una sola volta, in affari con il cartello colombiano. L’incrocio tra due mondi distanti e paralleli, ma la cui intersecazione produce effetti disastrosi, è il cardine del film. La ricchezza si confronta con la povertà e la miseria di una società che non ammette errori o debolezze. La regia è salda, ottima l’interpretazione di Fassbender, straordinaria quella di Cameron Diaz che prende il posto della donna dominante in un mondo difficile quale quello della criminalità. Il film è complesso, le scene di violenza, per quanto crude, fanno da contorno ad una riflessione sulla natura dell’uomo e sui tanti bivi delle nostre vite. I guai dell’avvocato, tra l’altro,non nascono da una sua scelta, ma da un evento casuale; ma alla base c’era la sua decisione di entrare in un mondo pericoloso, e gli avvertimenti c’erano stati tutti. La bellezza dei diamanti e l’eleganza dei giaguari, ambedue coprotagonisti del film, danno il senso della dimensione quasi onirica del mondo del denaro facile, dove alla miseria dei bambini che derubano un cadavere si sovrappone la ricerca dell’infinitamente bello. E’ un film che fornisce spunti di riflessione e che va assimilato; non un capolavoro, ho sentito molta gente all’uscita dalla sala mugugnare, ma da vedere, dandogli l’attenzione che merita.
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[+] concordo con te! va assimilato.
(di antonio montefalcone)
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albymarat
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martedì 28 gennaio 2014
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buona tensione con zio ridley
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"The Counselor" rappresenta un tentativo coraggioso di Ridley Scott, regista per molti decadente, per altri decaduto.
Lo script è effettivamente strabordante: tutto viaggia sui binari dell'ineluttabile, del incapacità di controllare eventi più grandi di noi. La lucida e invisibile ferocia è immediatamente percepibile, prima in lontananza, poi permeando l'aria con un fiato caldo alle nostre spalle, mentre corriamo senza voltarci. La sceneggiatura risponde giustamente con un impianto elaborato, motivato dall'ansia di risposte inutili e dalla ricerca di vie d'uscita impossibili. Le congetture si susseguono, i dubbi si insinuano stridenti di fronte alla follia delle immagini,del lusso sfrenato,della tenerezza di due innamorati,dell'avidità, di orgasmi allucinati, di prede osservate da altre prede, di colori e luce.
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"The Counselor" rappresenta un tentativo coraggioso di Ridley Scott, regista per molti decadente, per altri decaduto.
Lo script è effettivamente strabordante: tutto viaggia sui binari dell'ineluttabile, del incapacità di controllare eventi più grandi di noi. La lucida e invisibile ferocia è immediatamente percepibile, prima in lontananza, poi permeando l'aria con un fiato caldo alle nostre spalle, mentre corriamo senza voltarci. La sceneggiatura risponde giustamente con un impianto elaborato, motivato dall'ansia di risposte inutili e dalla ricerca di vie d'uscita impossibili. Le congetture si susseguono, i dubbi si insinuano stridenti di fronte alla follia delle immagini,del lusso sfrenato,della tenerezza di due innamorati,dell'avidità, di orgasmi allucinati, di prede osservate da altre prede, di colori e luce. Tutto è comunque sullo stesso piano, la realtà non ha alcun senso se non si comprende la gerarchia imperante, la follia che tutto vede e controlla.
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filippo catani
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sabato 18 gennaio 2014
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un gran cast tiene a galla il film
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Juarez. Un avvocato ambizioso e senza scrupoli pur di continuare la sua già bella vita è pronto a tutto e decide di entrare in un affare di droga che potrebbe fruttargli milioni. Il problema è che ovviamente se da una parte si tratta di denaro facile dall'altra si corrono una serie di rischi incalcolabili che, nel caso specifico, saranno la rovina dell'avvocato.
Diciamolo subito: dall'accopiata Scott-McCarthy era lecito aspettarsi un qualcosa di più. Questo perchè Scott non può sfruttare a pieno la sua bravura specialmente nel cinema d'azione e McCarthy pare un pochino vittima di se stesso nel senso che chi avesse già visto (o meglio ancora letto) Non è un paese per vecchi e The Road) non avrà difficoltà a prevedere l'esito cupo della vicenda.
