mrpandemonio
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sabato 19 settembre 2020
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il treno è un mondo
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La trama: Nel 2031, dove i ghiacci ricoprono l'intera pianeta, esiste un treno che fa il giro del mondo con a bordo "i sopravvissuti". Quelli "poveri", stufi di essere trattati come gli ebrei, forse altro riferimento sulla politica, decidono di ribellarsi.
Nonostante in seguito il semi sviluppo quasi accettabile, non basta. Insomma, si parte con i difetti e naturalmente con i spoiler: personaggi appena accennati, ma abbastanza poveri di qualità basti pensare al ragazzo amicone di Curtis che non si sa niente e mi dispiace molto perché poteva essere un buon personaggio, ma anche Curtis, che sì dice qualcosa a riguardo, non mi ha convinto del tutto.
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La trama: Nel 2031, dove i ghiacci ricoprono l'intera pianeta, esiste un treno che fa il giro del mondo con a bordo "i sopravvissuti". Quelli "poveri", stufi di essere trattati come gli ebrei, forse altro riferimento sulla politica, decidono di ribellarsi.
Nonostante in seguito il semi sviluppo quasi accettabile, non basta. Insomma, si parte con i difetti e naturalmente con i spoiler: personaggi appena accennati, ma abbastanza poveri di qualità basti pensare al ragazzo amicone di Curtis che non si sa niente e mi dispiace molto perché poteva essere un buon personaggio, ma anche Curtis, che sì dice qualcosa a riguardo, non mi ha convinto del tutto. John Hurt ha un minimo di caratterizzazione. Il problema è lo stile assente dei personaggi, tipici e classici, anche gli antagonisti sono tutti uguali e privi di cuore. La scena della ceduta del treno a Curtis è di una pesantezza unica. Senza contare della regia che trovo una copia di Micheal Bay, che poi si lamentano della sua, dato che c'è una scena fatta, no male, ma malissimo. La scena parla di uno scontro tra ninja che sembravano fatti al computer e i poveri. Non si capisce niente e il peggio è il montaggio. Tagliato nei punti più disparati.
Il film viaggia a bordo di un treno dove le carrozze, non solo sono casuali, ma pure senza criterio tipo l'acquario o la stanza dei letti dopo la coda. Ecco, la struttura generale del treno non ha un proprio senso specie per i poveri che non capisco se erano poveri anche prima o solo sul treno. Perché le carrozze hanno solo una sezione alla volta tipo la sauna che occupa un'intera carrozza? Per la serra idem. Perché non ci sono animali a bordo? Perché non ci sono ragazzi? Libri? Manca la tecnologia?
Altre domande che mi pongo e di sicuro la risposta non c'è perché forse il regista non se le fatte queste domande dato che sembra più un documentario e io dico: Non sarebbe stato meglio? Di sicuro sì piuttosto che fare il classico senza un minimo di stile o idea minimamente interessante.
Inoltre i sopravvissuti e chi ha creato il treno hanno un'idea di confort veramente terribile. Appena hanno nominato le carrozze dei ricchi mi aspettavo di tutto, invece il solito. La serra, ok. Vagoni letti tipici, discoteca, piscine, saune e dei salotti stupidi. Ah, giusto la scuola. Scena simile a quelle M. Night Shyamalan dove parte allegro e carino in cui ascoltano le deliziose parole dell'insegnante per poi arrivare l'arrivo delle uove per tirare fuori fucili e sparare sui protagonisti. Forse l'unico pregio del film visto che il resto fa pena.
Io non sono un fan della CGI e se lo fossi, di sicuro avrei adorato quel film famoso, ma almeno deve essere un minimo decente. Beh, qui sono a metà. Da un lato l'accetto invece l'altro lato stona un po' facendomi capire che il budget è basso? Significa sì tanto, allo stesso tempo poco.
Vuole essere serio, vuole parlare di temi seri e manca qualcosa all'appello. Già qualche battuta. O almeno l'azione. Peccato che di scene memorabili eccetto lo schianto del treno, non ce ne sono. Sparatorie noiose, pietose, messe solo per acchiappare persone. Lo stesso vale per l'ambientazione dipinta in modo affascinante, sfrutata male perdendo colpi a non finire.
Il fatto curioso che questo film è simile a Train to Busan, sempre coreano, con temi uguali e con i stessi difetti. Insomma, i film coreani con pericoli su treni non è il loro forte.
