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E alla fine l'ultimo film dei fratelli Cohen era rimasto nei lista dei "da vedere", principalmente a causa dei commenti di amici e parenti ("niente di che", "noioso ma bella ricostruzione degli ambienti", "pensavo meglio"). Mi sorprende quanto poco la gente conosca i due registi statunitensti e mi chiedo quando mai abbiano fatto film veramente entusiasmanti, considerato il loro stile non propriamente da cassetta. Invece ne sono rimasto piacevolmente sorpreso, anche se la traduzione italiana del titolo faceva pensare a tutt'altro tipo di film (forse lo confondevo con "A proposito di Henry"). Llewyn Davis è un cantante folk di discreto talento, che dorme dove capita (con le conseguenti gravidanze inaspettate del caso). Il suo partner con cui duettava si è buttato giù da un ponte ma non ci è dato saperne il motivo (depressione? innamorato di Llewyn senza esserne ricambiato?). Fatto sta che il nostro anti-eroe è piuttosto giù, e pare che anche il caso ci si metta a complicargli la vita. Non ha un posto dove stare, la sua amica lo odia perchè non sa se è in cinta di lui o del di lei fidanzato (nel 1961 il test del DNA se lo sognavano evidentemente) e deve trascinarsi con sè il gatto dei vicini scappato di casa. Per di più non ha un soldo in tasca, il suo produttore non fa molto per aprirgli le strade del grande pubblico e se non bastasse canta pezzi che farebbero intristire pure uno che ha appena vinto alla lotteria. Però complessivamente non gli va tanto male, è un bel ragazzetto, gli vengono offerte partecipazioni a concerti e registrazioni come session man, ma lui da bravo artista ferito non vuole accettare compromessi e alla fine decide di mollare tutto. Ma anche per prendere decisioni così drastiche ci vuole una determinazione che LLewyn non ha. E quindi, dopo un viaggio surreale a Chicago accompagnato da personaggi paradossali che vivono in maniera molto più estrema di lui la professione di artista (tra cui un fantastico John Goodman nella parte di un jazzista eroinomane fuori di testa), ritornerà sul palco a strimpellare ballate tristi per un pubblico di pochi appassionati. Dopo i film circolari alla Pulp Fiction, ecco a voi un film a fisarmonica (concerto-gatto-sfighe-viaggio-sfighe-gatto-concerto). Essenziale nel suo messaggio - è il viaggio che conta e non dove si arriva - perché il punto di arrivo è sempre quello di partenza.
Ben fatto Ethan e Joel, il mondo non sarebbe lo stesso senza di voi.
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