jaylee
|
sabato 25 gennaio 2014
|
sembra proprio un paese per vecchi
|
|
|
|
Alexander Payne è un regista che ha sempre avuto come tematica quello della maturità (maschile) e cosa questo comporti, il passaggio generazionale ed i rapporti con i propri padri in particolare è sempre stato un tema che emerge spesso. In effetti, Nebraska, stavolta con la novità assoluta di un bianco e nero polveroso come il Midwest Americano che ci immaginiamo noi europei, sembra prendere in prestito molti dei temi affrontati nelle sue opere precedenti e che hanno proprio in comune questo senso dello scorrere dell'esistenza e di come certi eventi finiscano con l'imprimere un'inevitabile accelerazione nella nostra vita, quasi che fosse impossibile per noi non rincorrere il tempo perduto.
Woody (B.
[+]
Alexander Payne è un regista che ha sempre avuto come tematica quello della maturità (maschile) e cosa questo comporti, il passaggio generazionale ed i rapporti con i propri padri in particolare è sempre stato un tema che emerge spesso. In effetti, Nebraska, stavolta con la novità assoluta di un bianco e nero polveroso come il Midwest Americano che ci immaginiamo noi europei, sembra prendere in prestito molti dei temi affrontati nelle sue opere precedenti e che hanno proprio in comune questo senso dello scorrere dell'esistenza e di come certi eventi finiscano con l'imprimere un'inevitabile accelerazione nella nostra vita, quasi che fosse impossibile per noi non rincorrere il tempo perduto.
Woody (B. Dern) è un anziano meccanico in pensione, un pò sordo, un pò affetto da Alzheimer, e un pò semplicemente e volutamente indifferente a ciò che lo circonda. Suo figlio David (W. Forte) decide di accompagnarlo nel suo natio Nebraska per riscuotere un (famigerato) premio; qui ritroverá amici e parenti che non vedeva da vent'anni. Si sparge la voce che sta per diventare milionario e, naturalmente, arrivano molti avvoltoi nella speranza di ottenerne qualcosa.
Commedia amarognola, come è nella cifra stilistica di Payne, e fatta sostanzialmente di dialoghi asciutti ed immagini scarne ma efficaci, dove il territorio del Midwest, dagli spazi ampi piatti e con un cielo perennemente nuvoloso, Nebraska rende bene l'idea di una monotonia di fondo, di definitivamente provvisorio in mancanza di meglio.
Cosi come è ricorrente in Payne (e se vogliamo in tutta la tradizione letteraria e cinematografica USA on-the-road) l'idea di un viaggio fatto per scoprire l'altro e attraverso questi, se stessi. Qui sono padre e figlio, baby boomer reduce dalla Corea l'uno, Generazione X tipicamente indefinito lavorativamente e sentimentalmente l'altro; emergono bene i valori contrastanti tra i due, con il figlio che interroga il padre (ma in definitiva se stesso) delle sue scelte, consapevoli o meno. Quando gli viene chiesto se avesse mai voluto una fattoria come suo padre, Woody risponde "non ricordo, comunque non era importante". Quante volte ci troviamo a chiedere ai nostri padri del perchè facciano quello che facciano senza una risposta che ci suoni aliena?
Belli i volti scelti dal regista per rappresentare quest'angolo di un Paese, questo sì per vecchi con buona pace di Cormac McCarthy, dagli occhi grandi, i solchi nel viso; e i maglioni sformati, le donne che sembrano uomini, i ritrovi davanti alla televisone... Bravissimo Bruce Dern, con i suoi occhi guizzanti ed il suo passato irrisolto quasi fosse stato vissuto da qualcun altro, e fantastico il personaggio di mamma Kate(Julia Squibb, che aveva già interpretato la moglie del protagonista in A Proposito di Schmidt), cattolica che maligna su tutti, salvo ovviamente pensare che siano delle buone persone, che Dio le abbia in gloria.
