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Proprio così. Davis è un gran perdente. E, l'ultimo film dei Coen, è un grande film. Esiste il paragone, e come! E' il capolavoro di Altman: Nashville. Film musicale, dove il Village degli anni 60 rappresenta la speranza del cambiamento e in contemporanea la denuncia di un fallimento. Personaggi fuori dal mondo, sognatori. Quelli furono gli anni. Avulsi dalla cruda realtà del sogno americano. Mentre Nashville esprimeva il country americano in forma statica, qui il folk è on the road, alla ricerca di un ....contratto che permetta di sopravvivere. Il film inizia nel Village e termina nel Village, dove Davis torna dopo aver provato ad inserirsi, addirittura sperando di tornare nella marina mercantile. Quindi musica, tanta musica, i testi paradossali, e sullo sfondo lui, Bob Dylan, che comincia a muovere i suoi passi, la sintesi di tutto. Davis è in tutto e per tutto un personaggio Mahleriano, nel senso della coscienza e della incoscienza. Coscienza di essere inserito in un meccanismo da lui scelto, anche in virtù della metà a cui è sottoposto dopo la perdita del suo compagno, meccanismo che non può dargli futuro, ma verso il quale non prova rivalsa, persino lo somprende. Incoscienza del sogno che lo porta verso una Chicago freddissima per un viaggio senza speranza, e quindi del fatto che così si è e che non si può essere diversamente. Destinato al divano per sempre dove le nostre cattive coscienze vanno a riposarsi. Grandi personaggi, macchiette espressive di quegli anni, un montaggio strepitoso, forse il biano e nero sarebbe stato il giusto colore? Mah lasciamolo decidere ai Coen che non sbagliano mai un colpo, e questo è veramente un gran colpo!!!
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