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Juarez. Un avvocato ambizioso e senza scrupoli pur di continuare la sua già bella vita è pronto a tutto e decide di entrare in un affare di droga che potrebbe fruttargli milioni. Il problema è che ovviamente se da una parte si tratta di denaro facile dall'altra si corrono una serie di rischi incalcolabili che, nel caso specifico, saranno la rovina dell'avvocato.
Diciamolo subito: dall'accopiata Scott-McCarthy era lecito aspettarsi un qualcosa di più. Questo perchè Scott non può sfruttare a pieno la sua bravura specialmente nel cinema d'azione e McCarthy pare un pochino vittima di se stesso nel senso che chi avesse già visto (o meglio ancora letto) Non è un paese per vecchi e The Road) non avrà difficoltà a prevedere l'esito cupo della vicenda. Al netto di questo però, oltre ad alcune perle notevoli nei dialoghi, il film è tenuto letteralmente in piedi da un fantastico triangolo di interpretazioni. La base è formata dal binomio Bardem (istrionico boss del narcotraffico) e Fassbender (l'avvocato che finirà stritolato dagli ingranaggi della malavita). Al vertice del triangolo troviamo però una luciferina Diaz nei panni di una dark lady praticamente senza scrupoli o remore morali. Sempre agghindata con preziosi gioielli e con le unhie perfettamente smaltate, è pronta a tutto pur di fare soldi. A questi si aggiungono le piccole parti di Pitt e della Cruz che pur apparendo pochissimo lascia lo spettatore incantato dalla sua semplice bellezza. In generale niente che non si fosse già visto (anche nella recentissima serie The Bridge ambientata proprio negli stessi luoghi) ma il film ha il pregio di non scendere mai sotto la soglia psicologica dello sbadiglio.
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meddows
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sabato 25 gennaio 2014
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ridley scott e cormac mccarthy: scommessa vinta
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Quando leggi la notizia che Cormac McCarthy ha scritto la sua prima sceneggiatura originale, non è esattamente Ridley Scott il primo regista che ti viene in mente al quale affidarla. Non per cinismo ma perché quando pensi a McCarthy pensi ad un tipo di cinema lento, riflessivo, dilatato, quell'immaginario che "Non è un paese per vecchi" ha legato indissolubilmente al cinema tratto dai romanzi dell'autore americano. Non esattamente, insomma, un cinema familiare per Ridley Scott. La sorpresa è che il regista non solo non si piega a quell'immaginario ma non cerca neanche di prevaricare la sceneggiatura che per forza di cose rischia di rubare la scena a Ridley Scott. In realtà sono due mondi che si scontrano producendo equilibrio: McCarthy imprime sulla pagina lo squallore di un mondo che abbiamo imparato a conoscere, trasformandolo gradualmente in una terrificante gabbia dove tutti si muovono liberamente (perfino tra diversi continenti) pur rimanendo prigionieri; Ridley Scott infonde ai lunghi dialoghi letterari un dinamismo tipico del suo cinema che si fonda su due caratteristiche fondamentali, un sound design ricercatissimo e l'accumulo di tensione.
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Quando leggi la notizia che Cormac McCarthy ha scritto la sua prima sceneggiatura originale, non è esattamente Ridley Scott il primo regista che ti viene in mente al quale affidarla. Non per cinismo ma perché quando pensi a McCarthy pensi ad un tipo di cinema lento, riflessivo, dilatato, quell'immaginario che "Non è un paese per vecchi" ha legato indissolubilmente al cinema tratto dai romanzi dell'autore americano. Non esattamente, insomma, un cinema familiare per Ridley Scott. La sorpresa è che il regista non solo non si piega a quell'immaginario ma non cerca neanche di prevaricare la sceneggiatura che per forza di cose rischia di rubare la scena a Ridley Scott. In realtà sono due mondi che si scontrano producendo equilibrio: McCarthy imprime sulla pagina lo squallore di un mondo che abbiamo imparato a conoscere, trasformandolo gradualmente in una terrificante gabbia dove tutti si muovono liberamente (perfino tra diversi continenti) pur rimanendo prigionieri; Ridley Scott infonde ai lunghi dialoghi letterari un dinamismo tipico del suo cinema che si fonda su due caratteristiche fondamentali, un sound design ricercatissimo e l'accumulo di tensione. Non si sforza neanche, il regista, di rendere chiare certe ellissi che lo sceneggiatore lascia all'intelligenza dello spettatore immaginare, rispettando il lavoro di un autore affermato; piuttosto, preferisce dedicarsi agli attori senza mai farli andare fuori le righe, ad esterni desertici e malsani, al tappeto musicale e sonoro fondamentale alla costruzione di un senso di minaccia incombente, all'aspetto morale della vicenda.
