peppe2994
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venerdì 14 giugno 2013
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buon film made in family ma puramente commerciale
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Con il progetto noto come After Earth - dopo la fine del mondo, che lo stesso Will Smith ha ideato, il pubblico si spinge sino alle sale cinematografiche per il fine di vedere padre e figlio alle prese con un film fantascientifico che va oltre il sentimentalismo quotidiano diretto dal regista Gabriele Muccino nel film La Ricerca della Felicità. In questo film Will Smith si mette da parte e lascia spazio al figlio affinchè questo possa entrare a far parte del complesso mondo del cinema e il suo progetto, lo comprende da cima a fondo, Jaden Smith fu il bambino prodigio alle prese con il Kunfu cinese nel film Karate Kid - la leggenda continua ma in After Earth è Kitai, il figlio del comandante Cypher Raige interpretato da un'ottimo Will Smith che in qualità di padre si sente in dovere di rendere partecipe al suo progetto il figlio, con il solo obbiettivo di farlo maturare non solo artisticamente ma sopratutto a livello personale.
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Con il progetto noto come After Earth - dopo la fine del mondo, che lo stesso Will Smith ha ideato, il pubblico si spinge sino alle sale cinematografiche per il fine di vedere padre e figlio alle prese con un film fantascientifico che va oltre il sentimentalismo quotidiano diretto dal regista Gabriele Muccino nel film La Ricerca della Felicità. In questo film Will Smith si mette da parte e lascia spazio al figlio affinchè questo possa entrare a far parte del complesso mondo del cinema e il suo progetto, lo comprende da cima a fondo, Jaden Smith fu il bambino prodigio alle prese con il Kunfu cinese nel film Karate Kid - la leggenda continua ma in After Earth è Kitai, il figlio del comandante Cypher Raige interpretato da un'ottimo Will Smith che in qualità di padre si sente in dovere di rendere partecipe al suo progetto il figlio, con il solo obbiettivo di farlo maturare non solo artisticamente ma sopratutto a livello personale. Per Jaden Smith After Earth - dopo la fine del mondo, rappresenta solo un trampolino di lancio da cui intraprendere una buona carriera cinematografica lontana dalle garanzie paterne, il padre gli ha spianato la strada ed ora tocca a lui percorrerla con le proprie gambe, gambe che il padre ha preferito ferirsi per garantirgli il ruolo di protagonista. Will Smith in questo film non sarà il protagonista, Eh già, resterà in panchina per monitorare sino a quando la comunicazione non si interromperà gli spostamenti del figlio in un'ambiente oramai ostile all'uomo. La mancata complicità nel campo di padre e figlio, può deludere lo spettatore che non si aspettava affatto l'alta commercialità del prodotto ma d'altronde si sa che il cinema a volte è puramente commerciale, in After Earth risulta palese la programmazione degli eventi, già fin dall'inizio era stato stabilito dallo stesso Will Smith che lui doveva starsene buono in panchina mentre il giovane figlio al centro della scena. Jaden Smith però dimostra di essere il giusto erede di Will Smith, ancora di pane duro ne deve mangiare ma presto raggiungerà il suo obbiettivo ovvero quello di divenire un'attore dello stesso calibro del padre, la sua interpretazione risulta essere sufficiente per il momento ma di miglioramenti, come dicevo prima, ne deve fare. Per concludere posso affermare che è un buon film made in family, la trama è piuttosto semplice ma la scenografia è bellissima, afferma la sua imponenza ed esprime l'ostilità del territorio oltre che a combinarsi con la geniale tuta di Kitai che cambia colore a seconda dell'ambiente, un film che punta molto sulla tecnica tant'è che risulta tecnicamente solido ma narrattivamente povero ed è proprio tra la prosperità tecnica e la povertà narrativa che si impone la commercialità non particolarmente fastidiosa e un paio di difetti sceneggiati rappresentati da un'acquila che muore per salvare Kitai dal freddo e da un'impossibile sopravvivenza familiare, come si fa a sopravvivere ad uno schianto del genere? Il figlio resta incolume seduto bello tranquillo nel suo sedile con tanto di cintura e il padre dopo essere stato risucchiato in seguito alla rottura dell'astronave, lo ritroviamo dentro l'astronave ferito... ???. Il film a quanto sembra non si esclude dai difetti ma ciononostante è un buon film che riesce ad intrattenere grazie ad un ritmo più che notevole.