Film che, dopo che ci ha fatto ridere di questi Americani di campagna, ci lascia qualcosa di amaro in bocca alla fine. E la domanda finale, che forse a tutti sovviene prima o poi: cosa lascerò di me a chi verrà dopo di me? Passare il tempo a capire cosa rimarrà dopo che di tempo non ce ne sarà più. Sarà David a risolvere la questione, regalando qualcosa al padre. Perchè, In fin dei conti, come dice un proverbio dei Nativi Americani, spesso ignorato dai loro conquistatori bianchi: "non ereditiamo niente dai nostri padri, ma prendiamo in prestito dai nostri figli" (www.versionekowalski.it)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jaylee »
[ - ] lascia un commento a jaylee »
|
|
d'accordo? |
|
pascale marie
|
sabato 25 gennaio 2014
|
on the road
|
|
|
|
Questo film in bianco e nero di Alexander Payne è un piccolo gioiello di delicata dolcezza, toccante, emozionante e di estrema eleganza. Gli attori sono eccellenti. E' la storia di Woody, un uomo vecchio, silenzioso, a volte scorbutico, che ama la birra, vive in Montana con una moglie brontolona, dura e che ama spettegolare su tutti, e poco lontano dai figli, Ross cronista in una Tv locale e David venditore in un magazzino di elettronica. Woody è in possesso di un foglio pubblicitario in cui è scritto che ha vinto 1 milione di dollari e vuole raggiungere Lincoln nel Nebraska per ritirare il premio che crede sia suo. Si incammina perciò solo ma un poliziotto lo riporta a casa dove non viene accolto calorosamente anzi, la moglie e Ross vorrebbero che andasse in un ricovero, ma David si oppone e alla fine per non deludere il padre, accetta di accompagnarlo.
[+]
Questo film in bianco e nero di Alexander Payne è un piccolo gioiello di delicata dolcezza, toccante, emozionante e di estrema eleganza. Gli attori sono eccellenti. E' la storia di Woody, un uomo vecchio, silenzioso, a volte scorbutico, che ama la birra, vive in Montana con una moglie brontolona, dura e che ama spettegolare su tutti, e poco lontano dai figli, Ross cronista in una Tv locale e David venditore in un magazzino di elettronica. Woody è in possesso di un foglio pubblicitario in cui è scritto che ha vinto 1 milione di dollari e vuole raggiungere Lincoln nel Nebraska per ritirare il premio che crede sia suo. Si incammina perciò solo ma un poliziotto lo riporta a casa dove non viene accolto calorosamente anzi, la moglie e Ross vorrebbero che andasse in un ricovero, ma David si oppone e alla fine per non deludere il padre, accetta di accompagnarlo. Il lungo viaggio servirà a far riavvicinare Woody al figlio, che potrà a sua volta prendersi cura di lui dimostrandogli affetto e rispetto. Proverà più volte a convincerlo che non c'è nessun premio ma Woody è deciso a continuare anche a piedi. Si ritroveranno tra sconfinate praterie, tra campi di covoni e pascoli immensi, attraverseranno lunghe strade deserte e sterrate che li porteranno in piccoli centri con case sperdute quà e là e Motel di passaggio solitari. E ancora strade infinite contornate da grandi cartelli pubblicitari, asfalti grigi che si perdono all'orizzonte con il cielo. Woody ha fretta di raggiungere Lincoln ma David riesce a convincerlo a fermarsi ad Hawtorne dove fanno visita a dei parenti e dove ritroveranno anche vecchi amici. E' un piccolo centro dove tutti si conoscono e si sparge in fretta la voce che il vecchio Woody è diventato milionario. Anche la moglie e Ross li raggiungono. I cugini ed anche alcuni vecchi amici si fanno però vivi recriminando favori fatti anni prima e chiedendo risarcimenti e compensi dimostrando il loro cinismo, la loro avidità, la loro violenza e quanto la loro amicizia sia falsa. Finalmente a Lincoln, Woody ha la conferma che il premio in effetti non esiste, e si consolerà con un cappellino ma parlerà al figlio come mai aveva fatto prima dicendogli che voleva tanto quel milione di dollari perchè voleva lasciare a loro qualcosa e voleva acquistare un furgone che desiderava da sempre. Durante la sua giovinezza Woody non aveva avuto affetto da suo padre e credo che questo avesse influito poi sul suo carattere e la conseguente sua lontananza verso i suoi figli. Ma Ross e David vogliono bene al padre e lo rispettano. David scambierà la sua auto per un furgone ed arrivati alle vicinanze di casa, lo farà guidare al padre che salutato dai conoscenti farà un rientro quasi trionfale. Film da non perdere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pascale marie »
[ - ] lascia un commento a pascale marie »
|
|
d'accordo? |
|
randle mcmurphy
|
giovedì 23 gennaio 2014
|
"a reason to believe"
|
|
|
|
Questo "Nebraska" è un piccolo capolavoro contemporaneo. Pochissimi punti deboli,sceneggiatura piacevole e brillante, interpretazione straordinaria di tutti gli attori protagonisti, fotografia da oscar. Bruce Dern è un padre scorbutico, malinconico, cinico e depresso al quale viene "donata" un'ultima chance illusoria di redenzione rispetto a un presente laconico, triste, monotono. L'illusione di aver vinto 1 mln di dollari, e la convinzione di essere un uomo integro, normale ed onesto finalmente premiato dal destino. Un sogno americano in terza età. Bruce Dern è un uomo normalmente ordinario il quale si concede di sognare, di credere per un'ultima volta prima di "crepare" (questa parola rude e cinica riecheggia più volte nel film).