Il risultato finale è molto buono, uno dei migliori Ridley Scott da un po' di tempo a questa parte, che soffre solo di una certa lentezza nella parte centrale, probabilmente sfuggita di mano all'autore che però va trattato con clemenza: a 80 anni è al suo esordio al cinema!
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andrea giostra
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venerdì 17 gennaio 2014
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niente è più crudele di un vigliacco
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Ridley Scott e Cormac McCarthy sono indiscutibilmente due autentici fuoriclasse del racconto, e la loro classe cristallina, ancora una volta, emerge in questo bel film che si avvale di un cast veramente stellare. Il film è crudo e crudele al contempo, e per la capacità che dimostra di trascinare lo spettatore in questo vortice emozionale, è da ritenersi un film imperdibile. Prede e predatori - i protagonisti del film - fanno a gara per mostrare le loro debolezze e le loro insicurezze, la loro fragile arroganza e la loro pudica vigliaccheria: “niente è più crudele di un vigliacco… e il massacro che ne deriverà supera ogni immaginazione”.
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Ridley Scott e Cormac McCarthy sono indiscutibilmente due autentici fuoriclasse del racconto, e la loro classe cristallina, ancora una volta, emerge in questo bel film che si avvale di un cast veramente stellare. Il film è crudo e crudele al contempo, e per la capacità che dimostra di trascinare lo spettatore in questo vortice emozionale, è da ritenersi un film imperdibile. Prede e predatori - i protagonisti del film - fanno a gara per mostrare le loro debolezze e le loro insicurezze, la loro fragile arroganza e la loro pudica vigliaccheria: “niente è più crudele di un vigliacco… e il massacro che ne deriverà supera ogni immaginazione”. E’ la morte, o il pericolo della morte, che dà il giusto valore alla vita dei protagonisti. Il dolore, invece, non ha alcun valore. Ed è il cacciatore che agisce come il ghepardo, simbolo del più elegante e raffinato dei predatori, che ha cuore, grazia, e non fa distinzione tra quello che è e quello che fa. In fondo per conoscere qualcuno basta sapere quello che vuole: è lì il segreto di ogni uomo e di ogni donna. Ed è lì che il vero cacciatore colpisce la sua preda impietosamente, con sicurezza ed eleganza quasi commovente.
The Counselor, del duo Scott-MaCarthy, è ambientato in un Messico corrotto e spietato, affascinante e sporco, cinico e violento, dove tutto è possibile, e dove non è che non credano alle coincidenza, sanno che esistono, ma solo che non ne hanno mai vista una.
E’ geniale ed ironico, ma al contempo glaciale, come Brad Pitt in due battute descriva il Messico in un breve dialogo con il sempre più confuso e frastornato Fassbender:
- “Lo sai perché Gesù non è nato in Messico?”
- “No”
- “Non c’erano né tre saggi né una vergine”.
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[+] il film più deludente che abbia mai visto al cinem
(di rocky981)
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[+] è un polpettone senza capo nè coda
(di pnet10)
[ - ] è un polpettone senza capo nè coda
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giandrewe
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martedì 21 gennaio 2014
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una perla da seguire attivamente
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Un avvocato in malora (Michael Fassbender) decide, per curiosità, di immischiarsi nel traffico di droga pensando ingenuamente di uscirne con facilità. A causa di un furto di una partita di droga, la situazione farà affondare l'avvocato portandosi con lui anche le persone intorno a lui.
"The Counselor - Il Procuratore" inizia con un letto, due persone innamorate (Michael Fassbender e Penélope Cruz) che parlano sotto le coperte e si scambiano effusioni.