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vincenzo iennaco
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giovedì 13 giugno 2013
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uno sci-fi tra paure ed emulazioni
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In un futuro dove la Terra è stata resa inabitabile da una serie di cataclismi, il genere umano si è trasferito sul pianeta Nova Prime. Il generale Cypher Raige è al comando dei Ranger, un corpo speciale che combatte i temibili Ursa, mostri alieni che, privi della vista, fiutano gli umani attraverso gli ormoni che emanano con la loro paura. Durante una missione a cui partecipa anche il figlio Kitai, cadetto dei Ranger, la loro astronave viene danneggiata da una tempesta di asteroidi e precipita sulla Terra. Cypher rimane immobilizzato a bordo a causa di una frattura alla gamba, mentre toccherà al giovane Kitai combattere con l'ambiente circostante e con le sue paure per la sopravvivenza di entrambi.
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In un futuro dove la Terra è stata resa inabitabile da una serie di cataclismi, il genere umano si è trasferito sul pianeta Nova Prime. Il generale Cypher Raige è al comando dei Ranger, un corpo speciale che combatte i temibili Ursa, mostri alieni che, privi della vista, fiutano gli umani attraverso gli ormoni che emanano con la loro paura. Durante una missione a cui partecipa anche il figlio Kitai, cadetto dei Ranger, la loro astronave viene danneggiata da una tempesta di asteroidi e precipita sulla Terra. Cypher rimane immobilizzato a bordo a causa di una frattura alla gamba, mentre toccherà al giovane Kitai combattere con l'ambiente circostante e con le sue paure per la sopravvivenza di entrambi.
Soggetto sci-fi scritto dagli stessi Smith, ma che appare un po' leggerino e monocorde nell'intreccio, appiattito in una staticità narrativa in cui il rapporto a distanza padre-figlio, mentore-allievo, eroe-emulo non contribuisce come propulsore della storia. Forse, sviluppato diversamente, con una maggior interazione tra i due protagonisti, il film avrebbe certo goduto di una maggior spinta emozionale. Spinta emozionale, per giunta, che non arriva neanche dal tessuto registico di Shyamalan, forse intrappolato in un progetto su commissione che non ha fatto del tutto suo.
Insomma, questo After Earth appare più come un vestito confezionato su misura per il giovane Jaden Smith, che come il Kitai del film non deve temere il giudizio e il peso emulatorio, ma andare avanti nella sua strada per l'ottenimento di una “spettralità” cinematografica degna del suo mentore e genitore. D'altronde, come dice il generale Cypher "la paura è solo una scelta".
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morellato
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giovedì 13 giugno 2013
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la ricerca della...spettralita'
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Dopo la coppiata vincente de " LA RICERCA DELLA FELICITA' " il binomio padre-figlio (will smith e jaden) ci ripropone una sto! ria fan tascentifica ambientata sul pianeta terra ormai disabitato e con mille insidie. Il vero protagonista questa volta è proprio il figlio insieme alla sua PAURA che caratterizzera praticamente tutto il film.
Pellicola che scorre bene ma senza nessun colpo di scena. Da segnalare la presenza anche della vera moglie e mamma dei nostri protagonisti...UN FILM A CONDUZIONE FAMIGLIARE!
Dal regista del SESTO SENSO ci si può aspettare un filmone,ma dopo un film al TOP difficilmente si riesce a ripersi.
Max
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giadilu
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giovedì 13 giugno 2013
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bello
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donni romani
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mercoledì 12 giugno 2013
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anche mio figlio è leggenda
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Missione "telefono casa" per Will Smith e figlio che in un futuro fosco, dopo essere "naufragati" sulla vecchia e a loro sconosciuta Terra, devono trovare il modo di tornare sul pianeta su cui si sono rifugiati gli uomini dopo la distruzione del loro pianeta. Ancora una fantascienza postapocalittica quindi, ancora un esilio in massa della popolazione terrestre su un altro pianeta, ancora un incidente spaziale che costringe al ritorno sulla vecchia landa un manipolo di eroi (uno in questo caso e per di più adolescente così si fa presa anche sul pubblico teen).