Conclusioni: Film serio, pesante e momenti trash (gli uomini primitivi alla fine del film, i ninja, le lezioni dell'insegnante) rendono il film una cosa che non ho saputo digerire e anzi molti punti mi hanno fatto arrabbiare.
E do due stelle rispetto a tre perché dopo averlo visto tutto, l'amaro in bocca mi è rimasto.
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epidemic
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mercoledì 19 marzo 2014
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l'arca di noè nel 2031
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Incominciamo col dire (come faccio sempre) che attribuire a questo film una stella equivale a metterlo sullo stesso piano di porcate cinematografiche di cui le sale sono piene e questo film proprio non se lo merita minimamente. Poi che qualcuno lo abbia sopravvalutato è un'altro paio di maniche.
Continuiamo col dire che è un film d'azione, gli effetti speciali non ci sono (e meno male) ma c'è una sceneggiatura originale e non si dica di no perchè l'idea del treno come micromondo paragonabile all'arca di Noè non è un'idea da buttar via...poi vabbè se i detrattori preferiscono i soliti disastri interplanetari con la squadra di SWAT muscolosi che salvino il pianeta è un'altro paio di maniche.
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Incominciamo col dire (come faccio sempre) che attribuire a questo film una stella equivale a metterlo sullo stesso piano di porcate cinematografiche di cui le sale sono piene e questo film proprio non se lo merita minimamente. Poi che qualcuno lo abbia sopravvalutato è un'altro paio di maniche.
Continuiamo col dire che è un film d'azione, gli effetti speciali non ci sono (e meno male) ma c'è una sceneggiatura originale e non si dica di no perchè l'idea del treno come micromondo paragonabile all'arca di Noè non è un'idea da buttar via...poi vabbè se i detrattori preferiscono i soliti disastri interplanetari con la squadra di SWAT muscolosi che salvino il pianeta è un'altro paio di maniche.
La scenografia a mio parere non è neanche male, dedicare ad ogni carrozza del treno una sezione fa da compendio a l'assenza di spazi aperti
Poi vabbè...che alcune scene rasentino il patetico e che alcuni attori non diano il meglio di sè si può anche perdonare e toglere una stella. Alla fine Tilda Swinton alza la media.
4 stelle per le ragione sopra citate
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the jester
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giovedì 26 giugno 2014
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no way out
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L'ordine della dittatura o il caos della rivolta?
La metafora della società miniaturizzata è senza dubbio resa efficace sia dal punto di vista artistico che da quello filosofico. Sebbene tratti di un contenuto già ampiamente sviluppato in passato, Snowpiercer risulta un film interessante dal punto di vista concettuale e tecnico, una pellicola basata su un'idea brillante e impreziosita da una fotografia ottima e una regia notevole.
Paradossalmente il contenuto viene banalizzato da una discutibile caratterizzazione dei personaggi e da un loro conseguente cattivo uso nel film. La sceneggiatura non presenta sotto trame abbastanza robuste e i personaggi non hanno uno spessore adeguato al contesto.
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L'ordine della dittatura o il caos della rivolta?
La metafora della società miniaturizzata è senza dubbio resa efficace sia dal punto di vista artistico che da quello filosofico. Sebbene tratti di un contenuto già ampiamente sviluppato in passato, Snowpiercer risulta un film interessante dal punto di vista concettuale e tecnico, una pellicola basata su un'idea brillante e impreziosita da una fotografia ottima e una regia notevole.
Paradossalmente il contenuto viene banalizzato da una discutibile caratterizzazione dei personaggi e da un loro conseguente cattivo uso nel film. La sceneggiatura non presenta sotto trame abbastanza robuste e i personaggi non hanno uno spessore adeguato al contesto.
In ogni caso, Snowpiercer è un'opera distinta, una rappresentazione geniale del nostro mondo: un ecosistema di ferro che gira attorno alla Terra senza sosta, una confinante trappola sociale che non presenta via di fuga, se non la distruzione del sistema stesso.
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reither
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sabato 2 agosto 2014
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film bellissimo
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Spinto dalle dalle numerose recensioni positive mi sono guardato questo film pieno di grandi aspettative che si sono rivelate più che ben riposte.