[+]
Questo "Nebraska" è un piccolo capolavoro contemporaneo. Pochissimi punti deboli,sceneggiatura piacevole e brillante, interpretazione straordinaria di tutti gli attori protagonisti, fotografia da oscar. Bruce Dern è un padre scorbutico, malinconico, cinico e depresso al quale viene "donata" un'ultima chance illusoria di redenzione rispetto a un presente laconico, triste, monotono. L'illusione di aver vinto 1 mln di dollari, e la convinzione di essere un uomo integro, normale ed onesto finalmente premiato dal destino. Un sogno americano in terza età. Bruce Dern è un uomo normalmente ordinario il quale si concede di sognare, di credere per un'ultima volta prima di "crepare" (questa parola rude e cinica riecheggia più volte nel film). Mi è venuto del tutto spontaneo intitolare questa mia recensione, come l'ultima traccia del celebre disco folk di Bruce Springsteen "Nebraska". Nella dodicesima e ultima traccia, il cantautore americano si chiede come certi uomini americani che abitano nel finto e industrializzato midwest degli Stati Uniti, abbandonati alla loro vita fiacca e priva di significato, possano ogni giorno svegliarsi e avere " una ragione per credere". Alex Payne, il regista, si pone questa stessa enorme domanda e risponde con altrettanta, per certi versi schernente, spontaneità, realizzando un road movie incentrato insolitamente (anche se non del tutto, vedi "una storia vera" di David Lynch)sulla figura di quest'uomo anziano e fragile alla costante ricerca di un'illusione. La vita è un'illusione, ma in essa, nella quotidianità familiare, nella gioia dell'avere un rapporto col proprio figlio, con la propria moglie, sta la sua bellezza. Prima di conseguire questo traguardo, l'uomo deve necessariamente ponderare sul suo passato, e riscattarsi come individuo, fino a comprendere il suo piccolo ma non solitario spazio nel mondo. Un uomo apparentemente ruvido, apatico e anziano, al quale sono state tolte tutte le semplici libertà, il sesso, la libertà di acquistare ciò che desidera, la libertà di guidare l'auto, si concede il riscatto nell'illusione del viaggio in un mondo fasullo e opportunista, sorretto solamente dalla più audace tra le virtù, la determinazione. Solo dopo questo viaggio masochistico fino al principio della sua vita, l'uomo riesce a comprendere quel poco di bello e autentico a cui dedicarsi fino alla dipartita.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a randle mcmurphy »
[ - ] lascia un commento a randle mcmurphy »
|
|
d'accordo? |
|
video-r
|
mercoledì 22 gennaio 2014
|
viaggio a ritroso nel cuore degli stati uniti
|
|
|
|
Un uomo cammina contromano in una strada sperduta tra capannoni industriali, è solo e trasandato: la prima sequenza di "Nebraska" lascia presupporre una storia tutt'altro che spensierata, e in effetti così è. Woody Grant, questo il nome del vagabondo, è un anziano signore persuaso di aver vinto un milione di dollari attraverso un annuncio pubblicitario; ovviamente non si tratta di un premio quanto piuttosto di una truffa. La moglie, bisbetica e cocciuta quanto lui, gli vieta quindi di recarsi a Lincoln per riscuotere la somma ma il figlio David, capendo quanto sia importante per il padre questa impresa, decide di accompagnarlo. Inizia così un viaggio che, secondo la tradizione dei migliori road movies, diventa un'occasione per conoscersi e scoprire un passato doloroso di cui il vecchio, dal carattere burbero e schivo, non ha mai voluto parlare.