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Missione "telefono casa" per Will Smith e figlio che in un futuro fosco, dopo essere "naufragati" sulla vecchia e a loro sconosciuta Terra, devono trovare il modo di tornare sul pianeta su cui si sono rifugiati gli uomini dopo la distruzione del loro pianeta. Ancora una fantascienza postapocalittica quindi, ancora un esilio in massa della popolazione terrestre su un altro pianeta, ancora un incidente spaziale che costringe al ritorno sulla vecchia landa un manipolo di eroi (uno in questo caso e per di più adolescente così si fa presa anche sul pubblico teen). Possibile che la fantascienza ormai non sappia proporci altro che stereotipi ormai imparati a memoria da numerose generazioni? E poco conta che qui si infarcisca l'avventura di rapporti padri figli da ricucire, di sensi di colpa e responsabilità, di affetti, memorie e chi più ne ha più ne metta, ciò che resta al fondo di un film tutto sommato piacevole intendiamoci, ben diretto con scenari magnifici e un giovane protagonista inquieto e malinconico al punto giusto, ciò che resta dicevamo è il senso di già visto, già ascoltato, già assimilato. La trama come accennato è lineare, semplicissima, il generale dei ranger Cypher Raige è un eroe incontrastato, capace di affrontare i mostruosi alieni Ursa senza emettere i ferormoni della paura, ed è alle soglie della pensione. Per un ultima missione decide di portare con sè il figlio Kitai con cui i rapporti sono pessimi, un po' perchè lui è un padre autoritario e Kitai il classico adolescente ribelle un po' perchè un passato - che conosceremo a mano a mano che la storia si dipana - li divide e li allontana sempre più. Durante il volo la navicella impatta un meteorite e precipita sulla terra, abbandonata anni prima e ridotta, ridotta si fa per dire, ad un paradiso lussureggiante di foreste incontaminate e paesaggi da togliere il fiato. Nell'impatto sopravvivono solo Cypher e il figlio - fortuna familiare si potrebbe dire! - e forse uno dei terribili Ursa che era imprigionato a bordo ma non si trova più. Il contatto radio con la base è interrotto, Cypher è ferito e solo Kitai può raggiungere una montagna da cui far partire un messaggio di aiuto. E così il ragazzo parte, armato delle sue paure, dei sensi di colpa per la morte della sorella tanti anni prima, della voglia di riscattarsi agli occhi del padre - poco prima di partire era stato bocciato all'esame per diventare ranger - e dovrà affrontare animali selvaggi - proprio come papà Smith in "Io sono leggenda", la mancanza di ossigeno, la solitudine - il contatto radio con il padre si interrompe quasi subito - e il terribile Ursa sopravvissuto anche lui all'impatto. Nell'ottocento una storia del genere si sarebbe definito "racconto di formazione" e a ben vedere Kitai fa proprio quel percorso che tutti i giovani fanno, e cioè maturare affrontando pericoli e difficoltà, ostacoli e paure anche se nella vita sono prove metaforiche e qui sono lotte corpo a corpo contro mostri feroci. Il sesto senso di Mister Shyamalan si è un po' perso per strada, l'originalità di questo film è davvero poca cosa, e al di là dei grandi effetti speciali e del sontuoso impianto scenico registico - luci, costumi, musiche - ma in un prodotto del genere non potrebbe essere altrimenti - la nota positiva sta nel fatto che ci sono ampi margini di intimismo recitativo fra un attacco di tigri, di aquile giganti e di Ursa inferociti, momenti di dialogo, di memoria e di riflessione che ingentiliscono un blockbuster professionale, tecnicamente impeccabile e con protagonisti simpatici - anche se Will papà Smith si limita a porgere la battuta al figlio e poco più - ma emozione, stupore e partecipazione restano fuori dalla sala. Sottotitolo ironico: "anche mio figlio è leggenda...".
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wwiwa
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mercoledì 12 giugno 2013
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a me è piaciuto molto
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questo film mi ha ispirato subito anche se prima di vederlo ho letto parecchi commenti negativi e quindi ero perplessa.
invece a me è piaciuto molto sono rimasta attenta e coinvolta in ogni istante.
Will Smith mi è piaciuto e anche il figlio rende bene nella sua parte, sono molto belle le immagini della Terra tornata selvaggia
e ostile all'uomo.
si magari la trama non è originalissima ma il film è piacevole
e il rapporto padre e figlio è interessante.
io lo consiglio
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(di starbuck)
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braungioxe
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martedì 11 giugno 2013
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grande film...per il figlio
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Nel film Will Smith annuncia il suo pensionamento,ma visto la parte che recita mi sa che non manca molto alla pensione neanche dal cinema,trama molto semplice,sembra sia stata scritta in 2 giorni,e senza un filo logico,questo film ha avuto soltanto lo scopo di lanciare nel mondo di hollywood suo figlio,Will Smith delusione totale...