Il film è ambientato in un futuro glaciale non troppo lontano, dove solo un treno in perenne movimento permette la sopravvivenza del genere umano. Tale ambientazione fantascientifica fornisce lo spunto per creare la caricatura di una società elitaria ed aristocratica in cui i miserabili passeggeri di coda dovranno combattere per rovesciare l'egoistico sistema di classi deciso dal misterioso creatore della locomotiva, da alcuni visto come un dio. Tutto ciò mentre la maggior parte della popolazione del treno assiste indifferente alla lotta, continuando a lavorare o a divertirsi, almeno finchè non gli viene rubata la droga.
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Spinto dalle dalle numerose recensioni positive mi sono guardato questo film pieno di grandi aspettative che si sono rivelate più che ben riposte.
Il film è ambientato in un futuro glaciale non troppo lontano, dove solo un treno in perenne movimento permette la sopravvivenza del genere umano. Tale ambientazione fantascientifica fornisce lo spunto per creare la caricatura di una società elitaria ed aristocratica in cui i miserabili passeggeri di coda dovranno combattere per rovesciare l'egoistico sistema di classi deciso dal misterioso creatore della locomotiva, da alcuni visto come un dio. Tutto ciò mentre la maggior parte della popolazione del treno assiste indifferente alla lotta, continuando a lavorare o a divertirsi, almeno finchè non gli viene rubata la droga.
Come in ogni film post apocalittico che si rispetti, le scene sono cupe e angoscianti, ciò è favorito dagli spazi angusti dei vagoni e dalle continue lotte all'arma bianca, causate dalla scarsità di proiettili. Nonostante l'atmosfera cupa non mancano momenti grotteschi e surreali, a mio avviso sempre azzaccati, come i festeggiamenti di capodanno nel bel mezzo della battaglia.
Durante la scalata fino alla testa del vagone, l'eroe rivoluzionario, sempre più solo, si imbatterà in standard di vita sempre più elevati e nella propaganda del potere, fondata sulla solita retorica dell'ordine come fonte di sopravvivenza della società, che in realtà permette solamente ai padroni di perpetrare il loro status quo, ma che tuttavia alla fine sembra far vacillare il protagonista facendolo iniziare a dubitare insieme ad ogni altro spettatore e quasi a cedere alle proposte del re-macchinista.
ottime la regia, la sceneggiatura e la scenografia, così come il cast. I dialoghi potevano essere sicuramente scritti meglio e delle lacune sono presenti nella storia, ma ciò passa in secondo piano rispetto ad un film bellissimo, da vedere e rivedere.
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counttwoguns
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martedì 27 gennaio 2015
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lascerà veramente il segno? attenzione, spoiler!
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Purtroppo non l'ha lasciato. Dopo aver visionato il film per quattro volte, è facile accorgersi della banalità delle scene, della regia anonima e di un continuum narrativo poco curato.
La trama, come tutti già saprete, è un concentrato di banalità e di azioni con poco criterio: il mondo è stato colpito da un'era glaciale per colpa delle azioni umane (clichè), per cui tutti i sopravvissuti si sono rifugiati su un treno che percorre, in circolo, l'intero pianeta. Primo problema: perchè un treno? Perchè dovrebbe essere necessario un rifugio che continua a fare il giro del mondo sprecando prezioso carburante, e non un semplice bunker? Ma questa è solo una polemica, ci si può passare sopra: il film dice che è così, punto.
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Purtroppo non l'ha lasciato. Dopo aver visionato il film per quattro volte, è facile accorgersi della banalità delle scene, della regia anonima e di un continuum narrativo poco curato.
La trama, come tutti già saprete, è un concentrato di banalità e di azioni con poco criterio: il mondo è stato colpito da un'era glaciale per colpa delle azioni umane (clichè), per cui tutti i sopravvissuti si sono rifugiati su un treno che percorre, in circolo, l'intero pianeta. Primo problema: perchè un treno? Perchè dovrebbe essere necessario un rifugio che continua a fare il giro del mondo sprecando prezioso carburante, e non un semplice bunker? Ma questa è solo una polemica, ci si può passare sopra: il film dice che è così, punto.
Il treno (dall'aspetto piuttosto anonimo all'esterno) è diviso in sezioni, che rappresentano diverse classi sociali: nella coda si trovano i nostri eroi, costretti a una vita meschina dal personale della sezione di testa e sottoposti ai classici maltrattamenti vari. La trama consisterà appunto in una "Scalata" di questo esercito ribelle fino alla locomotiva. Purtroppo i rivoltosi sono assolutamente anonimi dal punto di vista caratteriale: il classico eroe figo predestinato, il classico amico dell'eroe, la classica madre che rivuole il bambino, il classico cattivo cattivissimo, insomma il classico film d'azione. Se non altro, c'è un ottimo design dei costumi che ci mette una pezza.
