A proposito di Davis

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Un film di Joel Coen, Ethan Coen. Con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett.
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Titolo originale Inside Llewyn Davis. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 105 min. - USA, Francia 2013. - Lucky Red uscita giovedì 6 febbraio 2014. MYMONETRO A proposito di Davis * * * 1/2 - valutazione media: 3,82 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
ilaria pasqua domenica 9 febbraio 2014
gran ritorno Valutazione 4 stelle su cinque
71%
No
29%

 È l’inizio degli anni ’60, il periodo musicale che ha preparato il terreno all’avvento di Bob Dylan.

Llewyn Davis è uno dei tanti giovani che ha tentato, senza fortuna. Uno di quei tanti giovani che cantavano folk nei locali fumosi di New York, prima del grande boom, alla ricerca di una strada per sfondare, una strada diversa da quella dei propri genitori. [+]

[+] il destino scolorito di un'anima malinconica... (di antonio montefalcone)
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vanessa zarastro lunedì 10 febbraio 2014
vintage film Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Vedendo questo film sembra di tornare indietro e di rivivere l’inizio di quegli anni ’60 anche nelle accezioni più dolorose a livello personale. Nella poetica figura di Davis - ispirata in parte alla vita del folk singerDave Van Ronk -si riscontra il desiderio del rifiuto del modello sociale imposto e la voglia di cambiamento che non decollano mai rimanendo incastrati in una spirale di iterazione di non scelte; un circolo vizioso senza uscita come lo stesso film sottolinea nel proporre la stessa scena in apertura e in chiusura. Una splendida fotografia evidenzia i “non-luoghi” urbani esempi dei primi elementi di consumismo come le stazioni di servizio nel middle-of-nowhere. [+]

[+] lo potevo scrivere io (di barone di firenze)
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claudiofedele93 venerdì 21 marzo 2014
una lenta e struggente ballata folk per i coen! Valutazione 4 stelle su cinque
84%
No
16%

Potrà suonare strano, ma nella storia del cinema assistere a registi che vogliono raccontare storie di musicisti famosi, fare loro omaggi o omaggiare la musica stessa non è poi così improbabile; dell’amore verso quest’ultima forma d’arte ci aveva già deliziato Martin Scorsese con i suoi documentari tempo addietro, l’ultimo dei quali dedicato all’immortale George Harrison. [+]

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righa pincher sabato 8 febbraio 2014
a proposito di davies: il quasi nulla Valutazione 2 stelle su cinque
51%
No
49%

Bene, lo sappiamo. I Coen fanno ottimi film. Da Blood simple, a Fargo, da Barton Fink a L'uomo che non c'era su tutti. Ma come si fa a paragonare Inside Llewyn Davis (A proposito di Davis) a queste chicche?
Siamo nel 1961 e Llewyn Davis (il cui padre di origine irlandese è stato un marinaio noto nell'ambiente, la madre invece era italiana) non volendo imbarcarsi su un peschereccio né servire l'esercito americano per Kennedy, sentendo forte in sé una vena di malinconioso ed intenso folk-singer non vuole rinunciare al suo sogno artistico, sebbene non riesca a mettere insieme il pranzo con la cena e mostri in ogni occasione di essere sempre capace di perdere qualcosa (un figlio che non sapeva di avere, una donna a cui dice "ti amo", lo scatolone dei ricordi d'infanzia, un brevetto di navigazione indispensabile, il gatto). [+]

[+] mi trovi... (di cizeta)
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nikthequik domenica 9 febbraio 2014
tornano i vinti dei coen Valutazione 0 stelle su cinque
77%
No
23%

La storia di questa anima folk triste e rude che incrociando, in modo apparentemente casuale, le vite degli altri ne determina lo svolgimento. I Coen tornano, dopo la parentesi de Il Grinta, a ciò che riescono a fare meglio, raccontare dei loro personaggi. Questa volta però non è solo la storia di un perdente, un vinto, è soprattutto la meraviglia della musica e la forza della creatività. Personaggi caratterizzati e studiati benissimo dal protagonista al proprietario del locale. Però uno dei protagonisti principali è il Gatto che il musicista porta spesso con se il quale rappresenta la vita o almeno la situazione del protagonista, senza una meta, alla ricerca di un qualcosa che neanche lui sa poi se si aggiunge il nome del felino le similitudini e le metafore aumentano. [+]

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germano f. martedì 18 febbraio 2014
hang me, oh hang me Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Non si finisce mai di perdere con i Coen. O forse è meglio dire: non si finisce mai di riconoscersi in questi loro personaggi assuefatti alla sconfitta e ai calci sul sedere. La storia di questo cantante folk dei primissimi anni sessanta nel Greenwich Village a New York si dipana lenta e riflessiva come la neve grigia che a un certo punto si stende sulla città. Il personaggio principale vaga per le strade alla ricerca di amici scostanti o disperati come lui; divani su cui dormire scomodi e tristemente marroni; straordinarie canzoni folk che ci cullano nella visione delle sue peregrinazioni. I Coen sono qui al loro meglio : intimi, riflessivi, nostalgici, amanti di una vita passata che tutti ci accomuna e che sempre ci farà scappare una lacrima. [+]

[+] e mike? (di mara baraldo)
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fvm56 martedì 4 marzo 2014
ironia o tristezza? Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

