Dal titolo mi aspettavo tutt'altro genere di film, qualcosa del tipo "pensionato che viaggia senza meta sulla rete ferroviaria inglese seguendo uno schema geometrico trovato in una mappa disegnata dal padre di cui aveva perso le tracce da bambino che lo porta a fare scoperte inaspettate su di se, sul mondo e sullo stato dell'igiene delle toilettes nei carrozze dei treni". E invece no, c'è Colin Firth che da un po' di tempo a questa parte si è specializzato in ruoli drammatici e tormentati (A single man, Il discorso del re, Devil's knot) e in questa pellicola non fa nulla per uscire da quello stereotipo, c'è Stellan Skarsgård che ultimamente è presente in un film su tre prodotto in Europa (quasi quanto Morgan Freeman nei film americani), e c'è Nicole Kidman, su cui gradirei fare un discorso a parte.
Il problema delle attrici considerate belle è che a volte invecchiano male e Nicole, da buona australiana lentigginosa e con la carnagione chiara, è ovviamente una di loro: le rughe si notano molto di più rispetto a una collega latina come la Bellucci (attrice, vabbè), che a 50 anni ancora risulta essere una delle donne più sexy del mondo. Ma Nicole, a differenza di Monica, sa recitare; quindi qualche ruga in più magari non gli avrebbe più permesso di fare la parte della bella trentenne candida e sorridente, ma almeno si sarebbero aperte le porte per un intero campionario di ruoli più maturi su cui molte interpreti hanno fatto la loro fortuna (basti pensare a Meryl Streep). E invece no: Nicole, grazie a vari interventi di piallatura e lucidatura facciale, sembra avere sempre trent'anni . O meglio, non si sa che età abbia, perchè una ragazzina non lo è di sicuro, ma non ha più espressioni e quindi di anni potrebbe averne 20 o 70 o essere un robot costruito da qualche scienziato pazzo che da bambino collezionava bambole con la faccia della Kidman e ora ne vuole una che parli e reciti (ma non più di tanto, sennò salta il lifting e poi sono altri 6 mesi di convalescenza).
Chiusa la piccola parentesi, il film parte da un presupposto sbagliato: Colin Firth, che dovrebbe fare la parte dell'uomo sofferente e traumatizzato dalla guerra, che improvvisamente incontra la Kidman e trova in lei uno scopo per continuare a vivere sembra quasi una persona normale, a parte qualche piccolo attacco di ansia che a tutti capita dopo i 50 quando ci rendiamo conto quanto manca alla pensione, mentre Nicole, che dovrebbe essere l'angelo caduto dal paradiso che illumina le giornate del povero Colin, sembra una caricatura di qualche suora in incognito incapace di provare alcun sentimento o di esprimere frasi di senso compiuto tranne "o poverino", "chissà quanto deve aver sofferto" e "mannaggia la peppa e ora chi mi accompagna dal chirurgo plastico".
Il secondo appunto che ho da fare è sul ricordo delle violenze subite dal povero Firth durante la prigionia a Singapore: lo prendono a bastonate, lo costringono a inghiottire acqua fino a scoppiare, lo tengono in gabbia e gli dicono che non vale niente e che è ignobile rimanere in vita quando si ha perso l'onore. Bene, conosco coppie che nei loro giochi erotici fanno cose ben più estreme e degradanti nel privato delle loro camere da letto, godono come pazzi e sono felici da anni, e guai se non ci scappa una bastonata prima di Marzullo o non riescono a prendere sonno. Quindi alla fine, quando i due amici-nemici si riappacificano, io mi sarei aspettato più un bel bacetto tra i due maturi compagni di merende e un calcio in culo alla Kidman giù per la scarpata al posto dello scontato finale lacrimoso.
La guerra è finita, andate in pace. Che noia che barba che noia...
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steoneo
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mercoledì 14 gennaio 2015
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totale disaccordo
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Penso davvero che tu abbia visto questo film in modo superficiale.Le scene sono lente , ma non per questo noiose. Colin Firth è davvero eccezionale a interpretare queste parti, non capisco perché questo debba essere un motivo di critica.Dalla sua recitazione traspare un uomo chiuso, introverso, ma che allo stesso tempo si lascia sfuggire caratteristiche di un animo spezzato, rotto da traumi che non sono guariti. La trovo un'interpretazione impeccabile.Nel caso non lo sapessi questa è una storia vera, quelle bastonate sono vere, così come la paura, le intimidazioni e il coraggio di sopportarle.Ma soprattutto quello scontato finale lacrimoso è basato su un'amicizia che per davvero è nata fra vittima e aguzzino, non la trovi una cosa incredibile? Quantomeno dovrebbe far riflettere.
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Penso davvero che tu abbia visto questo film in modo superficiale.Le scene sono lente , ma non per questo noiose. Colin Firth è davvero eccezionale a interpretare queste parti, non capisco perché questo debba essere un motivo di critica.Dalla sua recitazione traspare un uomo chiuso, introverso, ma che allo stesso tempo si lascia sfuggire caratteristiche di un animo spezzato, rotto da traumi che non sono guariti. La trovo un'interpretazione impeccabile.Nel caso non lo sapessi questa è una storia vera, quelle bastonate sono vere, così come la paura, le intimidazioni e il coraggio di sopportarle.Ma soprattutto quello scontato finale lacrimoso è basato su un'amicizia che per davvero è nata fra vittima e aguzzino, non la trovi una cosa incredibile? Quantomeno dovrebbe far riflettere.Le due vie del destino tratta di una storia incredibile, ricca di temi forti che meritano un analisi attenta, le critiche alla scelta degli attori e alle battute della sceneggiatura sono assolutamente vuote.Quando si va al cinema si dovrebbe accettare quello che viene presentato così com'è. Bisogna cercare di entrare dentro la storia, di farne parte, non bisogna essere giudici durante la proiezione.
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