Salvo

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Un film di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza. Con Saleh Bakri, Sara Serraiocco, Luigi Lo Cascio, Giuditta Perriera, Mario Pupella.
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Drammatico, durata 104 min. - Italia, Francia 2012. - Lucky Red uscita giovedì 27 giugno 2013. MYMONETRO Salvo * * * - - valutazione media: 3,30 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
lovemovies domenica 29 ottobre 2023
anche i killer hanno un''anima Valutazione 4 stelle su cinque
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Salvo è un killer abituato ad uccidere. La volta che si introduce in una casa per eliminare un uomo, si accorge che lì presente c'è anche una ragazza, non vedente. Salvo rimane profondamente turbato dalla sua figura. La ragazza è Rita, sorella dell'uomo appena ammazzato. Il killer decide di risparmiarle la vita, la porta via con sé e si presta ad aiutarla, energicamente ma anche con inconsueta tenerezza. Lei, stimolata da Salvo, inizia gradatamente a riacquistare il dono della vista. La scelta di non eliminare la ragazza non poteva però essere tollerata e sfuggire alla rabbia del mandante dell'omicidio, ma Salvo, ormai affascinato da Rita, non intende arrendersi e, tanto meno, consegnare Rita e sacrificarla a certa agonia per salvare sé stesso. [+]

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dandy lunedì 27 aprile 2020
l'amore è proprio cieco... Valutazione 3 stelle su cinque
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Il debutto dei due registi è un film dalle tematiche note,ma comunque interessante e decisamete riuscito.Lo stile è freddo e asciutto,con una fotografia prevalentemente scura(di Daniele Ciprì) e lunghi piani sequenza(notevole quello nel prologo,con l'ingresso del protagonista nella casa del mandante traditore).Ed è convincente lo sviluppo dell'amore tra i protagonisti.Ben sfruttati gli attori,a cui vengono fatti pronunciare pochi dialoghi,e del protagonista non viene mostrato il volto per la prima mezz'ora.Sapiente l'uso del sonoro.Bello anche il finale,solo in parte tragico.Non  per tutti,vista la quasi totale mancanza di azione e certe scelte azzardate(le riprese in notturna a visibilità quasi zero),ma sicuramente non convenzionale e degno di nota. [+]

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brian77 sabato 14 marzo 2015
non va Valutazione 1 stelle su cinque
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Rivisto (parzialmente) a distanza di tempo... è ancora peggio della prima volta.  Se si fa un piano sequenza bisogna che sia efficace, sia formalmente che narrativamente. Insomma, devi usarlo per dire qualcosa.  Invece qui c'è un pianoseuqenza lunghissimo, interminabile, che è stato celebrato ai festival dai sostenitori dei registi per l'unico motivo che c'è, che lo hanno fatto, che è lungo... Ma è pessimo! Lo spettatore a metà si mette a pensare ai fatti propri, non ha forza né coerenza formale, non ha efficacia narrativa.  E' solo la testimonianza di due registi che hanno detto qui ci piazziamo un bel pianosequenza lunghissimo che dà nell'occhio così gli allievi dei Dams dicono ammazza ci hai messo un pianosequenza, vuol dire che sei un artista. [+]

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astromelia sabato 31 maggio 2014
morale Valutazione 1 stelle su cinque
100%
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proprio la storia non sta in piedi ma sarebbe spietatatamente lungo soffermarsi,se ne trae una bella fotografia,un gran "pezzo"l'attore protagonista,ma la sostanza ristagna,noiose le lungaggini sceniche,piuttosto improbabile il miracolo della vista riacquistata e che alla fine la ragazza si trascini dietro l'uomo ferito per portarselo a casa? semmai il film rispecchia la vendetta lenta e inesorabile a cui l'uomo è sottoposto alla fine ma il tutto scricchiola assai

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sherkat mercoledì 7 maggio 2014
cinema o tecnica cinematografica? Valutazione 1 stelle su cinque
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sherkat mercoledì 7 maggio 2014
cinema o tecnica cinematografica? Valutazione 1 stelle su cinque
67%
No
33%

Al di lá del pubblico appassionato ed esperto, esiste purtroppo il pubblico e basta. Quel pubblico, cioè, che va al cinema per assistere a qualcosa di interessante, magari proprio in base alle recensioni della critica "illuminata". La locandina di "Salvo" promette un film d'azione prodotto da registi esordienti e interpretato da attori sconosciuti. Il valore aggiunto è quello della critica più che positiva unita a premiazioni prestigiose come il Grand Prix de la Semaine de la Critique del Festival di Cannes. Il risultato è invece quello di un film esasperatamente lento, non privo di tecnicismi di pregio, ma pur sempre molto, molto lento. Il pubblico ordinario, quello non composto da aspiranti cineasti né da allievi di fotografia cinematografica, sarà deluso da una trama ordinaria, da un soggetto per nulla originale e da un cast di attori sfingei, mutacici e rigidi. [+]

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riccardo tavani venerdì 17 gennaio 2014
una canzone, una pistola tra polvere e ombra Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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Film di poche parole, parecchia penombra, polvere, ruggine e ferraglia, Scenario la Sicilia e la lotta spietata tra cosche locali. Salvo, il protagonista del titolo, è il micidiale, efficientissimo killer di uno dei boss dominanti. Lui è la sua pistola.

