pensierocivile
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mercoledì 19 giugno 2013
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provaci ancora m. night!
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E' difficile poter condurre in porto un film contando su un' unica idea, su un regista che non attraversa un momento brillantissimo, su un attore in vacanza che regala un "giochino" al figlio. AFTER EARTH può contare solo sull'intuizione della "spettralità", dell'assenza di paura, delle trappole escogitate per far montare la paura ed essere fiutati, ma 90 minuti di null'altro sono insostenibili. Gli autori allora pensano bene di dedicarsi a racconti di esperienza, a rapporti genitoriali con rapaci e lotte con felini, a ricreare qualche bell'ambiente di cascate, in attesa della "maturazione" del giovane Smith. Maturazione che dovrà passare attraverso una lotta dall'esito "incerto". Smith il grande invece se ne sta seduto col broncio del militare a suscitare più di una ironia sull'opportunità della sua presenza, ma soprattutto sulla sua credibilità.
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E' difficile poter condurre in porto un film contando su un' unica idea, su un regista che non attraversa un momento brillantissimo, su un attore in vacanza che regala un "giochino" al figlio. AFTER EARTH può contare solo sull'intuizione della "spettralità", dell'assenza di paura, delle trappole escogitate per far montare la paura ed essere fiutati, ma 90 minuti di null'altro sono insostenibili. Gli autori allora pensano bene di dedicarsi a racconti di esperienza, a rapporti genitoriali con rapaci e lotte con felini, a ricreare qualche bell'ambiente di cascate, in attesa della "maturazione" del giovane Smith. Maturazione che dovrà passare attraverso una lotta dall'esito "incerto". Smith il grande invece se ne sta seduto col broncio del militare a suscitare più di una ironia sull'opportunità della sua presenza, ma soprattutto sulla sua credibilità. Provaci ancora M. Night!
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madmax86
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mercoledì 19 giugno 2013
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affare di famiglia
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C'è poco da dire su questo film se non che il tutto sembra un affare di famiglia.
Sono andato a vederlo con buone aspettative spinto anche da una trama che mi incuriosiva ma sono rimasto deluso. Il film ha ritmi lenti che non decollano quasi mai, se non in rare scene di combattimento.
I frequenti e noiosi flashback in cui si vede la bella famiglia al completo con la figlia/sorella rimasta uccisa dall'alieno sono state eccessive e banali.
Will Smith che fa un ruolo ridicolo di secondo piano con frasi scontate e sempre con quell'espressione sconsolata più volte utilizzata anche nel film "La ricerca della felicità"
Ecco sì.
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C'è poco da dire su questo film se non che il tutto sembra un affare di famiglia.
Sono andato a vederlo con buone aspettative spinto anche da una trama che mi incuriosiva ma sono rimasto deluso. Il film ha ritmi lenti che non decollano quasi mai, se non in rare scene di combattimento.
I frequenti e noiosi flashback in cui si vede la bella famiglia al completo con la figlia/sorella rimasta uccisa dall'alieno sono state eccessive e banali.
Will Smith che fa un ruolo ridicolo di secondo piano con frasi scontate e sempre con quell'espressione sconsolata più volte utilizzata anche nel film "La ricerca della felicità"
Ecco sì..... After Earth sembra un continuo del film di Muccino ma in un futuro lontano dove l'umanità si è trasferita in un'altro pianeta ma in cui Jaden e Will Smith continuano a impersonare i ruoli di padre e figlio che sinceramente hanno stancato......
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cuzzo91
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mercoledì 19 giugno 2013
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deludente banalità
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Premetto che non sono un fan di Shyamalan, l'unico suo film veramente ottimo ritengo sia il sesto senso, il resto con la sola eccezione di The Village, l'ho sempre trovato pretenzioso seppur modesto,e anche in questo caso non fa eccezione. La trama è semplice ma potrebbe dare numerosissimi spunti, navetta che si schianta sulla Terra ormai tornata selvaggia e con forme di vita completamente nuove e liberazione di un mostro alieno in grado di percepire la paura degli uomini che riesce a liberarsi nell'impatto dalla gabbia di contenimento per scorrazzare sul nuovo pianeta. Al centro della storia stanno i due Smith, Will sempre statico e piatto, in un ruolo in cui l'espressività è tutto visto che è impossibilitato a muoversi, non riesce mai a trasmettere alcuna emozione, nonostante il figlio sia realmente suo figlio.