[+]
Un uomo cammina contromano in una strada sperduta tra capannoni industriali, è solo e trasandato: la prima sequenza di "Nebraska" lascia presupporre una storia tutt'altro che spensierata, e in effetti così è. Woody Grant, questo il nome del vagabondo, è un anziano signore persuaso di aver vinto un milione di dollari attraverso un annuncio pubblicitario; ovviamente non si tratta di un premio quanto piuttosto di una truffa. La moglie, bisbetica e cocciuta quanto lui, gli vieta quindi di recarsi a Lincoln per riscuotere la somma ma il figlio David, capendo quanto sia importante per il padre questa impresa, decide di accompagnarlo. Inizia così un viaggio che, secondo la tradizione dei migliori road movies, diventa un'occasione per conoscersi e scoprire un passato doloroso di cui il vecchio, dal carattere burbero e schivo, non ha mai voluto parlare. Non tutti i suoi compagni di gioventù sono però così reticenti e anzi, quando nel suo paese natale (Hawthorne) si diffonde la notizia della vincita, improvvisamente ognuno cerca di riallacciare i rapporti con Woody nel tentativo, sin troppo palese, di estorcergli denaro. La squallida pantomima si protrae sino a quando, reso noto il contenuto del biglietto rubato al vecchio, l'intera cittadina scopre la natura fasulla di quel premio e tramuta il proprio interessamento in pietosa ironia. Lo sconforto del padre incentiva David a portare a termine il viaggio verso Lincoln, dove ad aspettarlo non c'è un milione di dollari ma un misero cappellino con sopra scritto winner. Non è però sarcasticamente che si conclude la vicenda: Woody torna in città alla guida di un nuovo furgone, compratogli dal figlio a conoscenza di quel suo desiderio, e dall'alto del suo sedile entra vittorioso nell'isolato in cui è cresciuto, osservando con nuovo entusiasmo i nemici e gli amori di un tempo.
Ancora una volta Payne riesce a sorprenderci, immortalando con una splendida fotografia in bianco e nero luci e ombre della provincia americana. Malinconiche riflessioni si susseguono a gag esilaranti, in una storia che ha come sfondo le praterie e il suono dell'armonica ma che riesce a superare i cliché dal sapore country. I personaggi, capeggiati da uno strepitoso Bruce Dern, travalicano infatti i confini nazionali o generazionali: “Nebraska” è un racconto in cui a un vecchio è concesso di rivivere la sua infanzia e dove un giovane osserva il proprio nome sulla tomba. Sembra quasi di trovarsi a Spoon River e a ben pensarci la figura di Woody, animato da un'instancabile forza di volontà e da tenera ingenuità, non è poi così dissimile da quella di Gatsby: i capolavori della grande letteratura americana, già celebrata da Payne in “Sideways”, rivivono tramite le immagini del regista, invecchiando solo per ridiventare ancora più vitali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a video-r »
[ - ] lascia un commento a video-r »
|
|
d'accordo? |
|
van cristal lee
|
martedì 21 gennaio 2014
|
la quinta stella va alla vita.
|
|
|
|
Un vecchio vuole raggiungere il Nebraska per ritirare il premio che pensa di aver vinto. Lo vuole a tal punto da sfidare il suo corpo acciaccato e le miglia che lo separano dalla destinazione che vorrebbe raggiungere a piedi. Lo vuole perché è un nuovo, forse ultimo, scopo che irrompe nella sua anonima vita, fatta di birra, di alcool, di una vecchia moglie rompiballe e di "mah si". Lo vuole soprattutto perché deve lasciare qualcosa ai suoi figli. Nulla di originale. Tutti i genitori sono spinti da questo senso del dovere nei confronti dei figli. Tutti i vecchi sposi si sopportano perchè "tanto se ne trovo un'altra sarebbe rompiballe uguale".