Il ritmo è parecchio lento nella prima parte, ovvero quella della pianificazione della rivolta: si ha il tempo per dialoghi lunghi ma non molto ispirati, per cercare di dare più profondità ai personaggi, perfino per qualche gag. Poi parte l'azione: la prima sequenza di combattimento, devo ammetterlo, è piuttosto soddisfacente, anche se non eccelsa. Si ha il tempo, poco dopo, per mostrare il materiale con cui vengono preparate le famose barrette di cui si nutrono i poveri cristi, ovvero scarafoni, messi lì per l'effetto schifo delle fanciulle che guardano: sinceramente, se mi fossero propinate barrette di scarafaggi, non mi dispiacerebbe assaggiarle.
Poi, un altro combattimento, questa volta lungo e tutto sommato dimenticabile, a parte alcuni dettagli:
-I costumi degli avversari: niente male.
-Il pesce. Il dannatissimo pesce. Gli avversari, senza un motivo, aprono la pancia a una carpa erbivora morta prima dello scontro. Il problema: durante il combattimento, dai caratteri seri e con tanto di pianoforte di sottofondo, il protagonista SCIVOLA su questo pesce. Fenomenale.
Purtroppo, il ritmo accelera terribilmente e le scene seguenti sono fatte di corsa. La sparatoria che avviene poco dopo, dura alcuni battiti di ciglia. I comprimari muoiono uno dopo l'altro con una pessima struttura da slasher. E i personaggi avanzano, senza che i membri della sezione di testa facciano qualcosa. Unica nota positiva, il contrasto tra i costumi: ottimo effetto visivo.
Ma è il finale che rende questo film pessimo: il protagonista arriva alla locomotiva, incontra il cattivone, ci parla un po' e poi l'unico comprimario rimasto decide, senza motivo, di FAR ESPLODERE IL TRENO. Questo porta a un'esplosione in cgi, il protagonista MUORE (mandando a quel paese una mezz'ora di dialoghi sulla predestinazione) e gli unici sopravvissuti ESCONO DAL TRENO CON ADDOSSO UN CAPPOTTINO, e vedono un orso polare meccanico (da quel che si capisce dai movimenti) in cgi. FINE. Per cui, a causa di un pessimo finale, una trama banale e personaggi scontati, beh, non mi spiego quelle 5 stelle.
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antoniopagano
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martedì 6 febbraio 2018
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il giro del mondo attraverso i ghiacci
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Siamo nel genere post-apocalittico. Con il mondo immerso in una sorta di era glaciale, esito di un cataclisma ambientale, l’umanità superstite è concentrata a bordo di un treno (naturalmente rompighiaccio, da cui il nome) di mille carrozze, energizzato da un motore perpetuo e costretto a correre all’infinito attraversando in tondo continenti e mari ghiacciati. La disposizione delle genti nelle carrozze tiene conto di quella suddivisione tra oppressi e oppressori che abbiamo ereditato da Dickens e Zola (indovinate chi viaggia in prima classe e indovinate se quest’ultima si trova in testa o in coda treno). Tratto dalla saga di science fiction a fumetti francese “La Transperceneige” di Jaques Lob e Jean-Marc Rochette, il film narra di una rivolta capeggiata da Curtis (Chris Evans, mitico Capitan America e Torcia Umana nei Fantastici Quattro), Edgar (Jamie Bell, già protagonista in Billy Elliot) e dal vecchio Gilliam (John Hurt, noto per Fuga di mezzanotte, Alien e The Elephant Man).
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Siamo nel genere post-apocalittico. Con il mondo immerso in una sorta di era glaciale, esito di un cataclisma ambientale, l’umanità superstite è concentrata a bordo di un treno (naturalmente rompighiaccio, da cui il nome) di mille carrozze, energizzato da un motore perpetuo e costretto a correre all’infinito attraversando in tondo continenti e mari ghiacciati. La disposizione delle genti nelle carrozze tiene conto di quella suddivisione tra oppressi e oppressori che abbiamo ereditato da Dickens e Zola (indovinate chi viaggia in prima classe e indovinate se quest’ultima si trova in testa o in coda treno). Tratto dalla saga di science fiction a fumetti francese “La Transperceneige” di Jaques Lob e Jean-Marc Rochette, il film narra di una rivolta capeggiata da Curtis (Chris Evans, mitico Capitan America e Torcia Umana nei Fantastici Quattro), Edgar (Jamie Bell, già protagonista in Billy Elliot) e dal vecchio Gilliam (John Hurt, noto per Fuga di mezzanotte, Alien e The Elephant Man).