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Premetto che non sono un fan di Shyamalan, l'unico suo film veramente ottimo ritengo sia il sesto senso, il resto con la sola eccezione di The Village, l'ho sempre trovato pretenzioso seppur modesto,e anche in questo caso non fa eccezione. La trama è semplice ma potrebbe dare numerosissimi spunti, navetta che si schianta sulla Terra ormai tornata selvaggia e con forme di vita completamente nuove e liberazione di un mostro alieno in grado di percepire la paura degli uomini che riesce a liberarsi nell'impatto dalla gabbia di contenimento per scorrazzare sul nuovo pianeta. Al centro della storia stanno i due Smith, Will sempre statico e piatto, in un ruolo in cui l'espressività è tutto visto che è impossibilitato a muoversi, non riesce mai a trasmettere alcuna emozione, nonostante il figlio sia realmente suo figlio. Insomma mi aspettavo tutt'altra prova (guardasi La ricerca della felicità, in cui la coppia funziona alla grande). Will si mette al servizio del figlio, gli lascia lo spazio e il centro della scena e si defila per permettere al ragazzo 15enne di emergere, Jaden ci prova, ma arranca, sia a causa della sua unica espressione tipo l'agente Smith di Matrix (tanto per stare sugli Smith), sia a causa dei dialoghi banali e ridicoli. Il film nonostante sia centrato sulla paura non riesce mai ad approfondire l'animo e le emozioni dei personaggi, restando superficiale, della serie "uhh che paura" e Will: " no la paura non è reale, il pericolo si, ma la scelta di aver paura è solo tua", insomma non ci siamo. Emblematico è il monologo di WIll sulla prima volta che è diventato invisibile scappando dall'Ursa (l'alieno mostruoso) immotivatamente caricato di un pathos che non meritava. Il film si può riassumere poi nella necessità di Jaden di passare dal punto A al punto B, affrontando una manciata di animaletti troppo cresciuti, e una volta arrivato affrontare il boss finale. Il film procede così come un fiume tranquillo nel proprio letto, protetto da argini artificiali così che non strabordi, nessun colpo di scena, nessuna scelta inaspettata, tutto prevedibile, e la paura come tema centrale del film evidentemente non ha pagato il biglietto, perchè nessuno si è accorto della sua presenza. Ottima invece la fotografia che rende l'ambiente molto credibile, però appunto poteva essere sfruttato molto meglio, già gli incontri con gli animali sono pochi, rari e veloci, e poi tutti rapidamente liquidati. I dialoghi pessimi, l'approfondimento rapporto padre-figlio non esiste coi due protagonisti che sembrano più delle sfingi, tant'è che mi sono chiesto in sala se Will Smith fosse pagato a frasi, così da abbassare il compenso... e in più anche una ricerca di redenzione del figlio che si ritiene colpevole della morte della sorella per mano dell'alieno avvenuto anni prima, anche qui tirato per le lunghe ma incapace di toccare alcuna corda nello spettatore. Il finale poi di uno scontato degno dei migliori film sul Natale, con la solita bella battutina (bella si fa per dire) che chiude l'abbraccio padre figlio. Quindi che dire, non ci siamo proprio, un blockbuster di dubbia qualità, che tutto sommato intrattiene ma niente di più. Banale, scontato e deludente.
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[+] bombeerrr
(di boccia)
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francesca72
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martedì 18 giugno 2013
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il mepotismo della famiglia smith regna sovrano
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Partiamo dal presupposto che M. Night shyamalan ha solo 2 idee:
- paranormali (Sesto Senso, The Village, Unbreakable)
- natura che prima o poi ci si rivolterà contro e distruggerà il mondo (verrà il giorno e questo).
Altre idee assenti.
Aggiungiamo un bel nepotismo all'italiana dove Will Smith e la moglie producono (leggi: finanziano) il film a puro consumo del bel figlioletto Jaden (più carino che bravo).
Per il resto una serie di ovvietà:
senso di colpa padre figlio sulla responsalbilità della morte della sorella che era il fulcro pulsante della famiglia.
Padre incapace di comunicare
Mamma perfetta.