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Un avvocato in malora (Michael Fassbender) decide, per curiosità, di immischiarsi nel traffico di droga pensando ingenuamente di uscirne con facilità. A causa di un furto di una partita di droga, la situazione farà affondare l'avvocato portandosi con lui anche le persone intorno a lui.
"The Counselor - Il Procuratore" inizia con un letto, due persone innamorate (Michael Fassbender e Penélope Cruz) che parlano sotto le coperte e si scambiano effusioni. Stacco su un deserto dove la manipolatrice Malkina (Cameron Diaz) in sella ad un cavallo, fa correre il suo ghepardo guardandolo poi cacciare una lepre.
Questo prologo sembra quasi che anticipi cosa avverrà. Sì, perchè come il ghepardo caccia la lepre, anche i personaggi si cacciano tra loro per tutta la durata del film. Il debole soccomberà, mentre il forte vincerà.
Va così la vita per il grande scrittore Cormac McCarthy, che con "The Counselor" debutta alla sceneggiatura cinematografica, scrivendo una solida storia poco chiara all'inizio, ma che verrà capita andando avanti. I molti dialoghi non sono buttati senza una logica, ma servono a capire le motivazioni delle azioni future dei personaggi, non sempre spiegate.
I personaggi sono molto interessanti ed accattivanti, anche se è a livello di sceneggiatura spicca alla grande Malkina, una delle donne più forti viste sul grande schermo. Cameron Diaz, nella performance migliore della sua carriera, la interpreta in modo assolutamente convincente aiutata dal trucco e dagli splendidi vestiti che la disegnano come un ghepardo, una cacciatrice. Michael Fassbender interpreta in modo magistrale il ruolo dell'avvocato molto sfaccettato, arrivando ad emozionare nella seconda parte. La camera potrebbe fargli un primo piano di un'ora e non annoierebbe mai lo spettatore per quanto utilizza in modo eccellente le espressioni del suo viso. Sia Cameron Diaz che Michael Fassbender emanano questo enorme carisma facendo sembrare in secondo piano Penélope Cruz (dolce ed innamorata), Brad Pitt e Javier Bardem (un pò macchietta a volte). Dopo gli ultimi scivoloni il grande regista Ridley Scott si è rialzato in piedi girando in modo solido, freddo ed impeccabile l'ottima, intelligente e cruda sceneggiatura di McCarthy. Sarà difficile dimenticare qualche scena, sarà difficile dimenticare "The Counselor - Il Procuratore" un thriller di grande livello. Una piccola perla da scoprire, da seguire, da ammirare.
VOTO: 3.50/5
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[+] .....forse non abbiamo visto lo stesso film!
(di lisetta2014)
[ - ] .....forse non abbiamo visto lo stesso film!
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pascale marie
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domenica 19 gennaio 2014
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senza via di scampo
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Il film di Ridley Scott è crudo, tutti gli interpreti, cast sensazionale, si ritrovano in un vortice di inaudita violenza senza via di scampo. Un giovane ambizioso avvocato di grande successo, si fa coinvolgere in un losco affare di traffico di droga dal Messico agli Stati Uniti da un amico e dalla sua spregiudicata e violenta compagna che vivono alquanto stranamente. Sia loro che un altro poco di buono però, lo mettono in guardia dei pericoli che potrebbe incontrare nella sporca missione. E' un'occasione troppo ghiotta per lasciarla andare e l'avvocato, sicuro di sè, non ascolta e prosegue perchè è convinto di poter gestire la faccenda. E' innamorato perso della sua donna a cui chiede di sposarlo, ma la situazione inizia a complicarsi vorticosamente e sfugge ai suoi controlli coinvolgendo purtroppo anche lei che viene uccisa spietatamente.
