A proposito di Davis |
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Un film di Joel Coen, Ethan Coen.
Con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett.
continua»
Titolo originale Inside Llewyn Davis.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 105 min.
- USA, Francia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 6 febbraio 2014.
MYMONETRO
A proposito di Davis
valutazione media:
3,82
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Llewyn Davis è parente di Larry Gopnikdi meddowsFeedback: 508 | altri commenti e recensioni di meddows |
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sabato 15 febbraio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Llewyin Davis si trascina per le strade di New York con una chitarra in una mano ed un gatto nell’altra. La stanchezza che si porta sulle spalle è la frustrazione di inseguire non un sogno ma un’aspirazione musicale, la consapevolezza di avere qualcosa da offrire ad un qualunque orecchio che sia disposto ad ascoltare. Il freddo che gli taglia il viso è del vento che porta aria di novità nella folk music che di lì a poco rinascerà a nuova vita anche grazie alla popolarità che gli offrirà Bob Dylan, che si intravede poco prima dei titoli di coda. Llewyn scrocca divani come si scroccano sigarette, la ricerca di un posto per dormire equivale alla ricerca di un posto dove suonare, non è solo riparo al caldo ma necessità di trovare un pubblico ed un conforto anche dalla tragedia che ha colpito il suo partner musicale, morto suicida chissà perché. E’ libero da ogni impegno ma questa libertà gli viene rinfacciata come un lusso che non si può permettere. Ideale ed opposta prosecuzione del Larry Gopnik di ‘A serious man’, dove quest’ultimo era schiacciato dalla responsabilità di essere un uomo adulto — padre di famiglia — professore, Llewyn Davis non ha altre faccende di cui occuparsi se non la sua musica e pur essendo così “libero” non è felice. E’ l’ennesimo risvolto di medaglia che i fratelli Coen imbastiscono per portare avanti un personalissimo discorso sul disordine che governa le nostre vite e la mitologica illusione che ci sia qualcosa a guidarci, che sia un destino, un dio, una morale; tutto si riduce invece a sopravvivere come meglio si può agli eventi che hanno l’unico merito di metterci davanti a delle scelte. Non sfugge l’ironia che a narrare tutto questo sono due personalità che hanno il totale controllo sulle vite dei propri personaggi: regista e sceneggiatore, veri dei nel microcosmo del cinema, non cedono alla tentazione di dare a tutto un senso, di rendere lineare la vita di un individuo (dando così significato al piccolo colpo di scena narrativo che chiude il film) ma si limitano a raccontare con compassione tutti i risvolti della vita talvolta ironici, talvolta paradossali, talvolta semplicemente drammatici.Questo è il cinema dei Coen: è l’auto che colpisce casualmente l’assassino di ‘Non è un paese per vecchi’ ma non lo uccide come ogni spettatore si sarebbe augurato, è l’agghiacchiante telefonata che l’uomo qualunque di ‘A serious man’ riceve un attimo prima che i Coen chiudano il loro sguardo su quella storia per educato pudore, è il gatto di ‘Inside Llewyn Davis’ abbandonato in autostrada al suo destino così come il figlio a Chicago, sono semplici eventi ai quali tutti vorrebbero dare un senso per dare un senso alle proprie vite. I Coen sanno di non poterselo permettere per onestà intellettuale e neanche ci provano: lasciano che il film vada dove deve andare nella sua naturale prosecuzione, lasciandoti la sincera impressione di aver assistito (purtroppo) a quella che è la vita qualunque di un talento musicale sprecato e che non diventa straordinaria solo perché narrata in un film.Il loro stile trasuda dalle scene che costruiscono puro cinema: Llewyn che smette di arpeggiare la chittara e si affida alla sola voce e ad uno sguardo disperato per suscitare la minima reazione all’impresario che gli sta concedendo la grazia di un’audizione è una delle immagini più belle del cinema contemporaneo, così come lo è la sequenza dell’animale investito nella buia notte della tormenta di neve e nel quale il protagonista si riconosce, ferito ma ancora vivo. O la genialità della canzone dedicata al padre che all’apparenza si sta emozionando ma che in realtà, molto più semplicemente, non ha più il controllo delle funzioni corporali.
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