Figlio che deve dimostrare al padre di non essere un vigliacco.
Un minimo di speranza che la terra ancora ci sopporta (tema tanto caro al nostro regista).
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Partiamo dal presupposto che M. Night shyamalan ha solo 2 idee:
- paranormali (Sesto Senso, The Village, Unbreakable)
- natura che prima o poi ci si rivolterà contro e distruggerà il mondo (verrà il giorno e questo).
Altre idee assenti.
Aggiungiamo un bel nepotismo all'italiana dove Will Smith e la moglie producono (leggi: finanziano) il film a puro consumo del bel figlioletto Jaden (più carino che bravo).
Per il resto una serie di ovvietà:
senso di colpa padre figlio sulla responsalbilità della morte della sorella che era il fulcro pulsante della famiglia.
Padre incapace di comunicare
Mamma perfetta.
Figlio che deve dimostrare al padre di non essere un vigliacco.
Un minimo di speranza che la terra ancora ci sopporta (tema tanto caro al nostro regista).
Una bella schifezza.
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mickey97
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domenica 16 giugno 2013
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valido progetto tradito da
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Will Smith ritorna al cinema in compagnia del figlio con un progetto che lui stesso ha realizzato secondo cui il pericolo è reale ma la paura è solo una scelta. Kitai è il figlio del generale Cypher Raige, il quale non avendo ottenuto la promozione a ranger, si ritrova in un secondo momento insieme al padre dopo un fortunatissimo atterraggio, nel pianeta natale ossia la Terra, rimasta priva della presenza umana da molti anni poichè inabitabile. La terra non è più quella di una volta, altre forme di vita si sono evolute ma contro l' uomo così come l' atmosfera oramai priva di ossigeno ma ricca di altri gas a lui del tutto sfavorevoli. Will Smith in qualità di autore decide di mettersi da parte e lasciare il posto al figlio Jaden, al quale gli affida il difficile ruolo di protagonista secondo un processo di maturazione artistica che negli anni avvenire andrà a consolidarsi sempre di più e così lo mette alla prova in un mondo ostile, davanti alle varie difficoltà del caso, ripone moltissima fiducia in lui ed è proprio in questa fiducia che alberga la sua volontà nel garantirgli un futuro come attore, una volta spianatagli la strada, lo ha già fatto e lo continuerà a fare sino a quando il figlio non si dichiarerà pronto ad intraprendere da solo la strada che già il padre gli ha spianato, a quel punto sarà lui a dover raggiungere i suoi obbiettivi.
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Will Smith ritorna al cinema in compagnia del figlio con un progetto che lui stesso ha realizzato secondo cui il pericolo è reale ma la paura è solo una scelta. Kitai è il figlio del generale Cypher Raige, il quale non avendo ottenuto la promozione a ranger, si ritrova in un secondo momento insieme al padre dopo un fortunatissimo atterraggio, nel pianeta natale ossia la Terra, rimasta priva della presenza umana da molti anni poichè inabitabile. La terra non è più quella di una volta, altre forme di vita si sono evolute ma contro l' uomo così come l' atmosfera oramai priva di ossigeno ma ricca di altri gas a lui del tutto sfavorevoli. Will Smith in qualità di autore decide di mettersi da parte e lasciare il posto al figlio Jaden, al quale gli affida il difficile ruolo di protagonista secondo un processo di maturazione artistica che negli anni avvenire andrà a consolidarsi sempre di più e così lo mette alla prova in un mondo ostile, davanti alle varie difficoltà del caso, ripone moltissima fiducia in lui ed è proprio in questa fiducia che alberga la sua volontà nel garantirgli un futuro come attore, una volta spianatagli la strada, lo ha già fatto e lo continuerà a fare sino a quando il figlio non si dichiarerà pronto ad intraprendere da solo la strada che già il padre gli ha spianato, a quel punto sarà lui a dover raggiungere i suoi obbiettivi. After Earth alla fine, risulta un prodotto commerciale ma Jaden Smith regge il ruolo di protagonista senza incertezze, non ha dubbi e non fa pentire il padre di aver fatto una scelta così delicata tra l'altro basata moltissimo sulla fiducia e questa la ripaga nonostante abbia ancora molto da imparare da suo padre, in questo film