[+]
Un vecchio vuole raggiungere il Nebraska per ritirare il premio che pensa di aver vinto. Lo vuole a tal punto da sfidare il suo corpo acciaccato e le miglia che lo separano dalla destinazione che vorrebbe raggiungere a piedi. Lo vuole perché è un nuovo, forse ultimo, scopo che irrompe nella sua anonima vita, fatta di birra, di alcool, di una vecchia moglie rompiballe e di "mah si". Lo vuole soprattutto perché deve lasciare qualcosa ai suoi figli. Nulla di originale. Tutti i genitori sono spinti da questo senso del dovere nei confronti dei figli. Tutti i vecchi sposi si sopportano perchè "tanto se ne trovo un'altra sarebbe rompiballe uguale". Tutti i figli si prendono cura dei vecchi genitori. Tutte le persone che bevono lo fanno perché tanto la vita è un "mah si". Ma è proprio in questa assoluta contemplazione della normalità della vita, nell'immobilità dei covoni di grano, nell'acromaticità degli eventi, che il patetico quieto viver quotidiano muta diventando poesia campestre, fatta di sempliciume, di acciacchi, di tenere illusioni e di cugini grassocci. E cosi, nell'assoluta patica anonimità della vita, la stessa riceve un senso e una bellezza che non sospettava di avere, e anche il guardare seduti in una strada di campagna le macchine passare può contenere il potenziale di una soddisfazione che, sganciata dal tempo, nell'istante, vale la pena di essere vissuta.
Un plauso ad Alexander Payne per il suo cinema che, tra una risata divertita e una intenerita, riesce a restituire alla vita, alla semplice vita, la dignità che le compete.
Non è il più bel film che io abbia mai visto, qui se proprio dovessi dare un voto, cosa che non gradisco molto, darei piuttosto un 4 stelle. La 5 la dò alla vita, perché se non fosse per lei un film del genere non potrebbe mai essere fatto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a van cristal lee »
[ - ] lascia un commento a van cristal lee »
|
|
d'accordo? |
|
sebastian13
|
martedì 21 gennaio 2014
|
le parole tra noi leggere
|
|
|
|
Il film rimanda al capolavoro di Linch "Una storia vera" per la presenza del vecchio come simbolo della memoria e della coscienza. Li dove la solitudine del viaggio per scelta espiativa, rappresenta, al fine, il raggiungimento dello scopo (la riconciliazione con il fratello) qui la scelta del viaggio con il figlio, come trasmissione di emozioni e scoperte, ma come meta la stessa: la riconciliazione. Film di una bellezza struggente, suggellata dalla fotografia in bianco e nero, che illustra i paesaggi del mid west nella loro essenza naturalistica, senza inutili ornamenti, essenziale nella scelta delle inquadrature, asciutto nei dialoghi tra i personaggi, belli e autentici. Come nel film di Linchi vecchi parlano poco, ma qui il fatto fi avere una coppia padre figlio, esime il vecchio padre alla necessità di un rapporto parlato, intimamente profuso dal silenzio, per cui, le poche parole pronunciate, sono essenziali per muovere la macchina dell'esistenza verso il lieto fine suggellato dalla scoperta del figlio.