Il casus belli della rivolta è la sottrazione dei bambini dalla sezione di coda, un atto simbolico per ciò che avviene oggi all’infanzia del Terzo Mondo. Gli “ultimi”, in tutti i sensi, risalgono, materialmente e figurativamente, il treno per arrivare in testa al convoglio dove Mr. Wilford (Ed Harris, un interminabile curriculum holliwoodiano), padrone e “divino custode della sacra locomotiva”, assicura il funzionamento e conserva l’ordine sociale del treno a tutti i costi, comprese crudeltà e vessazioni a cui sottopone i meno fortunati.
La consapevolezza espressa da Curtis (“chi controlla la locomotiva controlla il mondo”) troverà riscontro nella filosofia di Wilford (“se non abbiamo il controllo dobbiamo crearlo”). La coerenza con lo scenario (“il treno è il mondo”) tinge di significato politico la storia: l’insurrezione vuole essere rivoluzione per scardinare a un tempo l’ordine sociale e la classe dirigente ma non fatevi ingannare da questa semplificazione, nel finale ne vedrete delle belle.
L’emergente sud-coreano Bong Joon-ho dirige un cast misto ma il film è stato prodotto in lingua inglese e soprattutto con attori famosi (Chris Evans, John Hurt, Ed Harris, Jamie Bell, Octavia Spencer, Tilda Swinton) che ne assicurano la penetrazione nei mercati occidentali. Effetti speciali di resa assoluta.
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icutino
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giovedì 13 febbraio 2020
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banale e a tratti disgustoso
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Film di fantascienza osannato dalla critica e dal pubblico, Snowpiercer è un lungometraggio a mio parere banale e a tratti anche disgustoso. Non riesco con tutta la buona volontà a trovare qualcosa di veramente positivo in questo film. Con più impegno posso dire che la fotografia è curata, il design interno del treno è fatto bene e alcune scelte registiche sono comunque d'effetto ( interessante l'utilizzo dei grandangolari in alcune scene ). Per il resto Snowpiercer è un film che ho trovato scontato, la storia non viene raccontata bene e i personaggi sono tutti piatti e poco approfonditi. Il film si concentra di più su interminabili scene d'azione che alla lunga stancano.
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Film di fantascienza osannato dalla critica e dal pubblico, Snowpiercer è un lungometraggio a mio parere banale e a tratti anche disgustoso. Non riesco con tutta la buona volontà a trovare qualcosa di veramente positivo in questo film. Con più impegno posso dire che la fotografia è curata, il design interno del treno è fatto bene e alcune scelte registiche sono comunque d'effetto ( interessante l'utilizzo dei grandangolari in alcune scene ). Per il resto Snowpiercer è un film che ho trovato scontato, la storia non viene raccontata bene e i personaggi sono tutti piatti e poco approfonditi. Il film si concentra di più su interminabili scene d'azione che alla lunga stancano.
L'utilizzo massiccio di rallenty ed altri espedienti non migliorano la cosa. Non credo che il film voglia neanche veicolare messaggi particolarmente profondi, sembra un film hollywoodiano fatto male, non ha quasi nulla di coreano. Neanche da paragonare con film come blade runner o matrix dove a differenza di snowpiercer c'era una storia più sostanziosa. A sua difesa c'è da dire che anche Blade runner fu stroncato dalla critica dell'epoca e poi è diventato un cult. A differenza del capolavoro di Scott però, la morale di Snowpiercer non è particolarmente originale, sembra più una sorta di film alla Tarantino di fantascienza, insomma un esercizio di stile di un autore che sarà anche bravo a fare riprese, ma non basta. Ho trovato molto fastidiosa la ricerca della drammaticità fine a se stessa. La sceneggiatura non aiuta i personaggi principali che sono abbozzati, non è sufficiente coinvolgerli in scene di lotta all'arma bianca molto splatter per dargli spessore.