Will Smith ha l' atteggiamento giusto per il ruolo del generale Cypher raige che gli calza benissimo a parte la divisa che gli attribuisce un fascino non indifferente. Il regista fa discretamente la sua parte, la trama è fin troppo semplice, pensavo fosse più complessa, il montaggio non riesce bene per via del repentino passaggio da una scena all'altra che trova inutilmente giustificazione con l' oscurare dello schermo e purtroppo la sceneggiatura è davvero poco curata, come è possibile che il generale Cypher Raige lo troviamo dopo l'impatto, ferito sulla navicella se un attimo prima alla rottura della navicella era stato risucchiato a causa della differenza di pressione?. Il montaggio e la sceneggiatura insieme alla trama hanno fatto sì che il film non risulti un capolavoro, Afterhearth Earth è solo un buon film e lo si può considerare tale per la scenografia mozzafiato, una delle più belle che abbia mai visto, per l' ottimo ritmo che tiene lo spettatore incollato alla poltrona, per la buona fotografia e per la recitazione in primis quella di Will Smith, a seguire quella del figlio che non dispiace e quella di molti altri come ad esempio quella della stessa moglie di Will Smith, qui anche in veste di produttrice. Altra nota alquanto positiva è rappresentata dal rapporto padre - figlio, un rapporto che lo stesso Will Smith decide di rendere difficile e opta per il lieto fine, prima tratta il figlio come se fosse in accademia e poi si ritiene disponibile per un abbraccio liberatorio che inizia e finisce con tanto di lacrime agli occhi e così facendo recupera il rapporto con il figlio che ha appena combattuto le ostilità. Complessivamente è un buon film che poteva essere fatto molto meglio, Will Smith quindi ha realizzato un buon progetto anche se tra pregi e difetti e quindi Smith perde parzialmente la sua occasione, ha peccato nel scrivere il film e il regista ha solo riportato la grande pecca di Smith nella sceneggiatura. Peccato, il film aveva tutte le carte in regola per risultare un capolavoro, ma i notevoli difetti di sceneggiatura non lo hanno reso possibile. Will Smith comunque ha avuto una buona idea anche se non originale, ha delle capacità per fare lo sceneggiatore,ma la prossima volta in caso dovesse venirgli in mente di scrivere un altro film, deve stare più attento alla sceneggiatura e se lo sarà può sfornare film di alto livello.
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[+] valido progetto tradito dalla sceneggiatura
(di mickey97)
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(di zoppokid)
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starbuck
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sabato 15 giugno 2013
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auguri a jaden smith
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Sarebbe bello poter dire di trovarci finalmente di fronte ad un buon film di fantascienza ma purtroop ancora una volta niente da fare. La solita zuppa a base di luoghi comuni usati con diasrmante superficialità che a tratti arrivano a sfiorare il grottesco come i riferimenti al "moby dick" con orrende balene digitali a chiudere il fim o il solito mostro sempre più brutto e cattivo per l'occasione addirittura provvisto di sei zampe come "l'uno cane dell'ENI". Il buon Will Smith, anche prima di essere gravemente ferito appare piuttosto imbalsamato, casualmente ieri sera ho visto "Alì", Will interpreta magistralmente Mohamed Alì, sembrava veramente di essere su un altro pianeta.
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Sarebbe bello poter dire di trovarci finalmente di fronte ad un buon film di fantascienza ma purtroop ancora una volta niente da fare. La solita zuppa a base di luoghi comuni usati con diasrmante superficialità che a tratti arrivano a sfiorare il grottesco come i riferimenti al "moby dick" con orrende balene digitali a chiudere il fim o il solito mostro sempre più brutto e cattivo per l'occasione addirittura provvisto di sei zampe come "l'uno cane dell'ENI". Il buon Will Smith, anche prima di essere gravemente ferito appare piuttosto imbalsamato, casualmente ieri sera ho visto "Alì", Will interpreta magistralmente Mohamed Alì, sembrava veramente di essere su un altro pianeta... a salvare il film dalla totale inesistenza è la bellezza esotica e flessuosa di Jaden Smith. gli faccio i miei migliori auguri.