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hollyver07
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lunedì 10 giugno 2013
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pretestuoso ed insignificante
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Ciao. Pellicola che propone elementi potenzialmente interessanti ma si distingue solo per la sua funzione pretestuosa. Non è la prima topica di Will Smith (Wild Wild West... per esempio) al quale il genere fantasy evidentemente piace assai ma, in questa specifica occasione, è forte il sospetto che l'aver (ri)proposto il dualismo padre-figlio sul grande schermo sia esclusivamente una operazione di "commercializzazione" di Jaden (discreto e nulla più). Inoltre, l'aver affidato la regìa a N. Shyamalan non ha ad elevato la qualità complessiva del "prodotto". I flash-back erano si esplicativi ma noiosi e quasi inopportuni; il rapace che si sacrifica per il suo "pulcino infreddolito" sembra proprio di mano registica e giova alla storia solo in forma pseudonaturalistica.
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Ciao. Pellicola che propone elementi potenzialmente interessanti ma si distingue solo per la sua funzione pretestuosa. Non è la prima topica di Will Smith (Wild Wild West... per esempio) al quale il genere fantasy evidentemente piace assai ma, in questa specifica occasione, è forte il sospetto che l'aver (ri)proposto il dualismo padre-figlio sul grande schermo sia esclusivamente una operazione di "commercializzazione" di Jaden (discreto e nulla più). Inoltre, l'aver affidato la regìa a N. Shyamalan non ha ad elevato la qualità complessiva del "prodotto". I flash-back erano si esplicativi ma noiosi e quasi inopportuni; il rapace che si sacrifica per il suo "pulcino infreddolito" sembra proprio di mano registica e giova alla storia solo in forma pseudonaturalistica. Ancora, se il tema della paura era l'asse portante della storia credo che avrebbe potuto esser "trattato" in maniera meno sfacciata e più intimista. La presenza di qualche discreto dialogo, l'ambientazione ed una buona C.G. non compensano sceneggiatura e regìa chiaramente inadeguate ed una storia di base che fa abbondantemente storcere il naso. Personalmente... non lo considero un buon film (anche se non arriva ad essere disgustoso) lo si può guardare e... immediatamente dimenticare. Comunque sia... rimembrate che la paura è una scelta... già è vero! Come quella di vedere, o non vedere, un film.
Saluti a tutti
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lukek
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lunedì 10 giugno 2013
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l'apoteosi del vuoto e della mediocrità
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Sono andato a vedere questo film totalmente ignaro di cosa sarebbe successo, ma comunque avevo aspettative medio/alte. Risultato? Delusione Totale
Il film è mal scritto, poco o nulla viene spiegato, lasciandoti, dopo 100 minuti, un senso di vuoto opprimente.
Il rapporto tra padre e figlio è l'unico aspetto delineato ( e pure male); il dramma che hanno in comune è mal sceneggiato e risultano essere stupide le conseguenze ( mi riferisco al litigio, alle visioni etc).
L'abbandono della terra (scena presente nei primi minuti) è privo di qualsiasi forma di critica all'attività umana.
La caratterizzazione dei personaggi è pressoché nulla.
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Sono andato a vedere questo film totalmente ignaro di cosa sarebbe successo, ma comunque avevo aspettative medio/alte. Risultato? Delusione Totale
Il film è mal scritto, poco o nulla viene spiegato, lasciandoti, dopo 100 minuti, un senso di vuoto opprimente.
Il rapporto tra padre e figlio è l'unico aspetto delineato ( e pure male); il dramma che hanno in comune è mal sceneggiato e risultano essere stupide le conseguenze ( mi riferisco al litigio, alle visioni etc).
L'abbandono della terra (scena presente nei primi minuti) è privo di qualsiasi forma di critica all'attività umana.
La caratterizzazione dei personaggi è pressoché nulla.
L'unica cosa "decente" sono le scene d'azione, ma, da sole, non riescono a salvare il film che NON si merita, assolutamente, l'incasso ottenuto.
Evitatelo, se potete.
Voto finale 4/10
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[+] blokbuster trappolone
(di zoppokid)
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