Bocciato
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michela siccardi
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mercoledì 5 marzo 2014
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il treno come metafora della vita
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Dalla metafora più (ab)usata del mondo nasce questo film prodigioso. 2031: all’interno di un treno è segregata l’intera umanità sopravvissuta alla glaciazione della Terra provocata dall’uomo 17 anni prima. Una catastrofe prevista dal magnate Wilford che si era pertanto attrezzato costruendo un treno di straordinaria avanguardia e completamente autosufficiente. L’ “arca sferragliante” percorre incessantemente la ghiacciata superficie terrestre. Perpetuo è il moto del treno, così come perpetuo è lo scontro tra le classi in cui esso è diviso. Wilford non ha soltanto “creato il mondo”, ma gli ha anche dato una rigida organizzazione sociale: nel treno-mondo ognuno ha il suo posto prestabilito, la divisione delle classi è congelata come il mondo esterno.
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Dalla metafora più (ab)usata del mondo nasce questo film prodigioso. 2031: all’interno di un treno è segregata l’intera umanità sopravvissuta alla glaciazione della Terra provocata dall’uomo 17 anni prima. Una catastrofe prevista dal magnate Wilford che si era pertanto attrezzato costruendo un treno di straordinaria avanguardia e completamente autosufficiente. L’ “arca sferragliante” percorre incessantemente la ghiacciata superficie terrestre. Perpetuo è il moto del treno, così come perpetuo è lo scontro tra le classi in cui esso è diviso. Wilford non ha soltanto “creato il mondo”, ma gli ha anche dato una rigida organizzazione sociale: nel treno-mondo ognuno ha il suo posto prestabilito, la divisione delle classi è congelata come il mondo esterno. Nella coda del treno, in condizioni abiette e degradanti, vivono i sopravvissuti del “terzo mondo”, proseguendo verso il convoglio di testa troviamo i passeggeri della prima classe: ricchi privilegiati che vivono tra gli agi, in vagoni di lusso dove non manca nulla. In testa al treno, nella “Sacra Locomotiva”, dimora il demiurgo Wilford, venerato e osannato come un misericordioso creatore dai ricchi della prima classe, identificato come il male dai passeggeri nella coda del treno. Proprio questi, stremati per le pessime condizioni di vita e per le costanti torture e soprusi subite, organizzano una rivolta, con lo scopo di giungere nel convoglio di testa e prendere il controllo del treno. Guidati dal leader Curtis, i “ribelli” combattono strenuamente i " guardiani" del treno. Assistiamo a bellissime ed efficaci scene d'azione, a scontri brutali squisitamente mitigati dal tocco poetico orientale, da quella estetica della violenza tipicamente coreana, dal sangue che macchia ma non invade. Porta dopo porta, scompartimento dopo scompartimento si dispiegano mondi discordanti, universi inconciliabili. Il “contenuto” di ogni vagone stride, prepotente e surreale, con quello del vagone appena lasciato. Le contraddizioni tra i diversi ambienti sono sapientemente esaltate dai contrasti di atmosfera e di colore. Nell’avanzata dei ribelli assistiamo alla progressiva distruzione di ogni credenza, al ribaltamento di ogni prospettiva, al cangiare di ogni verità. Curtis perde un compagno dopo l’altro ma non vacilla, e continua per la sua strada verso la testa del treno, verso la rivelazione finale. Il treno rappresenta un vero e proprio universo in miniatura, un microcosmo che racchiude, -imitandone le forme, ricalcandone le strutture, riproducendone (altrettanto perversamente) i giochi di potere- , quel macrocosmo che pochi anni prima poteva darsi sulla più ampia superficie terrestre. La sceneggiatura stupisce e si rivoluziona ad ogni nuova porta aperta. Ogni atmosfera è effimera, ogni personaggio ha più volti da scoprire, più fili invisibili che lo muovono. Tutto muta e si evolve incessantemente, tutto sfreccia insieme allo sfrecciare del treno. Dalla fantascienza alla filosofia, dall’azione alla riflessione: la pellicola si lascia abbracciare da molteplici contaminazioni,sfugge alle classificazioni cui siamo soliti, trascende le etichette di genere. Questo film non si lascia imbrigliare da una definizione univoca ma, in un riuscitissimo sincretismo, ne ingloba molteplici. Oriente e Occidente viaggiano qui sullo stesso binario, sfociano in un sublime connubio.