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andreafalci
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sabato 15 giugno 2013
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sulle orme del figlio
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I mostri extraterrestri che "fiutano" la paura dei terrestri, divorano la madre del piccolo Smith, lo stesso accusa il padre di essere assente e di non averla difesa e salvata, successivamente, l'astronave che gli trasportava precipita e il padre ferito, manda il figlio Smith a rintracciare e recuperare il radiofaro che avrebbe indirizzato i soccorsi al loro recupero. Qui inizia per il ragazzo Smith una vera gara di sopravvivenza che affronterà con gli ordini dati dal padre ferito rimasto sul relitto, attraverso un sistema di rilevazione. Alla fine vittorioso anche dell' uccisione del bestione extraterrestre e del ritrovamento del radiofaro, si riscatterà della iniziale sconfitta di non ammissione all' accademia per aspiranti Ranger, motivo di delusione del padre verso il figlio, che si ricrederà.
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I mostri extraterrestri che "fiutano" la paura dei terrestri, divorano la madre del piccolo Smith, lo stesso accusa il padre di essere assente e di non averla difesa e salvata, successivamente, l'astronave che gli trasportava precipita e il padre ferito, manda il figlio Smith a rintracciare e recuperare il radiofaro che avrebbe indirizzato i soccorsi al loro recupero. Qui inizia per il ragazzo Smith una vera gara di sopravvivenza che affronterà con gli ordini dati dal padre ferito rimasto sul relitto, attraverso un sistema di rilevazione. Alla fine vittorioso anche dell' uccisione del bestione extraterrestre e del ritrovamento del radiofaro, si riscatterà della iniziale sconfitta di non ammissione all' accademia per aspiranti Ranger, motivo di delusione del padre verso il figlio, che si ricrederà. Film carino, dinamico, coinvolgente. Bravi i due attori protagonisti.
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dadoski
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sabato 15 giugno 2013
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valido!
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I film di M. Night Shyamalan sono sempre a due facce. C'è una storia superficiale che funge da veicolo per un significato più profondo. Sebbene non riesca sempre a dare uno spessore intenso a questi significati profondi, riesce sempre a comunicarli in una chiave semplice.
Ritengo questo film una pellicola dei nostri giorni, che segue il progressivo risveglio che sta avvenendo ovunque sul pianeta, e ci fa dare un'occhiata alla mente, con le sue illusioni e i suoi inganni dannosi. L'ursa altro non è che una metafora. Il pianeta Terra dopo mille anni è un'altra metafora dell'ostilità. Il rapace è la conciliazione della nuova consapevolezza (Kitai) con questo passato ostile, fino a questo momento rimosso dalla memoria, evitato (il pianeta è proibito).
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I film di M. Night Shyamalan sono sempre a due facce. C'è una storia superficiale che funge da veicolo per un significato più profondo. Sebbene non riesca sempre a dare uno spessore intenso a questi significati profondi, riesce sempre a comunicarli in una chiave semplice.
Ritengo questo film una pellicola dei nostri giorni, che segue il progressivo risveglio che sta avvenendo ovunque sul pianeta, e ci fa dare un'occhiata alla mente, con le sue illusioni e i suoi inganni dannosi. L'ursa altro non è che una metafora. Il pianeta Terra dopo mille anni è un'altra metafora dell'ostilità. Il rapace è la conciliazione della nuova consapevolezza (Kitai) con questo passato ostile, fino a questo momento rimosso dalla memoria, evitato (il pianeta è proibito).
Questi sono solo accenni alle molte metafore che ci sono in questo film. Consiglio di guardare tutti i film di questo regista/sceneggiatore, con questo spirito e occhio attento ai significati nascosti.
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mr.duff
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sabato 15 giugno 2013
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seguito l'inizio arrivi in un lampo alla fine
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Troppo scontato. Già sopo i primi 15 minuti capisci l'evolversi del film. L'unica nota positiva è l'apprezzabile prova del figlio di Will Smith, che sicuramente non sarà stato facile interpretare un personaggio così coraggioso e tenace. Per il resto, la storia è spiegata poco, sceneggiatura abbastanza frivola, c'è molto da intuire che da capire. Un film accettato da Big Smith quasi solo per dare rilievo al figlio.
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fabrizio costa
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venerdì 14 giugno 2013
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a me è piaciuto
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trama originale con sviluppo ben calibrato ed ottima recitazione dei due Smith.
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