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Il film di Ridley Scott è crudo, tutti gli interpreti, cast sensazionale, si ritrovano in un vortice di inaudita violenza senza via di scampo. Un giovane ambizioso avvocato di grande successo, si fa coinvolgere in un losco affare di traffico di droga dal Messico agli Stati Uniti da un amico e dalla sua spregiudicata e violenta compagna che vivono alquanto stranamente. Sia loro che un altro poco di buono però, lo mettono in guardia dei pericoli che potrebbe incontrare nella sporca missione. E' un'occasione troppo ghiotta per lasciarla andare e l'avvocato, sicuro di sè, non ascolta e prosegue perchè è convinto di poter gestire la faccenda. E' innamorato perso della sua donna a cui chiede di sposarlo, ma la situazione inizia a complicarsi vorticosamente e sfugge ai suoi controlli coinvolgendo purtroppo anche lei che viene uccisa spietatamente. A questa succederanno altre morti agghiaccianti di tutti i componenti diretti o indiretti del giro di droga. I grossi e sporchi guadagni mostrano come l'uomo è facile a cadere nella rete dell'avidità, della violenza e della vigliaccheria. Le persone sembrano apparentemente forti, spregiudicate e senza regole fino a quando si trovano davanti al dolore immenso della perdita della persona amata e della morte che ridimensiona e mostra tutta la debolezza del loro essere. Film da vedere.
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(di p.curtiss)
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jacopo b98
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lunedì 20 gennaio 2014
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viaggio all'inferno!
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Un avvocato (Fassbender) decide di entrare nel giro del traffico di droga per fare un po’ di soldi. Chiede perciò aiuto a Reiner (Bardem) che lo mette in contatto con Westray (Pitt), intermediario dei trafficanti. Naturalmente l’affare farà una brutta fine e tutto il mondo del protagonista, la vita di coppia con la fidanzata (Cruz), la sua casa, ecc. verranno distrutti. Quando è stato annunciato che Cormac McCarthy; uno dei più grandi romanzieri statunitensi, autore di romanzi famosi quali Non è un paese per vecchi (da cui i Coen hanno tratto il loro capolavoro), The Road, ecc.; era al lavoro su una sceneggiatura originale il mondo del cinema è finito in subbuglio: a quale regista sarebbe toccata la fortuna di dirigere The Counselor? E Ridley Scott ne ha approfittato e sicuramente McCarthy non sarà stato scontento quando il progetto è finito tra le mani di uno dei più grandi registi viventi.
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Un avvocato (Fassbender) decide di entrare nel giro del traffico di droga per fare un po’ di soldi. Chiede perciò aiuto a Reiner (Bardem) che lo mette in contatto con Westray (Pitt), intermediario dei trafficanti. Naturalmente l’affare farà una brutta fine e tutto il mondo del protagonista, la vita di coppia con la fidanzata (Cruz), la sua casa, ecc. verranno distrutti. Quando è stato annunciato che Cormac McCarthy; uno dei più grandi romanzieri statunitensi, autore di romanzi famosi quali Non è un paese per vecchi (da cui i Coen hanno tratto il loro capolavoro), The Road, ecc.; era al lavoro su una sceneggiatura originale il mondo del cinema è finito in subbuglio: a quale regista sarebbe toccata la fortuna di dirigere The Counselor? E Ridley Scott ne ha approfittato e sicuramente McCarthy non sarà stato scontento quando il progetto è finito tra le mani di uno dei più grandi registi viventi. Dopo il titanico Prometheus, Scott fa un film piccolo, con un piccolo budget e ne cava un ottimo lavoro. Bisogna precisare però che in America il film è stato non solo stroncato dalla critica, di più. Insomma glie n’hanno dette di tutti i colori. Ma il film in realtà è stato decisamente rivalutato dalla stampa internazionale che l’ha al contrario elogiato. Si può dire tutto di The Counselor, fuorché che sia un brutto film. È ammissibile tuttavia l’aggettivo insolito, odiverso. Infatti la verità è che vedendo il trailer e conoscendo la natura del progetto uno si aspettava un remake di Le Belve di Stone, riletto da un grande scrittore. Invece il cuore pulsante del film è quel fiume in piena di dialoghi che spiazzano lo spettatore: il film è infatti composto di decine e decine di monologhi, telefonate, incontri a due in cui a far da sovrana è la parola. Gli americani non l’hanno perciò capito e apprezzato. Attenzione, con ciò le sequenze d’azione non mancano e la violenza esplode in modo fatale e terrificante (la scena del bolito è inguardabile), con decapitazioni e sparatorie. Gli attori sono tutti in gran forma con menzione speciale per il sempre ottimo Fassbender, Pitt e un’inedita Diaz, sensuale e cattiva come non mai.
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