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jpavon
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sabato 8 agosto 2015
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optional inutili senza qualcosa da cui partire
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L'idea del film poteva anche essere buona, ma non credo che abbia lasciato passare correttamente il suo messaggio. Cosa voleva rappresentare, realmente? L'eroico sforzo della classe sociale meno agiata di sollevarsi? L'antico clichè che anche in un mondo post-apocalittico le cose non cambieranno? Oppure rappresentava il viaggio dell'oppresso attraverso le peripezie per raggiungere la cima del letamaio?
Qualunque sia la risposta, a mio avviso il film ha fallito. Quello che è mancato davvero è il potersi immedesimare con il protagonista. Se davvero lui è il leader degli straccioni, allora rappresenta circa il 93% della popolazione mondiale di oggi.
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L'idea del film poteva anche essere buona, ma non credo che abbia lasciato passare correttamente il suo messaggio. Cosa voleva rappresentare, realmente? L'eroico sforzo della classe sociale meno agiata di sollevarsi? L'antico clichè che anche in un mondo post-apocalittico le cose non cambieranno? Oppure rappresentava il viaggio dell'oppresso attraverso le peripezie per raggiungere la cima del letamaio?
Qualunque sia la risposta, a mio avviso il film ha fallito. Quello che è mancato davvero è il potersi immedesimare con il protagonista. Se davvero lui è il leader degli straccioni, allora rappresenta circa il 93% della popolazione mondiale di oggi. Nonostante questo, nemmeno per un istante mi sono trovato a tifare per lui. Ma partiamo per gradi.
Le ambientazioni: avrebbero dovuto essere claustrofobiche. Anche nel principio (quando ci si trovava nella parte povera e sovraffollata), l'effetto non è riuscito. Eppure sono vagoni! Avrei dovuto passare queste 3 ore quasi trattenedo il fiato. Mi dispiace, ma questa è solo la prima nota stonata.
Le contraddizioni: nei vagoni poveri ci mostrano la scena del rancio. Contando tutte le persone in fila, saranno state circa 100/150. A conti fatti e rispettando un senso delle proporzioni, quelli che si sarebbero dovuti trovare in 'prima classe' ed 'economy' sarebbero dovuti essere 30 al massimo. Invece solo nel vagone discoteca ed in quello parucchieria ci saranno state circa 100 persone, più una ventina di bambini ricchi nel vagone scuola ed una settantina di guardie armate nel vagone che li separa. Più tutti gli altri nei vagoni! Un treno con mille ricchi e 150 poveri? Avrebbero staccato il perno degli ultimi vagoni già da un sacco di tempo...
Il finale: cosa significa? Qual'è il punto di aver risalito la china del treno se poi una valanga lo spazza via? E l'immagine della ragazza con il bambino alla fine cosa vorrebbe suggerirci esattamente? Che tutto sommato si può sopravvivere all'esterno? La scena con l'orso polare è un mistero. Suppongo che il significato sia 'la vita è possibile nel pianeta'. Quello che so per certo è che una rondine non fa primavera, quindi l'orso polare non può essere preso come un messaggio positivo per la vita. Anche se così fosse, sono tutti morti. Di certo li attende un compito ingrato, visto che dovranno ripopolare la terra in due.
In sostanza, hanno sciupato una buona occasione. Avevano per le mani una buona idea, ma è stata poco approfondita e troppo lasciata al caso. Qualsiasi spettatore si fa le sue domande al termine del film; ci sta che non si conoscano le risposte, ma non è accettabile che non si trovi la risposta alla domanda 'cosa significa questo film?'
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barracuda argento
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martedì 11 marzo 2014
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deludente ...
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Snowpiercer al cinema; "...dal trailer sembra bello, andiamo a vederlo domani sera..."; è questa la frase che ho detto ad alcuni miei amici qualche giorno fa.
Il pentimento è stato drastico...
Purtroppo devo dire che il cinema ha ancora una volta dimostrato il suo calo di fascino, di aspettative e soprattutto di credibilità...
Prima di tutto analizziamo la trama: la parte iniziale sembra discreta, con presupposti abbastanza realistici, seppur come è lecito, trattandosi di fantascienza, un tantino esagerati dal punto di vista chimico. Tuttavia già in questa prima parte del romanzo si può notare una grande pecca: l'irruenza con la quale subentrano i sottotitoli (che hanno lo scopo di spiegare frettolosamente ciò che è accaduto prima) sembra davvero voglia nascondere, coprire e sovrastare l'epoca passata per lasciare spazio al vero e proprio film.