[+]
Il film rimanda al capolavoro di Linch "Una storia vera" per la presenza del vecchio come simbolo della memoria e della coscienza. Li dove la solitudine del viaggio per scelta espiativa, rappresenta, al fine, il raggiungimento dello scopo (la riconciliazione con il fratello) qui la scelta del viaggio con il figlio, come trasmissione di emozioni e scoperte, ma come meta la stessa: la riconciliazione. Film di una bellezza struggente, suggellata dalla fotografia in bianco e nero, che illustra i paesaggi del mid west nella loro essenza naturalistica, senza inutili ornamenti, essenziale nella scelta delle inquadrature, asciutto nei dialoghi tra i personaggi, belli e autentici. Come nel film di Linchi vecchi parlano poco, ma qui il fatto fi avere una coppia padre figlio, esime il vecchio padre alla necessità di un rapporto parlato, intimamente profuso dal silenzio, per cui, le poche parole pronunciate, sono essenziali per muovere la macchina dell'esistenza verso il lieto fine suggellato dalla scoperta del figlio. Film intimista quindi privo di dialoghi ridondanti ((molto bello l'incontro tra i fratelli che non si vedono da anni) per stabilire i rapporti che si affermano con la sola presenza del corpo. Riflessione su questi nostri tempi in cui la esaltazione delle parole ci ha portato fuori strada: pensiamo veramente che parlare addosso agli altri sia il solo modo per affermarsi, mentre gridano di solitudine?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sebastian13 »
[ - ] lascia un commento a sebastian13 »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
martedì 21 gennaio 2014
|
un viaggio a ritroso nel tempo e nei sentimenti
|
|
|
|
Film in cui viene raccontato il viaggio che un figlio intraprende con il proprio padre anziano un pò svampito al fine di accontentarlo in un suo proposito assurdo. L'anziano padre, infatti, dopo aver ricevuto un avviso per posta di avere vinto un'ingente somma di denaro, che in realtà altro non è che un depliant pubblicitario, vuole andare a ritirarlo a tutti i costi credendo fermamente che sia tutto vero. E nonostante le molteplici persuasioni da parte della moglie e dei due figli a desistere in questo suo assurdo proponimento, egli ne è sempre più fermamente convinto a tal punto che il figlio minore decide di accontentare il genitore ad andare sino alla città di Lincoln dove si trova la sede presso cui ritirare il premio.
[+]
Film in cui viene raccontato il viaggio che un figlio intraprende con il proprio padre anziano un pò svampito al fine di accontentarlo in un suo proposito assurdo. L'anziano padre, infatti, dopo aver ricevuto un avviso per posta di avere vinto un'ingente somma di denaro, che in realtà altro non è che un depliant pubblicitario, vuole andare a ritirarlo a tutti i costi credendo fermamente che sia tutto vero. E nonostante le molteplici persuasioni da parte della moglie e dei due figli a desistere in questo suo assurdo proponimento, egli ne è sempre più fermamente convinto a tal punto che il figlio minore decide di accontentare il genitore ad andare sino alla città di Lincoln dove si trova la sede presso cui ritirare il premio. Il lungo tragitto e gli innumerevoli avvenimenti che si succedono costituiranno l'occasione per il figlio, ma anche per il padre nei confronti del giovane, di conoscere meglio il proprio padre e di avvicinarglisi sempre di più a lui in quelli che diverranno in pratica gli ultimi giorni sereni della sua esistenza.
Ancora una volta, come nel suo precedente "Sideways", il regista Alexander Payne racconta una vicenda in cui il viaggio costituisce un elemento importante, per non dire addirittura fondamentale, ai fini delle relazioni e dei rapporti sentimentali che vengono presentati. Come anche in questa pellicola viene trattato il delicato tema del difficile rapporto tra genitori e figli e della conseguente scoperta e riavvicinamento l'uno all'altro già affrontato nel precedente "Paradiso perduto" con George Clooney. Queste due tematiche, complementari peraltro, costituiscono la struttura principale su cui si basa "Nebraska" ma in quest'occasione il regista sviluppa il tema in una maniera più delicata e meno retorica a differenza, per esempio, di come avviene in "Paradiso Perduto". Il rapporto affettivo che egli qui presenta è esposto in maniera più realistica e molto più toccante e tutto è avulso in un'atmosfera amaro-melanconica la quale però viene a volte intervallata da un'ironia sottile, che richiama alla lontana un pò addirittura quella di Woody Allen.
Molto particolare e suggestiva, inoltre, la fotografia ed il fatto che il film sia interamente girato in bianco e nero come una pellicola degli anni '50 ma ancor più sorprendente ed encomiabile senza alcun dubbio è la recitazione toccante e sublime di Bruce Dern che interpreta il ruolo dell'anziano padre svanito e mal fermo sulle gambe. Una recitazione che giustamente gli ha valso la Palma d'Oro come miglior attore al Festival di Cannes e che affascina e e nello stesso tempo intenerisce lo spettatore.