 E’ davvero  possibile oggi in un film riuscire a rappresentare la cruda realtà della durezza della vita attraverso una chiave di lettura ironica e sarcastica, che permetta allo spettatore di ridere di gusto, e per l’intera durata della proiezione? Guardando “A proposito di Davies”  sembrerebbe proprio di sì. Anche stavolta infatti i fratelli Cohen, aggiungendo soltanto un pizzico di spleen in più, sono riusciti a ricreare quell’alchimia speciale che è il loro marchio di fabbrica, e che ci ha regalato tanti piccoli capolavori.  
La storia di Davies è quella di un musicista talentuoso che, nell’inverno del ’61, si aggira per New York alla disperata ricerca di un briciolo di successo, o più semplicemente di un qualsiasi lavoro legato alla musica che gli permetta solo di sopravvivere. [+]

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ennas lunedì 10 febbraio 2014
ritratto in chiaroscuro di un sognatore Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

Anni ’60 del Novecento: un talento musicale misconosciuto, Llewyn  Davis, cantante-musicista folk prima che questo genere musicale diventi celebre, ottimo materiale umano per girare il ritratto di un sognatore. In questa scelta il fiuto dei fratelli Coen si ribadisce in tutta la sua genialità. Nel film, si dispiega poi la loro grande padronanza del cinema :in primis nella scelta dell’attore protagonista, Oscar Isaac si cala perfettamente nel personaggio,con quell’aria amletica, naturalmente brusca ed afflitta. [+]

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michele giovedì 13 febbraio 2014
quando la musica (folk) è protagonista Valutazione 3 stelle su cinque
64%
No
36%

 

New York, 1961. Siamo nel Greenwich Village, il quartiere di Manhattan dove in quel periodo si riunivano la maggior parte degli artisti che tentavano di affermarsi e di guadagnarsi da vivere con la propria arte, chi con la pittura, chi con la scrittura, chi con la musica. Llewyn Davis è un cantante folk che cerca di sopravvivere, promuovendo la sua musica tra un concerto e l’altro nei piccoli club della Grande Mela. Non è facile però, il suicidio del suo partner musicale lo ha costretto infatti a reinventarsi una carriera da solista che al momento non sta dando i suoi frutti e vive come un vagabondo cercando ospitalità tra i pochi amici che gli sono rimasti. In perfetto stile Coen il personaggio di Davis è un perdente e lo è non solo dal punto di vista artistico, ma lo è su tutti i fronti, su quello sentimentale, la sua ex ragazza sta con il suo migliore amico e abortisce perché non sa di chi è il bambino che aspetta, è un perdente anche sul fronte familiare, la sorella è fredda, scostante nei suoi confronti. Attraverso una pregevole fotografia che sembra più che ricostruire quel periodo, filmare direttamente quel momento storico, lo spettatore assiste così, in chiave profondamente pessimista, alla storia di questo cantautore, liberamente ispirata alla vita del folk-singer Dave Van Ronk, I Coen però, tutto questo pessimismo, lo mostrano a modo loro, in maniera cinica, attraverso personaggi surreali, folli che permettono al film di viaggiare sempre a cavallo del confine tra dramma e commedia, senza mai lasciare spazio a momenti patetici o retorici, ma al contrario, dando vita a sequenze piuttosto esilaranti e grottesche. L’altra grande abilità dei fratelli di Minneapolis, oltre a saper riconfermare quelle che sono le caratteristiche del loro cinema, seppur dai contorni leggermente più sfumati in questo caso, è quella di rendere protagonista un altro elemento, la musica che acquisisce la stessa importanza e valenza sul piano dei contenuti di quella dell’eroe principale, attraverso il quale progredisce il racconto. Anzi, è proprio la musica la vera protagonista della pellicola. I Coen ci regalano ampi momenti musicali in cui ascoltiamo intere canzoni per tutta la loro durata reale e ciò avviene, non esclusivamente per un’esigenza puramente formale, ma al contrario, perché le ballate folk racchiudono nei loro testi l’essenza stessa della storia di Davis, attraverso le vicende di vagabondi, di umani erranti senza una meta precisa in cerca della loro terra promessa, il cui orizzonte si allontana sempre di più fino a diventare invisibile agli occhi e alla propria anima. E’ un pessimismo potremmo dire addirittura cosmico quello che ci viene mostrato, non sono infatti solo le scelte sbagliate del protagonista a condannarlo artisticamente, ma è soprattutto il destino che si mette di traverso e di fronte al quale l’uomo non può fare niente, neanche impiegando tutte le sue forze. E’ il destino ineluttabile che condanna Davis ad uscire di scena proprio un attimo prima che il più grande di tutti faccia la sua comparsa al Greenwich e riesca a sdoganare questo tipo di musica attraverso la sua chitarra e la sua armonica, nome e cognome Bob Dylan.

[-]

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enzo70 lunedì 10 febbraio 2014
la ballata di un sognatore Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Un perdente perfetto Llewyn Davis, interpretato da un ottimo Oscar Isaac, è il protagonista di questo ritorno ad un cinema semplice dei fratelli Cohen, che riescono, come sempre, con il loro stile unico, a sorprendere. Ci sono diversi film, in questo film, sempre composto al limite del parossismo, folk la musica di sottofondo, terribilmente cittadino il contesto sociale, fatto di solitudine, speranza e delusione e sullo sfondo lei, sempre lei, la diva del cinema, NYC, sempre pronta ad interpretare perfettamente qualunque parte le venga sottoposta. Nei giorni immediatamente precedenti l’uscita del film è morto Pete Seeger l’uomo che ha portato il folk nel cuore della musica statunitense, e questo film può essere visto come un omaggio postumo che i fratelli Cohen gli hanno dedicato. [+]

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