Rita, invece, la sorella del capo-clan avverso, è cieca. Conta le banconote che il fratello scarica quotidianamente in casa e ascolta sempre la struggente “Arriverà” cantata dai Modà con Emma. La canzone da sola costituisce l’intera colonna sonora del film.

L’incontro tra i due fa scoccare un miracolo. Il miracolo, però, non è quello esplicitamente mostrato dal racconto, quanto quello della brusca interruzione del nulla in cui stagnano le loro rispettive esistenze. Jacques Derrida nelle sue “Memorie di un cieco” spiega la relazione tra vista, accecamento e pianto, il quale è quella particolare modalità nella quale si esprime la commozione, la compartecipazione al dolore, allo strazio altrui.

Il protagonista di questo film è il simbolo di chi pur vedendo in realtà non vede proprio niente e neanche sa di non vedere. Se Rita deve riacquistare miracolosamente la vista, Salvo, al contrario deve perderla, accecarsi, per vedere finalmente qualcosa. Deve perdere, radere al suolo, fino al confine del buio il vecchio modo di percepire visivamente la realtà. Il vero miracolo al quale vuole alludere il film è proprio la perdita della vista da parte di Salvo, proprio per cominciare a intravedere finalmente qualcosa nell’ombra impenetrabile della sua vita. Un cane eternamente al guinzaglio e abbaiante, nel cortile della squallida pensione familiare in cui dorme, diventa improvvisamente per Salvo l’immagine vera di se stesso.

Il conflitto tra vecchio e nuovo sguardo si pone sempre in termini di inconciliabile tragicità, come già nel mito della caverna di Platone. L’uomo che ridiscende nell’ombra degli altri uomini, dopo aver visto la vera luce del mondo, sa di mettere drammaticamente in gioco la propria vita. Anche Salvo ora lo sa, ma ormai non può più sottrarsi al destino che è anche inciso nel suo nome: Salvatore.

Il buio della vecchia prigione fraterna nella quale era relegata appare ora chiara a Rita, proprio attraverso quella nuova prigione in cui la scaraventa Salvo. Il buio come mancanza, privazione della luce dei sentimenti. La canzone dei Modà all’inizio dice: “Piangerai, come pioggia piangerai e te ne andrai”; poi nel finale del ritornello ripete: “Penserai che la vita è ingiusta e piangerai”. La luce del sentimento per Rita si esprime come acuto atto di compassione nei confronti del suo carceriere-salvatore. Scrive Derrida: “Nel momento in cui velano la vista, le lacrime sembrano svelare il proprio dell’occhio… non vedere, ma piangere”. La compattezza, la densità drammatica di questo film è portata all’acme proprio dalla impossibilità di una redenzione, di un riscatto finale. Quel velo di pianto e compartecipazione allo strazio ci fanno sentire, però, tutto il lancinante bisogno di tale possibilità di riscatto per la condizione umana. L’occhio, come la luce di cui è simbolo, permette di vedere ma non si lascia a sua volta vedere. Lo schermo del pianto come una pellicola cinematografica lo svela.

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angelo umana venerdì 19 luglio 2013
mafia o semplice mal-vivenza? Valutazione 0 stelle su cinque
25%
No
75%

Con tutto il rispetto per i titolisti i commentatori e i giornalisti specializzati (?): quando mai nel film si parla di mafia. Ho perso i primi 10' e posso sbagliarmi e, cosa c'entra il termine "poliziesco" di cui parla Gabriele Niola????. 

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angelo umana venerdì 19 luglio 2013
"arriverà" l'amore? Valutazione 4 stelle su cinque
46%
No
54%

 La bella canzone dei Modà e Emma, “Arriverà”, di un amore perduto e poi ritrovato, è presente in varie fasi del film e diventa, oltreché un filo conduttore, qualcosa di intimo, privato dei due protagonisti Rita e Salvo. Lui è il killer di un’organizzazione criminale, un “cleaner” - ma non così clean come Jean Reno in Léon – che compie missioni omicide su incarico del suo boss, vive in incognito in Sicilia (per quanto in quell’isola si possa vivere in incognito), in località segreta e accudito di tutto punto da due camerieri, freddo e di poche parole, votato unicamente a quel mestiere. Cinico e solo non dispone nemmeno della doppia vita che conduceva un’altra recente esecutrice, “Miele”. [+]

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daniela romani giovedì 18 luglio 2013
amore prigioniero Valutazione 1 stelle su cinque
41%
No
59%




Il film presenta delle buone idee che però non trovano la loro reale espressione, rimanendo un film statico nelle numerose e "rumorose" scene che non riescono nè a scandire il tempo nè a suscitare un reale interesse e coinvolgimento nella storia.
La storia sarebbe stata bella, soprattutto dà uno spunto sulla capacità di cambiamento e di redenzione anche per un killer mafioso, ma tale evoluzione rimane ferma e dunque priva di effettivi slanci.
Le scene, quasi prevalentemente prive di dialogo, risultano molto lente e forse troppo lunghe.



18-7-13 Daniela Romani

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