Da non perdere assolutamente
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
babis
|
martedì 21 gennaio 2014
|
viaggio in nebraska
|
|
|
|
Woody Grant, uomo molto anziano, alcolista e capace di credere a tutto quello che gli viene detto, si convince di avere vinto un milione di dollari e fa di tutto per partire, ed andare a ritirarli nella cittadina di Billings; il figlio David, contro il parere della madre e del fratello, decide di portarlo nella cittadina, passando per Howtorn, la città natale del padre; questo viaggio permetterà a David di conoscere un'altro padre, con sogni, amori ed aspettative di vita ben diverse da quelle che ha realizzato, e permetterà all'intera famiglia di venire a conoscenza di piccoli segreti mai svelati.
Il film è davvero un piccolo capolavoro, con splendide inquadrature e primi piani, ottimi attori ed una trama narrativa che non si allenta mai: da vedere.
|
|
[+] lascia un commento a babis »
[ - ] lascia un commento a babis »
|
|
d'accordo? |
|
aislingzhi
|
martedì 21 gennaio 2014
|
tra jack kerouac e fiaba
|
|
|
|
- Sal, dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.
- Per andare dove, amico?
- Non lo so, ma dobbiamo andare.
Così recita un dialogo di Sulla strada, uno dei libri più famosi di Jack Kerouac. E questo sembra essere il messaggio che Payne cerca di suggerirci tramite Nebraska, avvalendosi di qualunque strumento necessario: e parte proprio dal bianco e nero, che, paradossalmente, pur legandosi al passato ha il potere di tingere di eterno ciò che tocca, di suggerire solennità, e al tempo stesso, pesantezza. Tali sono le caratteristiche del film, d'altronde, almeno di primo impatto. Ma ecco che man mano che la storia ci si pone davanti, mentre familiarizziamo con Woody Grant (un impeccabile Bruce Dern che non ha nulla da invidiare ai suoi rivali d'oscar) e il suo carattere insostenibile e apparentemente impossibile da accettare, ci accorgiamo che i colori ci sono; sono proprio quelli di Woody e dei suoi (pochi) commenti cinici e talvolta ingiusti, quelli della sprezzante (talvolta sino alla crudeltà) e irriverente Kate, sua moglie, persino la pazienza di David e la timida, e progressiva, accondiscendenza del fratello.
[+]
- Sal, dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.
- Per andare dove, amico?
- Non lo so, ma dobbiamo andare.
Così recita un dialogo di Sulla strada, uno dei libri più famosi di Jack Kerouac. E questo sembra essere il messaggio che Payne cerca di suggerirci tramite Nebraska, avvalendosi di qualunque strumento necessario: e parte proprio dal bianco e nero, che, paradossalmente, pur legandosi al passato ha il potere di tingere di eterno ciò che tocca, di suggerire solennità, e al tempo stesso, pesantezza. Tali sono le caratteristiche del film, d'altronde, almeno di primo impatto. Ma ecco che man mano che la storia ci si pone davanti, mentre familiarizziamo con Woody Grant (un impeccabile Bruce Dern che non ha nulla da invidiare ai suoi rivali d'oscar) e il suo carattere insostenibile e apparentemente impossibile da accettare, ci accorgiamo che i colori ci sono; sono proprio quelli di Woody e dei suoi (pochi) commenti cinici e talvolta ingiusti, quelli della sprezzante (talvolta sino alla crudeltà) e irriverente Kate, sua moglie, persino la pazienza di David e la timida, e progressiva, accondiscendenza del fratello. I colori sono loro e il loro continuo movimento, la loro corsa fuori dal fienile (sbagliato), i loro spostamenti che non finiscono mai, contrapposti, sempre complice il bianco e nero, agli altri, perfino ai parenti. Già, perché muoversi in un mondo senza colori, in un mondo statico, significa essere diversi, significa incomprensione e derisione. E ancora, significa scoprire che c'è una crudeltà di gran lunga peggiore di quella di Kate (che comprendiamo essere la crudeltà di una moglie stanca di sopportare un marito apparentemente folle, ex alcolizzato e burbero): la crudeltà