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Snowpiercer al cinema; "...dal trailer sembra bello, andiamo a vederlo domani sera..."; è questa la frase che ho detto ad alcuni miei amici qualche giorno fa.
Il pentimento è stato drastico...
Purtroppo devo dire che il cinema ha ancora una volta dimostrato il suo calo di fascino, di aspettative e soprattutto di credibilità...
Prima di tutto analizziamo la trama: la parte iniziale sembra discreta, con presupposti abbastanza realistici, seppur come è lecito, trattandosi di fantascienza, un tantino esagerati dal punto di vista chimico. Tuttavia già in questa prima parte del romanzo si può notare una grande pecca: l'irruenza con la quale subentrano i sottotitoli (che hanno lo scopo di spiegare frettolosamente ciò che è accaduto prima) sembra davvero voglia nascondere, coprire e sovrastare l'epoca passata per lasciare spazio al vero e proprio film.
In questo modo lo spettatore si ritrova spiazzato e catapultato in un'epoca che non è la sua e con una reltà così diversa da non riuscire ad ambientarsi pienamente, cosa che invece è essenziale nei film fantascientifici. Sarebbe invece stato opportuno far iniziare la storia già sul treno, e poi, tramite l'utilizzo dei flashback, spiegare ciò che è avvenuto nei precedenti 30 anni.
A parte questo, i personaggi che si presentano sono della categoria "tipo", ossia quelli che hanno caratteristiche che si mantengono uguali in tutte le situazioni ed in tutti i film. In primis spiccano il capo rivoluzionario disposto a scarificare tutto pur di riuscire nel suo scopo, il giovane che è ipnotizzato dalle capacità del capo ed è il suo leccapiedi, il vecchio saggio che è l'unico che mantiene un confronto o una conversazione con il capo, e soprattutto il tecnico elettricista drogato.
Per non parlare degli errori di sceneggiatura: caro Bong Joon-ho, se vuoi costruire un film di fantascienza d'accordo, ma non puoi spiattellare al pubblico cose simili:
- I corpi ibernati di coloro che avevano provato a scappare (tra l'altro come sempre accade in posizioni inverosimili) non vengono sepolti dalla neve (quindi non visibili) dopo
7 anni di nevicate e bufere incessanti ?
- Se all'inizio del film viene congelato il braccio di un vagabondo di terza classe con la sola esposizione all'aria esterna, come mai qualche giorno dopo questo avvenimento
la cinese ed il bambino riescono a stare completamente fuori dal treno senza morire in pochi secondi ? E' forse possibile che un cambiamento climatico radicale avvenga da un giorno all'altro ?
- Non mi sembra di aver visto in alcuna inquadratura un allevamento di scarafaggi così grande da essere in grado di sostentare un migliaio di persone per 15 anni.
- Cosa si da da mangiare ai polli e agli altri animali se c'è cibo appena sufficiente a sostentare i ricchi ?
- All'inizio del film si dice che l'era glaciale ha distrutto ogni forma di vita, sia animale che vegetale: come è possibile allora la comparsa di un orso bianco in età adulta alla fine del film (se così si può definire) ?
La mancanza ed il "maltrattamento" di temi importanti (alcuni esattamente l'opposto di quelli che ci si sarebbero aspettati) è poi imperdonabile (esempio fulcro è il tradimento di un amico).
Colpi di scena assolutamente non riusciti e scene che spiegano alcuni piccoli misteri sono così prevedibili da far passare la voglia di proseguire la visione del film.
Infine colonna sonora insufficiente, attori di medie capacità ma con dialoghi scadenti e scontati, il tutto accompagnato da un finale insensato, incomprensibile e incoerente.
L'unico merito di questo film è forse stata la fotografia, in particolare per quanto riguarda gli effetti speciali, a mio parere davvero buoni.
Tuttavia un film, mio caro Bong, non può basarsi sugli effetti speciali, ma principalmente su una trama ben costruita ed inevitabilmente priva di errori, poi eventualmente accompagnata da decori vari.
Sicuramente uno dei film più deludenti degli ultimi anni.
Sinceramente non capisco come si sia pronunciata la parola capolavoro per quest' opera; spero di aver letto male alcuni commenti precedenti al mio.
Grazie dell'attenzione a tutti e buona serata.
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(di epidemic)
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