di coloro che tentano, senza scrupoli, di sfruttare chi è più debole, o semplicemente buono di cuore; ma è questa crudeltà che permette di scoprire chi si ha intorno, ed ecco che Kate abbandona per un attimo le sue vesti di moglie spietata e si trasforma in una donna che non ha mai smesso di dubitare dell'integrità morale dell'uomo che la accompagna da una vita. Ecco che una famiglia apparentemente divisa e priva di punti in comune scopre, grazie ad un folle pretesto, di saper ancora essere unita. Ecco che si scopre "il vero tesoro" come nella più classica delle fiabe senza incontrare nulla di classico, ma anzi, scegliendo sempre le vie più insidiose e originali (sapiente l'uso dei dialoghi, brevi e taglienti, una continua sorpresa e talvolta un che di imbarazzo, quasi di scandalo), trovando personaggi che mostrano, quasi senza eccezioni, una moltitudine di volti; per arrivare alla morale eterna: c'è del buono in tutti, se solo si riesce a guardare e a voler guardare. Per Woody, dopo anni, c'è ancora qualcosa da ottenere e qualcosa da regalare, perché in fondo ci sente vivi solo così (e l'età non conta), non fermandosi mai.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aislingzhi »
[ - ] lascia un commento a aislingzhi »
|
|
d'accordo? |
|
stefano minuto
|
martedì 21 gennaio 2014
|
film da vedere
|
|
|
|
Woody Grant e' un vecchio padre di famiglia alcolizzato e malato di alzheimer (fa l'errore di credere a tutto quello che dice la gente) che crede di aver vinto un milione di dollari grazie ad un concorso proposto da una rivista con sede a Lincoln capitale dello stato del Nebraska. L'anziano decide cosi' di mettersi in viaggio dal Montana al Nebraska per ritirare la vincita e lasciare cosi' qualcosa ai figli ed essere ricordato dopo la morte. Il figlio sensibile David inizialmente contrario (come la madre e il fratello) pur sapendo del palese inganno mediatico della vincita (fatto dalla rivista per addescare nuovi abbonati) decide di accompagnare in macchina il padre per poter stare un po' solo con lui e conoscerlo meglio.
[+]
Woody Grant e' un vecchio padre di famiglia alcolizzato e malato di alzheimer (fa l'errore di credere a tutto quello che dice la gente) che crede di aver vinto un milione di dollari grazie ad un concorso proposto da una rivista con sede a Lincoln capitale dello stato del Nebraska. L'anziano decide cosi' di mettersi in viaggio dal Montana al Nebraska per ritirare la vincita e lasciare cosi' qualcosa ai figli ed essere ricordato dopo la morte. Il figlio sensibile David inizialmente contrario (come la madre e il fratello) pur sapendo del palese inganno mediatico della vincita (fatto dalla rivista per addescare nuovi abbonati) decide di accompagnare in macchina il padre per poter stare un po' solo con lui e conoscerlo meglio. David sostando nella cittadina natale dei genitori conoscera' cosi' il passato del padre e della sua famiglia . I due arrivati a destinazione non avranno la vincita ma saranno arrichiti interiormente rafforzando il loro rapporto.
Il film che tratta appunto la tematica del rapporto genitore-figlio, ha una lentezza che non risulta fastidiosa ma quasi godibile con un azzeccata e originale fotografia in bianco e nero. Notevole la prova recitativa di Bruce Dern (Woody) e' indovinati sono anche gli altri personaggi del film a partire dallla oppressiva moglie. Non male anche il finale a lieto fine che vede Woody guidare il tanto desiderato furgone davanti agli occhi dei suoi ex concittadini.
Il film che a tratti riesce ad emozionare non e' un capolavoro (e' comunque un bel film) ma va visto per poter cosi' trarre l'insegnamento di cercar di vivere e conoscere il piu' possibile i propri genitori prima che essi ci lascino per sempre e non avere cosi' rimpianti a riguardo.
[-]
[+] commento
(di no_data)
[ - ] commento
|
|
[+] lascia un commento a stefano minuto »
[ - ] lascia un commento a stefano minuto »
|
|
d'accordo? |
|
|